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Ricarica veloce auto elettrica: quali sono, tempi e costi
Redazione AutoScout24 · 09/06/2023 · Lo leggi in 15 minuti
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Per molti detrattori della mobilità elettrica è la ricarica e la sua infrastruttura il principale limite alla possibile diffusione delle automobili a elettroni.
Nonostante la tecnologia delle batterie abbia ancora tanto lavoro da fare, con amplissimi margini di miglioramento, la ricarica veloce dell’auto elettrica è già una realtà. Dopo un inizio claudicante per la infrastruttura di ricarica di auto elettriche, completamente da inventare e distribuire in praticamente ogni Stato mondiale, Italia compresa, che ha visto le sole colonnine “lente” diffondersi nelle città, oggi la ricarica veloce per l’auto elettrica è sempre più facile, accessibile e distribuita. Fino a cinque/sei anni fa, trovare una colonnina “veloce” a corrente continua era una vera chimera.
Oggi, ci sono colonnine di ricarica veloce dell’auto elettrica ormai in ogni città medio-piccola, con poche eccezioni in continua evoluzione. Il merito è della nascita di colonnine di ricarica a corrente continua, la tipologia più potente e in grado di erogare la massima quantità di energia in sicurezza, sempre più sicure, potenti e abbordabili per i provider di energia elettrica. Anche i problemi infrastrutturali e di installazione stanno diventando un brutto ricordo.
Se infatti, fino a pochi anni fa, non c’era un vero e proprio standard per l’installazione di colonnine di ricarica Fast e Ultra Fast, oggi il loro posizionamento è molto più facile e rapido, a tutto vantaggio dello sviluppo delle indispensabili infrastrutture. Sembrava fantascienza la possibilità di avere anche solo una colonnina ultra-veloce in autostrada: oggi, grazie al progetto FreeToX, la rete autostradale italiana sta diventando sempre più virtuosa, nonostante ci sia ancora tantissimo lavoro da fare. Si fa presto, però, a dire “ricarica veloce” dell’auto elettrica. Ci sono diverse tipologie di colonnine, e a seconda del provider (e ovviamente dell’automobile collegata) cambiano i costi e i tempi di ricarica.
Scopriamo allora quali sono le tipologie di ricarica veloce dell’auto elettrica, i tempi e i costi.
Partiamo subito dalle basi: quali sono le tipologie di ricarica veloce dell’auto elettrica? Per capirlo, dobbiamo ovviamente stabilire cosa intendiamo per “ricarica veloce” dell’auto elettrica e, dall’altra parte, per “ricarica lenta”.
Tutto gira intorno alla potenza di ricarica e alla tipologia di sistema elettrico preso in considerazione. Le sigle da imparare sono kW, AC e DC. La prima descrive la potenza in chilowatt (kW appunto) erogata da una singola colonnina: più il numero è alto, maggiore è la potenza di ricarica, e di conseguenza minore è il tempo impiegato per una singola ricarica. Le due sigle successive, AC e DC, descrivono la tipologia di corrente erogata, se alternata (AC) o continua (DC). In caso di sistema a corrente alternata, la potenza è limitata dalla necessità dello scambio di energia tra la rete e l’automobile. Tutte le auto elettriche sono in grado di accettare ricariche a corrente alternata, in quanto è proprio con questo sistema che funzionano i motori elettrici che le spingono. Sempre più vetture, ormai la stragrande maggioranza, è in grado di accettare ricariche sia a corrente alternata che a corrente continua, in modo da ridurre il più possibile i tempi di ricarica.
Nella scala delle possibilità per caricare un’auto elettrica, il metodo più lento è senza dubbio la presa domestica, la classica Schuko. Collegata all’impianto domestico, questa tipologia di connessione può arrivare ad un massimo di 3 kW, con una media ben più bassa di 2,3/2,7 kW. Questo significa che per caricare l’automobile elettrica più venduta in Italia, Tesla Model Y, servirebbero oltre 50 ore di ricarica continua. Dalla necessità di velocizzare il processo, sono nate le cosiddette “wallbox”, delle colonnine domestiche di ricarica che, sia collegate alla rete elettrica casalinga che, per gli impianti più raffinati, dotati di un loro piccolo contatore, hanno potenze di ricarica che variano tra i 3,7 e i 7,4 kW. Da quest’ultima potenza, solitamente, partono le colonnine di ricarica pubbliche.
Le colonnine a corrente alternata, le più diffuse e le prime a prendere piede, si dividono in due categorie: “normali” e “veloci”. Le colonnine a corrente alternata normali hanno una potenza compresa tra i 7,4 e gli 11 kW, e consentono ricariche comprese tra le 2 e le 5 ore a seconda della capacità della batteria utilizzata. Le colonnine più veloci che sfruttano la corrente alternata, invece, arrivano a 22 kW, e sono di gran lunga le più diffuse in Italia. Non tutte le auto elettriche, però, possono caricare a 22 kW, anzi: sono poche le automobili che possono arrivare a 22 kW di potenza, fermandosi invece alla potenza massima in corrente alternata di 11 kW. La “colpa” è della tecnologia trifase di queste colonnine, che non permette a causa anche del connettore di tipo 2 di poter sfruttare al massimo tutta la potenza erogata dalle colonnine.
Riuscire a padroneggiare la ricarica a corrente alternata richiede l’installazione di un connettore di ricarica dedicato, con costi decisamente superiori. Il motivo per cui quasi tutte le automobili elettriche moderne non arrivino a quella potenza è uno solo: corrente continua. Grazie all’implementazione della ricarica in DC delle batterie delle auto elettriche moderne, infatti, gli sforzi dei tecnici si sono concentrati sulla più potente e redditizia ricarica a corrente continua. Per poterla utilizzare, c’è bisogno di un caricatore specifico. Se per la ricarica in corrente alternata il connettore è il diffusissimo Tipo 2 (solo alcune automobili elettriche giapponesi usano ancora il connettore nipponico ChaDeMo), per la ricarica in DC serve il più voluminoso connettore CCS Combo. La differenza sostanziale sta nel fatto che, se per le colonnine “normali” si usa il cavo in dotazione dell’auto, a causa della grande potenza le ricariche in DC sfruttano cavi integrati nelle colonnine stesse. La ricarica dell’auto elettrica tramite colonnine a corrente continua parte da un minimo di 30/40 kW per i modelli meno performanti, e può arrivare a superare di slancio i 100 kW.
Nello specifico, le colonnine in DC con potenza di 50 kW, la tipologia più diffusa, sono dette colonnine “Fast” o “Fast Charger”. Se la ricarica veloce dell’auto elettrica a 50 kW non vi basta, sappiate che c’è molto di più. Quando la potenza supera infatti i 100 kW, le colonnine diventano “Ultra Fast”. Il cavo di ricarica cresce nel diametro, e nelle potenze superiori ai 100 kW è addirittura raffreddato a liquido, per garantire la massima prestazione di ricarica. Al momento, la potenza massima dipende non solo dalla vettura, ma anche dall’architettura delle sue batterie. Per automobili elettriche con batterie a 400 V, la stragrande maggioranza delle EV, la potenza può arrivare a 150, 200 o addirittura 270 kW (quest’ultima è la potenza dei famosi Supercharger di Tesla, esempio principale di colonnine Ultra Fast a corrente continua). Alcuni modelli come le Hyundai Ioniq 5 e Ioniq 6, KIA EV6 e le sorelle Audi e-tron GT e Porsche Taycan, invece, sono dotate di un’architettura a doppio voltaggio, 400 e 800 V.
Questo permette a questi modelli di sfondare il muro dei 300 kW, con le vetture coreane in grado di caricare ad una potenza massima di 350 kW. Nonostante si chiamino sempre colonnine “Ultra Fast”, sono queste le più potenti di tutte, in grado di garantire la ricarica veloce dell’auto elettrica più rapida in circolazione. Per il momento, la potenza di 350 kW è erogata da pochissime colonnine in Europa, principalmente del consorzio Ionity, formato da diversi brand automobilistici mondiali come VW, BMW, Hyundai e non solo.
Ricarica veloce auto elettrica: i tempi di ricarica
Abbiamo quindi capito quali sono le tipologie di ricarica veloce dell’auto elettrica, facendo chiarezza tra le colonnine “lente” a corrente alternata e quelle “Fast” a corrente continua. Dopo aver snocciolato le differenze tra le ricariche veloci delle auto elettriche, affrontiamo uno dei quesiti principali che ci si fa parlando proprio delle EV: quali sono i tempi di ricarica veloce dell’auto elettrica? Purtroppo, non esiste una regola univoca, che vale per tutte le auto. La velocità di ricarica delle auto elettriche dipende da quattro fattori: la potenza massima di ricarica accettata dall’auto, la capacità della batteria, la potenza della colonnina e lo stato di carica della batteria.
Se i primi tre criteri sono abbastanza facili da comprendere, il quarto potrebbe sembrare superfluo e non subito comprensibile. Cosa significa che i tempi di ricarica veloce dell’auto elettrica sono influenzati dalla quantità di energia rimanente nell’auto? La prima parte della risposta è ovvia: minore è la carica residua, maggiore sarà il tempo impiegato all’auto ad arrivare al 100%. Il punto è che non è solo questo il motivo per cui la carica residua impatta sui tempi di ricarica veloce dell’auto elettrica. Quando si ricarica un’automobile a batterie, infatti, avvengono nel suo battery pack dei fenomeni simili a quelli che conosciamo su smartphone, PC e altri apparecchi elettronici ricaricabili.
Per via della chimica delle batterie, ancora basate su una tecnologia allo stato liquido, infatti, la massima velocità di ricarica si ottiene quando si deve passare, in genere, dal 10/15/20% all’80/85% di batteria. Questo perché dallo 0 al 10/15% e per completare la ricarica arrivando al 100%, la chimica delle batterie non riesce a mantenere costante il flusso di ricarica. Per evitare di surriscaldare il pacco batteria e per semplici questioni chimiche di difficoltà di passaggio di elettroni nelle fasi di eccessivo scaricamento o ricarica quasi completata, infatti, nei tempi di ricarica veloce dell’auto elettrica si può notare come, per passare dallo 0 al 15% circa e per completare dall’85 al 100%, la potenza di ricarica si abbassa notevolmente, arrivando addirittura a dimezzarsi. Questo dilata molto i tempi, e soprattutto rischia di mettere a dura prova la chimica delle batterie, rovinandole e facendole perdere efficienza e capacità a lungo andare.
Per garantire tempi di ricarica veloce dell’auto elettrica contenuti e per preservare la salute delle batterie, infatti, quasi tutti i produttori di automobili a batterie consigliano di utilizzare e ricaricare l’auto stando nel range “sicuro” tra il 10/15% e l’80/85% massimo. Non è quindi un caso che quasi tutte le Case automobilistiche utilizzino proprio il tempo di ricarica compreso in questa fascia “virtuosa” alla massima potenza: proprio in questo scenario i tempi di ricarica veloce dell’auto elettrica sono più bassi, e la salute della batteria non viene scalfita. Come detto in apertura, quindi, i tempi di ricarica veloce dell’auto elettrica dipendono anche e soprattutto dalla capacità in kWh della batteria e dalla potenza massima di ricarica accettata da quest’ultima, spesso con risultati piuttosto diversi.
Andiamo quindi ad analizzare nel dettaglio i tempi di ricarica veloce delle 10 auto elettriche più vendute in Italia nel 2023. La primatista FIAT 500, ad esempio, arriva ad una potenza di ricarica massima in DC di 85 kW, che permette al Cinquino elettrico con batteria da 42 kWh di passare dal 10 all’80% in circa 25 minuti. La seconda elettrica più venduta, smart fortwo, non è in grado di utilizzare la ricarica veloce dell’auto elettrica in corrente continua, ma solo a corrente alternata. Scegliendo il caricatore AC opzionale da 22 kW, infatti, è possibile caricare dal 10 alll’80% in meno di 40 minuti. Decisamente più prestante il caricatore di bordo di Tesla Model Y. Collegando il SUV americano ad uno dei suoi numerosi Supercharger, infatti, Model Y può caricare ad una potenza massima di 250 kW, che le permette di passare dal 20 all’80% in soli 15 minuti. Fuori dal podio la piccola Dacia Spring: l’elettrica più economica d’Italia ha una potenza massima in corrente continua di soli 30 kW, che però grazie ad una batteria compatta da 27,4 kWh passa alla potenza massima dal 15 all’80% in 40 minuti.
La quinta elettrica più venduta in Italia, Renault Twingo E-Tech Electric, non è una delle automobili con i minori tempi di ricarica veloce dell’auto elettrica. Capace di ricaricare solo a corrente alternata e con potenza massima di 22 kW, Renault Twingo E-Tech passa dallo 0 al 100% in soli 90 minuti. Recentemente rinnovate, sia Peugeot 208 (settima) che 2008 (decima) condividono lo stesso pacco batterie da 51 kWh, unito ad un nuovo motore da 156 CV. Grazie ad una potenza di ricarica massima in corrente continua di 100 kWh, è possibile passare dal 20 all’80% in meno di 25 minuti. Ottava in classifica generale, in quanto a tempi di ricarica dell’auto elettrica inglese per eccellenza, MINI Cooper SE, se la cava piuttosto bene. Grazie ad una batteria da 32,6 kW e una potenza massima di ricarica di 50 kW in DC, per passare dallo 0 all’80% servono, secondo MINI, 35 minuti. A concludere la lista delle 10 auto elettriche più vendute ci pensano Volkswagen ID.3, ottava, e Renault Zoe, nona. La tedesca è dotata di due pacchi batterie da 58 e 77 kWh, capaci di accettare in corrente continua rispettivamente 100 e 125 kW. Questo significa che, al netto della differenza di capacità, il tempo di ricarica è praticamente identico: per passare dal 10 all’80% servono rispettivamente 38 e 40 minuti. Renault Zoe, infine, ha adottato un nuovo caricatore a corrente continua dalla potenza massima di 50 kW, che permette di passare dallo 0 all’80% in un’ora.
Concludiamo il nostro viaggio nel mondo della ricarica veloce dell’auto elettrica con i costi per le ricariche più veloci. Come per i tempi di ricarica, anche in questo caso non si può fare di tutta l’erba un fascio: a seconda della colonnina scelta, del proprio contratto e della capacità della batteria dell’automobile si avranno costi “vivi” di ricarica differenti. Il principio è lo stesso di ciò che accade per la benzina: a seconda di quanto si rifornisce, si spende e si è in grado di percorrere strada.
Come per quanto accade con la benzina, però, anche per calcolare i costi di ricarica veloce dell’auto elettrica si usa il prezzo di ogni unità nominale del carburante dell’automobile. Se per le auto benzina o Diesel si parla quindi di prezzo al litro di “verde” o di gasolio, per le auto elettriche si parla del prezzo al kW dell’energia elettrica. Come è abbastanza facile intuire, caricare in maniera rapida la propria automobile costa di più rispetto ad una ricarica “lenta”. Questo perché le colonnine utilizzate sono più costose da usare e mantenere, l’infrastruttura ha un costo superiore e il risparmio di tempo è commisurato ad un prezzo leggermente più alto. A livello di energia inserita nella batteria, tra una ricarica Fast in corrente continua e una lenta in corrente alternata non c’è alcuna differenza: l’energia immagazzinata è sempre la stessa, a cambiare è solo il prezzo al kW.
Quali sono quindi i costi della ricarica veloce di un’auto elettrica? La differenza oscilla tra i 20 e i 30 centesimi tra una colonnina “normale” in corrente alternata e una Fast in corrente continua. Il prezzo medio di una colonnina comune con potenza massima di 22 kW, infatti, oscilla tra gli 0,59 e gli 0,65 euro/kW. I punti di ricarica Fast DC, invece, partono da 0,89 euro per ogni kW ricaricato, mentre le più costose colonnine possono arrivare a sfiorare la soglia psicologica di 1 euro al kW, fermandosi per ora a 0,99 euro. Ne consegue quindi un prezzo di ricarica decisamente superiore, che per vetture come Volkswagen ID.3 e la sua batteria da 77 kWh nominali può significare un “pieno” da 0 al 100% dalle colonnine Fast che oscilla tra i 69 e i 75 euro. Non proprio un prezzo concorrenziale, ma i costi della ricarica veloce dell’auto elettrica danno un valore superiore al tempo. Se non volete o non potete programmare un viaggio e dovete per forza completarlo in tempi brevi con un’auto elettrica senza emissioni locali di inquinanti, le ricariche veloci sono la soluzione indispensabile e irrinunciabile. Anche se i prezzi, purtroppo, sono in salita.
Per riuscire a risparmiare qualcosa sui costi di ricarica veloce dell’auto elettrica, infine, è possibile sfruttare degli abbonamenti. Le tariffe che vi abbiamo proposto, infatti, sono le classiche tariffe a consumo, una soluzione che un proprietario di auto elettrica difficilmente sceglierebbe. Quasi tutti i provider di energia, infatti, propongono dei “pacchetti” che includono un dato numero di kW “caricabili” a una tariffa agevolata. Un esempio è il pacchetto Enel X Easy Travel e Travel Plus, pensato proprio per chi viaggia tanto e utilizza proprio le colonnine veloci. Scegliendo questi due pacchetti, si hanno a disposizione rispettivamente 160 e 320 kW mensili, ad un canone fisso di 69 euro per il Travel e 99 euro per il Travel Plus. Calcolatrice alla mano, parliamo così di un costo di 0,43 euro al kW scegliendo il pacchetto Travel, e di 0,31 euro al kW per il Travel Plus. Chi viaggia davvero tanto in elettrico, non può prescindere da questi pacchetti, che riducono molto i costi di ricarica veloce dell’auto elettrica.