Protezione sottoscocca: perché è importante
Il sottoscocca è una parte dell’automobile soggetta all’azione degli agenti esterni e ambientali. Pertanto, nella stagione invernale, la parte inferiore della vettura è fortemente influenzata dalla pioggia e dagli agenti atmosferici, mentre nei mesi estivi, si rischia di vederla danneggiata dagli impatti con schegge e piccole pietre. Queste particelle, all’apparenza innocue, sono presenti su praticamente tutte le superfici mobili e, al lungo andare, la loro presenza può realmente usurare le parti del telaio e la carrozzeria in generale. Il sale stradale è un altro elemento piuttosto critico, infatti, quando viene utilizzato in presenza di ghiaccio, può provocare la formazione di ruggine, creando un pericolo non indifferente per il sottoscocca. Per queste ragioni è importante dotarsi di una protezione sottoscocca, in quanto rende immune la parte inferiore del veicolo dagli agenti meteorologici e ambientali. Ad esempio, il pannello del pavimento non sarà più colpito dalle piccole pietre, le quali tendono a graffiare la vernice, dato che queste andranno a colpire la massa elastica della protezione, che le fa rimbalzare. Oltre a questo, questa copertura è idrorepellente, quindi protegge dal sale stradale, dalla neve e dalla pioggia.
Nel corso degli anni sono stati impiegati vari materiali per la produzione di protezioni sottoscocca. Il bitume è stato utilizzato per lungo tempo, non solo nelle auto nuove, ma anche nel fai da te. Di recente, però, sono stati introdotti nuovi prodotti a base di cerca. Infatti, le protezioni di ultima generazione sono formate da una pasta viscosa in PVC, ovvero una miscela di polvere polimerica, cariche, additivi e plastificante. La protezione viene applicata direttamente in fabbrica, ma è necessario un riscaldamento supplementare per indurirla.
Anche se le autovetture più recenti sono tutte dotate di protezione sottoscocca, questa non dura per sempre. Infatti, i fattori ambientali appena citati la usurano con il passare del tempo. Proprio per questo suggeriamo di rinnovare un sigillante sottoscocca almeno ogni sei-otto anni. Una soluzione del genere è consigliata anche per quanto riguarda la protezione sottoscocca delle vetture usate, a prescindere dal materiale di cui è composta, considerando che si rischia di sottoporre l’auto a uno stress non indifferente.
Se si dispone di una protezione in bitume, bisogna osservarla molto da vicino, perché parliamo di un materiale soggetto all’invecchiamento, che si indurisce nel corso del tempo, diventando fragile e crepandosi, per poi staccarsi. Verificandosi una situazione del genere, vuol dire che lo strato protettivo è ormai inefficace. Un altro caso di danneggiamento consiste nel sale stradale disciolto presente tra il pannello del pavimento e lo strato protettivo, rimanendo incastrato. Parliamo del fenomeno di scavenging del sale, che andrà ad eliminare il pannello del pavimento. A causa dell’insorgere di questa diffusa problematica, il bitume risulta sempre meno utilizzato per questi prodotti.
Per comprendere al meglio lo stato del sottoscocca, è necessario osservare con attenzione determinate zone, come i passaruota, le staffe e le puntali. Infatti, in questi punti, gli spruzzi d’acqua e le schegge di pietra provenienti dalle ruote tendono a portare un carico maggiore sulla protezione del sottoscocca, piuttosto che, ad esempio, sulla superficie sigillata presente al centro della vettura.