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Renault B-SUV

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Renault B-SUV: storia, modelli, versioni e motori

Renault è stata una pioniera tra gli anni ’80 e ’90, lanciando per prima due modelli che hanno sostanzialmente dato vita al segmento dei monovolume in Europa: il generoso Espace nel 1984 e la Mégane Scénic del 1996. Nonostante l’ascesa dei SUV, fino agli anni ’10 la Régie non ha attaccato questo mercato, lasciando alle cugine Nissan e Dacia debuttare nel segmento dei crossover compatti per “testarne” le potenzialità. Dopo il primo Sport Utility della Losanga, la Koleos del 2007, il debutto del primo B-SUV Renault è datato 2013, con l’approdo sul mercato della prima generazione della Captur. Leggi di più

Realizzato sul pianale della Clio, condiviso anche con la cugina Nissan Juke arrivata sul mercato tre anni prima, la Captur di prima generazione scelse un approccio diverso da molte rivali dirette, volendo unire la praticità di una monovolume con lo stile di uno Sport Utility.

Non per niente, infatti, la Captur sostituisce direttamente la Modus, piccola monovolume su base Clio, e da questa eredita un bagagliaio molto grande per le dimensioni e un abitacolo spazioso, caratterizzato dall’impostazione moderna ripresa dalla Clio IV coeva. Nata qualche anno dopo alcune rivali dirette, la Captur si è posizionata immediatamente tra i B-SUV più venduti. Per questo, con l’arrivo nel 2019 della seconda generazione ci si attendeva un modello più maturo, più moderno ma con lo stesso successo.

La storia, in questo caso, si è ripetuta: la Captur II è realizzata sulla moderna piattaforma CMF-B del Gruppo Renault, ha un abitacolo moderno e spazioso e una meccanica più raffinata, con il debutto di motorizzazioni Full Hybrid e Plug-In Hybrid. Il successo è stato tale che Renault ha utilizzato la Captur come base per altri due modelli, il SUV-Coupé Arkana e il C-SUV Symbioz. Ristilizzata nel 2024, la Captur ha adottato un frontale più aggressivo, un interno più tecnologico e motori termici ed elettrificati.

Scopriamo allora modelli, motori e versioni del B-SUV Renault.

Segni particolari dei B-SUV Renault

  • A fianco del Captur “europeo”, Renault ha realizzato una versione destinata ai mercati emergenti del suo B-SUV sulla piattaforma B0 del coevo Duster, commercializzato in America Latina, India e nei Paesi CIS (Russia compresa): in questi ultimi, è noto come Kaptur.
  • La seconda generazione della Captur è proposta dal 2023 anche con il marchio Mitsubishi, rappresentando la seconda generazione dell’ASX.
  • La Captur di seconda generazione è la base per due SUV più grandi, entrambi di segmento C, che condividono con lei meccanica e piattaforma: il SUV coupé Arkana e il più spaziso Symbioz.

Modelli Renault B-SUV

Come detto, la storia dei modelli di B-SUV Renault è composta da un'unica rappresentante, la Captur. Prima di lei, lanciata nel 2013, Renault ha puntato principalmente sul segmento delle monovolume, del quale è stata una delle principali esponenti, offrendo all’inizio degli anni ’10 tre modelli di MPV. Con l’avanzare degli anni, visto il continuo calo delle vendite delle monovolume, soprattutto quelle più piccole, Renault ha deciso di sostituire la sua Modus con un modello diverso, a ruote alte. Nacque così la Captur, realizzata sulla piattaforma della Clio IV e sostituta diretta della Modus.

Questo ha portato la prima generazione del B-SUV Renault ad avere spiccate caratteristiche di praticità e abitabilità, con un bagagliaio dotato di un divano scorrevole che poteva offrire tra i 377 e i 455 litri. Interessata da un restyling piuttosto importante nel 2017, che ne ha incattivito il frontale, la prima generazione è stata prodotta fino al 2019, sostituita dalla Captur II nello stesso anno. Realizzata sulla piattaforma CMF-B condivisa con la Clio, la nuova Captur è più lunga di 11 cm rispetto alla generazione precedente, arrivando così a 4,23 metri di lunghezza. Caratterizzata da un frontale e da un abitacolo direttamente ispirato a quello della Clio, nel 2024 il SUV francese è stato interessato da un importante restyling, che ne ha modificato l’estetica soprattutto all’anteriore.

Il Centro Stile Renault, diretto dal 2021 dall’ex-Peugeot Gilles Vidal, ha incattivito molto il suo crossover compatto, introducendo un frontale ispirato alle nuove nate della Losanga. Il logo Renault, ristilizzato, è ora più piccolo e integrato in un frontale più verticale, solcato da una sottile mascherina nera con elementi trasversali ripresi anche nella parte più bassa, seppure “nascosti” in tinta carrozzeria. I fari sono stati completamente rivisti, ora più orizzontali e definiti, mentre le luci diurne a LED abbandonano la firma a C per adottare un layout a “zanna” in un corpo luminoso separato dai fari principali.

Per il resto, lo stile è rimasto sostanzialmente invariato rispetto alla precedente Captur, con una fiancata pulita ma piuttosto moderna, dove spiccano i piccoli “razzi” posizionati sotto gli specchietti, mentre in coda il disegno originale della Captur viene confermato, con i grandi fari a LED a forma di C che adottano una finitura nuova trasparente. Salendo a bordo, invece, l’abitacolo della rinnovata Captur dopo il restyling appaiono ben più moderni.

Se rimane confermato il layout della plancia, elegante e con un inserto in simil-alluminio davanti al passeggero anteriore, e la posizione rialzata della leva del cambio, l’intera consolle centrale è stata modificata, adottando lo schermo verticale da 10,4 pollici con sistema operativo basato su Android Automotive, moderno e molto veloce.

Anche il quadro strumenti digitale, da 7 o 10,2 pollici, è stato rinnovato, mentre la qualità (buona), lo spazio (ottimo sia davanti che dietro) che il bagagliaio sono confermati anche con l’ultima iterazione del rappresentante dei modelli di B-SUV Renault. Rimane al suo posto anche il comodo divano posteriore scorrevole, di serie, che permette di passare da 422 a 536 litri con il divano in posizione a seconda delle necessità (la versione E-Tech Hybrid riduce la capacità a 326-440 litri per via dell’ingombro delle batterie).

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Motori Renault B-SUV

Passando alla meccanica e ai motori del B-SUV Renault, la seconda generazione della Captur è realizzata, come detto in precedenza, sulla piattaforma CMF-B dell’Alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi, condivisa con diversi modelli di tutti i marchi che ne fanno parte, Dacia compresa. Leggera e modulare, la piattaforma CMF permette ai modelli che la adottano di avere accesso ad una serie di tecnologie di sicurezza, come la guida autonoma di Livello 2 presente sugli allestimenti più ricchi della Captur, ma anche di trazione.

Con il restyling del 2024, infatti, la gamma motori del B-SUV Renault conferma due motori esclusivamente termici e due varianti elettrificate, una Mild Hybrid e una Full Hybrid. Saluta, infatti, il 1.5 Blue dCi, il parco Diesel ormai poco affine alle tendenze del mercato dei crossover compatti, ma anche il powertrain ibrido Plug-In della E-Tech PHEV. Il sistema da 160 CV, con batteria da 10,5 kWh e sospensioni Multilink dedicate (tutte le altre Captur hanno un classico schema a ruote interconnesse), lascia spazio al solo 1.6 E-Tech Full Hybrid, dando “mandato” alle nuove elettriche abbordabili della Régie di offrire l’esperienza di guida a zero emissioni.

Tornando all’attuale Captur II restyling, l’offerta parte dal noto 1.0 TCe tre cilindri turbo, disponibile sia con alimentazione esclusivamente a “verde” con 90 CV e 160 Nm oppure in versione con doppia alimentazione benzina-GPL. Con l’impianto GPL, il 1.0 TCe arriva a 100 CV e 170 Nm, sempre scaricati sulle ruote anteriori attraverso un cambio manuale a 6 marce.

Per chi cerca più vivacità e il cambio automatico, la Captur offre la 1.3 TCe Mild Hybrid 160: sotto il cofano trova posto il 1.3 quattro cilindri turbo sviluppato in collaborazione con Mercedes-Benz da 158 CV e 270 Nm, accoppiato al cambio automatico doppia frizione EDC a 7 marce. Le prestazioni sono molto vivaci (l’accelerazione 0-100 km/h è coperta in 8,5 secondi), mentre non manca un sistema Mild Hybrid a 12 V per mantenere bassi consumi ed emissioni.

La variante più raffinata è però la 1.6 E-Tech Hybrid 145, motorizzazione Full Hybrid della gamma. Sotto il cofano anteriore coesistono un motore 1.6 aspirato da 91 CV, un motore elettrico principale da 49 CV e un secondo motore elettrico da circa 20 CV, per una potenza complessiva di 143 CV e una coppia di 148 Nm. A gestire questi propulsori ci pensa un cambio automatico chiamato MultiMode, con innesti a denti, privo di sincronizzatori e di frizioni, che offre 4 rapporti per il motore termico e 2 per quello elettrico.

Si ottiene così un SUV Full Hybrid piuttosto vivace (0-100 km/h in 10,6 secondi) e che, grazie ad una batteria da 1,2 kWh, ha un consumo omologato nel ciclo WLTP di oltre 21 km/l, e ha un peso relativamente contenuto a circa 1.350 kg. Questi sono, quindi, i motori del B-SUV Renault Captur offerti sul mercato italiano:

Versione Motore Potenza Trazione Cambio
1.0 TCe 90 1.0 tre cilindri turbobenzina 90 CV Anteriore Manuale a 6 marce
1.3 TCe 160 EDC 1.3 quattro cilindri turbobenzina Mild Hybrid 158 CV Anteriore Automatico doppia frizione a 7 marce
1.6 E-Tech 145 1.6 quattro cilindri benzina aspirato + due motori elettrici Full Hybrid 143 CV Anteriore Automatico a 4+2 marce
1.0 TCe GPL 100 1.0 tre cilindri turbo benzina-GPL 101 CV Anteriore Manuale a 6 marce

Versioni e prezzi Renault B-SUV

Arriviamo così alle versioni del B-SUV Renault e ai prezzi, con la Captur II restyling che ha modificato il suo approccio per quanto riguarda allestimenti e listini. Rispetto al passato, infatti, Renault ha scelto di razionalizzare l’offerta dei suoi modelli, offrendo solamente tre allestimenti: la versione d’accesso Evolution, l’intermedia Techno e la top di gamma Esprit Alpine, con in più la Evolution offerta solo con il motore 1.0 benzina o a GPL e la Esprit Alpine affiancata ai due motori elettrificati.

L’allestimento Evolution, poi, ha già una ottima dotazione di serie, che conta fari full LED, sistema di infotainment da 10,3 pollici verticale, clima automatico, quadro strumenti digitale, sensori di parcheggio posteriori con retrocamera, sedile posteriore scorrevole, Cruise Control, mantenitore attivo di corsia e cerchi “Flexweel” da 17 pollici.

La più ricca Techno, invece, aggiunge i cerchi in lega, l’ingresso e l’accensione keyless, i retrovisori ripiegabili elettricamente e i vetri posteriori scuri. La top di gamma delle versioni del B-SUV Renault, la Captur Esprit Alpine, infine, aggiunge i sensori di parcheggio anteriori e laterali, i sedili sportivi con rivestimento in pelle e Alcantara, il Cruise Control adattivo, i cerchi in lega da 18 pollici specifici e i paraurti anteriori e posteriori più sportivi, nonché il navigatore proprietario (che altro non è che Google Maps “embeddato” all’interno della vettura). A livello di prezzi, il B-SUV Renault ha un listino concorrenziale, con prezzi contenuti soprattutto per le versioni d’accesso.

Per portarsi a casa una 1.0 TCe a benzina in versione Evolution servono circa 22.500 euro, con la 1.0 GPL offerta a poco meno di 1.000 euro in più a parità di allestimento. La versione più ricca Techno costa, a parità di motorizzazione, 2.000 euro in più, e per la 1.3 TCe Mild Hybrid da 158 CV e cambio automatico EDC parte attorno ai 27.000 euro. Servono 3.000 euro in più circa per la ricca Esprit Alpine, mentre la 1.6 E-Tech Hybrid parte da un soffio sotto i 30.000 euro.