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Redazione AutoScout24 · 18/07/2023 · Lo leggi in 21 minuti
Il mercato delle moto d’epoca è in continua ascesa, con un interesse crescente da parte di collezionisti e appassionati per questo tipo di motociclette.
Capaci di offrire emozioni uniche e tanto divertimento con costi di gestione e manutenzione molto inferiori rispetto alle auto d’epoca, negli ultimi anni le moto d’epoca hanno conquistato un ruolo sempre più centrale nei cuori di appassionati e collezionisti di veicoli storici. Le dimensioni contenute e i costi di gestione bassi, poi, permettono di avvicinarsi con maggior agio al mondo delle moto d’epoca rispetto a quello delle automobili storiche, magari affiancando alla propria collezione di auto un po’ di moto storiche, da pietre miliari nel mondo delle moto a modelli che, nei prossimi anni, diventeranno protagonisti come “le nuove classiche da avere”.
Abbiamo allora cercato quali sia una ipotetica top 10 delle moto d’epoca più popolari, i modelli più ricercati di moto che hanno segnato il mondo delle due ruote. Abbiamo inserito nella nostra top 10 delle moto d’epoca più popolari modelli immortali come le “nostre” Piaggio Vespa e Lambretta, scegliendo due versioni già di culto tra gli appassionati dei due modelli, ma anche moto straniere che hanno segnato gli scorsi decenni. Abbiamo infine cercato due modelli ancora “giovani”, che non hanno ancora riconosciuta la loro importanza storica, ma che siamo sicuri diventeranno dei veri e propri miti del motociclismo d’epoca del futuro.
Scopriamo allora la top 10 delle moto d’epoca più popolari, dalla Vespa alla mitica Cagiva Mito.
Una top 10 delle moto d’epoca più popolari non può esistere senza una delle due ruote più amate e conosciute al mondo, la Vespa. Nata dal genio di Corradino d’Ascanio nel 1946, lo scooter della Piaggio ha avuto un’importanza vitale nella motorizzazione italiana, diventando il primo mezzo di trasporto motorizzato di tantissime famiglie e dando vita alla motorizzazione di massa ben prima delle FIAT 600 e 500. Oltre alla sua importanza storica, la Vespa è un veicolo innovativo e ingegnoso, capace di portare tecnologie derivate dall’industria aeronautica come la scocca portante per creare un mezzo a due ruote economico, facile da guidare e funzionale. Prodotta dal 1946 fino ad oggi in numerose serie, ci sono tantissimi modelli di Vespa che meritano attenzione e amore, tanto che i Vespa Club e gli appassionati di questo iconico mezzo sono tantissimi in tutto il mondo. Ci sono Vespa un po’ per tutti i gusti, dalle prime Vespa degli anni ’40 e ’50 alle Vespa Primavera, dalle più moderne PK e PX alla leggendaria 50 Special, diventata mito dei giovani e icona negli anni ’90 grazie all’indimenticata canzone-simbolo dei Lunapop guidati da un giovane Cesare Cremonini.
Oggi però inseriamo nella top 10 delle moto d’epoca più popolari una delle più rare e interessanti Vespa prodotte nei primi anni di produzione del mito di Pontedera, la Vespa GS 150. Dopo i primi anni di vita, dove la Vespa con motore 50 o 125 erano la norma per la motorizzazione di massa, Piaggio volle dimostrare a tutti coloro che descrivevano la bellissima Vespa come “una moto per chi non sa guidare la moto” che anche lo scooter di Pontedera poteva diventare sportivo e veloce. Nacque così la Vespa GS 150, dove GS sta per Grand Sport. Dotata del motore più grande mai montato fino a quel momento su una Vespa, ha cerchi maggiorati da 8 a 10 pollici, una sella più lunga e un motore 150 con ben 8 CV, rendendola la prima Vespa capace di raggiungere e superare i 100 km/h. Più dinamica e sportiva delle altre Vespa, grazie al cambio a 4 marce sapeva dare del filo da torcere alle motoleggere dell’epoca. Prodotta dal 1955 al 1961 e sostituita, nel 1962, dalla GS 160, oggi la Vespa GS 150 è una delle Vespa d’epoca più ricercate e valutate sul mercato. Per portarsi a casa una Vespa “vitaminizzata”, infatti, servono almeno 7.000 euro, con le ultime versioni VS5 che possono sfondare il muro dei 10.000 euro.
Lambretta
Perdonerete il nostro campanilismo, ma tra le 10 moto d’epoca più popolari non può di certo mancare un’altra icona italiana, la Lambretta. Prodotta dalla Casa milanese Innocenti, la Lambretta prende il nome dal quartiere di Lambrate e dal fiume Lambro, entrambi vicini allo stabilimento di produzione della storica rivale della Vespa. Sviluppata in contemporanea con la Vespa di Piaggio, la Lambretta vide la luce nel 1947, e rispetto alla rivale toscana vedeva l’utilizzo di una meccanica decisamente più tradizionale, passando dalla scocca portante ad un classico telaio tubolare con carrozzeria scoperta, molto diversa da quella carenata della Vespa. Per arginare il successo del modello Piaggio, dagli anni ’50 la Lambretta venne offerta anche con carrozzeria “chiusa”, che divenne l’unica possibilità alla fine degli anni ’50.
Più grande e più “cresciuta” della Vespa, la Lambretta è stata fino al 1972 la risposta Innocenti al modello Piaggio. Dal 1972, Innocenti cedette la produzione al governo indiano per concentrarsi sulla produzione di automobili a marchio Innocenti (celeberrima la MINI prodotta in collaborazione con l’inglese BMC), per poi concludere la sua carriera nel 1997. Ad entrare tra le 10 moto d’epoca più popolari, invece, è il modello DL 200, uno dei più interessanti della produzione italiana dello scooter milanese. Come Vespa, infatti, anche Lambretta era più comune nelle sue versioni con motore 50 e 125, con quest’ultima che, vista la possibilità di viaggiare in due, offriva l’iconica doppia sella.
Al fianco di queste versioni, però, ci furono altri modelli più personali e originali, come la Lambretta DL 200 del 1969. Si tratta della versione più potente della serie DL, che vide l’introduzione di un design rivisto da Nuccio Bertone per rinnovare lo stile della Lambretta. Dotata di un monocilindrico da 198 cm3 e quasi 12 CV, la Lambretta DL 200 era capace di raggiungere i 120 km/h, diventando la Lambretta “originale” più veloce mai prodotta. La sua produzione, però, durò ben poco: Innocenti interruppe la produzione della Lambretta alla fine del 1971, interrompendo dopo 2 anni la produzione di questo modello rinnovato. Per questo, ad oggi è una delle Lambretta più ricercate dai collezionisti, che possono arrivare a offrire più di 10.000 euro per portarsela a casa.
Triumph Bonneville
Dopo due scooter, sebbene dall’importanza sostanziale nel mondo delle due ruote, nella top 10 delle moto d’epoca più popolari arriva la prima “vera” moto, la Triumph Bonneville. Prodotta dal 1959 al 1983, si tratta di una delle moto più apprezzate e amate tra le motociclette inglesi, simbolo della Casa britannica Triumph e rinata con la “nuova” Triumph nel 2001 e ancora oggi amata da chi cerca una moto veloce e sportiva. Nata come sostituta della Tiger nel 1959, la Bonneville prende il nome dai famosissimi Bonneville Salt Flats dello Utah, negli Stati Uniti, dove Triumph (e non solo) tentarono e abbatterono numerosi record di velocità su terra. La prima Triumph Bonneville, la T120, è stata prodotta tra il 1959 e il 1974, ed è ad oggi la più ricercata e apprezzata dai collezionisti.
Nata per rispondere alle richieste del mercato americano, che voleva più potenza e prestazioni migliori della precedente Tiger T110, la nuova Bonneville poteva contare su un motore bicilindrico parallelo frontemarcia a quattro tempi da 650 cm3 e 50 CV e una linea elegantissima, che oggi la rende l’archetipo perfetto della “moto classica”. Elegante, ben fatta e capace di raggiungere le 120 miglia all’ora (circa 190 km/h), da cui deriva la sigla del modello, l’elegante Bonneville era la più veloce e sportiva delle bicilindriche della Casa inglese, capace di avere prestazioni ancora di tutto rispetto anche confrontata con le moderne bicilidriche. Evoluta nel tempo con nuove cilindrate, tra cui l’introduzione di un nuovo motore da 750 cm3 che le fece cambiare nome in T140 per via della velocità massima portata a ben 140 mph (240 km/h), la Bonneville più ricrcata è comunque la T120 prodotta tra il 1959 e il 1969. Il declino sul mercato è dovuto dall’arrivo delle moto giapponesi come la Honda CH750 Four, capaci di offrire prestazioni e guidabilità simili con un prezzo molto più basso e produzione in serie, ma oggi il fascino della Bonneville è ancora immutato. Per portarsi a casa una Triumph Bonneville T120 oggi servono almeno 12.000 euro.
BMW R80 G/S
Nella nostra top 10 delle moto d’epoca più popolari non può mancare uno dei brand più apprezzati sul mercato europeo e mondiale, BMW. La sezione Motorrad è stata, negli anni ’50, l’ancora di salvezza per la Casa bavarese, pericolosamente vicina alla bancarotta, e capace di confermarsi come uno dei brand più interessanti sul mercato con soluzioni tecniche distintive come il motore due cilindri boxer e la trasmissione con albero e cardano. Queste caratteristiche sono arrivate fino ad oggi su alcuni modelli iconici, ma la svolta per BMW Motorrad è arrivata nel 1980, con il lancio della prima nata della dinastia delle GS, la BMW R80 G/S. La mitica sigla che porta, G/S, è dotata della barra a separare le due anime della moto, Gelande (fuoristrada) e Strasse (strada), e arriva sul mercato dopo una gestazione lunga 20 mesi. Oggi siamo ormai abituati alle grandi moto da strada capaci di affrontare sia i lunghi viaggi che tratti in fuoristrada, segmento più amato del mercato e capitanato proprio dalle eredi della G/S, le R1200 GS e le sorelle maggiori e minori.
All’epoca, invece, BMW R80 G/S era una vera e propria novità, la prima moto in grado di essere capace di andare fuoristrada con grandi velleità e un’ottima guidabilità anche su strada. Grazie alle vittorie alla Parigi-Dakar nei primi anni ’80, la BMW R80 G/S è diventata presto una delle moto più ricercate, e oggi non può non comparire nella top 10 delle moto d’epoca più popolari. Dotata di un telaio derivato dalle R45/65, dotata di una ciclistica adattata all’utilizzo fuoristradistico con ammortizzatore posteriore Bilstein regolabile con 170 mm di escursione e cerchi da 21”, è spinta dal motore della R80/7, un bicilindrico boxer da 797 cm3 con teste e cilindri in lega leggera. Capace di 50 CV a 6.500 giri, garantisce un sound inconfondibile per gli appassionati dell’Elica, prestazioni buone sia fuori che su strada e una buona dose di comfort, anche nei lunghi viaggi. Lei è la capostipite delle mitiche GS, e per portarsela a casa servono almeno 9.000 euro.
Le migliori sono proposte a circa 11-12.000 euro, mentre le rare versioni Paris-Dakar con livrea specifica, serbatoio maggiorato e altre migliorie partono da 15.000 euro.
Moto Guzzi Falcone
In una top 10 delle moto d’epoca più popolari non può mancare una delle Case italiane più amate, Moto Guzzi. In un’Italia ancora in ginocchio a pochi anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, sono diverse le aziende che, con quel poco che era disponibile, cercarono di dare prima di tutto un mezzo di trasporto ad un Paese in rilancio, e poi di fare il massimo con le risorse a disposizione, nonostante le difficoltà. Ne è un esempio lampante la Moto Guzzi Falcone 500, lanciata nel 1950 e diventata, in pochissimo tempo, un vero mito dell’industria motoristica italiana. Lanciata per sostituire la vetusta GTW, è la versione più sportiva della moto turistica Astòre, e riprende il trend della Casa lariana di nominare le sue moto con i nomi di volatili.
La Falcone è l’ultima nata della Casa di Mandello del Lario, e si oppone alla sua storica avversaria, la Gilera Saturno Sport 500. A spiccare è il volano molto ampio e pesante, rinominato simpaticamente “affetta-prosciutto” per la sua somiglianza con le affettatrici Berkel. Il volano così grande rende unica l’erogazione del suo motore, il monocilindrico 500 massima evoluzione del motore a singolo cilindro comasco, con un’erogazione lenta e pigra ai bassi giri e una tendenza a ridurre lentamente i suoi giri. Capace di arrivare a 135 km/h, con una ciclistica agile e una posizione di guida molto sportiva, la Falcone è ancora molto piacevole, nonostante sia una “signora” di oltre 70 anni.
Come tutte le moto degli anni ’50, nella top 10 delle moto d’epoca più popolari Moto Guzzi Falcone è una delle più costose, con una quotazione che parte da 10.000 euro.
Torniamo in Regno Unito per la seconda moto inglese a comparire nella nostra top 10 delle moto d’epoca più popolari, la Norton Commando. Si tratta di una delle moto di maggior successo della Casa inglese, prodotta tra il 1968 e il 1977, uno degli ultimi acuti di Norton prima della chiusura, arrivata nei primi anni ’90. Dopo il successo delle sue moto negli anni ’40 e ’50, Norton si affaccia agli anni ’60, periodo d’oro per le moto sportive, con un modello tutto nuovo, la Commando. Presentata al Salone di Londra del 1967, doveva sostituire il modello di punta della Norton, la Atlas, che a causa di un prezzo molto alto e alle notevoli vibrazioni del motore bicilindrico non riuscì a convincere il mercato. Per risolvere il tutto, Norton scelse di lavorare sul bicilindrico parallelo per ridurre le sue vibrazioni, prima installando un sistema di distanziatori in gomma tra il gruppo motopropulsore e il telaio e poi con l’introduzione di un nuovo motore da 828 cm3 dotato di un cilindro “dummy”, un terzo cilindro che non ospitava la combustione ma che, con il suo movimento, aiutava ad equilibrare le vibrazioni del bicilidrico.
Nonostante questo dettaglio (e i problemi di affidabilità del primo 750), la Norton Commando poteva contare su un motore bicilindrico dalla grande potenza specifica (58 CV per la 750, diventati 65 CV per la speciale Combat dotata di un motore derivato dalle competizioni, 51 per il più fluido 850), prestazioni molto rapide (la 850 copriva lo 0-100 km/h in 4,8 secondi) e uno stile inconfondibile, che unisce l’eleganza tipica delle moto Made in Britain con una sportività e un’aggressività che la faceva spiccare rispetto alle dirette rivali. A causa dei problemi economici di Norton, che non potè mai mettere a punto le sue moto come avrebbero meritato, la produzione della Commando rallentò con l’arrivo negli anni ’70, e dopo alcune moto degne di nota come l’indimenticata F1 del 1990 dotata di un motore rotativo Wankel da 95 CV, all’inizio degli anni ’90 Norton chiuse i battenti.
Questo ha aiutato a rendere ancor più iconiche le moto Norton degli anni che furono, compresa la Commando che merita un posto tra le 10 moto d’epoca più interessanti e popolari tra gli appassionati di moto inglesi. Il suo prezzo? Per un esemplare in ottime condizioni, le 850 partono da 8.000 euro, mentre le più ricercate 750 possono superare i 15.000 euro.
Harley Davidson Sportster
Altro brand mitico nel panorama motociclistico mondiale, nella top 10 delle moto d’epoca più popolari Harley-Davidson non poteva mancare. Tra le decine di modelli che hanno fatto la storia del brand di Milwaukee è il suo modello più longevo e amato, la Sportster. Prodotta a partire dal 1957 e in listino ancora oggi, la Sportster ha legato indissolubilmente al brand americano intere generazioni di motociclisti, rendendo popolare e amato ancora oggi il segmento delle Custom con caratteristiche rimaste invariate negli anni. La linea, ad esempio, è pressoché invariata dal 1957, e utilizzava un approccio tipicamente americano alle moto sportive inglesi ed europee, sempre più in voga negli States negli anni ’50. Alle leggere e potenti moto inglesi, Harley-Davidson contrappose delle moto dalle dimensioni generose, dal peso non proprio contenuto e caratterizzate dalla firma di Harley-Davidson, il suo leggendario motore V-Twin due cilindri a V dalle cilindrate molto generose.
Nate per essere molto più sportive e dinamiche delle altre Harley, le Sportster riescono ad offrire una guidabilità maggiore rispetto alle sorelle maggiori, senza perdere quell’indole da passista, con il due cilindri a V a 45° che sfrutta i suoi centimetri cubici per muovere con rapidità la moto. Nonostante non sia la più agile moto in circolazione, la Harley-Davidson Sportster è stata ed è ancora una delle moto più amate in circolazione, con tutte le versioni del V-Twin. In Italia, la più amata è stata ed è tuttora la più “piccola” delle Sportster, la 883, capace di consentire prestazioni più che sufficienti senza esagerare con la cilindrata. La 883 è anche la moto che ha ispirato Max Pezzali e Mauro Repetto per il nome della loro omonima band, una delle più amate del panorama musicale italiano.
Le Sportster importate in Italia sono tante, e grazie a questa disponibilità rispetto ad altre auto che fanno parte della top 10 delle moto d’epoca più popolari le 883 hanno un prezzo interessante: si parte da 6.000 euro per esemplari degli anni ’90.
Honda CB 750 Four
Nonostante da molti non siano ancora considerate delle moto d’epoca comparabili alle motociclette europee e americane, le giapponesi negli anni ’70 cambiarono completamente il mercato delle moto. Ci fu una moto in particolare capace di rubare il cuore degli appassionati, cambiare le regole del gioco e, quindi, di meritare un posto nella nostra top 10 delle moto d’epoca più popolari: la Honda CB 750 Four. Lanciata nel 1968, la CB 750 Four fu la prima moto di grande serie dotata di motore quattro cilindri, in questo caso in linea, da 739 cm3. Dotata di 67 CV e capace di arrivare a 200 km/h, la CB 750 offriva prestazioni e guidabilità da sportiva, ma includendo anche verniciature, finiture e dotazioni che staccavano nettamente le rivali tradizionali.
Nonostante non fosse un peso piuma, la Honda CB 750 conquistò il cuore degli appassionati con un prezzo inferiore alle rivali italiane e inglesi al netto di prestazioni migliori, finiture migliori, affidabilità decisamente migliore e un’estetica inconfondibile, con i quattro scarichi singoli per ogni cilindro con terminale “a bottiglia” a renderla immediatamente riconoscibile. Prodotta dal 1968 la Honda CB 750 Four è stata la prima moto giapponese a dimostrare le capacità che i produttori nipponici avevano nel mondo delle moto, soprattutto di quelle sportive. In seguito, arrivarono anche gli scooter Honda, come il mitico Super Cub, ma anche modelli concorrenti della CB 750 Four come la Kawasaki Z1 900 con motore quattro cilindri da 900 cm3 o le Suzuki dotate di motore a due tempi come la GS 750 o l’altro grande nome del motociclismo nipponico, Yamaha con la sua XT 500 del 1976, capostipite delle enduro multiterreno moderne.
La Honda CB 750 Four, però, è oggi considerata la giapponese da avere, e non per niente compare, con buona pace dei puristi, nella top 10 delle moto d’epoca più popolari e ricercate. Rispetto ad altre moto di questa lista, però, il suo prezzo è ancora molto interessante, con modelli da rivedere che partono da 2.700 euro e moto impeccabili che arrivano a 15.000 euro.
Suzuki Hayabusa
Concludiamo il nostro viaggio in Giappone con la prima di due Youngtimer che abbiamo voluto inserire nella top 10 delle moto d’epoca più popolari. Come nel mondo dell’auto, anche le moto stanno scoprendo il segmento delle Youngtimer, ovvero modelli dallo spiccato interesse storico e collezionistico di età compresa tra i 20 e i 30 anni. In questo caso, a entrare di diritto tra le moto youngtimer da tenere d’occhio troviamo uno dei modelli più incredibili usciti a cavallo tra gli anni ’90 e ’00, la Suzuki Hayabusa. Ufficialmente nota come Suzuki GSX 1300 R Hayabusa, questa super-sports tourer ha visto la luce nel 1999, e già dal nome mette subito le cose in chiaro: Hayabusa, infatti, significa “falco pellegrino” in giapponese, l’animale più veloce del mondo in grado di superare i 330 km/h in picchiata. Un accostamento felice, visto che al momento del lancio la Suzuki Hayabusa è la moto più veloce del mondo, in grado di raggiungere i 312 km/h, ridotta poi a 299 km/h con un accordo nel 2000 tra le quattro principali moto stradali, che fermava la velocità massima a questa soglia.
A consentire alla Hayabusa di arrivare a queste incredibili velocità è un motore quattro cilindri da 1.298 cm3, capace di 179,3 CV a 9.800 giri. Dotata di una ciclistica raffinata e di un cambio a 6 marce, da moto con un’indole (anche) turistica Hayabusa ha dimensioni generose e un corpo completamente carenato, che si traduce in un peso a vuoto di oltre 250 km. Non siamo quindi di fronte alla moto più agile e maneggevole del mondo, un po’ impacciata nel misto nonostante possa contare su una guidabilità ottima per le dimensioni, Hayabusa da il massimo nel misto veloce e sui rettilinei, dove può scatenare la potenza del suo quattro cilindri e fermarsi in maniera fulminea grazie a doppi dischi anteriori da 320 mm e disco posteriore singolo da 240 mm morsi da pinze Tokiko a 6 pistoncini. Non mancano poi sei mappature per il motore, una rarità nel 1999, e un’aerodinamica molto curata, indispensabile per una moto da oltre 300 km/h.
Non può mancare nella top 10 delle moto d’epoca più ricercate e popolari la GSX 1300 R Hayabusa, e il prezzo è ancora abbordabile. Per una prima serie, prodotta tra il 1999 e il 2012, si parte da meno di 6.000 euro, mentre per un esemplare perfetto si può arrivare a 15.000 euro.
Cagiva Mito 125
Concludiamo il nostro viaggio nella top 10 delle moto d’epoca più popolari con un modello che ha fatto la storia dell’Italia degli anni ’90, la Cagiva Mito 125. Mitica anche nel nome, questa moto era piccola solo nella cilindrata e nelle dimensioni. Nonostante un prezzo relativamente contenuto (soprattutto rapportato al prezzo delle attuali moto 125), la Cagiva Mito 125 è stata una delle ultime, nonché una delle migliori rappresentanti di quelle moto sportive con motore 1/8 di litro capace di avere prestazioni da “grande”, grazie ad un motore monocilindrico due tempi davvero speciale. Lanciata nel 1990 e prodotta fino al 2012, la Mito ha passato diverse epoche in questi 22 anni di produzione, sempre conservando due grandi mantra: il motore 125 e dimensioni e pesi ridotti. La prima Mito del 1990, dotata di un vistoso doppio faro tondo anteriore, aveva uno stile da sportiva di grande cilindrata ma in scala ridotta. Dotata di cambio a sette marce, la piccola mito aveva un motore monocilindrico a due tempi con valvola lamellare e carburatore Dell’Orto da 28 con ben 31,13 CV a 10.400 giri. Oggi, abituati come siamo alle moto 125 con potenza massima omologata di 15 CV, sembrano numeri impressionanti.
Lo erano anche allora, quando la Mito 125 era l’oggetto del desiderio di un’intera generazione. Aggiornata e modificata continuamente nel corso degli anni, con l’introduzione nel 1992 della Mito II con motore portato a 32,83 CV all’arrivo, nel 1994, della Mito Ev con stile ripreso in toto dalla più grande moto prodotta da Ducati, la 996, prodotta fino al 2008 e dotata di un motore da 34 CV. L’ultima Mito 125 è datata 2008, ed è la Mito SP525. Il motore è ancora un 125 monocilindrico due tempi omologato Euro 3, con potenza “ridotta” a 32,5 CV, cambio a 6 marce, freni Brembo e prestazioni eccezionali. Questa sarà l’ultima moto 125 a due tempi con tali prestazioni. Dopo la Mito, tutte le moto da un ottavo di litro diventano a quattro tempi e introducono il limite a 15 CV, cessando per sempre l’incredibile storia delle 125 iper-vitaminizzate. Dopo un periodo passato da semplice “moto vecchia”, magari paragonata agli scooter 50 taroccati dei giovanissimi, oggi la Cagiva Mito 125 è ciò che il suo nome descrive, e si merita un posto nella top 10 delle moto d’epoca più popolari grazie ad un crescente interesse nei suoi confronti. Questo è visibile anche dalle quotazioni, che non sono così inferiori alle altre moto “da grandi”.
Per una Cagiva Mito da ristrutturare completamente possono bastare circa 2.000 euro, e per una Mito 125 dei primi anni di produzione servono tra i 3.000 e i 5.000 euro. Per una Mito perfetta, magari in versione Denim o Eddie Lawson, si può arrivare al muro dei 10.000 euro.