Difficili da riciclare e da differenziare, gli pneumatici vengono progettati in modo da durare il più a lungo possibile; nonostante ciò, arriva sempre il momento in cui bisogna occuparsi dello smaltimento pneumatici fuori uso. Lo smaltimento PFU è sempre stata una prerogativa dei gommisti; il costo delle gomme, infatti, comprendeva già quello di un eventuale futuro smaltimento pneumatici. A partire dal mese di novembre 2011, lo smaltimento gomme auto è diventato obbligatorio per legge, grazie al Decreto Ministeriale 82 dell’11 aprile 2011. Da allora in poi, perciò, chi vende gomme per auto deve inevitabilmente proporre un prezzo che comprenda già i costi di smaltimento pneumatici usati. Dopo averle ritirate dai propri clienti, i gommisti e i rivenditori consegnano le gomme usate alle case produttrici che, a loro volta, fanno riferimento a un consorzio per lo smaltimento pneumatici fuori uso.
Questa catena svolge un ruolo di fondamentale importanza per proteggere l’ambiente e per ridurre l’inquinamento. A questo proposito, basti considerare che in Italia vengono smaltite ogni anno quasi 400000 tonnellate di gomme fuori uso, vale a dire gomme completamente irrecuperabili e inutilizzabili. Smaltire pneumatici in maniera corretta, perciò, significa evitare che materiali inquinanti vengano abbandonati e vadano a inquinare il suolo e l’aria. Grazie a questo sistema intuitivo di raccolta delle gomme usate, inoltre, non bisogna chiedersi dove buttare pneumatici usati o in che modo conferirli. È sufficiente consegnare le gomme fuori uso ai gommisti e ai rivenditori che si occupano del corretto smaltimento pneumatici.