Mille chilometri con un pieno. Un miraggio per le auto elettriche, pure per quelle a benzina. Appannaggio di qualche Diesel, però ormai confinato nel lazzaretto da norme sempre più stringenti. E invece “si-può-fare!” come esultava il protagonista nel Frankenstein Jr di Mel Brooks. Austral, il nuovo Suv medio di Renault, alfiere dell’offensiva elettrificata del Marchio, sviluppato e concepito in Spagna a Palencia, ha vinto la sfida: sfondato il “muro” dei 1.000 km di percorrenza con un pieno, tra l’altro con serbatoio non esagerato (55 litri).
Consumi contenuti grazie all'ibrido
Una punta dell’iceberg eccezionale, che poggia su un sistema di grande sostanza. Austral è stato sviluppato con grandi aspettative, prima auto del Marchio concepita sulla piattaforma CMF-CD dell’Alleanza, con in previsione futuri modelli plug-in e full electric.
Sostituisce in gamma la Kadjar ma è completamente diversa. Non tanto nelle dimensioni, rimaste pressoché invariate, quanto nella meccanica e prestazioni. Sotto il vestito, questo Suv segmento C sfoggia il meglio della famiglia E-Tech, l’ibrido classico, senza la spina. Con un piccolo 3 cilindri 1.2 turbo da 131 cv abbinato a due motori elettrici. Il principale da 68 cavalli, dedicato alle partenze da fermo e agli spostamenti a bassa velocità, alimentato da una batteria da 400V molto rapida nel ricaricarsi. E un secondo propulsore che fa partire il benzina, accompagnandolo al regime ideale. In tal modo il cambio automatico, senza frizione e sincronizzatore, ha solo quattro marce, quelle che servono quando il passo diventa costante e sostenuto. Il sistema complessivamente eroga 199 cavalli.
Il consumo da record, considerando che si tratta di un Suv da 16 quintali e quasi 200 cavalli, è impressionante. Soprattutto per la costanza di rendimento: 18,3 km/litro di media, con 19 in statale, 17,6 in città, 14,2 in autostrada. E addirittura a 90 all’ora fa 22,5 km/litro. Numeri da Diesel, 1.006 km con un pieno, ma con un brio che lascia spesso il sorriso sulla bocca e nessuna ansia da rifornimento. Ma siccome la perfezione non è di questo mondo, Austral è migliorabile alla voce comfort. Il brioso comportamento dinamico lascia sul conto una percepibile rigidità posteriore, i rallentatori e le buche non sono ben digeriti, i fruscii aerodinamici sono percepibili. Niente di insopportabile, nel complesso il gioco vale la candela. Eccome.
Non è economica ma ripaga con qualità e tecnologia
Oggetto del test, la versione top, Iconic Esprit Alpine, col logo del Marchio sportivo del Gruppo in bella evidenza. Beneficia di una dotazione ricca, resa eccezionale da uno stuolo di accessori a richiesta. Tra i quali l’head-up display da 9,3”, le ruote posteriori sterzanti, che Renault chiama 4Control advanced, i fari Matrix Led Vision, il tetto panoramico, l’impianto audio Harman Kardon e una vistosa tinta bicolore. Per un totale di 7.600 euro di accessori, che portano il prezzo ben oltre i 50.000 euro.
Cifra alta, che Austral onora con un interno all’altezza, ospitale e tecnologico dominato da una plancia da prima della classe. La strumentazione, configurabile direttamente da un tasto della razza del volante, e lo schermo centrale, entrambi con diametro da 12,3” dalla forma, gradevole, aggiungono sostanza. Comandi facili, risposte rapide. Il sistema operativo è Android Automotive, realizzato da Intel e Google. Il corredo è completato dal pacchetto ADAS che garantisce la guida assistita di secondo livello.
Salto in avanti rispetto al passato
Il salto rispetto a Kadjar è quantico, sotto tutti gli aspetti. Anche su strada. Austral è pronta e agile, molto più di quanto faccia pensare la stazza. Nel nostro caso è quasi sportiva, grazie al contributo del sistema 4Control advanced, abbinato alle sospensioni posteriori Multlink. Le ruote posteriori sterzanti possono girare di un grado in fase, di fatto allungando virtualmente il passo per dare più stabilità nel veloce, o di cinque gradi in controfase, accorciando l’interasse per conferire la sterzata di una utilitaria. Un plus da 1.500 euro. Ma un investimento che consigliamo, perché l’auto tra le curve, specialmente nel misto-lento, regala divertimento e maggiore precisione. L’Austral parte sempre in elettrico, appena si inserisce la “D”. All’accensione si può sentire il tre cilindri, dalla voce non proprio suadente. Ma quando entra in gioco il propulsore elettrico, si capisce subito che questa ibrida ha un bel carattere: impiega poco più di otto secondi per lo zero-cento e riprende il passo con ottima disinvoltura.
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