Contestare multa: come si fa
La strada maestra per contestare una multa è sicuramente rivolgersi al giudice di pace, si tratta di fare un ricorso per far valere le proprie ragioni. Ma prima di intraprendere questa via è bene fare un'approfondita analisi della contestazione: ci sono le ragioni reali e concrete per far annullare la multa? Siete sicuri che l'errore sia stato di altri e che voi non abbiate infranto nessuna regola del Codice della Strada? Se la risposta è positiva, allora è possibile procedere e rivolgersi al giudice di pace o, in alternativa, come vedremo più avanti, al Prefetto, per ottenere giustizia e fare archiviare la pratica.
Dal momento in cui la multa ci viene recapitata (in termini tecnici si dice notificata), abbiamo a disposizione 60 giorni per pagarla, ma bisogna tenere presente che i giorni disponibili per avviare una contestazione tramite il giudice di pace sono solo 30. Trascorso questo periodo di tempo, il verbale verrà iscritto a ruolo e non sarà più possibile avviare un ricorso, quindi occhio ai tempi, ricordando che il conteggio dei giorni non parte dal giorno in cui abbiamo commesso l'ipotetica infrazione, ma solo dal momento in cui ci viene correttamente notificato il verbale. Nel caso si voglia fare ricorso presso il Prefetto, i giorni disponibili sono sessanta.
Per tentare il ricorso presso il giudice di pace bisogna affrontare una spesa, infatti si paga un bollo di 27 euro per multe fino a 1.000 euro e 100 euro, oltre che un contributo unificato fisso di 43 euro. Quindi è opportuno fare bene i calcoli: se la sanzione è di pochi euro, probabilmente non conviene tentare il ricorso, almeno sotto il profilo economico. La procedura da seguire è la seguente: la contestazione va spedita tramite raccomandata al giudice di pace competente nel proprio Comune o nella propria Provincia di residenza. Questa deve essere preferibilmente in 4 copie e non è obbligatoria l'intermediazione di un avvocato, anche se può essere utile per portare avanti la pratica in modo più efficiente e professionale.
Una volta avviato il ricorso, sarà poi il giudice di pace ad emettere una sentenza che va rispettata, d’altronde si può vincere o perdere. In quest'ultimo caso, ci saranno da pagare le spese accessorie decise dal giudice stesso. In definitiva, conviene probabilmente tentare questa soluzione solo in caso di palese ragione, ad esempio se la targa della vettura sanzionata non corrisponde alla vostra oppure se vi contestano un’infrazione in un luogo, un'ora o un giorno nel quale siete invece certi di non esservi trovati in quel dato momento. Pertanto, torniamo a sottolineare l'importanza di leggere con attenzione il verbale per essere certi di poter avere ragione.
L'alternativa al giudice di pace è quella di rivolgersi al Prefetto, anche in questo caso non è obbligatoria l'assistenza di un avvocato, ma non va pagato il contributo unificato. Per farlo, bisogna redigere un documento con le seguenti informazioni: in primis l'intestazione dell'autorità prefettizia alla quale ci si rivolge, poi i dati anagrafici del ricorrente, gli estremi del verbale che si intende impugnare, i motivi per quali si contesta (eventualmente si può anche avanzare la richiesta di un'audizione personale), data e firma. Si può consegnare personalmente presso l'Ufficio o il Comando dove opera l'agente che ha emesso la sanzione oppure si può far arrivare tramite raccomandata o PEC, la posta elettronica certificata.
Entro 120 giorni il prefetto è obbligato a rispondere e, trascorso questo periodo di tempo, vale il concetto di "silenzio-accoglimento" del ricorso, quindi la contestazione viene accettata e la pratica archiviata. In caso di risposta del prefetto nei tempi corretti, possono esserci due tipi di responso: il primo favorevole detto "accoglimento", ovvero viene ritenuto fondato il motivo della contestazione, quindi la pratica cessa di esistere e viene archiviata. In caso contrario si parla di "rigetto", cioè non vengono ritenuti validi i motivi del ricorso e semplicemente si perde, in questo caso viene emessa una sentenza che prevede anche il pagamento delle spese entro il limite perentorio di trenta giorni.
Uno strumento utile per procedere ai ricorsi sono i modelli scaricabili facilmente da molti portali su Internet, parliamo di moduli già pronti con spazi in bianco da compilare. Sono redatti in modo professionale e consentono di preparare la pratica in modo semplice e intuitivo.