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Toyota citycar

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Toyota citycar: storia, modelli, versioni e motori

Nei piani di sviluppo del marchio Toyota in Europa, le piccole utilitarie sono sempre state centrali. Dopo la prima compatta cittadina, la Starlet, lanciata negli anni ’90 anche in Europa, il successo della Casa giapponese è arrivato con la Yaris, piccola di Segmento B lanciata nel 1999 e capace di convincere in tutta Europa con razionalità, spazio e affidabilità. La prima citycar Toyota pensata esclusivamente per la città, invece, è arrivata solo cinque anni dopo, nel 2005, nelle forme della Aygo. Sviluppata in collaborazione con il Gruppo PSA, che sulla stessa base ha realizzato la Citroen C1 e la Peugeot 107, la Aygo di prima generazione offre quattro posti comodi e una meccanica robusta in soli 3,41 metri. Leggi di più

Confermata per una seconda generazione nel 2014, la Aygo ha continuato, fino a questa seconda iterazione, ad avere due “gemelle” transalpine, la C1 e la nuova Peugeot 108, e con queste ha condiviso anche la fabbrica di Kolin, in Repubblica Ceca. Con l’addio alla seconda generazione nel 2022, il neonato Gruppo Stellantis si è defilato, scegliendo di non proporre più una citycar di segmento A. Toyota, però, ha continuato a credere nella ricetta della piccola cittadina leggera ed economica: per questo, nel 2022 ha preso in mano in progetto, lanciando l’inedita Toyota Aygo X.

Dotata di uno stile ispirato ai SUV e di una meccanica derivata dalla sorella maggiore Yaris, la Aygo X è oggi la rappresentante delle citycar Toyota. La vera regina delle superutilitarie della Casa giapponese, però, è la mitica iQ, vera rivale della smart. Capace di “incastrare” quattro posti in un corpo di soli 2,99 metri, l’innovativa Toyota iQ è stata prodotta tra il 2009 e il 2015, senza venire sostituita da nessuna erede diretta.

Scopriamo allora modelli, motori e versioni delle citycar Toyota.

Segni particolari delle citycar Toyota

  • La piccolissima iQ è stata proposta anche in Nord America con il marchio Scion, pensato per un pubblico giovane, come “Scion iQ” senza ottenere grande successo.
  • Per via dell’assenza della trazione integrale e l’anima cittadina, la terza serie della Aygo non adotta la nomenclatura “Cross” come Yaris e Corolla, ma utilizza una X, da leggere “all’inglese” come Cross.
  • La versione più nota agli appassionati della iQ è senza dubbio la Aston Martin Cygnet, variante pesantemente personalizzata (solo a livello estetico) dalla Casa inglese della citycar giapponese.

Modelli Toyota citycar

Analizzando la storia, quantomeno europea, di Toyota, troviamo una produzione piuttosto contenuta di vere e proprie citycar di segmento A. Se, infatti, dal 1999 è stata la prima generazione della Yaris, considerata una Segmento B ma lunga solo 3,61 metri. Nel 2004, però, con la nuova generazione del Piccolo Genio all’orizzonte più grande e generosa, la Yaris è stata affiancata da una sorellina più piccola, la prima Aygo. Nel 2009, poi, si è aggiunta la rivoluzionaria, ma sfortunata, iQ. Questi sono, quindi, i modelli di citycar Toyota:

  • Toyota iQ
  • Toyota Aygo
  • Toyota Aygo X

Partiamo proprio dalla iQ, lanciata nel 2009 e circondata, alla presentazione al Salone di Ginevra del 2008, da un’enorme curiosità e interesse da parte del pubblico europeo. Nata proprio per rispondere alle necessità del Vecchio Continente, la iQ è caratterizzata da dimensioni fuori dal comune.

Lunga 2,99 metri e larga 1,68 metri, è un “cubetto” caratterizzata da uno stile piuttosto personale, che viene caratterizzato dalle scelte tecniche originali prese per offrire quattro posti in meno di 3 metri. Il frontale è caratterizzato da grandi fari trapezoidali e da un cofano cortissimo, mentre le ruote agli angoli della carrozzeria e le grandi portiere dominano la vista laterale. Molto ingegnosa la scelta di “allungare” il lunotto posteriore sulla fiancata per permettere di avere dei piccoli finestrini laterali ai passeggeri posteriori, mentre in coda lo stile è moderno e personale.

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All’interno, la Toyota iQ è minimale, anzi, minimalissima. La plancia è scavata davanti al passeggero anteriore, in modo da massimizzare lo spazio per i due passeggeri da quel lato, mentre la consolle centrale triangolare ospita i comandi del clima e, nelle versioni senza navigatore, un semplice lettore CD: i comandi della radio sono sulla razza sinistra del volante, e le informazioni della radio sono replicate nel piccolo schermo multifunzione nella stretta strumentazione. Lo spazio a bordo, poi, è buono davanti, mentre dietro l’unico sedile adatto ad un adulto è quello dietro il passeggero anteriore. Toyota ha pubblicizzato la iQ, infatti, come una 3+1: il posto posteriore sinistro è adatto ad un bambino, per via dello spazio da dedicare al guidatore. Il bagagliaio? Inesistente in configurazione a due posti: sono solo 32 i litri di capacità, che diventano 242 litri in configurazione due posti.

Alla iQ, costosa ma raffinatissima dal punto di vista tecnico, si affiancava la più tradizionale Aygo, lanciata nella sua prima generazione nel 2004. Realizzata in collaborazione con il Gruppo PSA per le prime due generazioni, dalla prima serie è stata caratterizzata da uno stile personale, con un cofano corto, grandi fari anteriori, configurazione a tre o cinque porte con vetri a compasso e posteriore caratterizzato da un portellone in cristallo. Dalla prima generazione, dotata di fari anteriori trapezoidali e proiettori posteriori ovali a sviluppo orizzontale, la seconda serie si è “incattivita” con un frontale dotato di una vistosa X che integra fari e logo Toyota e dei fari a sviluppo verticale al posteriore.

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Con la terza generazione, la Aygo X, la collaborazione con il Gruppo PSA si è chiusa, lasciando a Toyota la paternità del progetto. Nel 2021, così, è nata la Toyota Aygo X, realizzata sulla piattaforma accorciata della Yaris. Questa nuova base meccanica ha cambiato le dimensioni della piccola Toyota. Dalla seconda generazione della Aygo, lunga 3,46 metri, la Aygo X arriva a 3,70 metri, crescendo di 24 centimetri, mentre la larghezza sale di ben 12 cm, passando da 1,62 a 1,74 metri.

A livello estetico, invece, la Aygo X riprende alcuni stilemi della vettura di cui prende il posto, come lo sbalzo frontale corto, i fari posteriori a sviluppo verticale e il portellone posteriore in cristallo. Per il resto, il frontale è caratterizzato da fari anteriori filanti e una grande presa d’aria nella parte inferiore, passaruota e inserti dei paraurti in plastica e delle linee più tormentate e moderne.

All’interno, invece, l’abitacolo è caratterizzato da una consolle centrale ovale, con finitura nera lucida e l’integrazione del sistema di infotainment al centro. Per il resto, le finiture sono piuttosto spartane sulle porte e al posteriore ma la plancia è ben fatta, il volante è derivato da quello della Yaris e il quadro strumenti è misto analogico-digitale, con comodi comandi fisici per clima manuale e automatico a seconda dell’allestimento.

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Motori Toyota citycar

Proseguendo con la meccanica e i motori delle citycar Toyota, la prima generazione della Aygo è realizzata su una piattaforma inedita sviluppata in collaborazione con il Gruppo PSA, pensata per ottenere il massimo della leggerezza e, quindi, consumi bassi e prestazioni vivaci.

Proprio sulla Aygo ha poi debuttato un motore che è poi stato usato su tutte le piccole Toyota, il robustissimo 1.0 tre cilindri aspirato 1KZ-FE, sviluppato insieme alla specialista di piccole vetture Daihatsu, e dotato per l’Europa di fasatura variabile VVT-i. Sulla prima Aygo, è dotato di 68 CV, ed è accoppiato ad un cambio manuale a 5 marce o ad un lento manuale robotizzato denominato MMT, sempre a 5 marce. Molto meno comune è la versione Diesel, dotata di una variante depotenziata del noto 1.4 HDi di origine PSA, privo di intercooler e con soli 54 CV.

La seconda generazione della Aygo ha utilizzato una versione evoluta della stessa piattaforma, e anche il motore a benzina è stato confermato. Sotto il cofano ha quindi vissuto sempre il 1.0 VVT-i tre cilindri aspirato da 68 CV, diventati 72 nel 2019 per via dell’omologazione Euro 6.2. Sebbene le “cugine” francesi siano state equipaggiate anche con il 1.2 tre cilindri PureTech aspirato da 82 CV, sulla Aygo c’è solo stato il 1.0 VVT-i, accoppiato con il cambio manuale a 5 marce o con il manuale robotizzato a 5 marce MMT.

Con l’attuale Aygo X, sebbene a livello di motori la citycar Toyota sia rimasta sostanzialmente invariata, con il longevo 1.0 VVT-i da 72 CV e 93 Nm e l’adozione, al fianco del cambio manuale a 5 marce, di un più tradizionale automatico CVT a variazione continua, la rivoluzione è nella piattaforma. La nuova Aygo “Cross” viene infatti realizzata sulla piattaforma TNGA-B, la stessa delle sorelle maggiori Yaris e non solo, ma pesantemente modificata, accorciata e adattata. Ne deriva un comportamento dinamico molto più maturo, a discapito di un’agilità inferiore e di un peso più alto (la 1.0 VVT-i con cambio manuale pesa infatti 1.015 kg, contro i 915 della Aygo precedente.

Arrivando, invece, alla iQ, la meccanica della più corta delle Toyota è davvero particolare. Per ottenere quattro posti in un’auto da 2,99 metri, è stata realizzata una piattaforma dedicata, estremamente robusta e, per offrire la massima sicurezza, è dotata di ben 9 airbag, di cui uno dedicato alla testa dei passeggeri posteriori. A livello meccanico, invece, per riuscire a massimizzare l’abitabilità interna sono stati usate soluzioni molto originali, come l’adozione di un differenziale posizionato davanti al motore, un motorino d’avviamento integrato nel volano e un sistema di climatizzazione posizionato nella parte alta della plancia. A livello di motori, in Italia sono stati proposti due motori, entrambi a benzina.

Il propulsore d’accesso è il 1.0 VVT-i, l’ormai noto 1KZ-FE da 68 CV, accoppiato con cambio manuale a 5 marce o con un automatico CVT. Il top della gamma è il vivace 1.3 Dual VVT-i, il quattro cilindri con doppia fasatura variabile, 98 CV e 123 Nm, capace di far scattare la piccola iQ da 0 a 100 km/h in meno di 11 secondi e disponibile con cambio manuale a 6 marce o automatico CVT. Per alcuni mercati europei, poi, la iQ è stata proposta anche con il robusto 1.4 D-4D, il quattro cilindri turbodiesel da 90 CV e 190 Nm visto sulle sorelle maggiori. Questi sono, quindi, i motori delle citycar Toyota:

Motori citycar Toyota

Motori Toyota iQ

Benzina

  • 1.0 VVT-i, 1.0 tre cilindri aspirato, 68 CV, cambio manuale a 5 marce o aut. CVT, trazione anteriore
  • 1.3 Dual VVT-i, 1.3 quattro cilindri aspirato, 98 CV, cambio manuale a 6 marce o aut. CVT, trazione anteriore

Motori Toyota Aygo Mk1

Benzina

  • 1.0 VVT-i, 1.0 tre cilindri aspirato, 68 CV, cambio manuale a 5 marce o manuale robotizz. a 5 marce, traz. anteriore

Diesel

  • 1.4 D-4D, 1.4 quattro cilindri turbodiesel, 54 CV, cambio manuale a 5 marce, traz. anteriore

Motori Toyota Aygo Mk2

Benzina

  • 1.0 VVT-i, 1.0 tre cilindri aspirato, 68/72 CV, cambio manuale a 5 marce o manuale robotizz. a 5 marce, traz. anteriore

Motori Toyota Aygo X

Benzina

  • 1.0 VVT-i, 1.0 tre cilindri aspirato, 72 CV, cambio manuale a 5 marce o aut. CVT, trazione anteriore

Versioni e prezzi Toyota citycar

Arriviamo così a conoscere le versioni delle citycar Toyota e i prezzi di Aygo, Aygo X e della particolare iQ. Partiamo proprio dalla più piccola, che per via delle sfide ingegneristiche, del posizionamento unico e degli alti costi di produzione non aveva un prezzo proprio popolare.

Al lancio, la versione d’accesso era proposta a partire da 11.650 euro, senza però il climatizzatore, neanche manuale. Una versione con motore 1.0 VVT-i, clima, radio e cerchi in lega era offerta a partire da 14.000 euro, un prezzo molto alto per il 2009, quando la poco più grande Aygo era offerta a meno di 10.000 euro con le stesse dotazioni. Per questo e per il dominio sul mercato della principale rivale, la smart, la iQ non ottenne il successo sperato.

Oggi, invece, sta diventando un’auto interessante anche per una futura rivalutazione, con prezzi che per le 1.0 VVT-i più sfruttate partono da 5.000 euro, mentre le 1.3 più ricche sono proposte a cifre oltre i 10.000 euro. Tra le versioni della citycar Toyota più indimenticabili dobbiamo citare la folle iQ GRMN, una versione sportiva realizzata agli albori della divisione Gazoo Racing di Toyota nel 2012, prodotta per il mercato giapponese in soli 100 esemplari e dotata di una versione sovralimentata del 1.3 Dual VVT-i da ben 120 CV, nonché la ricchissima Aston Martin Cygnet, versione personalizzata dalla Casa di Gaydon della iQ con motore 1.3.

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Passando alla Aygo, le prime due generazioni sono oggi molto ricercate per via dell’eccellente robustezza e affidabilità dimostrata nel corso degli anni, nonché della discreta vivacità e della buona guidabilità data dall’unione del robusto 1.0 VVT-i con il telaio leggero e ben studiato della piccola giapponese.

La prima generazione si può trovare a partire dai 2.000 euro per esemplari un po’ “vissuti” per arrivare ai 5.000/6.000 euro per delle Aygo post-restyling con pochi chilometri, mentre per la seconda generazione si parte da circa 6.000 euro per esemplari con tanti chilometri superando quota 12/13.000 euro per una delle ultime Aygo con motore 1.0 da 72 CV e cambio automatico. Per quanto riguarda, invece, l’attuale Aygo X, sono disponibili sul mercato tre allestimenti: la versione d’accesso Active, già ben dotata ma un po’ “povera” nello stile (i grandi cerchi da 17 pollici non sono in lega, per esempio), l’intermedia Trend, la più equilibrata, e la sfiziosa Lounge, con infotainment da 9 pollici, fari full LED e sensori di parcheggio anteriori e posteriori.

Tutte le Aygo X sono dotate, poi, di Cruise Control Adattivo e retrocamera, mentre è possibile scegliere in accoppiata con gli allestimenti Trend e Lounge la sfiziosa versione Air, con la porzione del tetto sopra i passeggeri apribile e realizzata in tela. Vista la ottima dotazione e la meccanica “da grande”, i prezzi della citycar Toyota si sono alzati rispetto al passato: la versione d’accesso Active parte infatti da più di 18.000 euro, con la top di gamma Lounge dotata del tetto in tela Air che supera quota 22.000 euro.