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Volvo Berlina

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Volvo S60 Recharge

Volvo berlina: storia, modelli, versioni e motori

Se c’è una tipologia di automobili con la quale si associa il marchio Volvo, quella è senza dubbio la categoria delle station wagon. Dalle mitiche 240 e 740, vendutissime in Italia in versione Polar, alle più moderne V60 e V90, la Casa di Goteborg ha legato il suo nome alle familiari spaziose e versatili. Nella storia del marchio svedese, però, ci sono state delle Volvo berlina che hanno saputo convincere pubblico e critica, rimanendo sempre una scelta “differente” sia rispetto alle classiche tedesche che alle più vendute Station Wagon a marchio Volvo. Andando indietro nel tempo, una delle prime bestseller della storia Volvo è una berlina, la PV444/544, diventata nota in tutto il mondo per la sua robustezza e affidabilità anche in condizioni difficili. La sua sostituta, la Serie 120, è nota in tutto il mondo con il suo nome in patria, Amazon, e ottenne un successo ancora maggiore, diventando anche una gettonata vettura da corsa, impiegata con successo in pista e soprattutto nei rally. Leggi di più

Con l’arrivo della sua sostituta, la 140, Volvo puntò maggiormente sulla versione Station Wagon, già sperimentata sia con la Amazon che con la precedente PV544 (nota in versione familiare come Duett), che diventò in Europa e negli Stati Uniti la carrozzeria preferita dal pubblico. Non è un segreto, infatti, che dopo la 144 tutte le Volvo “full size” successive, ovvero le Serie 200, 700 e 900 (note in Italia soprattutto per le versioni più abbordabili 240, 740 e 940) ottennero maggior successo con la coda da familiare.

Nonostante questo, alle sue Wagon Volvo ha sempre affiancato delle berline a tre volumi, caratterizzate solitamente da un look molto squadrato e rigoroso, estremamente riconoscibile. Questa tradizione è andata avanti fino alla V70 di prima generazione, proposta anche come S70, mentre le più “piccole” Volvo di derivazione DAF, come la 66 e le successive Serie 300 e 400, vennero offerte solamente in variante berlina o, in alternativa, con carrozzeria a due volumi e mezzo con portellone.

Con l’arrivo del Terzo Millennio, l’offerta delle berline Volvo diventò più moderna, con linee più morbide e tondeggianti, una tendenza portata avanti dalla prima ammiraglia di casa, la S80 del 1998. Con l’approdo di Volvo nel Gruppo Geely nel 2010, infine, le berline della Casa ottennero una seconda giovinezza, con la nuova S60 che conquistò diversi clienti e una gamma totalmente rinnovata arrivata a cavallo tra il 2016 e il 2018, con le nuove S60 ed S90. Oggi, sul mercato italiano è proposta unicamente la S60, berlina a tre volumi dallo stile sportivo che rivaleggia con BMW Serie 3, Audi A4 e Mercedes-Benz Classe C.

Scopriamo allora modelli, motori e versioni della berlina Volvo.

Segni particolari delle Volvo berlina

  • Da sempre caratterizzate da linee molto squadrate e rigorose, le berline Volvo diventarono più morbide nel 1998, con l’arrivo dell’ammiraglia S80.
  • La S80 di seconda generazione, prodotta tra il 2006 e il 2016, è stata prodotta anche con un raffinato 4.4 V8 aspirato in posizione trasversale, sviluppato in collaborazione con la giapponese Yamaha.
  • Tra il 2015 e il 2018, Volvo ha prodotto una versione molto particolare della berlina S60, la Cross Country: sulla tre volumi di Goteborg è aggiunta l’estetica da SUV e l’altezza da terra maggiorata delle mitiche XC70.

Modelli Volvo berlina

Come anticipato nell’introduzione, ad oggi la gamma di modelli di Volvo berlina offerti sul mercato italiano è oggi rappresentata dalla sola S60, lanciata nel 2018 e affiancata dalla sua sorella familiare, la V60. La S90, infatti, è stata proposta in Italia fino al 2023 ottenendo vendite piuttosto contenute. Del resto, almeno in Italia le berline Volvo sono state sempre molto rare, con il grande pubblico che ha privilegiato l’offerta di station wagon prima e dei gettonatissimi SUV poi, con le piccole XC40 ed XC60 diventate delle preferite degli automobilisti europei e italiani. Nonostante questo, negli anni Volvo ha prodotto diverse berline molto particolari, come la S80 con motore 4.4 V8 aspirato a benzina sviluppato da Yamaha, le sportive S60 R, S60 Polestar e 850 T5-R o la berlina rialzata S60 Cross Country, ispirata alla mitica XC70.

Dopo l’addio alla S90, grande berlina prodotta in Cina per il mercato europeo, la Casa di Goteborg ha concentrato le sue forze su una sola rappresentante dei suoi modelli di berlina Volvo, la S60 di terza generazione. Dopo la S60 di prima generazione, versione berlina della V70, e la successiva S60, modello posizionato un gradino sotto la S80 e caratterizzato da una impostazione più sportiva e dinamica. Dopo l’apprezzata prima generazione, proposta anche in versione familiare V60, nel 2018 Volvo aggiorna anche la sua berlina più compatta, introducendo l’inedita seconda serie della S60.

La S/V60 arriva dopo l’aggiornamento estetico e tecnologico dei principali modelli della Casa, ovvero il crossover medio XC60, l’ammiraglia S/V90, erede di S80 e V70, e il SUV full-size XC90, prima esponente della nuova cifra stilistica della Casa svedese.

Già dalla vista frontale, infatti, la seconda generazione della S60 è dotata del nuovo muso Volvo, con una calandra ottagonale stretta e allargata “tagliata” dalla classica barra obliqua con al centro il logo Volvo. Ai lati della calandra, poi, troviamo gli apprezzati gruppi ottici a LED con firma luminosa a “martello di Thor”, un rimando piuttosto chiaro alla tradizione vichinga del costruttore scandinavo.

Il lungo cofano porta poi alla vista laterale, che non nasconde le dimensioni di una berlina di taglia medio-grande (è lunga 4,78 metri). Spiccano le fiancate movimentate da una vistosa nervatura nella parte inferiore e i passaruota posteriori piuttosto bombati, mentre il lunotto molto inclinato della precedente S60 diventa ancora più accentuato sulla seconda generazione, con delle proporzioni quasi da berlina-coupé. Il posteriore, invece, è piuttosto originale, con un terzo volume decisamente accentuato e una coda dominata dai grandi gruppi ottici a E dotati di un elemento superiore che arriva quasi a toccare l’alloggiamento centrale della targa.

Salendo a bordo, invece, la Volvo S60 riprende l’impostazione minimale e tecnologica delle altre Volvo coeve. Realizzati con materiali di ottima qualità e con accoppiamenti cromatici molto eleganti, gli interni della S60 sono caratterizzati da una consolle centrale dominata da un grande schermo touch da 9 pollici, con sistema operativo basato su Android e dotato di un’interfaccia pulita, semplice e piuttosto chiara da utilizzare. Dotato di Apple CarPlay, il sistema è sorprendentemente privo di Android Auto, offrendo però tutte le app dell’ecosistema Google installate sul sistema Android Automotive di base. Originale, poi, la scelta di dotare il sistema di un tasto Home fisico, un po’ come sugli iPhone di qualche anno fa, rendendo più intuitivo l’utilizzo del sistema.

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Il display integra anche i comandi del clima, mentre ai lati troviamo delle grandi bocchette d’aerazione e, più in basso, alcuni comandi fisici come il rotore per la gestione del volume. Sul generoso tunnel centrale trovano poi posto la leva del cambio, di tipo tradizionale, e il tasto d’accensione, mentre dietro al volante troviamo di serie un quadro strumenti digitale da 12,3 pollici. Per il resto, gli interni dell’attuale rappresentante dei modelli di berlina Volvo in Italia ha tanto spazio per i passeggeri anteriori, mentre dietro i più alti non hanno troppo spazio per la testa. Il bagagliaio, infine, ospita 442 litri di capacità, che diventano 390 per le versioni Plug-In Hybrid.

Motori Volvo berlina

A livello di meccanica e motori, la berlina Volvo S60 è infatti proposta sul mercato italiano con una gamma interamente elettrificata, formata da propulsori Mild Hybrid e ibridi Plug-In. Facendo invece un passo indietro, la S60 è realizzata sul pianale modulare SPA, introdotto con la XC90 di seconda generazione e utilizzata da tutti i modelli di grandi dimensioni della Casa svedese, proprio a partire dalla coppia S/V60 come vettura più compatta ad utilizzare questo pianale. Caratterizzata da un layout a motore anteriore trasversale e trazione anteriore o integrale, la S60 può contare su sospensioni piuttosto raffinate, con un anteriore a doppio braccio oscillante e un raffinato Multilink al posteriore.

Per quanto riguarda i motori, invece, la S60 è stata proposta sul mercato italiano solamente con motori a benzina “puri” ed elettrificati, lasciando i Diesel alla cugina V60. Nei primi anni, infatti, la S60 è stata proposta con motorizzazioni 2.0 turbobenzina benzina senza parte ibrida, nello specifico la T4 da 190 CV e la T5 da 250 CV, quest’ultima anche con trazione integrale AWD. Oggi, invece, la gamma della S60 è formata da due motorizzazioni Mild Hybrid, la B4 e la B5, e la top di gamma T8 Recharge ibrida Plug-In. Tutte e tre le versioni sono spinte dal 2.0 quattro cilindri turbobenzina modulare della famiglia DrivE “VEA”, che differiscono per alcuni dettagli tecnici.

Il motore d’accesso, il B4, è dotato di un singolo turbocompressore, per una potenza di 197 CV e 300 Nm di coppia. A dargli una mano ci pensa un piccolo motore elettrico da 14 CV e 40 Nm, mentre il cambio è automatico a 7 rapporti con convertitore di coppia. Le prestazioni sono piuttosto vivaci (0-100 km/h in 7,6 secondi), al netto di un peso a vuoto di poco meno di 1.600 kg. Per chi cerca più spinta, invece, è disponibile la T5 AWD, dotata dello stesso motore 2.0 quattro cilindri turbo, in questo caso portato a 250 CV e 350 Nm. Il motore elettrico rimane da 14 CV, mentre il cambio guadagna un rapporto, diventando un 8 marce sempre con convertitore di coppia. La T5 è poi dotata di serie di trazione integrale AWD (la T4 è a trazione anteriore), per un’accelerazione 0-100 km/h coperta in 6,5 secondi.

Al top della gamma, infine, troviamo la T8 Recharge, l’ibrida Plug-In spinta dalla versione più raffinata del 2.0 quattro cilindri VEA. Sotto il cofano, infatti, il 2.0 litri ha una sovralimentazione di tipo TwinCharge: al turbocompressore, infatti, si affianca un compressore volumetrico per eliminare il classico turbo lag dei motori turbocompressi più spinti. Con questa configurazione, il 2.0 sale a 317 CV e 400 Nm, e spinge le ruote anteriori attraverso un cambio automatico a 8 marce. Al posteriore, invece, c’è un motore elettrico che regala all’auto la trazione integrale “virtuale”.

Dal 2022, poi, al posto del “vecchio” motore elettrico da 87 CV troviamo uno più potente, da 143 CV e 309 Nm, che porta la potenza totale a 455 CV, per prestazioni da sportiva (0-100 km/h in 4,6 secondi). Ad alimentare il motore elettrico ci pensa una batteria da 11,6 kWh, che garantisce un’autonomia a zero emissioni di ben 90 km nel ciclo misto WLTP. Tutte le Volvo S60, infine, sono autolimitate a 180 km/h. Questi sono, nel dettaglio, i motori della berlina Volvo S60:

Versione Motore Potenza Trazione Cambio
B4 2.0 quattro cilindri turbobenzina Mild Hybrid 197 CV Anteriore Automatico a 7 marce
B5 AWD 2.0 quattro cilindri turbobenzina Mild Hybrid 250 CV Integrale Automatico a 8 marce
T8 AWD 2.0 quattro cilindri turbobenzina + motore elettrico Plug-In Hybrid 455 CV Integrale Automatico a 8 marce

Versioni Volvo berlina

Arriviamo così alle versioni della berlina Volvo, con la S60 che per il mercato italiano è proposta in tre allestimenti: Core, Plus e il top di gamma Ultimate. Già la versione Core ha una dotazione decisamente ricca, con di serie fari full LED, sistema di infotainment da 9 pollici con Apple CarPlay (ma non Android Auto), ricarica wireless per il cellulare, clima bizona, radio DAB, fari Full LED, sedili anteriori elettrici, cerchi in lega da 17 pollici, il quadro strumenti digitale da 12,3 pollici, i sensori di parcheggio posteriori con retrocamera e tutta la suite di sistemi di sicurezza Volvo, per la quale la Casa di Goteborg è famosa in tutto il mondo.

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Di serie, infatti, troviamo il Cruise Control, il sistema di allerta di stanchezza del conducente, il mantenitore di corsia, l’accesso e l’accensione keyless, il riconoscimento dei segnali stradali e il sistema di sollevamento automatico del cofano in caso di investimento di un pedone.

L’allestimento Plus, invece, aggiunge sedili in pelle, sensori di parcheggio anteriori, cerchi in lega da 18 pollici neri e finiture esterne nere. Al top della gamma troviamo la ricca Ultimate, che aggiunge di serie l’impianto audio Harman Kardon da 14 altoparlanti e 600 W, Cruise Control Adattivo con mantenitore attivo di corsia, l’Head-Up Display, il monitoraggio dell’angolo cieco, gli abbaglianti automatici, il tetto apribile in cristallo e il clima automatico quadrizona.

Non è più importata in Italia, invece, la versione Polestar Engineered, che aggiunge alla T8 Recharge una caratterizzazione tecnica, estetica e prestazionale curata dal brand gemello di Volvo, che fino agli anni ’10 rappresentava quello che la divisione M è per BMW. La versione Polestar Engineered, basata sulla versione precedente della Plug-In svedese, per ottenere una guida più dinamica e coinvolgente, si fregia di un impianto frenante maggiorato con pinze color oro, sospensioni regolabili meccanicamente della specialista Ohlins e anche una barra duomi regolabile, oltre ad una taratura più aggressiva del sistema ibrido Plug-In da 420 CV della tre volumi scandinava.