Partiamo dai numeri, perché in questo caso sono impressionanti: 1.020 cavalli di potenza e 1.420 Nm di coppia. E no non stiamo parlando di una supercar, ma della berlina più potente del mondo, l’elettrica Tesla Model S Plaid.
La scheda tecnica
Una potenza travolgente, generata da tre motori. Due, uno per ruota, sull’asse posteriore con funzione anche di Torque Vectoring regolando la coppia tra le stesse, mentre la terza è destinata all’asse anteriore. Sulla carta, dunque, è una trazione integrale, ma spinge prevalentemente sulle ruote posteriori. I motogeneratori di tipo sincrono e a magneti permanenti, con i rotori rivestiti in carbonio per ridurre le inerzie, sono alimentati da un pacco batteria dalla capacità lorda di 100 kWh (95 effettivi) che si ricarica fino a 25 kW di potenza in corrente continua. Alimentatore che permette consumi per 5 km per chilowatt e quasi 500 km di autonomia.
Piccole pecche e punti forti
A una scheda tecnica impressionate, fanno da contrappeso alcuni dettagli che lasciano un po’ perplessi, soprattutto perché si parla di una vettura da oltre 100mila euro. Alcuni accoppiamenti della carrozzeria e la condensa che si forma nei fanali posteriori mostrano i problemi di gioventù di un Costruttore giovane, con ancora esperienza da fare nella cura degli assemblaggi. Ma dove la Tesla Model S Plaid si fa perdonare è nella vita a bordo. Le finiture sono ottime, ma il suo punto di forza è il comparto multimediale. Il display orizzontale da 17” ha una risoluzione di 2200x1300. Il numero di funzioni è decisamente vario (potete anche guardarvi una se- rie su Netflix) e, sebbene le icone siano davvero tante, l’utilizzo è simile a quello degli smartphone. Ma sarebbe stato meglio avere delle scorciatoie con tasti fisici, perché visto che tutte le funzioni passano dal display, il rischio di distrarsi alla guida è tanto.
Le prestazioni
Ovviamente, l’altro punto forte sono le prestazioni generate da una motricità scioccante. Ha bruciato lo 0-100 km/h in 2”41, meglio di tante tante supercar di pari potenza. Performance quasi fuori da ogni logica perché, lo ricordiamo, stiamo parlando di una berlina, non di una vettura pensata per mangiare i cordoli di una pista. Comunque interviene sempre l’elettronica per gestire tale esuberanza, con le tre modalità di guida Comfort, Sport e Plaid, con quest’ultima che sconsigliamo veramente per l’utilizzo in città perché la potenza scaricata istantaneamente sulle ruote posteriori è veramente troppo violenta. Dove si poteva fare un po’ meglio è nell’impianto frenante. L’impianto in acciaio, di serie, di cui era dotata la vettura della prova non si è dimostrato all’altezza, dopo un paio di frenate decise si è surriscaldato. Quindi, il nostro consiglio, è di scegliere i carboceramici in optional.
Peccato per i freni perché lo sviluppo a livello di assetto è assolutamente positivo. L’auto è tendenzialmente neutra, con leggeri movimenti del retrotreno in fase di rilascio, accentuati solo se portate la frenata in curva, alleggerendo volutamente il posteriore per agevolare l’ingresso. Lo sterzo è preciso e diretto e il grado di durezza è adeguato alle condizioni di marcia.
La curiosità, perché si chiama Plaid
Tutto nasce dalla passione per i film di fantascienza di Elon Musk, ma di un in particolare: Space Ball, di Mel Brooks, del 1987, conosciuto in Italia con il titolo "Balle Spaziali". Era una parodia di Guerre Stellari, e in una scena, durante un inseguimento tra buoni e cattivi nello spazio a velocità iperspaziali, i protagonisti entrano in una zona caratterizzata dai colori del plaid, la classica coperta di lana scozzese.
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