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Polestar SUV

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Polestar-ontwerper sloopt concurrenten: ‘Nieuwe auto’s lijken op aardappels’
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Polestar SUV: storia, modelli, versioni e motori - AutoScout24

La giovane Casa sino-svedese Polestar si è distinta nei suoi primi anni di vita per la produzione di una berlina rialzata, la Polestar 2, molto apprezzata dalla critica e considerata una delle principali rivali della “pigliatutto” Tesla Model 3, affiancata alla bellissima Polestar 1, coupé ibrida che ha segnato il debutto come Casa indipendente dell’azienda svedese. Nel 2024 sono arrivati poi due SUV Polestar, che segnano il debutto del costruttore con sede a Goteborg nel mondo degli Sport Utility. Dopo essersi fatta conoscere con la 2, modello a metà tra una classica berlina a tre volumi e un crossover, dopo i primi anni di assestamento Polestar ha scelto di lanciarsi nei segmenti più redditizi sul mercato. Per l’occasione, si è anche scrollata un po’ di dosso la parentela con Volvo, storica Casa svedese dalla quale nasce, adottando per i suoi due Sport Utility uno stile più personale e riconoscibile. Leggi di più

Seguendo il percorso segnato già alla nascita dalla Casa, entrambi i SUV Polestar sono completamente elettrici, e si basano su piattaforme EV-native, ovvero pensate fin dalla progettazione per essere a trazione unicamente elettrica, condivise con altri modelli e brand del Gruppo cinese Geely, del quale Polestar fa parte fin dalla nascita come costruttore indipendente da Volvo.

Nello specifico, la Polestar 3 è un SUV medio-grande, caratterizzato da uno stile molto sportivo e dinamico, interni semplici e minimali e dimensioni che lo pongono in diretta rivalità con i SUV elettrici medio-grandi di Mercedes, BMW o Audi. La più piccola 4, invece, ha fatto parlare di sé per una scelta tecnica molto particolare.

SUV coupé di dimensioni medie, la Polestar 4 è infatti priva di lunotto: per vedere dietro, essendoci un originale posteriore completamente lamierato, il guidatore può sfruttare una telecamera in alta definizione montata sul tetto, che riproduce l’immagine su uno specchietto retrovisore interno digitale. Sia la più grande 3 che la più sportiva 4 hanno altro da dire oltre al loro stile, soprattutto a livello tecnico.

Scopriamo allora modelli, motori e versioni dei SUV Polestar.

Segni particolari dei SUV Polestar

  • Prima dei modelli a marchio Polestar, la Casa svedese aveva già realizzato delle versioni sportive degli Sport Utility Volvo, come la XC60 Engineered by Polestar.
  • La Polestar 4 è uno dei primi modelli di grande serie a non avere un classico lunotto, con il posteriore privo di finestrini visibili: per guardare dietro si utilizza uno specchietto collegato ad una telecamera in alta definizione.
  • Entrambi i SUV della Casa sino-svedese sono realizzati su piattaforme modulari del Gruppo Geely: per la Polestar 4 si tratta della SPA2, condivisa con la cugina Volvo EX90, mentre la più sportiva 3 condivide la piattaforma SEA con la Volvo EX30 e con altri modelli come la smart #1.

Modelli Polestar SUV

Dopo la berlina-crossover 2, Polestar ha deciso di lanciare una coppia di Sport Utility per il suo secondo attacco al mercato delle auto elettriche. Entrambe prodotte in Cina, negli ultra-tecnologici stabilimenti dedicati del Gruppo Geely, i modelli di SUV Polestar proposti dalla Casa sino-svedese sono due: il più generoso e “classico” 3, pensato soprattutto per il mercato americano, e il più sportivo SUV-Coupé 4, derivato dalle elettriche più piccole del Gruppo Geely e posizionato più in basso anche a livello di prezzo. Questi sono, quindi, i modelli di SUV Polestar:

  • Polestar 3
  • Polestar 4

Vista l’importanza della Polestar 3 per il mercato nordamericano, il Gruppo Geely ha scelto di produrre il suo nuovo SUV anche negli Stati Uniti, nello specifico nello stabilimento Volvo di Ridgeville, in Sud Carolina. Per lo stile del suo primo Sport Utility, Polestar ha scelto di evolvere la sua firma stilistica guadagnando in personalità e allontanandosi da quegli stilemi Volvo che, fino alla berlina 2, erano ancora piuttosto presenti nei prodotti della Casa sino-svedese. Il frontale evolve lo stile della 2, adottando dei fari a LED che riprendono il motivo a martello di Thor che le collega ancora ai modelli Volvo, ma la mascherina carenata e il lungo cofano anteriore danno un look più sportivo e meno elegante delle controparti della cugina scandinava.

Lateralmente, poi, le maniglie incassate nella carrozzeria, il posteriore piuttosto discendente e i vistosi passaruota posteriori bombati danno una bella presenza al SUV sino-svedese, che dissimula bene i suoi 4,90 metri di lunghezza. Il posteriore è dove la Polestar 3 si distacca dagli stilemi Volvo, introducendo una firma luminosa orizzontale a tutta larghezza, con forme del posteriore piuttosto massicce e definite, che unite al piccolo lunotto piuttosto inclinato e al montante posteriore molto originale nella forma danno personalità al SUV della giovane Casa scandinava.

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Salendo a bordo, invece, l’ambiente è tipicamente svedese, con un minimalismo pulito ed elegante che non sfocia mai in un interno povero o scarno. Al centro della pulitissima plancia, caratterizzata da inserti di diversi colori e materiali, troviamo un grande schermo verticale flottante da 14,5 pollici dotato di sistema operativo Android Automotive e la possibilità di avere un sistema hi-fi Bowers&Wilkins da 25 altoparlanti. Dietro il volante, dotato di comandi capacitivi sulle razze, trova posto poi un altro schermo per il quadro strumenti digitale. Ottimo lo spazio a bordo, mentre il bagagliaio offre 484 litri di capacità, discreta viste le dimensioni esterne.

Alla più grande 3 si affianca il secondo dei modelli di SUV Polestar, la più compatta e sportiva 4. In realtà, metro alla mano, lo Sport Utility con tetto da coupé misura ben 4,84 metri, posizionandosi a metà tra la berlina crossover 2 e la più grande 3. A livello estetico, la 4 si differenzia ancora di più dalle sorelle, con un frontale aggressivo e appuntito, dove spiccano i fari che hanno ancora una firma luminosa a martello, ma stavolta divisa su due gruppi ottici orizzontali separati da una sottile modanatura in tinta carrozzeria.

Lateralmente, spicca l’enorme passo da 2,99 metri, pari a quello della più grande 3, così come le maniglie, sempre a scomparsa, e la linea del tetto molto discendente. In coda, la Polestar 4 si fa notare non solo per la bella firma luminosa orizzontale né per il terzo volume leggermente abbozzato, ma soprattutto per il lunotto completamente carenato. Non si può quindi “guardare fuori”, ma la vista posteriore è garantita da una telecamera in alta definizione “nascosta” dentro la vistosa pinna posta in cima al tetto.

Salendo a bordo, la più piccola 4 si differenzia nuovamente dagli altri modelli della Casa, segnando un altro filone stilistico rispetto alle sorelle 2 e 3. La principale differenza è nello schermo dell'infotainment, che abbandona la visuale verticale simil-smartphone adottando un rapporto di forma orizzontale, più da tablet. Le dimensioni, poi, sono davvero generose: lo schermo è da ben 15,4 pollici, dotato anche in questo caso di Android Automotive e di un ottimo hardware.

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Oltre poi a quadro strumenti digitale e volante, simili alla più grande 3, spicca il generoso tunnel centrale flottante, sotto al quale trova posto un grande vano portaoggetti, mentre la plancia e i pannelli porta sono rivestiti in materiali morbidi e piuttosto originali, come tessuto, pelle e plastica riciclata. Lo spazio è buono anche dietro, mentre il bagagliaio da 526 litri è aiutato da un secondo vano di carico anteriore, un “frunk” da soli 15 litri, adatto ad alloggiare i cavi di ricarica.

Motori Polestar SUV

Per quanto riguarda la meccanica e i motori dei SUV Polestar, dalla berlina 2 la Casa scandinava ha deciso di concentrarsi interamente sulla produzione di automobili elettriche. Per questo, sia il SUV medio 3 che il SUV-coupé 4 sono disponibili esclusivamente con powertrain elettrici, sfruttando entrambi le sinergie del Gruppo Geely per avere accesso a piattaforme molto moderne e, soprattutto, EV-Native.

Se, infatti, la Polestar 2 è stata realizzata sulla piattaforma CMA, un pianale modulare nato per accogliere motori termici e ibridi e solo successivamente adattato alla trazione elettrica, i nuovi modelli possono contare su due piattaforme progettate fin dall’inizio per avere a che fare con batterie, motori elettrici e trasformatori, con importanti vantaggi a livello di packaging, efficienza e capacità della batteria.

Partendo dalla Polestar 3, il SUV più grande della Casa sino-svedese è realizzato sul nuovo pianale SPA2, piattaforma nata dall’evoluzione della vecchia SPA utilizzata su modelli Polestar (come la 1) e Volvo (ad esempio sulle V90, XC60 e XC90) e modificata per essere offerta solamente con powertrain elettrici. Nello specifico, in Europa la 3 è proposta in due varianti meccaniche, entrambe con doppio motore, uno per asse. La versione “d’accesso” è la Long Range AWD, spinta da due motori che, insieme, erogano 489 CV e 840 Nm.

Nonostante una massa non indifferente (2.584 kg), la Polestar 3 scatta da 0 a 100 km/h in 5,0 secondi netti, arrivando fino ai 210 km/h di velocità massima autolimitata. Ad alimentare i due motori ci pensa una batteria da 111 kWh, che permette allo Sport Utility sino-svedese di percorrere, secondo il ciclo omologativo misto WLTP, 610 km. Per chi cerca più prestazioni, invece, si può optare per la versione Long Range Performance AWD, che porta la potenza dei due motori a 544 CV e 910 Nm di coppia. L’accelerazione 0-100 km/h è così coperta in 4,7 secondi, mentre l’autonomia scende di poco, a soli 560 km nel ciclo misto WLTP.

Passando, invece, alla più sportiva 4, la meccanica e i motori del SUV Polestar posto un gradino sotto il più grande 3 sono condivisi con altri modelli del Gruppo Geely più compatti. Sotto la scocca, infatti, si nasconde la piattaforma SEA nella sua versione più grande, denominata SEA1 e condivisa con alcuni modelli che non abbiamo visto in Italia e con il minivan elettrico Volvo EM90. Dotata di sospensioni indipendenti sia davanti che dietro (McPherson all’anteriore, Multilink dietro), con l’optional degli ammortizzatori a controllo elettronico, la Polestar 4 condivide con le più piccole SEA2 come la cugina Volvo EX30 il powertrain d’accesso.

La versione base, chiamata Long Range, è infatti spinta da un motore elettrico singolo posteriore da 272 CV e 343 Nm, che unito ad una grande batteria da ben 102 kWh offre prestazioni vivaci (0-100 km/h in 7,1 secondi) e 610 km di autonomia nel ciclo misto WLTP.

Per chi cerca maggiori prestazioni, comunque, è disponibile anche la versione Long Range AWD, che aggiunge un secondo motore sull’asse anteriore e porta la potenza a ben 544 CV e 686 Nm, per un’accelerazione 0-100 km/h di 3,8 secondi e un’autonomia di 580 km nel ciclo WLTP. Per chi, infine, vuole ancora di più, è presente il pacchetto Performance, che aggiunge dei freni maggiorati della Brembo e ammortizzatori a controllo elettronico. Questi sono, quindi, i motori dei SUV Polestar:

Motori Polestar SUV

Polestar 3

Versione Motore Potenza Trazione Autonomia WLTP
Long Range AWD Motore elettrico anteriore + motore elettrico posteriore 489 CV Integrale 610 km
Long Range Performance AWD Motore elettrico anteriore + motore elettrico posteriore 517 CV Integrale 560 km

Polestar 4

Versione Motore Potenza Trazione Cambio/Autonomia
Long Range Motore elettrico posteriore 272 CV Posteriore 610 km
Long Range AWD Motore elettrico anteriore + motore elettrico posteriore 544 CV Integrale 580 km

Versioni e prezzi Polestar SUV

Concludiamo, infine, con le versioni dei SUV Polestar e i prezzi degli Sport Utility della Casa sino-svedese. Nonostante la numerazione, ad aprire la gamma ci pensa il SUV-coupé 4, che nonostante dimensioni simili alla più grande 3 è proposta ad un prezzo decisamente più contenuto. Disponibile in un unico allestimento, molto completo, per entrambe le motorizzazioni, la Polestar 4 è offerta, con motore singolo posteriore e batteria Long Range, a circa 67.000 euro.

Per questo prezzo, è possibile avere di serie la guida autonoma di Livello 2, i fari full LED automatici, il sistema di infotainment da 15,4 pollici, il sistema di telecamere a 360 gradi, i sedili anteriori elettrici e riscaldabili e, ovviamente, lo specchietto posteriore digitale collegato alla telecamera ad alta definizione posizionata sul tetto della vettura. Tra gli optional è possibile optare per il tetto in vetro con tecnologia di oscuramento elettrocromica o per i grandi cerchi in lega da 22 pollici, mentre la versione AWD, offerta a circa 74.000 euro, è dotata di serie delle sospensioni a controllo elettronico e, a richiesta, del pacchetto Performance con freni Brembo e sospensioni dedicate.

Al top della gamma e del listino prezzi dei SUV Polestar troviamo la 3, offerta in due livelli di potenza e due allestimenti. Alla “base”, se così vogliamo chiamarla, della gamma dello Sport Utilty 3 troviamo la Long Range AWD, che offre di serie guida autonoma base di Livello 2, schermo dell'infotainment verticale da 14,5 pollici, fari full LED anteriori e posteriori, sospensioni pneumatiche attive, retrocamera, sedili anteriori riscaldabili e cerchi da 21 pollici, il tutto ad un prezzo di partenza di 93.000 euro.

La Long Range Performance AWD è la più ricca e potente delle versioni dei SUV Polestar, proposta ad un prezzo di partenza intorno ai 100.000 euro. Rispetto alla Long Range AWD, si aggiungono i cerchi in lega da 22 pollici, sedili ventilati e la potenza maggiorata a 517 CV. A richiesta, poi, troviamo i fari digitali, il gancio traino e il sistema di guida autonoma avanzata con Radar, Lidar e la possibilità di guidare da sola quando sarà consentito dalle regolamentazioni.