Già nel 1865, a pochi anni dalla nascita del Regno d’Italia, si sentì l’esigenza di regolamentare il movimento su terra dei veicoli a trazione animale, una sorta di antenato del Codice della Strada. Se le targhe furono inventate nel 1897, vista la grande diffusione delle biciclette, bisogna aspettare il 30 aprile 1992 per il decreto legislativo n.285 che introduce il “Nuovo Codice della Strada”, approvato dall’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro con decreto n.495.
Dal primo gennaio 1993, quindi, gli italiani si trovarono a sottostare a regolare molto precise che sono poi state aggiornate e modificate varie volte nel corso del tempo, fino a oggi. Modifiche atte ad adattare il testo originale alle norme comunitarie, una su tutte la salvaguardia dei pedoni e dei ciclisti e l’inasprimento delle pene per chi si mette al volante senza averne la capacità, vuoi per consumo di alcool o stupefacenti.
Un’altra grande novità è stata l’introduzione della patente a punti, nell’estate 2003, che ha permesso di introdurre un sistema di punteggio che scala preziosi punti nel caso di infrazioni, così come ne fa guadagnare dietro a un buon comportamento. Chi arriva a zero deve quindi affrontare nuovamente l’esame di teoria e l’esame pratico.
Questo è solo un esempio, fino a oggi. Con il nuovo Codice della Strada 2024, fortemente voluto dal ministro dei trasporti del Gov. Meloni, Matteo Salvini, che nel momento in cui scriviamo è in corso di approvazione, introduce ulteriori novità come l’Alcolock, nuovi limiti di età per guidare i TIR e, soprattutto, multe più severe e sospensione per chi viene sorpreso con il cellulare in mano durante la guida. Sulla sospensione della patente, e relativo processo penale, anche in questo caso negli anni sono state inasprite le pene.
Un esempio introdotto negli scorsi anni è relativo alla riconsegna della patente al condannato per omicidio stradale fino al momento in cui il procedimento giuridico non arriva alla sua naturale conclusione. Sempre in tema, nuove norme del codice della strada permettono di semplificare i procedimenti burocratici, distinguendo i diversi ambiti di competenza tra ricorsi amministrativi e giurisdizionali (con relativa distinzione tra ricorsi al prefetto e al giudice di pace).
Negli anni, prima di entrare nel dettaglio di cos’è e a cosa serve il Codice della Strada, la direzione è stata quella di preservare la salvaguardia delle persone che si trovano a circolare, a piedi o con biciclette e monopattini, i cosiddetti soggetti deboli, dentro le sempre più affollate città.