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Auto d’epoca nel 2024: quali modelli compiono 30 anni

Gli appassionati di auto storiche e d’epoca possono aggiornare le loro liste. Oltre a rappresentare un sicuro investimento, le auto di valore storico alimentano una sorta di nicchia di mercato molto importante, soprattutto tra i collezionisti.

Sul sito ACI Storico, infatti, è spiegato nei dettagli come funziona la selezione, ma si parla anche delle auto “storiche” tra 20 e 29 anni e di come esse vengano giudicate dai rappresentanti di varie associazioni quali la stessa ACI Storico, il Registro Italiano Alfa Romeo e altri. In primis, non tutti i veicoli con più di 20 anni entrano automaticamente nella lista dei veicoli considerati storici. C’è un dettaglio fondamentale, però. Le auto d’epoca sono quelle che compiono trent’anni, ecco perché in questa guida scopriremo quali modelli hanno compiuto la tripla decade nel 2024, essendo state immesse sul mercato nel 1994.

Modelli più o meno famosi, sicuramente la memoria giocherà a vostro favore riscoprendo le loro caratteristiche principali e le curiosità legate alla loro carriera. Da non dimenticare, infine, che i veicoli di 30 anni e oltre sono considerati dalla legge veri e propri veicoli storici, con tutte le esenzioni fiscali relative tra cui l’esenzione dal pagamento del bollo. Infine, c’è una differenziazione tra i criteri di selezione dell’ACI e dell’ASI: le liste, se confrontate, difficilmente conterranno le stesse vetture.

In questa guida scopriremo i modelli di auto che compiono trent’anni nel 2024. Qualche anticipazione? Luca Cordero di Montezemolo era a Maranello da appena 3 anni e nel 1994 vedeva la luce la Ferrari F355, la “mamma” della 360 e “nonna” della F430 presentata esattamente dieci anni dopo, nel 2004.

Sommario

Auto d’epoca nel 2024: quali sono i modelli che compiono 30 anni

Abbiamo dato un’anticipazione parlando della F355, modello che per primo ha segnato la rinascita del cavallino rampante sotto la guida di Luca Cordero di Montezemolo. Proprio da lei partiamo per descrivervi i modelli che sono diventati d’epoca nel 2024. Sostituì la 348, prendendone il testimone senza cambiare eccessivamente le sue caratteristiche. Con lei, dopo la fortunata F40 del 1987, anche le supercar di Maranello iniziarono a portare su strada concetti trasferiti direttamente dall’esperienza in pista in F1, tra cui l’effetto suolo dato dal fondo carenato. In posizione centrale il motore V8 a iniezione elettronica da 380 CV con distribuzione a 5 valvole per cilindro, con una potenza di 80 CV superiore alla precedente 348 CV. Con il prezioso contributo di Pininfarina, vennero studiate forme capaci di premiare l’aerodinamica e aumentare la deportanza, tra cui il fondo sopra citato. La F355 si merita un posto nella storia anche per un altro motivo: proposta inizialmente con un cambio manuale, fu la prima Ferrari che adottò il cambio automatico con paddle al volante, nel 1997. Della F355 si ricordano le versioni GTS e Spider.

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Rimaniamo in Italia perché, a Torino, FIAT presenta nel 1994 (anche se la presentazione effettiva avvenne al Salone di Ginevra) la Coupé disegnata da Chris Bangle e prodotta da Pininfarina. Prodotta in circa 70.000 esemplari fino al 2000, la Coupé condivide il pianale con altri modelli di quel periodo (tra cui la Tipo e la Bravo) ma qui il lavoro si concentrò sul renderlo più adatto a ospitare motori performanti. Sì, perché questa è considerata dalla quasi totalità degli aventi diritto l’ultima FIAT sportiva prodotta e capace di tenere testa alle piccole sportive prodotti dai grandi gruppi automobilistici. L’idea di Chris Bangle fu proprio quella: proporre a un prezzo abbordabile una mini-Ferrari che stuzzicasse il gusto degli appassionati con motori fino a 220 CV, famosi per la 2.0 20v Turbo. Lunga 4,25 metri ma sufficientemente spaziosa dentro, con gli interni disegnati per intero da Pininfarina. Citavamo il 2.0 20v Turbo che merita un approfondimento: costruito a Pratola Serra, con la turbina Garrett dotata di intercooler e perfino di overboost il 2.0 top di gamma raggiunge i 250 km/h e accelera da 0 a 100 km/h in 6,3 secondi. All’epoca della messa in commercio, la FIAT Coupé costava circa 37 milioni di lire. Una sua rivale coetanea? La Opel Tigra, presentata a Francoforte 1993 ma sbarcata sul mercato nel 1994. Meccanica in parte condivisa con la Opel Corsa B, veniva prodotta a Saragozza nello stesso stabilimento.

Ancora una volta si rimane in Italia per il terzo modello diventato d’epoca nel 2024. L’Alfa Romeo 145, sostituta della 33, che in realtà venne affiancata dalla variante tre volumi 146 pochi mesi dopo il lancio sul mercato nell’estate 1994. Disegnata da Ermanno Cressoni, lo stesso designer di modelli quali la stessa 33 ma anche dell’Alfetta berlina e della 75, ultima berlina Alfa prima della Giulia a montare la trazione posteriore. Nacque dal pianale FIAT Tipo, cui venne messo mano per montare nuovi motori tra cui il 2.0 Twin Spark da 150 CV. L’idea era quella di creare una rivale italiana (prodotta a Pomigliano d’Arco, dove oggi nasce Tonale) delle varie Golf e Astra, quindi una compatta abbordabile ma dalle prestazioni interessanti. Una doppia offerta, lei e la 146 con i suoi due volumi e mezzo, con la 145 offerta nella sola carrozzeria tre porte. Sotto il suo cofano vennero montati sia motori trasversali che longitudinali, tra cui i Boxer (1.3 90 CV, 1.6 103 CV e il 1.7 129 CV), abbandonati nel 1997. Famosi i suoi Twin Spark tra cui il 2.0 da 155 CV della versione Quadrifoglio Verde.

Si passa al mondo delle supersportive con la Aston Martin DB7, nota come progetto NPX. Sebbene fosse stata presentata a Ginevra ‘93, arrivò alla produzione di serie ben dopo un anno: era l’estate 1994. Prodotta fino al 2003, oggi è molto richiesta nel mercato delle autovetture d’epoca e la sua classificazione non potrà che accrescerne il valore. Disegnata da Ian Callum, monta sia motori a sei cilindri sia il famoso V12 Cosworth. A curarne parte dello sviluppo, l’ex campione di F1 Jackie Stewart, classe 1939, che all’epoca aveva già più di 50 anni.

Dalla Germania ecco il duo Audi A4 Audi A8. La prima sostituisce nel 1994 la 80, ed è individuata dalla sigla B5 (oggi siamo alla B9, sostituita in toto dalla nuova Audi A5). Dalla stessa piattaforma nacquero sia la Volkswagen Passat B5 e la prima Skoda Superb. Ampia la gamma motori: si passa dal 1.6 da appena 101 CV al potente V6 2.8 da 174 CV. Il cambio di nomenclatura portò molto bene alla Casa dei quattro anelli: ne vennero vendute 1,7 milioni in 7 anni in tutto il mondo. La A8, invece, sostituì la precedente V8 (nata all’inizio degli anni ‘80 da un’idea di Ferdinand Piech che ricercava un’ammiraglia che fosse innanzitutto leggera). Anticipata dal concept Audi Space Frame, nel giugno 1994 la A8 si presenta ufficialmente al mondo con il suo telaio in alluminio (prima volta tra le berline) e cambio Tiptronic.

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Si chiude il trittico Audi con la prima RS2, in realtà la versione più sportiva della precedente 80 Avant. Montava il famoso 2.2 5 cilindri da 315 CV costruito in collaborazione con Porsche; oggi sul mercato dell’usato una dei 2.891 esemplari costruiti può arrivare a costare la bellezza di circa 80.000 euro. Come non parlare di un’altra sportiva per eccellenza, la Porsche 911 993. L’ultima raffreddata ad aria, per alcuni l’ultima “vera” 911, anche per le sue linee molto classiche e legate financo alla primissima generazione. Inizialmente disponibile nella versione Cabrio e Coupé, entrambe con trazione posteriore. Le integrali arrivarono nel 1995, seguiti dalle Turbo e dalla Targa. Non c’è due senza tre, perché sempre nel 1994 dal Giappone ecco la Subaru WRX STi, liberamente ispirata alla vettura da rally che da lì a poco avrebbe iniziato a vincere i mondiali con Colin McRae al volante (1995) e con Richard Burns con la sua diretta evoluzione (2001), per poi chiudere la tripletta con Solberg (2003). La prima WRX STi montava il turbo boxer da 250 CV. Un anno ricco di novità per gli appassionati di auto sportive: sempre legata ai rally la Celica VI viene considerata una delle migliori sportive anni ‘90. Nella versione GT-Four, tocca i 242 CV.

Tornando alle ammiraglie come Audi A8, sua rivale diretta, ecco l’inglese Jaguar XJ: nel 1994 fu presentata la quinta generazione, oggi auto d’epoca, che venne ristilizzata sui fari e in altri dettagli. Tra i suoi motori più conosciuti il V12.

Si passa in oriente con la prima Kia Sportage, modello che ha assicurato un buon trampolino di lancia per il marchio sud coreano nel vecchio continente. Nato come fuoristrada, all’epoca i SUV erano ancora al di là da venire, conquistò l’Europa grazie al rapporto qualità/prezzo e al primo tentativo di farsi conoscere con una vettura dalla seduta alta e confortevole. Famosa per essere stata prodotta sia in Corea sia in Germania, ha dato origine alla gamma Sportage che prosegue ancora oggi con successo.

Tra le altre auto che nel 1994 diventano d’epoca: BMW Serie 7 (E38), BMW Serie 3 Compact, FIAT Punto Cabrio, Lancia K, Maserati Quattroporte IV, Peugeot 306 Cabrio, Range Rover II, Renault Laguna, Saab 900 II, Skoda Felicia, Toyota RAV4, Volkswagen Polo III. Infine, gli anni ‘90 sono conosciuti per essere il decennio delle monovolume: si ricordano nel 1994, dall’alleanza tra FIAT e Groupe PSA (poi diventati Stellantis molti anni dopo), le varie Ulysse, Lancia Z, Peugeot 806 e Citroen Evasion.

FAQ

Sono diverse le auto che compiono trent’anni nel 2024, diventando quindi d’epoca. Tra le più famose la Lancia Kappa, la Ferrari F355, l’Alfa Romeo 145, il Toyota RAV4, la BMW Serie 7 E38, la prima Kia Sportage, la Porsche 911 993, la FIAT Coupé, l’Audi A4, l’Audi A8, l’Aston Martin DB7 e la Jaguar XJ.

La differenza è molto semplice: un’auto è definita storica se la sua costruzione è inclusa in un periodo che va da vent’anni a ventinove. Se l’auto ha 30 o più anni, diventa d’epoca.

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