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Targa auto: verifica, modello, proprietario, bollo

Scopriamo in questo articolo come si verifica la targa dell'auto, come rintracciarne il proprietario e come si calcola il bollo in relazione ad essa.

Con l’avvento di internet recuperare informazioni di ogni genere è diventato estremamente semplice e veloce. Lo stesso discorso si può dire della targa auto, perché oggi ci sono app specializzate che qualsiasi utente può usare per rintracciare il modello di un veicolo, il suo proprietario ecc. Diversi sono i siti web che consentono di scoprire tutto sulla targa auto, consentendo per l’appunto di identificare il modello di vettura, i dati tecnici, la scadenza dell’assicurazione RC, il calcolo e la scadenza del bollo auto ed altre informazioni a dir poco utili sia per i proprietari sia per chi deve effettuare controlli accurati.

Scopriamo in questo articolo come si verifica la targa dell'auto, come rintracciarne il proprietario e come si calcola il bollo in relazione ad essa.

Sommario

Verifica targa auto: come risalire al modello

Se sei semplicemente interessato a un modello di vettura ma non sai identificarlo, tramite la targa è facile risalire al modello in questione. Sì, ma come? Ci sono due metodologie da adoperare nel caso in cui ci sono a disposizione i dati di una targa auto italiana per risalire di conseguenza alle informazioni del veicolo desiderato:

Il metodo più “classico” prevede di recarsi presso uno sportello ACI per chiedere una visura, a fronte del pagamento di 6 euro; Il metodo più tecnologico è, invece, quello di ottenere la visura tramite il sito internet dell’ACI, qui vanno versati 2,31 euro (per il servizio telematico) a supplemento dei 6 euro sopra citati.

Queste modalità sono da prendere in considerazione solo nel caso in cui ci sia la necessità di ottenere la visura, quindi un documento ufficiale. Si può fare anche in altri modi, nel caso in cui si voglia solo raccogliere informazioni. In questo ci sono vari siti come Sevim, dove è possibile risalire al modello di auto tramite la targa e ad altri dati tecnici. Questo sito internet consente di conoscere la cilindrata, la classe Euro di appartenenza, il peso, il numero di posti e tutte le altre caratteristiche tecniche del veicolo semplicemente digitando ed inserendo il numero di targa auto. C’è una limitazione però in quanto il servizio “trova targa” non è effettuabile su tutti i veicoli della Comunità Europea e ha un costo variabile. Con l’evoluzione delle app e degli smartphone si sono moltiplicate quelle che permettono di risalire al modello tramite la targa. Tra le più famose iTarga, che una volta inserita la targa permette di risalire subito al modello e, pagando l’abbonamento, altri dati quali il furto.

Targa auto proprietario: come rintracciarlo

App come iTarga non permettono, però, di risalire al nome del proprietario della vettura. Nel caso si necessiti di sapere gli estremi (nome, cognome ed altri dati sensibili) del proprietario dalla targa auto è necessario pagare. È un’operazione a pagamento che risulta indispensabile nel caso di un acquisto di auto usata, nel coinvolgimento in un sinistro stradale, o se si ha bisogno di conoscere l’esistenza di eventuali pignoramenti o fermi amministrativi su un veicolo che banalmente si vuole acquistare d’occasione.

Sono anche in questo caso due le modalità da poter utilizzare per risalire al proprietario dalla targa auto:

  • La più classica è quella di richiedere una visura al Pubblico Registro Automobilistico recandosi personalmente presso un ufficio provinciale dell’ACI;
  • Diversamente si possono richiedere telematicamente i dati dell’auto inserendo la targa sul sito internet dell’ACI.

La prima opzione, seppur più impegnativa vista la necessità di farla di persona, risulta al tempo stesso molto più utile, esaustiva e completa, in quanto nel Pubblico Registro Automobilistico sono effettuate tutte le iscrizioni, le trascrizioni e le annotazioni relative agli autoveicoli, ai motoveicoli ed ai rimorchi. La seconda modalità rilascia invece una visura in formato PDF, ma solo dopo aver sborsato la somma di 8,83 euro pagata online tramite il sistema PagoPA, vale a dire un software che consente a cittadini ed imprese di pagare le pubbliche amministrazioni in modalità elettronica.

In entrambi i casi, i costi sono oggettivamente sostenibili, affatto esosi. I prezzi salgono invece quando si decide di delegare terzi nell’operazione, ad esempio rivolgendosi ad un’agenzia di pratiche auto.

Leggi anche: Scadenza bollo auto, come verificarla

Bollo targa auto: come si fa il calcolo?

Così come abbiamo visto come risalire al modello e, pagando, al proprietario di un’auto, lo stesso discorso si può applicare per verificare se una determinata targa è in regola con il pagamento del bollo auto. Si può calcolare il bollo dell’auto dalla targa grazie alla funzione disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Questa funzione consente di calcolare la tassa automobilistica inserendo la categoria del veicolo e la targa, da qui parte un calcolo effettuato considerando tutte le informazioni del veicolo presenti a sistema. Il primo elemento del quale si terrà conto è il tariffario della Regione di competenza del soggetto tenuto al pagamento (proprietario, utilizzatore in caso di leasing, usufruttuario in caso di usufrutto, acquirente con patto di riservato dominio in caso di acquisto con patto di riservato dominio).

Il calcolo viene effettuato in base al momento in cui viene richiesto, oltre ad eventuali sanzioni ed interessi, senza tenere conto dei pagamenti già effettuati. Si segnala che per le categorie di veicoli ad uso speciale per le quali il calcolo della tassa deve essere effettuato utilizzando la portata fittizia ai fini fiscali (articolo 203, comma 3, D.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495), in quanto categorie non elencate nella Tariffa I del Testo Unico delle tasse automobilistiche 5 febbraio 1953, n. 39, la formula per targa effettua il calcolo della tassa automobilistica stessa solo se è presente in banca dati l’informazione della portata fittizia ai fini fiscali. In caso contrario, occorre utilizzare l’apposita formula “Calcolo del bollo con portata fittizia ai fini fiscali”.

La già citata iTarga, tuttavia, in pochi istanti può indicare senza abbonamenti di sorta non solo il modello, la motorizzazione e altri dati, bensì anche il bollo auto pagato/non pagato e la sua effettiva scadenza così come l’assicurazione.

License plate

La storia della targa auto in Italia

Interessante è la storia della targa auto in Italia. Dalla fine dell’Ottocento, infatti, le targhe auto in Italia si sono evolute e hanno subito innumerevoli variazioni. Dalla forma alla dimensione, dai colori ai contrasti cromatici, dalle sigle provinciali alle combinazioni alfanumeriche, fino ad arrivare alle variazioni di carattere. Ecco come si sono evolute nel Belpaese dall’unità di d’Italia ad oggi:

  • Dal 1897 al 1901 vennero introdotte mediante il Regio Decreto 16 dicembre 1897 n. 540 che sanciva l’obbligo di dotare i velocipedi di una targa comunale composta da caratteri neri su sfondo bianco. Addirittura, il Comune di Milano imponeva sulla fiancata sinistra una targa riportante il nome del proprietario ed il numero di licenza comunale;

  • Dal 1901 al 1905, entra in vigore il "Regolamento per la circolazione delle vetture automobili sulle strade ordinarie", il cui articolo 91 obbligava di dotare tutte le vetture circolanti di apposita targa fissa, su concessione della locale prefettura. La targa era realizzata a cura e spese del proprietario, doveva essere in metallo e riportare, per esteso ed in caratteri ben visibili, il nome della provincia ed il numero di licenza rilasciata dalla prefettura. La targa diveniva a spese del Touring Club Italiano nel caso in cui il proprietario dell’auto ne fosse iscritto, su queste targhe campeggiava lo stemma dell’associazione;

  • Dal 1905 al 1927 venne eliminato il nome completo della città adottando un numero rosso che le identificasse. Accanto ad esso erano scritti in nero un trattino ed il numero d’immatricolazione. Il numero di targa era generato della prefettura, ma il compito della loro realizzazione spettava al proprietario del veicolo;

  • Dal 1927 al 1948, per decisione di Mussolini, le targhe venivano configurate con una sigla di due lettere rappresentanti la provincia, di cui la prima corrispondeva all’iniziale del capoluogo, la seconda ad una delle lettere seguenti eccezion fatta per Roma (nome completo). A seguire c’era un numero progressivo da 1 a 999 999 (si passerà poi all'introduzione di lettere, superato il milione). La colorazione diventa con caratteri bianchi su sfondo nero. Dal 1931 lettere e numeri vengono disposti su due righe per via del cambio di dimensione della targa (320x220 mm);

  • Dal 1948 al 1951 con l’entrata in vigore della Costituzione, nelle targhe sia anteriori che posteriori comparve l’emblema della Repubblica Italiana. Esteticamente, però, le targhe rimasero grosso modo le stesse adoperate dal 1927 al 1948;

  • Dal 1951 al 1976 vennero cambiati i caratteri utilizzati e rimpicciolite le dimensioni le targhe posteriori che passarono da 320x220 mm a 275×200;

  • Dal 1976 al 1985 viene modificata la targa posteriore con lo sfondo che resta nero con caratteri bianchi, mentre la sigla della provincia diventa arancione. Questo cambiamento divide la targa in due parti, la prima con la sigla della provincia di appartenenza e la seconda con il numero progressivo e la ripetizione in piccolo della provincia prima del numero, sopra lo stemma della Repubblica Italiana;

  • Dal 1985 al 1994 vengono riadottati i caratteri neri su sfondo bianco, con il codice numerico preceduto dalla sigla della provincia di immatricolazione della vettura;

  • Dal 1994 al 1999 viene mantenuto l’abbinamento cromatico, ma cambia radicalmente la combinazione alfanumerica abbandonando sigle provinciali e numeri crescenti per passare a sette caratteri alfanumerici dove si trovano le lettere nelle prime due e nelle ultime due posizioni e cifre nelle tre posizioni centrali. Le targhe vennero assegnate alle province a lotti, seguendo indicativamente la frequenza delle immatricolazioni. Il nuovo sistema di numerazione fu introdotto quindi gradualmente, via via che le singole province esaurivano le targhe obsolete;

  • Dal 1999 ad oggi viene mantenuta la tipologia, ma vengono aggiunte due fascette laterali azzurre. A sinistra ci sono le 12 stelle dell’Unione Europea (sistema comune introdotto dal Regolamento dell'Unione europea (CE) n. 2411/98 del Consiglio del 3 novembre 1998) ed in colore bianco la lettera “I” dell’Italia, mentre sulla destra possono essere indicati, su richiesta del proprietario, l’anno della prima immatricolazione e la sigla della provincia o città metropolitana di residenza dell’intestatario. Queste ultime vengono incollate al momento dell’immatricolazione su richiesta del proprietario, oppure consegnate allo stesso assieme alla carta di circolazione.

Potrebbe interessarti: Passaggio di proprietà, come si fa e cosa sapere

FAQ Targa auto

La targa auto si può controllare gratis si può controllare, ma solo parzialmente (ad esempio non si può risalire al proprietario) anche tramite app come iTarga. Per avere accesso a tutte le informazioni occorre recarsi al PRA o consultare il sito ufficiale dell’ACI.

Si fa tutto, specie in caso di sinistro, rivolgendosi a pagamento al PRA o presso un’agenzia di pratiche auto. Si parte dai 6 euro per conoscere l’attuale proprietario fino ai 25 euro per risalire all’intero storico della vettura.

Basterà munirsi del numero di targa del veicolo d’interesse e recarsi sul portale dei servizi di e-government del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Portale dell'Automobilista. Qui si clicca su Veicolo o su Ciclomotore, a seconda delle necessità. Anche tramite alcune app gratuite è possibile verificare lo stato del pagamento dell’assicurazione e la sua scadenza.

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