In collaborazione con Alset Global, brand specializzato nello sviluppo di tecnologie legate all'impiego di idrogeno, gli ingegneri di Aston Martin hanno riprogettato il motore V12 Twin Turbo da 6,0 litri dotandolo di due turbocompressori alimentabili sia a benzina che ad idrogeno, oppure con un mix di entrambi i carburanti. Il pilota può scegliere, in qualsiasi momento, il tipo di alimentazione: solo benzina, benzina + idrogeno o solo idrogeno.
Velocità da corsa a zero emissioni
Per consentire all’Hybrid Hydrogen Rapide S di disporre di questa alimentazione alternativa, sono stati montati quattro serbatoi in fibra di carbonio, di cui due collocati accanto al pilota ed altrettanti nel vano bagagli, capaci di accogliere fino ad un totale di 3,5 kg di idrogeno stoccato ad una pressione di 350 bar. Il motore invece ha guadagnato un dispositivo di gestione elettronica dedicato.
Con questo prototipo Aston Martin vuole dimostrare come sia possibile fare un giro di pista sulla Nordschleife, a velocità da Formula 1, emettendo unicamente vapore acqueo.
Le prestazioni velocistiche ottenibili grazie al propulsore a idrogeno non sono state ancora rivelate. In ogni caso il contenuto di energia dell’idrogeno per ogni metro cubo di gas è minore rispetto a quello della benzina, per cui in modalità a idrogeno il motore a combustione interna rende sicuramente meno rispetto a quando brucia benzina. Tuttavia Aston Martin dichiara che la Hybrid Hydrogen Rapide S scatta da 0 a 100 in 4″9 e tocca i 306 km/h.
Una strada già percorsa
Anche BMW ha puntato a lungo sul principio della combustione d’idrogeno all’interno di motori a benzina tradizionali, decidendo di realizzare in serie limitata l'Hydrogen 7 e trovandosi costretta ad accantonare il progetto a causa dello scarso rendimento dei motori a combustione interna. Proprio per questo motivo Mercedes ha scelto di applicare, prima alla Classe A e poi alla Classe B, l'F-Cell una tecnologia per lo sviluppo di veicoli a fuel cell (celle di combustibile) a idrogeno. (mg/sp-x)