Ormai è passata alla storia come l’automobile della discordia. L’auto che ha fatto litigare Stellantis con il mondo politico per via di quel nome originale “Milano__” che il Ministro Urso definiva sacrilego per un’auto costruita in Polonia e non in Italia. Ma è anche l’__Alfa che ha scatenato un putiferio fra gli alfisti che l’hanno criticata per via dei molti componenti comuni con le Peugeot. Nel frattempo è entrata anche tra le finaliste del premio The Car of The Year 2025, anche se non è poi riuscita ad aggiudicarsi il trofeo. Però, adesso che la prima Alfa Romeo Junior con motorizzazione ibrida è arrivata nel nostro Centro Prove per il consueto test approfondito su strada con rilevamenti strumentali, è giusto spogliarsi dai pregiudizi per dare una valutazione il più possibile obiettiva su quest’auto.
Perché la Junior è importante
Basata sui numeri e sui fatti, non su preconcetti. La Junior è una vera svolta per l’Alfa Romeo, perché rappresenta il ritorno del Marchio nel segmento B a quasi dieci anni di distanza dalla MiTo. Nello stesso tempo, è anche la prima Alfa Romeo a tre cilindri, perché monta una versione modificata del motore 1.2 PureTech di derivazione PSA. E qui sono nate le prime polemiche con gli alfisti doc. La realtà è che la Junior è uno dei frutti delle sinergie Stellantis, come tanti altri modelli. Quando nel 2021 c’è stata la fusione tra PSA e FCA che ha portato alla nascita di Stellantis, ciascuna delle due industrie ha portato in dote qualcosa: gli italiani ci hanno messo creatività, fabbriche e design, mentre i francesi soprattutto motori di piccola cilindrata e piattaforme perché nel decennio precedente FCA non aveva più investito in ricerca e sviluppo e molta tecnologia era obsoleta. Questo spiega perché l’Alfa Junior utilizza il moderno pianale CMP di provenienza PSA, moderno e multi-energy e non quello della Fiat 500X e della Jeep Renegade (di derivazione Punto) non più in linea con le norme di omologazione. Il discorso è un poco diverso per i motori. Alfa per la Junior avrebbe anche potuto optare per il 1.5 quattro cilindri italiano della Tonale. Invece ha preferito il tre cilindri 1.2 PureTech di PSA. La ragione è nelle dimensioni e nel miglior rapporto peso/potenza.
I pregi del 3 cilindri
Il 3 cilindri francese è molto più compatto e leggero del 4 cilindri Tonale, eroga una potenza specifica più elevata e ha permesso agli ingegneri Alfa di realizzare un’auto più agile e guidabile. Infatti la Junior ibrida pesa appena 1.305 kg. Per dare una maggiore personalità Alfa Romeo ad un’auto basata su piattaforme e motori comuni a tanti altri Marchi, gli ingegneri hanno lavorato sulla personalizzazione e sulla messa a punto. Sia del motore che del telaio. La Junior ha lo stesso schema di sospensioni delle altre utilitarie Stellantis (MacPherson anteriore e ponte rigido posteriore), ma le tarature e il set-up di molle e ammortizzatori, come della risposta dello sterzo, fanno la differenza nell’uso. Nel motore è l’elettronica, cioè le mappature, che possono dare maggior personalità ad un motore e rendere l’auto più brillante. Dal punto di vista tecnico, poi, il tre cilindri 1.2 PureTech è stato ampiamente modificato rispetto al vecchio propulsore PSA: è stata riprogettata l’intera distribuzione che era a cinghia in bagno d’olio ed ora è a catena per ovviare a certi difetti di fragilità; poi è stata aggiunta una turbina a geometria variabile che migliora la coppia. Così la potenza è salita dai 100 cv del propulsore standard ai 136 cv della Junior. E soprattutto il motore ha guadagnato più coppia (230 Nm), che si sente davvero nella prontezza di risposta del motore nella guida rispetto al 1.2 “liscio”. Ma alla luce di tutti questi cambiamenti, l’Alfa Junior si guida davvero come una vera Alfa?
La risposta sul numero di AUTO in edicola dal 15 febbraio, oppure qui in edizione digitale