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Volkswagen citycar

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volkswagen lupo gti
Waarom het slim is om de elektrische Volkswagen ID.1 toch Up! te noemen

Volkswagen citycar: storia, modelli, versioni e motori

Già il nome lo dice chiaramente: fin dalla sua genesi, Volkswagen si è occupata di produrre auto per il popolo, “volkswagen” appunto in tedesco. Dopo il successo planetario del Maggiolino, che dal 1948 al 2003, e della Golf, lanciata nel 1974 e diventata la perfetta erede del Kafer, la Casa di Wolfsburg ha debuttato tardi nel mondo delle superutilitarie. Per via, infatti, delle dimensioni compatte della piccola Polo, le citycar Volkswagen non sono arrivate fino al 1998, anno di debutto della prima segmento A della Casa tedesca, la Lupo. Per via della crescita sempre maggiore delle dimensioni della Golf e della sorella minore, la Polo, unito al successo delle citycar come la “nostra” FIAT Panda e tutte le rivali dirette, infatti, alla fine degli anni ’90 Volkswagen decise di lanciarsi in questo segmento per lei inedito, lanciando la sua prima, vera citycar. Leggi di più

Realizzata sul pianale della più grande Polo, adattato e adeguato alle richieste di una piccola da città, la Lupo si è fissata l’obiettivo di portare la qualità costruttiva e la tecnologia delle sorelle maggiori VW in un mercato affollato come quello delle citycar ma ancora privo di proposte più curate e dotate.

Nonostante le ottime credenziali, però, le dimensioni fin troppo compatte e il prezzo più alto rispetto alla concorrenza portarono Volkswagen a decidere di pensionare anticipatamente la Lupo nel giugno del 2005. Al suo posto, la Casa tedesca ha puntato su un’auto completamente diversa per provenienza, ricetta e target, la Fox. Prodotta fino al 2011, la tre porte erede della Lupo è infatti un’auto progettata dalla filiale brasiliana della Casa con l’obiettivo di essere robusta, economica e versatile, senza puntare a quella ricercatezza della progenitrice.

Nonostante la ricetta completamente diversa, la Fox ha continuato a non ottenere i risultati sperati, venendo pensionata senza troppi ripensamenti nel 2011. Per sostituirla, alla terza occasione Volkswagen ha sviluppato una piattaforma dedicata a produrre quella che, secondo la Casa, la citycar perfetta: la up!. Prodotta fino al 2023, la up! dopo un’iniziale scetticismo si è fatta apprezzare come una superutilitaria razionale, spaziosa e funzionale, con diversi motori termici, anche turbo, e in variante elettrica.

Scopriamo quindi modelli, motori e versioni delle citycar Volkswagen.

Segni particolari delle citycar Volkswagen

  • La Fox, erede della Lupo e prodotta tra il 2005 e il 2011, è l’unica citycar Volkswagen a non essere stata prodotta in Europa: era infatti assemblata a Sao Bernardo do Campo, in Brasile, anche per il mercato europeo.
  • Il nome “Lupo” della prima citycar Volkswagen è dedicato alla città di Wolfsburg dove Volkswagen ha la sua sede: in tedesco, infatti, Wolf significa proprio Lupo.
  • La up! è stata prodotta anche da altri due marchi del Gruppo Volkswagen, formando il trio figlio del progetto NSF, New Small Family: sono la SEAT Mii e la Skoda Citigo.

Modelli Volkswagen citycar

Come detto nella sezione dedicata alla storia, la necessità di creare una famiglia di modelli di citycar Volkswagen è nata negli anni ’90. La piccola Polo, dalla fine degli anni ’70 modello d’accesso della Casa tedesca, è infatti cresciuta a livello di dimensioni, contenuti e posizionamento, così come la Golf, che dal 1992 ha superato il muro dei quattro metri. Visto, poi, il successo negli anni ’90 delle piccole utilitarie di segmento A, il costruttore tedesco ha deciso di lanciare un inedito modello posizionato sotto la Polo, capace di diventare la porta d’accesso alla gamma VW, la Lupo. Scopriamo quindi i modelli delle citycar Volkswagen:

  • Volkswagen Lupo
  • Volkswagen Fox
  • Volkswagen up!

Partiamo dalla prima citycar della Casa, la Lupo. Lanciata alla fine del 1998, la Lupo è caratterizzata da dimensioni davvero contenute, con 3,52 metri di lunghezza e uno stile ispirato alle sorelle maggiori, soprattutto alla coeva Polo. Le proporzioni, poi, sono squadrate e con grandi superfici vetrate, con un frontale riconoscibile con una calandra ripresa dalle sorelle maggiori e una coppia di fari tondi che ne caratterizzano il muso. Lateralmente spicca il corpo vettura davvero “tascabile”, con uno sbalzo posteriore ridottissimo. Al posteriore, invece, troviamo una coda tronca con elementi tondeggianti, fari squadrati e dettagli come la maniglia orizzontale ispirata alla Golf IV. Salendo a bordo, gli interni della Volkswagen Lupo sono molto curati per la categoria, con un’impostazione matura e molto più simile a vetture di categoria superiore. La dotazione, poi, è ottima, la posizione di guida è piuttosto distesa (anche se dietro c’è ben poco spazio per le persone e il bagagliaio ospita 130 litri) e il quadro strumenti ispirato alla sportiva Audi TT.

Dopo un successo solo discreto, la Lupo è stata accantonata nel 2005, venendo sostituita da un’auto completamente diversa per concezione e posizionamento, la Fox. A livello dimensionale, la Fox è più grande di oltre 30 cm rispetto alla Lupo, arrivando a 3,83 metri, ed è stata proposta in Italia solamente con carrozzeria a tre porte. Lo stile, molto semplice e tondeggiante, e l’altezza da terra superiore alla media fa capire la sua origine: è infatti realizzata e sviluppata dalla Volkswagen do Brasil, filiale sudamericana della Casa tedesca e pensata per appetire ai giovani sul mercato latino.

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Se, da fuori, il frontale è caratterizzato da una calandra a mezzaluna con il logo VW al centro e fari piuttosto allungati, come la precedente Lupo ha grandi superfici vetrate, e condivide le forme tondeggianti con le Volkswagen del tempo. Grazie alle dimensioni superiori, il bagagliaio è ben più grande, con 260 litri di capacità, mentre l’abitacolo offriva, nonostante le sole tre porte, una abitabilità non troppo distante dalla più grande Polo. La plancia, invece, tradisce l’origine sudamericana del progetto: le plastiche, i comandi, il quadro strumenti e la dotazione sono più poveri di quanto ci si possa aspettare. Convince, invece, la presenza di tanti vani portaoggetti, che in parte sopperiscono all’ambiente più spartano.

Prodotta fino al 2011, nuovamente senza avere un grande riscontro di vendite, per la sua terza (e ad oggi ultima) citycar Volkswagen ha deciso di fare le cose per bene. Per la nuova compatta, la Casa di Wolfsburg ha infatti realizzato un pianale ad hoc e un intero progetto, chiamato NSF (New Small Family) per creare la citycar ideale. Il frutto di questo lavoro è la up!, lanciata nel 2011 e nata per rivaleggiare contro la regina del segmento, la nostra FIAT Panda. Rispetto alle progenitrici, la up! non vuole “scimmiottare” le VW più grandi, ma è anzi dotata di un look personale e riconoscibile. Il frontale, molto simpatico nella prima versione e più aggressivo con il restyling del 2016, è caratterizzato da grandi fari trapezoidali e da un corto sbalzo anteriore.

Rimangono le ampie superfici vetrate, con un vetro posteriore ascendente, mentre dietro le linee sono davvero squadrate, volte a massimizzare ogni centimetro dei 354 disponibili. Molto particolare anche la scelta di un portellone posteriore in cristallo, con fari molto grandi ai lati. Salendo a bordo, la piccola up! stupisce per un’abitabilità da auto di categoria superiore davanti, lo spazio sufficiente per due persone dietro e un bagagliaio da ben 251 litri. Salendo a bordo, lo stile è nuovamente originale, con una plancia caratterizzata da inserti colorati, materiali rigidi ma ben assemblati e una dotazione che, sulle versioni più ricche, offrono anche clima automatico, Cruise Control e, dopo il 2016, un comodo supporto per il telefono. Curata l’ergonomia, soprattutto dopo il restyling del 2016 che ha corretto la presenza del comando per abbassare il finestrino lato passeggero solo sulla portiera destra.

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Motori Volkswagen citycar

Arriviamo così alla meccanica e ai motori delle citycar Volkswagen, caratterizzate da tre approcci completamente diversi. Come si vede anche dall’estetica, infatti, ognuna delle tre piccole di Wolfsburg è caratterizzata da un’impostazione differente dalle altre, partendo proprio dalla Lupo. Come accennato prima, la Lupo è realizzata a partire dal pianale della Polo Mk3, lanciata nel 1994 e caratterizzata da dimensioni ancora piuttosto compatte.

Sul pianale della sorella maggiore, accorciato e rimaneggiato, la Lupo ha utilizzato motori nuovamente di derivazione Polo, sia a benzina che a gasolio. Sul piano dei motori a benzina, alla base della gamma troviamo il 1.0 quattro cilindri aspirato da 50 CV (fino al 1999 di origine Skoda e poi sostituito dal 1.0 già visto sulla Polo), molto tranquillo e accoppiato ad un semplice cambio manuale a 5 marce. Per chi cercava più prestazioni, è proposto un più grande 1.4, sempre a quattro cilindri, disponibile con testata a 8 valvole e 60 CV o a 16 valvole, per una potenza di 75 CV. Dal 1999, poi, è arrivato un più vivace 1.4 16v con potenza portata a 101 CV, sostituito poi nel 2002 dalla Lupo 1.4 FSI, la prima Volkswagen ad adottare un motore benzina ad iniezione diretta, con 105 CV e prestazioni molto vivaci.

A spiccare è però la versione sportiva, la Lupo GTI. Dotata del 1.6 quattro cilindri bialbero da 125 CV, sospensioni ribassate, freni maggiorati, stile dedicato, dotazione molto ricca e, dal 2001, cambio a 5 marce, la più piccola GTI scattava da 0 a 100 km/h in 8,3 secondi, e oggi è un vero oggetto di culto. Altra versione molto ricercata è la folle 1.2 TDI 3L, dotata del motore Diesel più piccolo della gamma: questo piccolissimo tre cilindri turbodiesel da 61 CV, accoppiato ad un cambio manuale robotizzato a 5 marce, è caratterizzata da una riduzione maniacale del peso, ottenuta anche utilizzando componenti in magnesio, per ottenere, come lascia intendere il nome, un consumo medio di 3 litri per 100 km, ovvero oltre 33 km/l. Gli altri due motori a gasolio sono il 1.7 SDI, un quattro cilindri aspirato da 60 CV, e il più vivace 1.4 TDI, un tre cilindri derivato dal noto 1.9 TDI e dotato di 75 CV.

Passando, invece, alla Fox, guardando meglio la meccanica e i motori della citycar Volkswagen erede della Lupo si vede una ricetta totalmente opposta. Se la Lupo è infatti un’auto piccola raffinata e tecnologica, la Fox è nata per garantire robustezza sulle butterate strade sudamericane. Per questo, l’altezza da terra è superiore alla media, e gli ammortizzatori sono pensati per sopportare sporadiche avventure lontano dall’asfalto. Per quanto riguarda i motori, invece, alla base della gamma troviamo un 1.2 tre cilindri aspirato di origine Skoda da 54 CV, al quale si affianca il noto 1.4 16v da 75 CV a quattro cilindri come propulsore a benzina più potente, disponibile anche con doppia alimentazione benzina-GPL. Per chi vuole consumi inferiori, invece, c’è anche un motore Diesel, il 1.4 TDI tre cilindri turbodiesel da 75 CV.

Passiamo così alla up!, realizzata su una piattaforma dedicata e proposta con un solo motore declinato in diverse varianti di potenza e alimentazione. Sotto il cofano della up!, caratterizzata da un peso molto leggero, troviamo infatti il 1.0 tre cilindri EA211: al lancio, questo tre cilindri in linea è disponibile in due livelli di potenza, 60 e 75 CV, con la versione meno potente passata a 65 CV nel 2020 e diventato l’unico motore proposto nell’ultima parte di carriera della piccola segmento A.

Lo stesso 1.0 aspirato è stato poi proposto con alimentazione bifuel benzina-metano: la potenza è di 68 CV, mentre ci sono due bombole da 72 litri, circa 12 kg di metano, che consentono un’autonomia a gas dichiarata di 380 km. Per chi cerca più brio, c’è la versione turbo del tre cilindri, il 1.0 TSI da 90 CV. Al top, infine, troviamo la up! GTI: il 1.0 TSI è portato a 116 CV, e grazie ad un peso inferiore ai 1.000 kg scatta da 0 a 100 km/h in 8,8 secondi e una velocità massima simile ai 200 km/h, per una guidabilità molto simile a quella della prima Golf GTI del 1975.

Infine, a concludere la gamma motori delle citycar Volkswagen c’è la e-up!, la versione elettrica della piccola di Wolfsburg: il motore elettrico che la spinge ha 82 CV e 210 Nm di coppia, alimentato, dal debutto del 2013 al 2019, da una piccola batteria da 16,4 kWh, che ha un’autonomia di 160 km nel ciclo omologativo. Dopo il 2019, invece, la e-up! ha guadagnato quasi il doppio della capacità, con 32,3 kWh, per un’autonomia che sale a 260 km nel ciclo WLTP. Scopriamo, quindi, i motori delle citycar Volkswagen:

Motori Volkswagen citycar

Motori Volkswagen Lupo

Versione Motore Potenza Trazione Cambio
1.0 1.0 quattro cilindri benzina aspirato 50 CV Anteriore Manuale a 5 marce
1.4 1.4 quattro cilindri benzina aspirato 60/75 CV Anteriore Manuale a 5 marce/Automatico a 4 marce (per 1.4 75 CV)
1.4 16v 1.4 quattro cilindri benzina aspirato 100 CV Anteriore Manuale a 5 marce
1.4 FSI 1.4 quattro cilindri benzina aspirato 105 CV Anteriore Manuale a 5 marce
1.6 FSI GTI 1.6 quattro cilindri benzina aspirato 125 CV Anteriore Manuale a 5/6 marce
1.2 TDI 3L 1.2 tre cilindri turbodiesel 61 CV Anteriore Manuale robotizzato a 5 marce
1.4 TDI 1.4 tre cilindri turbodiesel 75 CV Anteriore Manuale a 5 marce
1.7 SDI 1.7 quattro cilindri Diesel aspirato 60 CV Anteriore Manuale a 5 marce

Motori Volkswagen Fox

Versione Motore Potenza Trazione Cambio
1.2 1.2 tre cilindri benzina aspirato 54/60 CV Anteriore Manuale a 5 marce
1.4 1.4 quattro cilindri benzina aspirato 75 CV Anteriore Manuale a 5 marce
1.4 TDI 1.4 tre cilindri turbodiesel 69 CV Anteriore Manuale a 5 marce
1.4 BiFuel G 1.4 quattro cilindri aspirato benzina-GPL 75 CV Anteriore Manuale a 5 marce

Motori Volkswagen up!

Versione Motore Potenza Trazione Cambio/Autonomia WLTP
1.0 MPI 1.0 tre cilindri benzina aspirato 60/65/75 CV Anteriore Manuale a 5 marce o manuale robotizzato a 5 marce
1.0 EcoFuel 1.0 tre cilindri aspirato benzina-metano 68 CV Anteriore Manuale a 5 marce
1.0 TSI 1.0 tre cilindri turbobenzina 90 CV Anteriore Manuale a 5 marce
1.0 TSI GTI 1.0 tre cilindri turbobenzina 116 CV Anteriore Manuale a 6 marce
e-up! Motore elettrico anteriore 82 CV Anteriore 160-260 km

Versioni e prezzi Volkswagen citycar

Concludendo con le versioni e i prezzi delle citycar Volkswagen, partendo dalla Lupo. Proposta nei classici allestimenti dell’epoca della Casa di Wolfsburg, ovvero base, Trendline e Highline, per gli allestimenti più ricchi era disponibile anche una variante Air, caratterizzata dalla presenza dell’aria condizionata, all’epoca ancora una rarità tra le auto così compatte.

Per portarsi a casa una Lupo “normale”, i prezzi partono da meno di 1.000 euro per una 1.0 o una Diesel 1.4 TDI o 1.7 SDI con tanti chilometri. Una 1.4, invece, già in buono stato parte da circa 1.500 euro, con gli esemplari più puliti che arrivano a 3.000 euro. Le rare 1.4 FSI, invece, sono quotate circa 4.500 euro, mentre la rarissima 1.2 TDI 3L, iper-tecnologica e molto delicata, parte da circa 5.000 euro. La Lupo GTI, invece, è già considerata una youngtimer ricercata: per portarsene a casa una, in Italia le quotazioni partono da 7.000 euro e possono superare i 10.000 euro per esemplari perfetti.

Passando, invece, alla Fox, come abbiamo accennato in precedenza le versioni della citycar Volkswagen sono caratterizzate da una dotazione inferiore rispetto alle sorelle maggiori. Per la Fox, infatti, VW ha scelto di avere una dotazione di serie più scarna per abbassare il prezzo di listino: per questo, la lista degli optional è piuttosto lunga, permettendo così chi desiderava un’auto più completa e dotata di scegliere comunque la compatta di origine brasiliana.

Proposta a prezzi molto competitivi, con prezzi che partivano da 9.000 euro della 1.2 base ai 13.000 euro della 1.4 TDI Sport, oggi i prezzi della citycar Volkswagen parte da circa 1.000 euro per gli esemplari più economici e “vissuti”, mentre una Fox con motore 1.4 benzina in ottime condizioni non supera i 3.000 euro. Concludendo, infine, con le versioni della up!, dal 2013 è stata lanciata l’originale cross up!, una variante rialzata della citycar tedesca. Caratterizzata da cerchi in lega specifici, paracolpi anteriori e posteriori, passaruota in plastica grezza, barre sul tetto, sellerie e finiture dedicate, la cross up! si affiancava agli allestimenti “rasoterra”, dotati di nomi molto personali: la base take up!, l’intermedia move up! e la top di gamma high up!.

Si aggiungono, poi, degli allestimenti speciali, come la beats up!, dotata di un sistema Hi-Fi sviluppato dalla celebre azienda fondata da Dr. Dre, o la dinamica sport up!. La top di gamma GTI, invece, è riconoscibile grazie alla mascherina anteriore dotata del classico filetto rosso, presente anche sul pannello posteriore in cristallo, paraurti anteriori e posteriori sportivi, cerchi da 17 pollici dedicati e interni con inserti rossi, volante sportivo e gli iconici rivestimenti in tessuto in tartan.

Al lancio, la up! GTI era offerta a 18.100 euro, diventati ben 23.100 euro dopo qualche anno, listino con la quale ha chiuso la sua carriera nel 2023. Oggi, per portarsi a casa una up!, invece, i prezzi per la citycar Volkswagen partono dai 4.000 euro degli esemplari più chilometrati, mentre una 1.0 con 65 CV degli ultimi anni di produzione si trovano intorno ai 10.000 euro. Le sfiziose cross up!, invece, partono da 7.500 euro e arrivano agli 15.000 euro delle varianti con motore 1.0 TSI. Volete una up! GTI? I prezzi sul mercato dell’usato partono da 15.000 euro, con gli ultimi esemplari con pochissimi chilometri offerti al prezzo di lancio, 18.000 euro.