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Suzuki Samurai

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Pro

  • Capacità fuoristrada eccezionali
  • Guida semplice ed intuitiva

Contro

  • Spazio interno ridottissimo
  • Guidabilità su strada molto scarsa

Suzuki Samurai in sintesi

Qui trovi una panoramica generale dell’auto Suzuki Samurai inclusi i dati relativi alle caratteristiche principali, alla motorizzazione, all’equipaggiamento e altre informazioni utili relative al modello dell’auto. Leggi di più

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Suzuki Samurai: dimensioni, interni, motori, prezzi e concorrenti

Si può diventare un’icona dell’automobilismo mondiale avendo solamente 45 CV ed essendo più corto di una FIAT Panda? Se ti chiami Suzuki Samurai e sei uno dei fuoristrada più competenti in circolazione, le dimensioni non contano affatto. Lungo solo 3,43 metri e con un passo davvero contenuto, di soli 2,03 metri, Suzuki Samurai è l’erede della tradizione di piccoli fuoristrada di Suzuki iniziata negli anni ’70 con la serie LJ, e proseguita per tutti gli anni ’80 con gli SJ410 ed SJ413. Questi due modelli, già soprannominati “Samurai” dagli appassionati, si sono evoluti in un unico modello, chiamato ufficialmente Samurai, dal 1989, per poi proseguire la sua carriera fino al 1998, quando arrivò sul mercato la prima generazione europea di Suzuki Jimny. Leggi di più

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Samurai, però continuò ad essere prodotto dal 1998 fino al 2003 su licenza in Spagna dalla Santana, che aggiunse anche due motori Turbodiesel e dettagli derivati dal nuovo Jimny. Fin dal debutto dei piccoli fuoristrada Suzuki, infatti, in Giappone il loro nome fu sempre Jimny, che però fino al 1998 rimase all’interno dei confini nazionali. Tornando al piccolo Samurai, dal 1989 al 1998 è stato la scelta perfetta per chi necessitasse di un fuoristrada vero, tosto e capace di arrivare dappertutto, il tutto con dimensioni lillipuziane, motori piccolissimi e costi di acquisto e di gestione irrisori. Ancora oggi, grazie al suo basso prezzo e alle sue incredibili capacità fuoristrada, il Suzuki Samurai è uno dei fuoristrada preferiti nelle zone montuose più impervie, anche in Italia, dove sulle nostre Alpi si spartisce il ruolo di fuoristrada preferito con il più giovane Jimny e con la mitica FIAT Panda 4x4.

Scopriamo allora dimensioni, interni, motori, prezzi e concorrenti di Suzuki Samurai.

Dimensioni Suzuki Samurai

Le dimensioni della Suzuki Samurai sono:

  • lunghezza 3,43 metri
  • larghezza 1,54 metri
  • altezza 1,67 metri
  • passo 2,03 metri

Da fuori, Suzuki Samurai sembra davvero minuscolo, quasi una caricatura di un vero fuoristrada. Queste dimensioni così compatte non sono state scelte solamente per garantire un peso e un prezzo basso, ma anche perché, in Giappone, il piccolo Samurai e i precedenti SJ410 ed SJ413 sono omologati come Kei Car. Per chi non lo sapesse, questa è una categoria esclusivamente giapponese di autovetture che, a causa del sovraffollamento delle grandi metropoli nipponiche, devono rispettare severi limiti su dimensioni di carrozzeria e motore per essere vendute, spesso con agevolazioni economiche per facilitarne la diffusione. Per questo, la lunghezza è di soli 3,43 metri, ben sotto il limite di 3,6 metri posto dalle limitazioni, e la larghezza è di soli 1,54 metri. A proposito, proprio la larghezza è alla base della nascita del modello Samurai. Il piccolo SJ413, infatti, era soggetto a fenomeni di ribaltamento a causa della larghezza ben inferiore all’altezza. Per questo, Suzuki ha aumentato la larghezza del nuovo Samurai di ben 10 cm, passando da 1,44 a 1,54 metri, migliorando la guidabilità su strada e riducendo il rischio di ribaltamenti. Le Kei Car giapponesi, però, rimasero con la precedente larghezza, per non sforare le regole.

Esteticamente, Suzuki Samurai è adorabile ma tosto. Il frontale è dominato da un nuovo frontale che rispetto alle precedenti SJ rinuncia alle cinque feritoie in stile Jeep per una griglia a nido d’ape con il nome Suzuki scritto al centro. Questa griglia squadrata fa il paio con due fari tondi che la rendono carina e sbarazzina, mentre il cofano relativamente lungo nasconde il motore longitudinale, come una vera fuoristrada. Lateralmente, il passo di poco più di 2 metri la rende simpatica e quasi giocosa, ma i passaruota allargati rispetto alle Kei Car giapponesi la pongono al riparo dal rischio di ribaltamenti. Più alta che larga, Suzuki Samurai dietro sfoggia il classico look da fuoristrada, con la ruota esterna, i fari orizzontali molto bassi posti sul paraurti posteriore e degli sbalzi minuscoli, perfetti quando si fa offroad. Samurai era disponibile sia con tetto rigido che con tetto in tela, e sempre e solo con due sole porte. Concludendo con le dimensioni di Suzuki Samurai, contando la lunghezza di 3,43 metri e la presenza di quattro (strettissimi) posti, il bagagliaio è lillipuziano: non ci sono dati ufficiali, ma non dovremmo superare neanche i 100 litri di capacità.

Interni Suzuki Samurai

Gli interni di Suzuki Samurai sono estremamente spartani e semplici, come si confà ad un fuoristrada duro e puro, seppur piccolo. La plancia è ovviamente rivestita di sola plastica dura, perfetta per un veicolo che di botte, polvere e acqua ne prende a palate durante la sua vita lontano dall’asfalto. Le linee dell’abitacolo sono tipicamente anni ’80, con grandi corpi squadrati che includono tutto ciò che serve, e nient’altro. Davanti al passeggero troviamo una comodissima maniglia, perfetta per aggrapparsi nelle fasi più concitate di guida off-road, mentre al centro troviamo un insieme di corpi squadrati che ricordano quasi un cubo di Rubik: alla sommità troviamo un orologio digitale, più in basso le bocchette dell’aria (niente clima sulla Samurai, neanche a richiesta), e più in basso la radio, spesso rappresentata dalla semplice predisposizione e montata aftermarket.

Dietro al volante, che negli ultimi anni di produzione ha guadagnato l’Airbag, troviamo un quadro strumenti estremamente semplice e leggibile, con quadranti a sfondo arancione inglobati in, ovviamente, altri quadrati. Il contagiri è di serie (soluzione non scontata all’epoca), e il tachimetro invece ha il fondoscala posto a 140 km/h, ad indicare subito l’indole tranquillissima di Samurai su strada. Alla sinistra del volante, invece, troviamo diversi comandi rapidi e anche qualche comando vuoto: Suzuki ha deliberatamente lasciato degli alloggiamenti vuoti, in modo da permettere al cliente di montare dei comandi supplementari, ad esempio per delle luci aggiuntive, per un argano o per altri sistemi utili in fuoristrada. Concludendo con gli interni di Suzuki Samurai, lo spazio all’interno è davvero pochissimo: i più alti riusciranno a guidarla, ma nei viaggi più lunghi la posizione rannicchiata si farà sentire. Dietro, invece, c’è spazio giusto per due bambini o per un cane: meglio, se si viaggia solo in due, abbattere gli schienali per avere un bagagliaio degno di questo nome.

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Motori Suzuki Samurai

Al lancio, la gamma motori di Suzuki Samurai era la stessa delle precedenti SJ410 ed SJ413. Infatti, ad aprire la gamma Samurai in Europa ci pensava il 1.0 della SJ410: si tratta di un 4 cilindri a benzina aspirato con ben 45 CV e 61 Nm di coppia, ancora alimentato a carburatori, ed accoppiato ad un cambio a 4 marce e alla trazione integrale permanente. Questo motore così piccolo faticava a spingere Samurai oltre i 100 km/h: per chi viaggiasse di più a velocità sostenute c’era il 1.3, sempre a carburatori, ma con 64 CV, cinque marce e uno spunto più vivace, seppur incapace di superare i 130 km/h.

Questi due motori, nel 1993, vennero sostituiti da un nuovo 1.3 con sistema ad iniezione elettronica, capace di rispettare le nuove normative Euro 1 e leggermente più potente, capace di ben 69 CV e 103 Nm, dotato sempre di cambio manuale a 5 marce, finalmente in grado di raggiungere i 130 km/h. In Europa, poi, la gamma motori di Suzuki Samurai contava, grazie a Santana, anche su due motori Turbodiesel, di gran moda nel Vecchio Continente. Il primo a fare la sua comparsa è stato un 1.9 Turbodiesel di origine Peugeot, capace di 62 CV. Successivamente, il 1.9 turbo Peugeot è stato sostituito da un altro 1.9 sempre di origine francese, ma progettato da Renault e privo di turbo. Il 1.9 Diesel aspirato Renault era però più potente del precedente Peugeot, con 64 CV e persino più coppia, 120 Nm contro i 114 del “Turbo” Peugeot. Tutte le Suzuki Samurai erano dotate di trazione integrale inseribile tramite una leva vicino a quella del cambio, e di sospensioni con molle a balestra e ponte rigido sia davanti sia dietro, soluzioni perfette per il fuoristrada.

Motori Suzuki Samurai

Benzina

  • 1.0, 1.0 quattro cilindri aspirato, 45 CV e 61 Nm, cambio manuale a 4 marce, trazione integrale
  • 1.3, 1.3 quattro cilindri aspirato, 64 CV, cambio manuale a 5 marce, trazione integrale
  • 1.3 iniezione, 1.3 quattro cilindri aspirato, 69 CV, cambio manuale a 5 marce, trazione integrale

Diesel

  • 1.9 TD, 1.9 quattro cilindri turbodiesel Peugeot, 62 CV, cambio manuale a 5 marce, trazione integrale
  • 1.9, 1.9 quattro cilindri Diesel aspirato Renault, 64 CV, cambio manuale a 5 marce, trazione integrale

Prezzi Suzuki Samurai

Il listino prezzi di Suzuki Samurai da nuova partiva dall’equivalente di 8.500 euro per il 1.0 e da 9.100 per il 1.3, per poi salire a 11.000 euro per il nuovo 1.3 ad iniezione arrivato nel 1993, mentre alla fine della produzione per portarsi a casa un Samurai 1.3i Berlina con tetto rigido servivano 12.500 euro, e 12.300 per il Samurai Cabriolet. Di serie, Suzuki Samurai offriva solo i vetri atermici e i sedili posteriori sdoppiati, e a richiesta la vernice metallizzata.

L’unica dotazione a richiesta davvero utile era la particolare versione a Passo Lungo, introdotta per aumentare non tanto lo spazio per i passeggeri quanto il bagagliaio. Lunga 4,01 metri (con la ruota di scorta), la Samurai più pratica offriva 300 litri di bagagliaio, più del triplo della semplice Samurai. Ma oggi, quali sono i prezzi di Suzuki Samurai? Il piccolissimo fuoristrada giapponese ha sempre mantenuto molto bene il suo valore. Oggi però, vista l’assenza di vere e proprie alternative sul mercato con lo stop alle importazioni della versione passeggeri del nuovo Jimny, il piccolo Samurai è sempre più appetibile. Un Samurai in condizioni da restauro o da utilizzo senza particolari riguardi parte da circa 4.000 euro, per salire facilmente intorno a 6-7.000 euro per un Samurai in ottime condizioni, fino a sfiorare i 9/10.000 euro per un Suzukino in condizioni da concorso.

Suzuki Samurai: concorrenti e conclusioni

Il piccolo Suzuki Samurai può sembrare ad un occhio inesperto un fuoristrada giocattolo, poco più di un’utilitaria con uno stile che ricorda le auto da off-road più toste. Liquidare così in fretta il piccolo Samurai è però un errore enorme, assolutamente da non fare. Per quanto infatti sia impreciso, lento e rumoroso su strada, il piccolo Suzukino tira fuori le unghie fuoristrada e si rivela ancora oggi uno dei migliori fuoristrada in assoluto. Il merito è della trazione integrale molto robusta ed efficace, che permette al piccolo Samurai di mettere sempre a terra la (poca) potenza dei suoi motori. A giocare un ruolo fondamentale ci pensa però l’unione tra ruote molto sottili e un peso piuma, di soli 1.030 kg in ordine di marcia. Grazie a queste qualità, Samurai è leggerissimo in fuoristrada, non affonda mai nel fango o nella sabbia e riesce ad infilarsi dove i più grandi e specialistici fuoristrada neanche possono immaginare di andare. Per questo, ancora oggi Suzuki Samurai è uno dei veicoli off-road più diffusi e amati, e che grazie alle qualità qui sopra citate è ottimo anche in città, dove si parcheggia con un dito ed è agile e facile.

Nonostante sia così unico, però, non è l’unico piccolo fuoristrada in circolazione. Le concorrenti di Suzuki Samurai sono infatti il Mitsubishi Pajero Pinin, un po’ più giovane ma anch’esso nato per essere un fuoristrada da kei car, la “figlioccia” Suzuki Jimny, il mini-fuoristrada di casa Daihatsu, il Rocky e la particolare versione rialzata della Citroen AX, la 4x4. Oltre alla particolare Bertone Freeclimber, derivata dal Daihatsu Rocky, però, in Italia, però, le concorrenti di Suzuki Samurai più vendute erano due italiane: la Autobianchi Y10 4WD, più lussuosa e cittadina, ma soprattutto la mitica FIAT Panda 4x4, ancora oggi rivale numero uno sul mercato dell’usato del fuoristrada nipponico.

FAQ

Che motore monta il Suzuki Samurai?
Suzuki Samurai ha montato tre motori a benzina nella sua carriera, tutti a quattro cilindri. Ha infatti ereditato il 1.0 da 45 CV e il 1.3 da 64 CV, entrambi a carburatori, dalle SJ410 ed SJ413 che andava a sostituire, per poi rimpiazzarli nel 1993 con un nuovo 1.3 ad iniezione elettronica da 69 CV. Nella produzione di Santana proseguita fino al 2003, però, Samurai ha ricevuto anche due motori Diesel: un 1.9 Turbodiesel di origine Peugeot da 62 CV e un altro 1.9 ma aspirato da 64 CV di origine Renault.
Quanto consuma il Suzuki Samurai?
Suzuki Samurai non è esattamente una vettura parca nei consumi. Nonostante infatti sia leggerissima e piccolissima, il 1.3 a iniezione è il più “virtuoso”, e non riesce a superare gli 11 km/l.
Quanti cavalli ha il Suzuki Samurai?
Suzuki Samurai non vincerà mai nessuna gara di accelerazione: la versione 1.0 di Suzuki Samurai eroga solo 45 CV e 61 Nm di coppia, mentre il successivo 1.3 a carburatori si ferma a 64 CV. Nel 1993, il 1.0 esce di scena e il 1.3 guadagna l’iniezione e altri 5 CV, arrivando a 69 CV e 103 Nm: così, lo 0-100 km/h “scende” a 16,3 secondi, e la velocità massima arriva a 130 km/h. Nella produzione Santana, invece, Samurai riceve anche due Diesel, un 1.9 Turbo di origine Peugeot da 62 CV e 114 Nm e un 1.9 Diesel aspirato di origine Renault da 64 CV e 120 Nm.

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