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Focus: Auto elettriche e ibride
Focus: Auto elettriche e ibride

Formula E: cos’è, perché è diversa dalla Formula 1, calendario

L’elettrificazione è considerata il futuro della mobilità e, nello specifico, dell’automobile in quasi tutti i campi, con una sola eccezione: il motorsport. I campionati motoristici, infatti, per via della loro componente emozionale sono ancora legati alle auto termiche.

Nel 2014, la Formula E è nata proprio per scardinare questa convinzione, per dimostrare che le corse automobilistiche possono essere avvincenti ed emozionanti anche se animate da automobili elettriche. Il mondo del motorsport a zero emissioni è ancora una nicchia: sono ancora pochi i campionati a zero emissioni in tutto il mondo, come il particolarissimo Extreme-E o il Campionato FIA RX2e, il Rallycross a zero emissioni. Nel mondo dei motori, però, a rappresentare il punto più alto delle competizioni a zero emissioni c’è la pioniera delle gare elettriche, la Formula E.

Nata da un’idea dell’imprenditore spagnolo Alejandro Agag, dell’allora Presidente della FIA e leggenda del motorsport Jean Todt e dall’europarlamentare italiano Antonio Tajani nel 2011, la Formula E ha preso forma negli anni successivi, fino ad arrivare al debutto della prima stagione come Campionato FIA nel 2014. Dedicata esclusivamente a monoposto spinte da motori elettrici, la Formula E è una categoria con grandi peculiarità in quasi ogni ambito, dal calendario ai circuiti agli aspetti sportivi, fino ad arrivare ovviamente alle monoposto. Fin dalla prima stagione di Formula E, le automobili che prendono parte al Campionato sono sviluppate e realizzate dalla Spark Racing Technology, azienda francese fondata e diretta dal Team Principal della Scuderia Ferrari Fréderic Vasseur, che realizza il telaio e assembla le vetture. Le batterie sono uguali per tutti fin dalla prima stagione, e se nel biennio 2014-15 anche il motore era standard, nel corso degli anni sono arrivati diversi Costruttori.

Le automobili sono cambiate tantissimo, passando dalla cosiddetta “Gen 1”, le Spark di prima generazione dotate di 200 kW (272 CV) di potenza massima, cambio sequenziale e un’autonomia che costringeva le squadre ad effettuare un cambio macchina a metà gara, alle attuale “Gen 3”, lanciate quest’anno per la prima volta. Dotate oggi di oltre 400 CV e di pneumatici prettamente stradali, la Formula E corre quasi esclusivamente su circuiti cittadini immersi in alcune delle più belle città del mondo. Le gare sono avvincenti, con tante sfide e un parterre di piloti di gran livello, con campioni di altre discipline e giovani in rampa di lancio. Dal 2021, la Formula E è diventata un Campionato Mondiale, equiparato quindi alle Classi Regine delle rispettive categorie.

Cos’è allora la Formula E, e perché è diversa dalla Formula 1? Quali sono le principali differenze? Scopriamolo insieme, conoscendo anche il calendario della Formula E per la stagione 2022-2023.

Sommario

Cos’è la Formula E?

Formula E Porsche

Iniziamo dal rispondere ad una semplice domanda: che cos’è la Formula E? In poche parole, la Formula E potrebbe essere l’equivalente a zero emissioni della Formula 1. In realtà, le differenze sono tantissime, e non comprendono solo l’alimentazione dell’automobile ma anche le prestazioni e il format di questa categoria. Delle differenze tra Formula E e Formula 1, però, parleremo tra poco: ora vediamo che cos’è davvero la Formula E. Nota per motivi di sponsorship come ABB FIA Formula E Championship fino al 2020, dalla stagione 2020-2021 il Campionato di Formula E si è guadagnato la prestigiosa qualifica di World Championship, ovvero Campionato Mondiale.

Questo significa che la Formula E è il punto più alto della sua categoria, nello specifico quella delle auto elettriche a ruote scoperte. La Formula E è l’unica competizione di monoposto a ruote scoperte che può fregiarsi del titolo di Campionato del Mondo oltre alla Formula 1: da qui arrivano i parallelismi con la Classe Regina. La Formula E, del resto, non ha mai nascosto la sua ambizione di essere “la Formula 1 del futuro”, come dimostrato dal nome stesso della categoria. I progetti per la nascita della Formula E sono nati nel 2011, dopo la famosa cena tra Alejandro Agag, visionario imprenditore spagnolo, Jean Todt e Antonio Tajani a Parigi. Dopo l’illuminazione, Agag ha cominciato a lavorare sulla nascita di un Campionato di auto elettriche simile alla Formula 1.

Questo però doveva avere alcune differenze oltre alla sola alimentazione delle monoposto. Fin dalla prima stagione, ad esempio, il Campionato di Formula E si svolge a cavallo di due anni, un po’ come succede nel calcio. Il Campionato inaugurale di Formula E, ad esempio, è noto come “2014-15”, si è aperto il 13 settembre 2014 a Pechino e si è chiuso il 28 giugno 2015 a Londra. Il format è rimasto pressoché identico, anche se a causa della pandemia di Covid-19 del 2020 dalla stagione 2020-21 il Campionato inizia nei primi giorni dell’anno e si conclude entro l’estate, mantenendo però la nomenclatura con il doppio anno. Questa scelta porta il campionato a svolgersi per gran parte nella canonica pausa invernale dei campionati principali, tra novembre-dicembre e marzo. Si tratta di un posizionamento strategico per farsi conoscere sempre di più agli occhi del pubblico, e apparire come un Campionato diverso da tutti gli altri.

A differenziare il Campionato di Formula E dagli altri è anche il format di gara e i circuiti scelti. Quasi tutti gli ePrix, il nome “ufficiale” dei Gran Premi elettrici, prendono forma in circuiti cittadini realizzati nel centro di alcune delle più importanti città del mondo. Sono quasi sempre circuiti temporanei piuttosto corti ma anche decisamente tecnici, con gradinate in diversi punti della pista. L’obiettivo di questa scelta è quello di portare una tipologia di motorsport pulita, non inquinante e non eccessivamente rumorosa nei centri delle città, in modo da avvicinare il pubblico al motorsport, soprattutto quello elettrico. Le monoposto di Formula E, quindi, sfrecciano tra le vie di città come la nostra Roma, Città del Capo, in Sud Africa, San Paolo in Brasile, Londra e Monaco, utilizzando dal 2017-18 il circuito completo del leggendario Circuit de Monaco. Questo è l’unico tracciato interamente in comune tra Formula 1 e Formula E, e nella sezione dedicata alle differenze vedremo qual è il gap prestazionale tra F1 ed FE.

I team che partecipano al Campionato 2022-2023 di Formula E sono undici, e con l’arrivo delle nuove monoposto Gen3 si sono visti grandi addii e ingressi sorprendenti. Dalla stagione passata rimangono infatti i team DS, NIO, Mahindra, Jaguar, Porsche, Nissan, Andretti e il team privato Envision Racing. Mercedes, vincitrice della scorsa stagione, si è ritirata, cedendo il team a McLaren, che fa il suo ingresso per la prima volta in Formula E. Allo stesso modo è entrata Maserati, prima Casa italiana presente ufficialmente in Formula E, rilevando il Team Venturi Rokit (per questo motivo, ha ancora licenza monegasca). Infine, anche la tedesca Audi si è ritirata dalla Formula E: il team ABT Sportsline ha visto così l’ingresso del brand CUPRA, diventando ABT CUPRA.

A definire davvero che cos’è la Formula E ci pensano, ovviamente, le monoposto. Dopo le inaugurali Spark SRT01e e Spark SRT05e, oggi a darsi battaglia in pista troviamo le nuove Spark Gen3. Introdotte nella stagione 2022-2023, le Spark Gen3 utilizzano il know-how delle precedenti due generazioni, aumentando esponenzialmente potenza e prestazioni. Il telaio delle automobili e le sospensioni anteriori sono prodotte per tutti dalla Spark Racing Technology fondata da Fréderic Vasseur, il Team Principal della Ferrari in Formula 1, mentre la batteria è realizzata dalla Williams Advanced Engineering. Il pacco batterie agli ioni di litio è da 47 kWh, e porta il peso delle vetture al limite minimo di 760 kg. Molto più grandi che in passato (sono lunghe oltre 5,2 metri), le Gen3 hanno un’aerodinamica e un’estetica davvero particolare, con gli ormai immancabili “passaruota” per evitare danni nei contatti ravvicinati, una costante in questa categoria. Rispetto al passato, per la prima volta le batterie sono studiate per essere ricaricate durante un pit-stop, introducendo per la prima volta nella storia della Formula E i pit stop e i “rifornimenti”. La potenza di ricarica è estremamente alta: siamo a ben 600 kW, che consente di recuperare molta energia in soli 30 secondi di ricarica.

Sebbene nelle prime stagioni le monoposto di Formula E fossero sostanzialmente tutte uguali, oggi oltre a telaio, sospensioni anteriori, aerodinamica e batteria sono gli pneumatici gli ultimi componenti comune. Con la Gen3 entra in Formula E il nuovo fornitore Hankook, che sostituisce Michelin, fornitore unico nelle precedenti 8 stagioni. Questo perché il motore è realizzato da diversi costruttori, così come la trasmissione e le sospensioni posteriori. Al momento, i fornitori di powertrain degli 11 Team sono sei: DS (che spinge anche le monoposto Maserati, sebbene sulle vetture del Tridente sia ribrandizzato come “Maserati Tipo Folgore) NIO, Mahindra (che fornisce sia il team Mahindra che il nuovo team ABT CUPRA), Porsche (che spinge sia le monoposto ufficiali che il Team Andretti), Nissan (fornitrice, oltre che del team ufficiale, anche di McLaren) e Jaguar (powertrain anche di Envision Racing). Sebbene siano tutti diversi tra loro, tutti i motori hanno una potenza massima regolamentata in gara di 300 kW, ovvero 408 CV. La potenza massima, erogabile in qualifica, è invece di 350 kW, ovvero 476 CV. Ne deriva quindi una velocità massima stimata di 322 km/h, mentre il rapporto peso-potenza è quello di una vettura DTM.

A rendere davvero particolare la Formula E è anche il format di gara. La Formula E, infatti, concentra un intero weekend di gara in un solo giorno, tipicamente il sabato, una scelta fatta per minimizzare l’impatto sulla viabilità della città ospitante. Nella giornata precedente alla gara è infatti prevista solo una sessione molto breve di Shakedown, ovvero una sessione nella quale le auto possono percorrere il circuito ad andatura ridotta, che serve a squadre e piloti per controllare l’integrità di auto e tracciato e l’affidabilità della vettura, e agli organizzatori per settare tutti i sistemi del tracciato. Il giorno della gara, invece, sono previste due sessioni di prove libere al mattino di 45 e 30 minuti, seguite dalle Qualifiche previste per l’ora di pranzo. Anche il format delle qualifiche è particolare. Dalla stagione 2022-23, i 22 piloti sono divisi in due gruppi da 11. Ogni gruppo ha a disposizione 10 minuti per far segnare il proprio miglior tempo con la potenza del motore elettrico di gara. I primi quattro di ciascun gruppo accedono poi ai “Duelli”, nei quali i piloti si sfidano in un testa a testa con un solo giro a disposizione utilizzando la potenza massima di 350 kW. Gli 8 piloti avanzano secondo una griglia a eliminazione diretta un giro veloce dopo l’altro, affrontando quarti di finale, semifinale e finale, assegnando così le prime 8 posizioni. Il vincitore di questo mini-torneo, ovviamente, si aggiudicherà la Pole Position, mentre a seconda dell’avanzamento gli altri piloti si accontenteranno di una casella in griglia tra la seconda e l’ottava. Per gli altri, invece, a seconda del tempo fatto segnare i piloti del gruppo del pilota che si è aggiudicato la Pole Position si spartiscono le posizioni pari, mentre i compagni del pilota sconfitto in finale quelle dispari.

Si arriva così alla gara, che si svolge durante il tardo pomeriggio del giorno di gara. Dal 2022, l’ePrix è definito da un numero fisso di giri, abbandonando la durata in tempo utilizzata nelle stagioni precedenti. In caso di incidenti o di FCY (Full Course Yellow, una neutralizzazione della gara che prevede un limite massimo fisso di velocità di circa 80 km/h), i giri vengono aumentati in modo da non far mai finire una gara in regime di neutralizzazione. Dal 2022 è stato eliminato il FanBoost, ovvero una iniezione di potenza aggiuntiva ai piloti preferiti dal pubblico secondo un voto sul sito e sull’app ufficiale della Formula E prima della giornata di gara. Rimane, invece, l’Attack Mode. Anche in questo caso, l’Attack Mode prevede la possibilità di avere per un limitato periodo di tempo un boost aggiuntivo di potenza (35 kW attualmente) premendo su un tasto dedicato sul volante. Per attivare l’Attack Mode è necessario percorrere un’area designata del circuito, spesso una traiettoria svantaggiosa in curva: il tempo perso per attivare l’Attack Mode da la possibilità di avere per due volte durante la gara questa potenza aggiuntiva, per un numero di volte e una durata sempre diversa a seconda dei tracciati.

L’Attack Mode deve essere attivata obbligatoriamente per entrambe le volte durante la gara, ma non è obbligatorio utilizzarla completamente. Dalla nona stagione, infine, è stato introdotto l’Attack Charge, ovvero un pit stop obbligatorio di 30 secondi per ricaricare le batterie dell’auto. Il “premio” per aver ricaricato è la possibilità di avere due boost aggiuntivi durante la gara.

Il punteggio, infine, è identico a quello della Formula 1: 25 punti per il primo classificato, 18 per il secondo, 15 per il terzo, 12 per il quarto, 10 per il quinto, 8 per il sesto e così via fino al singolo punto per il decimo classificato. Anche qui troviamo il punto addizionale per il giro veloce, mentre a differenza della Formula 1 qui troviamo 3 punti da attribuire al pilota in pole position. Alcuni weekend di gara, infine, sono definiti “double header”. Cosa significa? Che dopo la gara del sabato, nella domenica subito successiva è prevista una seconda gara totalmente scollegata dalla prima, con le sue prove libere, qualifiche e gara nello stesso format della gara del sabato. Nella stagione 2022-2023, gli ePrix con doppia gara sono cinque: Arabia Saudita, Germania, Indonesia, Roma e Londra.

Perché la Formula E è diversa dalla Formula 1

Alfa Romeo Racing Formula 1 Abbiamo quindi capito che cos’è la Formula E, e ci siamo destreggiati tra regolamenti, monoposto e weekend di gara molto particolari. È arrivato quindi il momento di rispondere alla domanda che tutti coloro che si avvicinano alla Formula E si pongono: come e perché la Formula E è diversa dalla Formula 1? Qui metteremo “sul piatto” solamente gli aspetti oggettivi: non toccheremo quindi gli aspetti di spettacolo, emozionalità e credibilità dei due campionati, criteri così personali da essere impossibili da confrontare.

Per cominciare a capire perché la Formula E è diversa dalla Formula 1 dobbiamo ovviamente iniziare dalle vetture, il principale criterio di differenza tra le due categorie. A livello di dimensioni e peso, Formula 1 e Formula E non sono troppo diverse. Entrambe superano i 5 metri: dove però le Formula E si fermano a 5,2 metri, le Formula 1 possono arrivare per regolamento fino a 5,5 metri. Il peso, invece, è a favore delle Formula E: nonostante la presenza delle batterie, infatti, il peso a vuoto è di 760 kg, mentre le Formula 1 hanno un peso minimo di 798 kg, con gran parte delle monoposto che superano gli 800 kg.

Se a livello dimensionale le due monoposto si assomigliano, tutto il resto è praticamente opposto. Le gomme, ad esempio, sono scanalate con un disegno simile a quelle stradali per le auto di Formula E. Le auto di Formula 1, invece, sfruttano gomme slick sviluppate specificatamente per la Classe Regina. L’aerodinamica delle Formula E è molto più semplice e meno raffinata, visto che le auto devono percorrere circuiti cittadini con velocità di percorrenza basse, mentre le Formula 1 hanno prestazioni di gran lunga superiori e circuiti molto più sfidanti in quanto a velocità in curva. L’elefante nella stanza è, infine, il motore. Se le automobili di Formula E hanno un motore elettrico centrale da 300 o 350 kW (408 o 476 CV) a seconda delle sessioni di gara, le Formula 1 possono contare su una power unit formata da un motore 1.6 V6 turbo a benzina più un sistema ibrido formato dai sistemi MGU-H ed MGU-K, che insieme portano la potenza totale a circa 1.000 CV. Ne deriva di conseguenza una differenza enorme a livello di prestazioni.

Se uniamo infatti la potenza pressoché dimezzata del motore elettrico, la presenza delle gomme scanalate e non slick e l’aerodinamica meno sviluppata, otteniamo una differenza molto marcata tra le due categorie. Quanto la Formula E è diversa dalla Formula 1? Una vera e propria comparazione non è facile, in quanto non ci sono circuiti “normali” dove sia Formula 1 che Formula E competono. L’unico metro di paragone è l’atipico Circuito di Monaco. Sulle strette strade del Principato, entrambe le categorie condividono il circuito con sole minime modifiche alle curve della Sainte Devote e della Chicane del Tunnel per la Formula E, che rendono il tracciato leggermente più scorrevole e veloce. Il risultato è schiacciante a vantaggio della Formula 1. Il tempo della Pole Position del Gran Premio di Monaco di Formula 1 del 2023 conquistata da Max Verstappen su Red Bull è di 1:11.365. Il tempo più veloce nelle qualifiche dell’ePrix di Monaco 2023 di Formula E è stato conquistato dalla Nissan di Sasha Fenestraz, che in semifinale ha ottenuto un tempo di 1:28.773. La differenza sul giro è quindi di oltre 17 secondi. Per fare un raffronto, la Pole Position a Monaco in Formula 3 nell’edizione 2023 è stata ottenuta dall’italiano Gabriele Minì con un tempo di 1:23.278, ben 4,5 secondi più veloce.

Formula E Porsche Le differenze tra Formula 1 e Formula E non sono solo a livello prestazionale. Le automobili sono molto diverse dal punto di vista estetico, e anche l’handling è molto differente. Le monoposto di Formula E non hanno infatti dei freni posteriori: il rallentamento dell’asse posteriore è dato dal recupero di energia del motore elettrico, che come abbiamo visto in un articolo dedicato è in grado di arrivare ad una potenza frenante pari alla potenza del motore elettrico, in questo caso tra i 300 e i 350 kW. Le gomme scanalate e il passo molto generoso di quasi 3 metri rendono queste vetture meno agili di una Formula 1.

Un’altra enorme discriminante tra Formula 1 e Formula E, che risponde alla domanda del perché la Formula E è diversa dalla Formula 1, sono i circuiti su cui si corre. Con la già citata eccezione del Gran Premio/ePrix di Monaco, di per sé un unicum nel mondo della Formula 1, i circuiti dove corrono le monoposto di Formula E sono dei veri e propri cittadini temporanei, un po’ come vediamo in IndyCar. Non abbiamo quindi circuiti permanenti, e il layout di questi tracciati è sempre simile a sé stesso, con pochi rettilinei, tante curve (spesso a 90 gradi), alcune chicane e i muri molto prominenti.

Le altre differenze tra Formula E e Formula 1 sono l’assenza del cambio gomme in Formula E, componente invece fondamentale in Formula 1, e la presenza di un programma di gara concentrato in un solo giorno, o due giorni in caso di appuntamenti con doppia gara, una bella differenza rispetto al weekend di tre giorni della Formula 1. Infine, non possiamo non ricordare l’Attack Mode della Formula E, una formula di “gamification”, ovvero di spettacolarizzazione ispirandosi al mondo dei videogiochi, per rendere più intrigante la categoria. Infine, tra i motivi da addurre al perché la Formula E è diversa dalla Formula 1, non ci sentiamo di indicare i piloti. Nonostante in Formula 1 ci siano, oggettivamente, i 20 migliori piloti al mondo, in Formula E non ci sono solamente piloti che non sono riusciti a sfondare in F1 o i classici “bolliti”. André Lotterer e Sébastien Buemi, ad esempio, hanno all’attivo rispettivamente tre e quattro vittorie assolute alla 24 Ore di Le Mans, mentre Jean-Eric Vergne nella sua triennale esperienza in Formula 1 è riuscito a tenere testa a piloti di livello assoluto come Daniel Ricciardo e al fenomeno Max Verstappen, spesso battuto dal francese due volte Campione Formula E.

Lo stesso Stoffel Vandoorne, pilota “scaricato” dalla Formula 1, ha dimostrato più volte nelle categorie minori il suo valore così come l’olandese Nyck De Vries, ad oggi unico caso di pilota di successo in Formula E “promosso” in Formula 1. Entrambi, accantonati dalla Classe Regina, si sono rifatti conquistando un titolo mondiale a testa. Infine, i vari Dan Ticktum, Pascal Wehrlein, Sam Bird, l’italo-svizzero Edoardo Mortara e non solo sono piloti di livello assoluto, che non hanno nulla da invidiare ad almeno metà dello schieramento di Formula 1.

Formula E, il calendario 2023

Concludiamo il nostro viaggio nella Formula E col calendario 2023, nonché con la conoscenza di squadre e piloti. Iniziato il 14 gennaio su una versione ridotta del circuito semi-permanente Autodromo Hermanos Rodriguez di Città del Messico, teatro anche del Gran Premio di Formula 1 del Messico (con un layout molto diverso), il calendario 2023 di Formula E è formato da 16 ePrix su 11 circuiti diversi, per concludersi il 30 luglio dopo la seconda gara sul circuito ExCeL di Londra. Il calendario di Formula E 2023 tocca quasi tutti i continenti, correndo in Europa, Africa, Nord America, Sud America, Asia e Medio Oriente. Manca ancora una tappa “Down Under” in Oceania, anche se l’approdo in Australia, magari nello storico circuito cittadino di Adelaide, sembra sempre più vicino.

Questo è nel dettaglio il calendario 2023 della Formula E:

  • 14 gennaio 2023 – Mexico City ePrix di Città del Messico, Messico
  • 27 gennaio 2023 – Diriyah ePrix di Riyadh, Arabia Saudita
  • 28 gennaio 2023 – Diriyah ePrix di Riyadh, Arabia Saudita, Double Header
  • 11 febbraio 2023 – Hyderabad ePrix di Hyderabad, India
  • 25 febbraio 2023 – Cape Town ePrix di Città del Capo, Sud Africa
  • 25 marzo 2023 – Sao Paulo ePrix di San Paolo, Brasile
  • 22 aprile 2023 – Berlin ePrix di Berlino, Germania
  • 23 aprile 2023 – Berlin ePrix di Berlino, Germania, Double Header
  • 6 maggio 2023 – Monaco ePrix di Monaco, Principato di Monaco
  • 3 giugno 2023 – Jakarta ePrix di Giacarta, Indonesia
  • 4 giugno 2023 – Jakarta ePrix di Giacarta, Indonesia, Double Header
  • 24 giugno 2023 – Portland ePrix di Portland, Stati Uniti d’America
  • 15 luglio 2023 – Rome ePrix di Roma, Italia
  • 16 luglio 2023 – Rome ePrix di Roma, Italia, Double Header
  • 29 luglio 2023 – London ePrix di Londra, Regno Unito
  • 30 luglio 2023 – London ePrix di Londra, Regno Unito, Double Header

Nel calendario 2023 di Formula E sono indicate tutte le tappe con doppia gara sullo stesso circuito, le cosiddette Double Header (termine anglosassone che indica proprio una doppia gara sullo stesso tracciato). Spicca la presenza della città di Portland in rappresentanza degli Stati Uniti. L’ePrix degli States si sarebbe dovuto tenere nel Brooklyn Street Circuit di New York, ma prima dell’inizio della stagione è stato ufficializzato lo spostamento della tappa americana in Oregon sul Portland International Raceway. Sarà quindi Portland l’unica gara del Campionato Formula E 2023 a disputarsi su un circuito permanente.

Concludiamo, infine, con le undici squadre e i 22 piloti di Formula E 2023, dove troviamo alcuni nomi molto noti del mondo del motorsport e alcuni giovani emergenti. Il Campione del Mondo uscente della stagione 2022, Stoffel Vandoorne, ha trovato casa nel team DS Penske, affiancato al francese Jean-Eric Vergne, due volte Campione Formula E nel 2017-18 e 2018-19. Nel Team NIO, invece, trovano posto il brasiliano Sergio Sette Camara e l’inglese Dan Ticktum, ex-pilota del programma giovani Williams. Nel team erede di Audi, ABT CUPRA, invece, corrono l’olandese Robin Frijns (sostituito in alcune gare dal sudafricano Kelvin Van der Linde dopo la rottura del polso) e lo svizzero Nico Muller. A portare i colori del nuovo team McLaren, erede della scuderia Campione 2022 Mercedes, troviamo l’inglese Jake Hughes e il tedesco René Rast. Un altro tedesco in griglia è il portacolori del Team Maserati Maximilian Gunther, affiancato dall’italo-svizzero Edoardo Mortara.

I portacolori del Team Mahindra sono invece il britannico Oliver Rowland (sostituito dopo l’ePrix di Monaco dallo spagnolo Roberto Merhi) e il Campione Formula E 2016-17, il brasiliano Lucas di Grassi, mentre Jaguar ha confermato i suoi ormai storici piloti Mitch Evans e Sam Bird. Nel Team Porsche, uno dei più competitivi per la vittoria finale, troviamo il portoghese Antonio Felix da Costa, Campione Formula E nel 2019-20, e l’ex “talentino” Mercedes in Formula 1 Pascal Wehrlein. Un altro ex-Formula 1 in Formula E è lo svizzero Sebastien Buemi, che oltre a guidare per il Team Envision è uno dei piloti presenti fin dalla prima stagione in Formula E, campionato che ha vinto nel 2015-16. Al suo fianco c’è il neozelandese Nick Cassidy. I portacolori del Team Nissan, invece, sono i francesi Norman Nato e Sacha Fenestraz, mentre per il team americano Andretti troviamo l’ex portacolori BMW Jake Dennis e l’esperto pilota tedesco André Lotterer, sostituito per il suo contemporaneo impegno ai test precedenti alla 24 Ore di Le Mans (gara che ha vinto 3 volte) nel doppio appuntamento di Giacarta dal connazionale David Beckmann.

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