Gli scettici mettano da parte i pregiudizi: la prima Porsche 911 ibrida è una bella sorpresa. E va davvero forte! Lo possiamo dire con certezza dopo averla guidata per un giorno intero sia su strada che su pista, dichiarano i giornalisti del mensile Auto. L’elettrificazione del boxer 6 cilindri non stravolge la 911, non la mortifica e non le annacqua la personalità. Al contrario la migliora, la potenzia e le conferisce maggior cattiveria e spinta. Perché si tratta di un ibrido che agisce dietro le quinte con discrezione e aggiunge numerosi pregi alla 911, senza controindicazioni negative.
La rivoluzione
È la quarta rivoluzione tecnica nella storia sessantenne della 911 dopo l’adozione del turbo (1974), il raffreddamento ad acqua (1996) e l’allungamento del passo, le sospensioni a controllo elettronico e il cambio a doppia frizione PDK (2008). Qualcuno temeva la scelta dell’ibrido a causa degli svantaggi intrinsechi. Porsche invece ha scelto una soluzione semplice e leggera per non portarsi dietro l’aggravio di peso che un full hybrid o un plug-in avrebbero comportato. Il nuovo sistema elettrico, di fatto un mild hybrid perché non aziona direttamente le ruote, genera un aumento di peso di appena 50 kg rispetto alla vecchia 911 GTS. E grazie ai 61 cv in più del sistema ibrido, il rapporto peso/potenza è migliorato invece che peggiorare.
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