Si consideri il Bluetooth, il navigatore con GPS, il quadro comandi digitale e tutti quegli accessori che hanno alle spalle dei veri e propri device di ultima generazione. Tanta tecnologia stride fortemente con l’utilizzo del freno a mano, che ancora oggi basa il suo funzionamento su un puro concetto meccanico: una corda, azionata da una leva, che blocca le ruote attraverso le ganasce o le pinze dei freni, a seconda della presenza di freni a disco o a tamburo.
In queste righe, in realtà, vedremo come anche il freno a mano sia stato in qualche modo coinvolto nella corsa alla tecnologia di molte Case automobilistiche, diventando anche lui un motivo di vanto quando la propria auto è dotata del freno di stazionamento elettronico. In linea di massima, anche se viviamo da diversi lustri il XXI secolo, sono ancora molte le auto che montano il classico freno di stazionamento.
Inoltre, come vedremo tra poco, la scelta di installare freni a mano basati su dispositivi elettronici non è finalizzata a migliorare l’esperienza di guida dell’utente finale, quanto piuttosto ad eliminare la leva di azionamento, il cui design è agli antipodi rispetto agli abitacoli delle vetture moderne sempre più avveniristici, minimali e moderni.
In queste righe, oltre a spiegare nel dettaglio come funziona il freno di stazionamento, faremo un confronto tra la tipologia meccanica, nota a tutti come “freno a mano”, e il freno di stazionamento elettronico di recente introduzione, vedendo come, in alcuni casi, l’innovazione tecnica in realtà possa portare più complicazioni che giovamenti.