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Renault citycar

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Renault citycar: storia, modelli, versioni e motori

Nella sua storia, la Casa francese Renault si è fatta apprezzare in patria e in tutta Europa per le sue automobili compatte, capaci di offrire la giusta dose di spazio e praticità a prezzi interessanti e sempre con tanta personalità. Dalle utilitarie come la Renault 5 o la Clio alla storia delle citycar Renault iniziata dalla mitica R4 del 1961 e proseguita dalle tre generazioni della Twingo, le piccole cittadine con la losanga sul cofano sono sempre state tra i modelli più venduti e gettonati. Dopo la mitica Renault R4, progettata come modello d’accesso della Régie da anteporre alla rivale diretta Citroen 2CV, dotata di uno stile unico e di soluzioni tecniche all’avanguardia, e il successo della più grande R5, nel 1993 Renault lanciò la sua prima citycar moderna, la Twingo I. Dotata di uno stile molto originale, ispirato alle monovolume e con stile molto giocoso e “cartoonesco”, la prima generazione della Twingo è stata prodotta per oltre 15 anni, lasciando spazio nel 2007 alla seconda generazione. Leggi di più

Realizzata sulla piattaforma della più grande Clio II e dotata di uno stile più classico e tradizionale ma conservando le proporzioni da monovolume e la presenza di soluzioni pratiche come i sedili posteriori scorrevoli, nel 2014 la Twingo II è stata sostituita, senza aver lasciato il segno, dalla terza generazione che a livello meccanico e tecnico cambia tutto. Sotto un disegno simpatico e sbarazzino da piccola citycar Renault a cinque porte da città (prima Twingo ad introdurre le cinque porte), la terza generazione è infatti realizzata in collaborazione con Mercedes-Benz e condivide la meccanica con le smart fortwo e forfour.

Con le due citycar tedesche, la Twingo III condivide la piattaforma con motore e trazione posteriore, una soluzione che le permette di essere una delle automobili moderne più agili e maneggevoli in città. Disponibile con motori benzina o in versione 100% elettrica, l’attuale Twingo è la citycar Renault che oggi porta avanti la grande tradizione nel campo delle cittadine della Casa della Losanga. Scopriamo allora modelli, motori e versioni delle citycar Renault.

Segni particolari delle citycar Renault

  • La prima citycar Renault, la R4, è caratterizzata da diverse soluzioni tecniche originali, dal cambio “a ombrello” al passo dalla lunghezza diversa tra lato destro e lato sinistro
  • La seconda generazione della Twingo è stata l’unica citycar della Losanga ad essere proposta con una variante sportiva marchiata Renault Sport
  • L’ultima Twingo è sviluppata in collaborazione con Mercedes, che sulla stessa base ha prodotto le smart fortwo e forfour: per questo, anche la francese è dotata di motore e trazione posteriori

Modelli Renault citycar

Come detto in precedenza, quindi, i modelli di citycar Renault visti negli ultimi decenni sono principalmente due: la mitica Renault 4 e le tre generazioni della Twingo. A loro si aggiunge anche la piccolissima Twizy, una microcar elettrica guidabile con la patente AM o A1 e omologata come quadriciclo leggero o pesante a seconda della velocità massima e della potenza del motore elettrico. Prima della Twizy, vera pioniera della micromobilità prodotta tra il 2012 e il 2024, la prima citycar Renault è stata la leggendaria 4, conosciuta anche come R4, prodotta tra il 1961 e il 1994 in ben 8,14 milioni di esemplari. Nata come risposta della Losanga alla vendutissima Citroen 2CV, la Renault 4 ha uno stile iconico, molto squadrato e con delle proporzioni che hanno anticipato quelle delle piccole monovolume, con grandi superfici vetrate, tanto spazio a bordo e un ottimo livello di comfort nonostante la sua semplicità.

Costruita in diverse versioni nella sua lunga carriera anche in Italia, nello specifico da Alfa Romeo che, tra il 1962 e il 1964, costruì a Pomigliano d’Arco in joint-venture con Renault la R4, ottenendo un ottimo successo prima che le nuove leggi contro l’importazione di automobili straniere colpì anche questa francese “made in Italy”. Dopo la R4, arrivata negli anni ’90 ad essere decisamente vetusta, Renault cominciò a sviluppare una piccola utilitaria più moderna, sicura e raffinata, mantenendo però lo stile simpatico e l’impostazione “furba” della R4.

Nacque così la Twingo, una delle prime citycar ad adottare una carrozzeria da monovolume nel Segmento A delle cittadine. Dotata di linee molto poco convenzionali sia fuori, dove la matita di Patrick LeQuement le ha regalato un look simpatico e giocoso ispirato ad una ranocchia, sia dentro, dove un quadro strumenti digitale centrale rendeva l’auto ancora più ariosa e spaziosa. Dotata di una meccanica molto semplice e dall’ottimo rapporto qualità-prezzo, la Twingo I è stata proposta in Europa fino al 2007 e venduta in oltre 2,4 milioni di esemplari in tutto il mondo, venendo sostituita dalla seconda generazione. Realizzata questa volta sul pianale accorciato della Clio II, la nuova Clio conserva la carrozzeria a tre porte e il tetto alto, perde la grande caratterizzazione simil-monovolume della precedente, diventando una più tradizionale citycar a tre porte.

Dotata di uno stile più convenzionale e meno simpatico, la nuova Twingo II ha un abitacolo ancora molto spazioso, confermando la presenza del quadro strumenti digitale al centro della plancia al quale si aggiunge, sulle varianti più ricche o sportive, la presenza di un contagiri “a sbalzo”, ispirato a quello della MINI by BMW lanciata nel 2001. La nuova Twingo può poi contare su dei sedili posteriori configurabili: in fase di acquisto si poteva scegliere di avere un classico divano a due posti o due sedili separati, montati su delle guide che permettono di aumentare, a seconda delle necessità, lo spazio per i passeggeri dietro o quello del bagagliaio. Interessata da un importante restyling nel 2011, che ne ha reso il frontale più simpatico e originale, la Twingo II ha venduto circa 800.000 unità fino al 2014, quando è stata sostituita dall’attuale terza generazione.

L’ultimo dei modelli di citycar Renault è molto diverso dalle precedenti, nonché da quasi tutte le sue competitor. Come abbiamo detto in apertura, infatti, per questa terza generazione la Casa francese ha unito le forze con Mercedes-Benz, che cercava un partner per condividere lo sviluppo della sua nuova generazione della piccola smart. Da questa joint-venture sono nate la nuova smart fortwo, la piccolissima due posti secchi da 2,70 metri di lunghezza, e due “cugine” a quattro porte, la smart forfour e la Renault Twingo III. A livello estetico, la nuova Twingo ha un disegno che torna a puntare su linee simpatiche e giocose, con un frontale caratterizzato da grandi fari squadrati e da un cofano cortissimo dato dalla meccanica a trazione posteriore. Lateralmente si nota l’adozione, per la prima volta su una Twingo, della carrozzeria a cinque porte, con le maniglie posteriori annegate nel montante posteriore, così come si fa notare il lungo passo da 2,49 metri, che in un’auto da 3,60 metri spinge le ruote agli angoli della carrozzeria.

In coda, infine, il portellone in cristallo da accesso ad un bagagliaio da 174 a 219 litri di capacità, a seconda dell’inclinazione scelta per i sedili del divano posteriore. All’interno, invece, troviamo un abitacolo simpatico e colorato, con inserti completamente personalizzabili nel colore e nella finitura, mentre i materiali sono piuttosto rigidi ma assemblati con cura. Dietro il bel volante troviamo un semplice quadro strumenti analogico privo di contagiri, mentre sia il portaoggetti davanti alla leva del cambio che quello davanti al passeggero sono asportabili, e utilizzabili anche fuori dall’auto. Bene lo spazio davanti, mentre dietro si sta un po’ stretti, e i vetri posteriori sono solamente a compasso.

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Motori Renault citycar

Arriviamo così alla meccanica e ai motori delle citycar Renault, a partire dalla mitica Renault 4. Dotata di un telaio separato a pianale dalla carrozzeria, formata da pannelli lamierati facilmente rimovibili, la R4 è stata una delle prime Renault ad adottare il motore e la trazione anteriore, abbandonando lo schema “tuttodietro” usato dalle altre vetture della Casa, dalla precedente 4CV alle più grandi Dauphine ed R8. Dotata di sospensioni indipendenti sia davanti che dietro con barre di torsione, l’adozione di questa soluzione al posto delle classiche molle ha portato Renault ad utilizzare, al retrotreno, un asse posteriore con le ruote leggermente disassato per fare spazio alle barre di torsione trasversali, che ha donato alla R4 il suo iconico passo “spaiato”, con la distanza tra le ruote anteriori e quelle posteriori 4,8 centimetri più lungo sul lato destro rispetto a quello sinistro.

Al debutto, il motore della R4 è il quattro cilindri da 767 cm3 e 24 CV derivato dalla precedente 4CV, al quale sono poi subentrati nuovi motori, sempre quattro cilindri a benzina con distribuzione ad aste e bilancieri, da 782 e 845 cm3 e potenze sempre intorno ai 27 CV. Solo nel 1978 arriva sul mercato la top di gamma GTL, dotata di un più grande e potente 1.1 da 34 CV, capace di spingere la R4 a 120 km/h. Il cambio è sempre manuale a 3 o 4 marce, con l’iconica leva del cambio “ad ombrello” al centro della plancia. La sua sostituta, la nuova Twingo I, è dotata di un telaio a scocca portante, con sospensioni anteriori McPherson e posteriori a ruote interconnesse. Al lancio, invece, il motore è molto classico: sotto il cofano troviamo il robusto 1.2 quattro cilindri con distribuzione ad aste e bilancieri, capace di 54 CV e collegato ad un cambio manuale a 5 marce. Nel 1994 arrivò la Twingo Easy, dotata di un cambio con frizione a gestione elettronica, dotata quindi della classica “leva” del cambio ma priva del pedale della frizione.

Con il restyling del 1996, la Twingo ha sostituito il vetusto 1.239 cm3 ad aste e bilancieri con un nuovo 1.1 (commercializzato come un 1.2 litri) monoalbero in testa da 58 CV, e nel tempo sono stati introdotti anche il nuovo cambio manuale robotizzato Quickshift e la Twingo Matic, una versione dotata di un classico cambio automatico a 3 rapporti. Sebbene ci fossero le intenzioni per creare una Twingo RS, dotata di un 1.6 16v di derivazione Clio II da almeno 110 CV, nel 2001 è arrivata la variante più vivace della gamma, la 16v. Il 1.2 litri quattro cilindri guadagna una testata bialbero e arriva a 75 CV e 105 Nm, che uniti al peso di 845 kg a vuoto permettono alla piccola Twingo I di scattare da 0 a 100 km/h in 11,8 secondi.

Con l’arrivo della nuova generazione della Twingo, cambia il pianale, che ora è direttamente ripreso dalla precedente Clio II, con sospensioni classiche (McPherson davanti e assale semitorcente dietro) e una maggiore guidabilità, ma non i motori. Inizialmente, infatti, i motori d’accesso sono proprio il 1.2 8v da 58 CV e il 1.2 16v da 75 CV, ai quali si aggiungono però il nuovo 1.2 TCe montata sulla inedita Twingo GT. Sotto il cofano c’è una versione turbocompressa del 1.2 16v capace di 101 CV, per prestazioni molto vivaci (0-100 km/h coperto in 9,8 secondi). L’altra novità è la 1.5 dCi, la prima (e unica) Twingo Diesel. Lanciato in versione da 64 CV, il 1.5 dCi è arrivato nel corso della carriera della Twingo ad offrire 75 e 85 CV, con consumi davvero contenuti. Non mancava anche la possibilità dell’alimentazione a GPL, proposta sia sul 1.2 16v che con il 1.2 TCe. Disponibile, con il motore 1.2 16v, anche con il cambio Quickshift, nel 2008 è arrivata sul mercato l’attesa Twingo RS, variante sportiva della Twingo II: dotata di freni maggiorati, assetto ribassato (disponibile anche in versione ulteriormente ribassata con il telaio Cup) e di una discreta personalizzazione estetica, sotto il cofano ospita il 1.6 16v K4M aspirato da 133 CV e 160 Nm e un cambio manuale a 5 marce, che le permette di scattare da 0 a 100 km/h in 8,7 secondi e di raggiungere i 201 km/h.

Con la terza generazione, la meccanica e la gamma motori della citycar Renault cambia totalmente. Addio allo schema “tutto avanti” portato al debutto proprio dalla R4: con la Twingo III torna infatti uno schema con motore e trazione posteriore, portato su Renault dalla collaborazione con Mercedes-Benz che, dal 1998, utilizza con successo questo layout sulla sua smart fortwo. Con i modelli smart fortwo e forfour, la nuova Twingo condivide il pianale e, di conseguenza, lo schema meccanico con motore posteriore a sbalzo e trazione posteriore. Le sospensioni anteriori sono delle classiche McPherson, mentre al posteriore troviamo un raffinato ponte DeDion, utilizzato per lasciare spazio ai motori posteriori. Come le cugine smart, anche la Twingo adotta dei motori a benzina tre cilindri in linea, alla prima applicazione sulla Twingo, tutti di origine Renault. Alla base della gamma troviamo il 1.0 SCe, un 1.0 aspirato da 65 o 69 CV a seconda dell’anno di produzione, disponibile con cambio manuale a 5 marce o automatico doppia frizione EDC a sei marce.

Per chi cerca più verve è disponibile il più vivace 0.9 TCe turbo da 90 CV (diventati 95 nel 2019), disponibile anche a GPL, o 110 CV per la versione GT ad alte prestazioni, capace di scattare da 0 a 100 km/h in 9,6 secondi con il cambio manuale. A queste varianti termiche si è aggiunta, nel 2020, la Twingo ZE, diventata poi per motivi di naming la E-Tech Electric, ovvero la prima Twingo elettrica. Sotto il cofano compare un motore elettrico da 82 CV, alimentato da una batteria da 22 kWh che, nel ciclo misto omologativo WLTP, è in grado di percorrere fino a 190 km con una carica. Scopriamo allora i motori della citycar Renault Twingo di terza generazione:

Versione Motore Potenza Trazione Cambio/Autonomia WLTP
1.0 SCe 65-70 1.0 tre cilindri benzina aspirato 65-70 CV Posteriore Manuale a 5 marce o automatico doppia frizione a 6 marce
0.9 TCe 90 0.9 tre cilindri turbobenzina-GPL 90 CV Posteriore Manuale a 5 marce o automatico doppia frizione a 6 marce
0.9 TCe GPL 0.9 tre cilindri turbobenzina 90-95 CV Posteriore Manuale a 5 marce o automatico doppia frizione a 6 marce
0.9 TCe 110 GT 0.9 tre cilindri turbobenzina 110 CV Posteriore Manuale a 5 marce o automatico doppia frizione a 6 marce
Z.E./E-Tech Electric Elettrico sincrono 82 CV Posteriore 190 km

Versioni Renault citycar

Continuiamo con le versioni delle citycar Renault, partendo dalla mitica R4. Nella sua pluritrentennale carriera, la R4 è stata declinata in diverse varianti, dalle versioni base molto spartane alle top di gamma GTL, sempre molto scarne dal punto di vista degli accessori ma più ricercate nello stile e nella dotazione. Tra le versioni più particolari, però, non possiamo non ricordare alcune declinazioni della Renault 4 come la R3, versione iper-spartana priva persino del terzo finestrino posteriore, o le versioni speciali come la Parisienne, dotata di sedili in tessuto speciale e decorazioni esterne, la Safari, con verniciature specifiche, o la Jogging, pensata per un pubblico giovane e dotata di tetto in tela e interni con tessuto in colori vivaci. Iconiche, invece, le varianti modificate da carrozzieri specializzate come la Heuliez, versione “trasformabile” con tetto in tela che includeva anche il lunotto posteriore, la Plein Air, una R4 senza portiere, o la mitica R4 Frog, una “spiaggina” su base Renault 4 con portiere in PVC, capote amovibile e ruota di scorta montata esternamente.

Anche la successiva Twingo, dal canto suo, è stata realizzata in diverse versioni della citycar Renault speciali, a partire proprio dalle varianti di lancio. La simpatica Twingo si fece notare subito per i colori a dir poco sgargianti con cui era offerta, permettendole di spiccare qualsiasi fosse il suo livello di allestimento. Tra le versioni speciali non possiamo dimenticare la United Colors of Benetton, realizzata in collaborazione con l’azienda italiana (con la quale Renault collaborava già in Formula 1) e che riprendeva il colore delle sue iconiche T-Shirt, o la Ice dotata di climatizzatore, fino ad arrivare alla Summer, dotata di tetto apribile in tela. Molto sfiziosa, invece, la Initiale, una versione più ricca e lussuosa della Twingo: all’interno compaiono sedili, pannelli porta e cuffia del cambio in pelle, cerchi in lega da 14 pollici e la possibilità di avere uno sfizioso tetto apribile in vetro. Solo per l’Italia arrivò poi la versione Diabolika, con una dotazione più ricca e un’estetica più sportiva. Con l’arrivo della seconda generazione della Twingo, la piccola francese non ha rinunciato a versioni speciali come la LeIene, la Night&Day e la Nokia, realizzata in collaborazione con il mitico brand di telefonia finlandese.

Oltre alla sportiva RS, poi, nel 2011 arrivò sul mercato la variante Gordini, ispirata al mitico preparatore Amedeo Gordini che regalò alla Renault tantissime vittorie negli anni ’60 e ’70. Accoppiato alle versioni GT ed RS, la Gordini aggiungeva una verniciatura (optional) Blu France con strisce bianche e un interno con sedili, volante e pomello del cambio blu con dettagli bianchi. Con la terza generazione, le versioni della citycar Renault sono inizialmente state piuttosto semplici, dalla versione base Life alla top di gamma Intens, con la GT accoppiata al 900 TCe da 110 CV al top della gamma. Con l’avanzare della sua carriera, invece, sono arrivate altri allestimenti a tiratura limitata, come la La Parisienne, la Lovely e l’attuale top di gamma Urban Night, versione più ricca caratterizzata da finiture e dettagli in nero lucido. Come per la prima generazione, anche questa Twingo è stata offerta con un tetto apribile in tela scegliendo il pacchetto Openair da 1.000 euro, affiancabile a tutte le motorizzazioni fino al restyling del 2019.