Pro
- Palmarès
- Prestazioni
Contro
- Consumi
- Ha vinto meno 24 Ore di Le Mans rispetto alla 956
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In diversi anni di carriera, la Porsche 962 vinse non solo la 24 Ore di Le Mans, bensì anche l’importante 24 Ore di Daytona (controparte oltre oceano della classicissima francese), l’IMSA e il campionato mondiale Sport Prototipi. La storia sportiva della 962 inizia nel 1984, non a caso, proprio in America, dove Porsche la schiera nella gara sul famoso circuito della Florida guidata niente meno che dal campione di F1 1978 Mario Andretti e dal figlio Michael. La sua genesi risale, però, al 1981, proprio per l’intenzione della Casa tedesca di competere da entrambe le parti dell’Oceano Atlantico con i suoi prototipi.
Scopriamo dimensioni, interni, motori e concorrenti di Porsche 962.
Dimensioni Porsche 962
Le dimensioni della Porsche 962 sono:
- lunghezza 4,77 metri
- larghezza 2,00 metri
- altezza 1,01 metri
- passo 2,77 metri
Le dimensioni della Porsche 962 sono quelle comuni alle altre auto da corsa della seconda metà degli anni ‘80. Basti pensare alla rivale per eccellenza della Porsche 962, unica in grado di darle realmente battaglia: la Jaguar XJR-8. Quest’ultima è lunga appena un centimetro in più, stesso aumento anche nel passo, mentre è diversa l’altezza con 1,10 metri contro gli 1,01 della Porsche 962. Il suo stile e la sua linea, diretta evoluzione della 956 precedente, sono sempre rimasti un riferimento nel mondo delle corse sportive a ruote coperte per tutta la seconda metà degli anni ‘80. La monoscocca è in alluminio, con lo spostamento voluto delle ruote anteriori di 12 centimetri rispetto alla Porsche 956 (il cui passo è di 2,65 metri) per permettere l’alloggiamento della pedaliera non di fronte all’asse anteriore ma entro quest’ultimo, soprattutto per questioni di sicurezza e per ricevere l’omologazione IMSA senza la quale Porsche non sarebbe potuta sbarcare con la 962 nel campionato americano.
Le dimensioni della Porsche 962 rimarranno pressoché alterate anche nelle varie derivazioni di questo modello nel corso degli anni ‘90: un esempio è la K8 Spyder su base Porsche 956 acquistata dalla Kremer Racing una volta conclusasi la carriera ufficiale della Porsche 962. In questa versione, il tetto è assente e questa caratteristica che aiutò a definire queste auto come “barchette” si ripeterà fino all’alba del nuovo millennio: basti pensare alla vittoria nel 1999 della BMW V12 LMR alla 24 Ore di Le Mans o a quella del 2001 targata Audi, la prima della plurivittoriosa Audi R8.
Interni Porsche 962
Gli interni della Porsche 962 sono, ovviamente, figli dell’impostazione corsaiola. Bando alle ciance, verrebbe da dire, con un abitacolo cui si accede aprendo le portiere verso l’alto. Lo spazio è angusto, c’è infatti posto per il sedile del pilota rivestito in pelle e per poco altro. Essendo un’auto da corsa, gli ingegneri Porsche installarono l’estintore come da regolamento proprio accanto al sedile, alla sua sinistra. L’abitacolo è quindi concentrato nella parte anteriore della vettura, e permette una discreta visibilità sui tre lati. A disposizione del pilota tutti gli indicatori “vitali” per monitorare le performance dell’auto durante le lunghe gare di durata: pressioni dei liquidi e contagiri diventano sicuramente più importanti del tachimetro. Una spia rossa proprio davanti agli occhi del pilota si sarebbe accesa nel caso in cui l’autonomia del serbatoio fosse scesa sotto il livello limite, costringendo il driver alla sosta ai box.
Non c’è spazio per il comfort negli interni della Porsche 962, così come accade solitamente con le auto da corsa. Comfort che interessa, invece, il sedile: pensare di dover affrontare sessioni da più ore, prima del cambio pilota, su un sedile scomodo o mal calibrato vuol dire perdere decimi di secondo che possono essere determinanti ai fini della competizione. Così come accade oggi su tutte le auto da competizione, anche allora la cura dedicata al sedile era particolare e dettagliata.
Motori Porsche 962
La gamma motori della Porsche 962 comprende due versioni. Per l’IMSA Porsche adattò il suo boxer sei cilindri da 3,2 litri di cilindrata, dotato di una potenza di 700 CV, con un singolo turbocompressore KKK K36, poichè un’altra regola valida per ottenere l’omologazione per correre in America era la singola turbina in luogo alla doppia. I regolamenti vennero poi modificati negli anni successivi e così anche la 962 montò il doppio turbo. Diverso il caso della 962C già omologata per il Gruppo C: il motore fu diretto erede del 2.6 montato in precedenza sulla 956 con doppia turbina, arrivato a una cilindrata di 3 litri alla fine della sua evoluzione sportiva. In assetto da qualifica, la Porsche 962 poteva raggiungere 850 CV e velocità massime che avrebbero raggiunto i 400 km/h dopo che Dauer ereditò il progetto 962 da Porsche evolvendolo ancora per qualche anno e arrivando a vincere la 24 Ore di Le Mans 1994.
Per migliorare le prestazioni molti team che acquistarono telai di 962 dalla stessa Porsche li modificarono, talvolta sostituendo i telai originali con soluzioni più moderne a nido d’ape o con fibra di carbonio, rispetto al telaio in alluminio originale. Un altro esempio è la TWR-Porsche WSC-95, voluta da Porsche che incaricò la Tom Walkinshaw Racing per l’effettiva realizzazione del progetto. Progetto che nacque su un telaio di Jaguar XJR-14 che mantenne il motore Porsche sovralimentato con due prese d’aria aggiuntive per alimentare le turbine. Dopo un inizio travagliato, la Joest Racing acquista i due modelli prodotti e, con lo zampino di Porsche, la TWR vince le edizioni 1996 e 1997 della 24 Ore di Le Mans. Fu la stessa Porsche, accortasi delle potenzialità di queste vetture, a tornare in carreggiata trasformandola in LMP1-98. Non ebbe, però, le fortune sportive della 956 e della 962.
Porsche 962: concorrenti e conclusioni
Le premesse dietro la nascita della Porsche 962 erano molto semplici: continuare i successi della Porsche 956 e sbarcare sul suolo americano (campionato IMSA) grazie agli adattamenti apportati al telaio e al motore, tra cui la singola turbina KKK e la variazione del passo a causa dello spostamento della pedaliera. Il palmares della Porsche 962 parla da solo: con tre edizioni vinte della 24 Ore di Le Mans considerando anche la Dauer vittoriosa nel 1994 su un telaio modificato di 962, così come il campionato mondiale sportprototipi del 1985 e 1986 e l’IMSA del 1985, 1986, 1987 e 1988. A queste si aggiungono la 24 Ore di Daytona (1985, 1986, 1987, 1989 e 1991) e più edizioni della 12 Ore di Sebring (1985, 1986, 1987 e 1988). Forse non tutti sanno che dalla Porsche 962 derivarono anche dei modelli omologati per l’uso stradale grazie alle opportune modifiche.
Alcuni esempi sono la Koenig C62 e la Schuppan 962 CR. Solo 125 Porsche vennero prodotte, ma di recente è balzato agli onori della cronaca il caso di una Koenig C62 venduta nel 1991 a un cliente giapponese per 1,03 milioni di dollari dell’epoca, equivalenti a circa 1,78 milioni di euro attuali. Tornata negli Stati Uniti nel 2019, con appena 2.500 km percorsi in poco meno di trent’anni, vale oggi come all’incirca quattro Porsche 911 Turbo S. Le concorrenti della Porsche 962 sono state, invece, la Jaguar XJR-9 e la Sauber Mercedes C9.