Esattamente il contrario di quanto ha fatto il californiano Roland Sands, che è stato un po’ più radicale e ha, letteralmente, ridotto il T-Max all’osso. Tutto a nudo
L’idea del disegnatore californiano nacque quando vide una foto del telaio del T-Max. La sua struttura in lega d’alluminio, come quella delle grandi sportive, gli sembrò perfetta per realizzare il suo prototipo. Per tale motivo iniziò a eliminare tutti gli elementi in plastica, il subtelaio e lo scarico, allo scopo di alleggerirla. La prima cosa fu montare delle griglie e rifare tutta la parte posteriore per poterla coprire di vinile. Poi scelse un manubrio dritto ed alto e una serie di dettagli con dei numeri.
Allo stesso modo, dovette disegnare una presa d’aria per il radiatore che servisse anche per appoggiare i piedi, poiché avendo tolto tutti gli elementi in plastica originali non c’era altro punto su cui appoggiarli. Il parafango anteriore è una lieve variazione di quello che monta la YZF-R6, e, infine, il copri del motore, come tutti i fori della carrozzeria, sono stati rimodellati per rendere il più radicale possibile il risultato finale.
Ecco le parole di Roland Sands:
“Il nostro progetto ha l’ambizione di riportare TMax alla sua essenza più vera. Una volta mi capitò di vedere una foto del suo telaio in alluminio, un’eredità delle moto sportive Yamaha. Rimasi profondamente colpito da quello che nascondeva la carena. Mi sorprese il fascino strutturale di TMax, qualcosa di diverso ed anche un po’ misterioso, che parlò alla mia immaginazione. Una visione intrigante che mi portò a pensare di trasformare questa pura bellezza meccanica in un look radicalmente nuovo… Se strappi via le plastiche e togli il telaietto e lo scarico, la linea del telaio è molto interessante, TMax ha il fascino bruto primordiale di una moto ridotta all’osso. Molti piloti non si aspetterebbero un telaio in alluminio da moto supersportiva in uno scooter, e così decidemmo che questa sarebbe stata la colonna portante del progetto”.