Con l’i10, che in futuro verrà fabbricata non più in India ma in Turchia, la casa coreana mira ad accattivarsi clienti nel Vecchio Continente anche attraverso alcuni particolari adattamenti. In effetti sotto molti aspetti questa piccola utilitaria ha si è scrollata di dosso il triste grigiore di un corredo tecnico ermetico ed essenziale, dimostrando un livello maggiore rispetto a quello fino a poco tempo fa consueto per la classe delle auto di piccole dimensioni.
Già il design dell’i10 mostra ora un taglio estetico più accattivante. Le proporzioni della silhouette quasi da van sono armoniose, regalandole una linea più aerodinamica, ma non così originale.
Nei suoi equipaggiamenti top, quest’auto “lunga” 3,67 metri, proposta sempre in versione quattro porte con maniglie cromate, offre cerchi in alluminio e luci diurne in tecnologia a LED. Il tocco d’eleganza dal sapore Premium si ritrova anche all’interno dell’abitacolo, dove sono spariti particolari poco rifiniti dal sapore low cost. Le finiture in plastica dura hanno un impatto gradevole sia allo sguardo che al tatto.
Spazio a volontà
A favore di questa nuova i10 giocano un ruolo importante sia la sua atmosfera più accogliente, sia il maggior spazio a disposizione. Chi viaggia davanti dispone di spazio a sufficienza, senza per altro avere l’impressione di trovarsi a bordo di un’utilitaria, e anche il divano posteriore garantisce una buona libertà di spazio anche a passeggeri mediamente alti. Anche il vano portabagagli presenta un’ottima capienza: ribaltando lo schienale del divano posteriore la sua capacità standard di 252 litri aumenta a 1.046 litri, battendo così quella della VW Up.
Anche in materia di ergonomia, facilità di lettura degli strumenti e manovrabilità l’i10 è al livello top del suo segmento. Certe chiccherie, come il sedile di guida e le cinture di sicurezza regolabili in senso verticale o sei airbag, non si trovano facilmente a bordo delle utilitarie di dimensioni molto piccole. Purtroppo manca un sistema di navigazione multimediale moderno. A bordo della VW Up c’ è, ad esempio, una sede wireless per navigatore “Stand Alone”, per di più collegabile con il computer di bordo. Ancora meglio è il nuovo sistema Intellilink proposto da Opel per l’Adam per una spesa contenuta, che in combinazione con uno smartphone fornisce un infotainment di tutto rispetto. Sotto questo profilo Hyundai ha ancora un po’ di strada da fare.
Ricco equipaggiamento disponibile
La nuova Hyundaii10 è dotata di serie di freni a disco, ABS ed ESP nonché di un sistema di controllo pneumatici, e inoltre è disponibile un programma optional che prevede ad esempio uno Smart-Key con pulsante di accensione e spegnimento, climatizzatore automatico, volante riscaldabile, sensori della pressione pneumatici, assistente alla partenza in salita o dispositivo Tempomat. Chi è disposto a investire qualche migliaio di Euro nell’equipaggiamento, può accessoriare abbondantemente la sua utilitaria. A migliorare il comfort contribuisce la scarsa rumorosità in presenza di vento e durante la partenza, nonché un telaio altamente fonoassorbente, che fa sentire qualche rumore soltanto quando s’imbatte in fughe trasversali piuttosto larghe.
Considerando che si tratta di un’utilitaria di dimensioni molto piccole, si può parlare di telaio nel complesso molto equilibrato, e comunque in grado di garantire un comfort sorprendente. Viceversa una marcia troppo veloce in curva non è un punto di forza dell’i10, in quanto il volante risponde poco e l’ESP fa frenare troppo presto questa Hyundai tipicamente sottosterzante dal peso non inferiore a una tonnellata. Neppure i motori mostrano un grande temperamento. Come già nel caso di molte altre utilitarie, per questa Hyundai sono disponibili due motori a benzina, e precisamente un tre cilindri da un litro e una potenza di 67 CV, e un quattro cilindri da 1,2 litri che sviluppa 20 CV di potenza in più rispetto al precedente. In entrambi i casi la potenza è sufficiente e il motore di base sorprendentemente raffinato presenta una forza adeguata pressoché a tutte le situazioni, a patto che in autostrada si eviti di correre all’impazzata.
Velocità apprezzabile
Per quest’ultima situazione di guida è sicuramente più indicato il quattro cilindri, che per un verso è piuttosto tranquillo, ma che con uno sprint di 12,3 secondi e una velocità massima di 175 km/h si stacca nettamente dal tre cilindri, che raggiunge quota 100 km/h in 14,9 secondi per poi portarsi al massimo a 155 km/h. Entrambi i motori sono dotati di serie di un cambio manuale a cinque marce molto leggero e preciso. In alternativa per un supplemento di prezzo è possibile ordinare un cambio automatico con convertitore di coppia a quattro marce non troppo moderno, dalle prestazioni velocistiche peggiori e che consuma una quantità maggiore di carburante. Durante il nostro giro di prova a bordo di un’auto dotata del motore più potente combinato con un cambio manuale a cinque marce, il consumo di benzina si è mantenuto a un livello contenuto: su un tratto extraurbano abbiamo raggiunto un valore standard di 4,9 litri. Il tre cilindri dal consumo teorico di 0,2 litri in meno, di fatto “beve” un po’ di più, in quanto raggiunge spesso una coppia piuttosto elevata se si guida con brio.