Gli scienziati più interessati a dare una spiegazione alla tanto dibattuta anomalia di questa pianta hanno rivolto le proprie ricerche verso un possibile mutamento genetico, o lo attribuiscono direttamente a cause ambientali.
Ad ogni modo, al giorno d’oggi esistono imprese che, traendo profitto dalla fortuna, producono in massa “quadrifogli” da destinare alla commercializzazione. Altri invece preferiscono mantenere il legame con il romanticismo della sua simbologia…
Tutto questo per dire che, se Alfa Romeo avesse potuto comprare la fortuna nel 1923, non avrebbe esitato a farlo. Alla guida di quattro unità della RL Targa Florio, ai piloti Ascari, Ferrari, Masetti e Sivocci era stato affidato il compito di ottenere la vittoria in una delle corse automobilistiche più importanti di quell’anno nella bella Sicilia. L’ultimo di questi piloti, sfavorito dalla sorte nelle ultime gare e soprannominato “l’eterno secondo”, decise di ricorrere alla superstizione e fece dipingere un quadrifoglio sulla calandra della propria auto . Per fortuna o per caso, dopo un finale epico, Sivocci si aggiudicò quella corsa e Alfa Romeo decise da allora di impiegare il simbolo portafortuna in tutti i suoi modelli di produzione. Consuetudine che perdura fino ad oggi.
A 87 anni di distanza, i modelli usciti dalla fabbrica di Torino col marchio “Quadrifoglio Verde” non presentano molto di più di quel quadrifoglio posto sulle alette anteriori e dei cerchi in lega esclusivi. L’intenzione di Alfa Romeo è fare di queste versioni pennellate con ritocchi da gara, dei modelli molto buoni, compresa la versione della nuova Giulietta. Per quei clienti che non intendono passare inosservati Alfa propone soluzioni interessanti, ad esempio un sorprendente Giallo Corsa per la carrozzeria, pinze freni rosse e una gran varietà di applicazioni adesive con cui personalizzare le carrozzerie.
Ma per il resto, risulta difficile stabilire differenze estetiche tra questo e qualsiasi altra MiTo della gamma. Gli unici dettagli che la contraddistinguono sono il colore grigio della calotta degli specchietti retrovisori, le cornici dei fari anteriori dello stesso colore e i cerchi in lega più scuri, che possono essere da 17 o 18 pollici (215/45), e un profilo ribassato.
Cosa c’è in più
La Mito Quadrifoglio Verde è disponibile a partire da 21.000€, con motore 1.4 TB da 170 CV. La differenza di prezzo, non affatto eccessiva e che potrebbe tentare a molti, rispetto alla versione base si giustifica unicamente con l'incremento di potenza di 35 CV e con il controllo dinamico DNA, specifico per questa versione QV e in grado di modificare elettronicamente la configurazione degli ammortizzatori, oltre all'assistente al volante e all’entrata in funzionamento del controllo di stabilità.
Negli interni, fatta eccezione per i pedali realizzati in alluminio e la strumentazione "Sport" per il conducente, i lussi dovranno pagarsi a parte. Il navigatore integrato con bluetooth + USB, il climatizzatore bizona, la tappezzeria in pelle, l'illuminazione allo xenon, l’impianto audio hi-fi BOSE, i sensori di parcheggio, il tetto solare e i cerchi in lega da 18” sono tutti extra a pagamento. Gli accessori di serie in dotazione risultano accettabili, anche se per questo prezzo potrebbero essere inclusi elementi come il controllo di velocità, automatismi per sensori luci e pioggia o un autoradio da 8 autoparlanti invece di 4. Tra gli accessori di serie più importanti figurano sette airbag, il sistema Start&Stop, i cerchi in lega da 17” e i sedili sportivi con tappezzeria dedicata che risultano comodi per qualsiasi conducente e garantiscono buoni livelli di contenimento in qualsiasi momento.
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