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Volkswagen Golf Cabrio

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Volkswagen Golf Cabriolet in sintesi

Qui trovi una panoramica generale dell’auto Volkswagen Golf Cabriolet inclusi i dati relativi alle caratteristiche principali, alla motorizzazione, all’equipaggiamento e altre informazioni utili relative al modello dell’auto. Leggi di più

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Volkswagen Golf Cabrio: storia, modelli, versioni e motori

Spesso si pensa alle automobili tedesche come a vetture razionali, versatili e con la praticità sempre in mente. In realtà, i costruttori tedeschi affiancano da sempre alle loro auto più tradizionali proposte più originali e fuori dagli schemi, come la Volkswagen Golf Cabrio di cui parliamo oggi. La presenza di una cabriolet nella gamma di modelli Volkswagen è ormai proverbiale, in quanto già il mitico Maggiolino fu proposto, dal 1949, in versione Cabriolet realizzata dalla carrozzeria tedesca Karmann. L’adozione del tetto in tela apribile permise al Maggiolino, nato in tempi austeri e con l’obiettivo di motorizzare la Germania, di diventare qualcosa di più, guadagnando sempre più simpatia e affetto in tutto il mondo grazie, anche, al suo iconico stile disegnato da Ferdinand Porsche. Il Maggiolino Cabrio, prodotto fino al 1980, non fu l’unica automobile cabrio realizzata sulla piattaforma del Maggiolino. Nel Secondo Dopoguerra, infatti, Volkswagen scoprì quanto il semplice pianale del Kafer, con motore boxer raffreddato ad aria e a trazione posteriore, fosse perfetto come base per creare molti modelli, tutti estremamente diversi tra loro. Leggi di più

Modelli alternativi

Nacque così nel 1949 il Volkswagen Transporter o “Bulli”, il mitico furgone diventato tra i veicoli più famosi al mondo, e nel 1955 la bellissima Karmann-Ghia, una coupé o cabriolet disegnata dall’italiana Ghia e costruita dalla carrozzeria tedesca Karmann. A lei si aggiunse, nel 1969, la folle Typ 181, nota in Italia come Pescaccia, un fuoristrada leggero con carrozzeria completamente apribile e uno stile totalmente fuori dagli schemi. Alla produzione derivata dal Maggiolino, invece, nel 1974 si affiancò la nuova Golf, erede del Maggiolino nonostante fosse completamente diversa a livello estetico, tecnico e meccanico.

La prima generazione, disegnata dall’italiano Giorgetto Giugiaro, è stata lanciata nel 1979: dotata di un vistoso rollbar centrale e assemblata da Karmann, ottenne un grande successo, permettendo al segmento delle piccole cabrio di rinascere e proliferare nei decenni successivi. Dopo tre generazioni, a causa del calo del mercato delle scoperte la Golf Cabriolet è stata accantonata nel 2002, sostituita nel 2006 dalla più moderna coupé-cabriolet Eos.

Dopo le difficoltà di quest’ultima, però, la Golf Cabrio è tornata a sorpresa nel 2011 in sostituzione della Eos, riportando il tetto apribile in tela. Venduta sul mercato italiano fino al 2014, è ad oggi l’ultima Golf Cabrio prodotta, sostituita dalla a dir poco originale T-Roc Cabriolet.

Scopriamo allora modelli, motori e versioni della Volkswagen Golf Cabrio.

Segni particolari della Volkswagen Golf Cabrio

  • Alla rinata Golf Cabrio di sesta generazione, nata nel 2012, Volkswagen ha affiancato il rinnovato Maggiolino in versione Cabriolet nello stesso anno.
  • La Golf Cabrio di seconda generazione non è mai stata: la Golf Cabrio I è stata infatti prodotta fino al 1993, venendo aggiornata per riprendere lo stile esterno della Mk2 lanciata nel 1983. La stessa cosa è successa con la Golf Cabrio MkIV: la versione cabriolet della quarta serie è ancora basata sulla Golf Cabrio III, alla quale è stato cambiato il frontale e il posteriore.
  • La Golf Cabrio VI è stata l’unica ad essere proposta anche nella versione sportiva GTI, con motore 2.0 TSI da 211 CV, e in versione R (solo per alcuni mercati). Quest’ultima, rispetto alla Golf R “normale”, non aveva la trazione integrale, condividendo il 2.0 da 265 CV con la coeva Scirocco R.

Modelli Volkswagen Golf Cabrio

Come detto in apertura, fino alla quarta generazione della compatta media tedesca è stata proposta la versione scoperta con tetto retrattile in tela. Dopo la Mk4, la storia dei modelli della Volkswagen Golf Cabrio si è interrotta, complice il successo della coeva New Beetle Cabriolet lanciata nel 1998.

Rispetto alla coeva Golf IV Cabrio, poi, la New Beetle aveva un vantaggio enorme: l’assenza del vistoso (e non bellissimo) rollbar centrale, immancabile caratteristica estetica della Golf Cabrio fin dal suo debutto, nel 1979. Già la prima generazione, lanciata nel 1979 sulla base della Golf I del 1974, affiancava alle linee squadrate della Golf tradizionale di Giugiaro un tetto in tela e la vistosa barra anti-ribaltamento. Nonostante la seconda serie della Golf, la Mk2, sia arrivata nel 1983, la versione Cabrio non è stata sostituita. La prima Golf I del 1974 è stata infatti prodotta in versione Cabriolet fino al 1994, venendo solamente adattata nel suo stile alla nuova Golf II. Così, nel 1994, Volkswagen ha rinnovato completamente la variante cabrio, lanciando la nuova Golf Cabriolet sulla base della terza serie.

Prodotta fino al 1998, con l’arrivo dell’apprezzata Mk4 Volkswagen ha rispolverato la “vecchia” ricetta utilizzata con la scoperta della seconda serie. La terza generazione è stata quindi pesantemente rivista a livello estetico sia all’interno che all’esterno, adottando il frontale e il posteriore della Golf IV. Nota agli appassionati come la Golf Cabrio Mk3.5, questo "Frankenstein" non adottava i motori più potenti della gamma della Mk4, e anche la plancia ricorda quella della vecchia Golf III. La storia della Golf Cabrio IV è stata però breve: a causa del successo della rivale interna New Beetle Cabrio e all’ormai anacronistico rollbar centrale, Volkswagen ha interrotto la produzione della Golf IV Cabrio nel 2002, lasciando spazio alla già citata New Beetle nonché, nel 2005, all’inedita Eos, coupé-cabriolet realizzata sul pianale della Golf V.

Nonostante la Eos fosse a tutti gli effetti l’erede spirituale della famiglia Golf Cabriolet, nel 2011 la Casa di Wolfsburg ha deciso, con la Eos ancora in gamma, di reintrodurre la Golf Cabrio. In più, l’ultima erede dei modelli di Volkswagen Golf Cabrio ha segnato anche il ritorno della capote ripiegabile in tela, contrapponendosi così al tetto rigido retrattile della Eos. A livello estetico, invece, la nuova Golf Cabrio riprende sia il frontale che il posteriore della coeva Golf VI: il frontale è caratterizzato dal classico sguardo della Mk6, con la calandra anteriore orizzontale che collega i grandi fari ovali.

Rispetto alla “normale” Golf spicca il parabrezza più inclinato, mentre la lunghezza arriva a toccare i 4,25 metri, circa 5 cm in più rispetto alla versione a due volumi. Lateralmente si fa, ovviamente, notare il tetto apribile in tela, dotato di una linea morbida ed elegante e caratterizzato da una velocità di apertura davvero notevole: in soli 9,5 secondi, infatti, il sistema elettro-idraulico è in grado di ripiegare il tetto dietro i sedili posteriori, garantendo ai quattro occupanti la possibilità di godersi la guida en plein air.

Il posteriore riprende i gruppi ottici delle Golf VI più sportive come la GTI o la GTD, condividendo con queste la firma luminosa a LED e la finitura brunita della lente. Per il resto, il disegno è del tutto simile a quello delle altre Golf, cambiando ovviamente sopra la linea dei finestrini, caratterizzata dalla presenza della capote in tela. All’interno, invece, le differenze sono minime rispetto ad una Golf VI “chiusa”. Troviamo anche sulla Cabrio uno stile semplice e razionale, forse un po’ austero e fin troppo serioso per una scoperta ma realizzato con cura e con materiali di ottima qualità.

Il comando per aprire la capote è alla base del bracciolo centrale, con al suo fianco un pulsante che permette di abbassare tutti i finestrini contemporaneamente. La posizione di guida è distesa e comoda, e davanti si sta bene. Dietro, il divano è un po’ stretto a causa della presenza, sui lati, dei meccanismi del tetto, mentre il bagagliaio ha una capacità di 250 litri.

Motori Volkswagen Golf Cabrio

A livello di meccanica e motori, la Volkswagen Golf Cabrio VI segna un deciso taglio con il passato più recente, uniformandosi alla cugina Eos rispetto alle “vecchie” Golf Cabrio. Se, infatti, la prima Golf Cabrio è stata proposta con l’intera gamma a benzina della mitica Golf I, compresi i motori delle versioni GTI (rinominate “GLI” e dotate di una caratterizzazione tecnica meno sportiva), le successive varianti Cabrio hanno preferito rimanere piuttosto tranquille. Emblematica la Golf IV Cabrio, che adottò i propulsori della “vecchia” Golf III su cui era ancora basata, senza adottare i nuovi motori TDI né i moderni quattro cilindri a 20v.

Dopo la Eos, poi, nel 2012 è arrivata sul mercato la nuova Golf Cabriolet, realizzata sulla piattaforma della sesta generazione (sostituita un anno dopo dalla nuova Golf VII). Con la Golf VI condivideva l’intera meccanica, derivata dalla precedente Golf V, nonché la gamma motori, per la prima volta formata esclusivamente da motori turbocompressi. Alla base dell’offerta troviamo il piccolo 1.2 TSI, un quattro cilindri turbo da 105 CV e 175 Nm, disponibile con cambio manuale a 6 marce e, nonostante il peso maggiorato rispetto alla Golf a due volumi (la 1.2 TSI pesa poco più di 1.400 kg in ordine di marcia), ha prestazioni più che sufficienti (0-100 km/h in 11,7 secondi). Per chi cerca più brio è possibile optare per la coppia di 1.4 TSI. Nella sua versione “base”, il 1.4 quattro cilindri turbo ha 122 CV e 200 Nm, disponibile anche con cambio automatico DSG doppia frizione a 7 marce.

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Il 1.4 TSI più potente è il noto “TwinCharger” di Volkswagen, dotato sia di turbo che di compressore volumetrico, per una potenza di 160 CV e 240 Nm. Nutrita è poi la proposta a gasolio, con due motori disponibili in Italia per la scoperta tedesca. Il motore Diesel d’accesso è il 1.6 TDI quattro cilindri turbodiesel da 105 CV e 250 Nm, accoppiato al cambio manuale a 5 marce, mentre per chi cerca più spunto è possibile optare per il classico 2.0 TDI da 140 CV, con cambio manuale a 6 marce o automatico DSG a 7 rapporti. Al top della gamma motori della Volkswagen Golf Cabriolet, però, troviamo la prima Golf Cabrio GTI della storia. Basata sulla Golf GTI VI, condivide con questa il 2.0 TSI da 211 CV e 280 Nm di coppia, disponibile sia con cambio manuale che automatico DSG.

Nonostante il peso non contenuto (siamo oltre quota 1.500 kg), la Golf Cabrio GTI ha prestazioni di tutto rispetto, con un’accelerazione 0-100 km/h coperta in 7,3 secondi e una velocità massima di 237 km/h. Per alcuni mercati, infine, è stata proposta anche la potentissima variante R, l’unica che differisce dalla Golf di partenza. Non in listino in Italia, la Golf R Cabrio rinuncia alla trazione integrale, adottando sostanzialmente il powertrain della cugina Scirocco R: sotto il cofano, quindi, troviamo il 2.0 TSI da 265 CV e 350 Nm, con trazione anteriore e cambio DSG a 6 marce. Questi sono, ricapitolando, i motori della Volkswagen Golf Cabrio di sesta generazione disponibili in Italia:

Versione Motore Potenza Trazione Cambio
1.2 TSI 1.2 quattro cilindri turbobenzina 105 CV Anteriore Manuale a 6 marce
1.4 TSI 1.4 quattro cilindri turbobenzina 122 CV Anteriore Manuale a 6 marce o automatico DSG a 7 marce
1.4 TSI 1.4 quattro cilindri turbo + compressore volumetrico benzina 160 CV Anteriore Manuale a 6 marce o automatico DSG a 7 marce
2.0 TSI GTI 2.0 quattro cilindri turbobenzina 211 CV Anteriore Manuale a 6 marce o automatico DSG a 7 marce
1.6 TDI 1.6 quattro cilindri turbodiesel 105 CV Anteriore Manuale a 5 marce
2.0 TDI 2.0 quattro cilindri turbodiesel 140 CV Anteriore Manuale a 6 marce o automatico DSG a 7 marce

Versioni Volkswagen Golf Cabrio

Arriviamo allora alle versioni delle Volkswagen Golf Cabrio, con le già citate “modifiche estetiche” della seconda e della quarta generazione che rappresentano una delle caratteristiche più peculiari nella storia del modello. La prima generazione, ad esempio, è stata proposta con diversi allestimenti, dalla ricca GLS alla top di gamma GLI, versione sportiva con il motore 1.6 da 110 CV della mitica GTI. La Golf I Cabrio è stata prodotta senza grandi modifiche fino al 1987, quando sia il frontale che il posteriore sono stati adattati alla nuova Golf II. Il frontale, ad esempio, ha accolto un muso con quattro fari tondi, mentre all’interno la plancia ha adottato alcune novità riprese dalla Golf II.

La stessa cosa è successa nel 1998, quando la Golf III Cabrio, realizzata sulla base della terza serie, è stata modificata nella carrozzeria per riprendere lo stile della Golf IV. La Golf Cabrio Mk3.5 adotta così l’iconico frontale della quarta serie, e in coda il portellone e il paraurti riprende quello della Mk4. I fari, però, hanno ancora la finitura brunita della Golf III, andando a “tradire” la derivazione dal precedente modello, mentre all’interno la principale differenza è l’adozione del nuovo quadro strumenti e di una finitura sulla plancia “a pelle di squalo”, mentre il design e i comandi sono ancora di origine Golf III.

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Infine, le versioni della Volkswagen Golf Cabrio di sesta serie sono sorprendentemente poche. Al contrario della normale Golf VI, infatti, la Cabriolet è disponibile con un solo allestimento, che integra di serie i fari fendinebbia, sette Airbag, cerchi in lega e i fari posteriori a LED, nonché una generosa dotazione di sicurezza dove spicca la presenza del roll-bar ad attivazione automatica, che sostituisce il “vecchio” roll-bar a vista delle vecchie Golf Cabrio.

Valutazioni sul veicolo per Volkswagen Golf Cabriolet

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