Pininfarina Battista

Prodotta in serie limitata, viene realizzata negli stabilimenti di Cambiano e in questi anni si sono già studiate diverse varianti tra cui una barchetta aperta che dovrebbe arrivare nel 2025. Rallentata dalla pandemia da Coronavirus, nel 2021 si sono completati i test in pista alla presenza dell’ex pilota di F1 Nick Heidfeld, all’epoca ancora impegnato in Formula E. Non facile mettere a terra, per una persona comune, la potenza sprigionata dai 4 motori elettrici. Test molto lunghi che non hanno fatto desistere i futuri clienti dalla volontà di possederla, con la presentazione ufficiale che è avvenuta alla Monterey Car Week nell’agosto del 2021.

Nel frattempo sono arrivate altre few-off, ultima in ordine di tempo, la Battista Cinquantacinque è una particolare versione della hypercar da 1.900 CV che omaggia la Lancia Florida, progettata e fortemente voluta da Pinin nel 1955: richiama lo stile e i colori dell’antenata tratteggiando un filo che unisce, magicamente, passato e presente. Nel 2023 altro esempio di richiamo al passato e alla tradizione italiana con l’Edizione Nino Farina, primo campione del mondo di F1.

Scopriamo dimensioni, interni, motori, prezzi e concorrenti di Pininfarina Battista.

Dimensioni Pininfarina Battista

Le dimensioni della Pininfarina Battista sono:

• lunghezza 4,91 metri
• larghezza 2,24 metri
• altezza 1,21 metri
• passo 2,75 metri

La Pininfarina Battista nasce dalla matita di Carlo Bonzanigo, tramite un cross di esperienze tra la stessa Pininfarina e Automobili Pininfarina. Molto larga e molto bassa, tanto che supera di poco il metro di altezza, la Pininfarina Battista si distingue sicuramente per le sue dimensioni importanti, sfiorando i 5 metri di lunghezza, ma non solo.

Basti osservare il lato B per apprezzare il lavoro aerodinamico fatto sugli spoiler solidali alla carrozzeria che fungono anche da supporto per le luci a LED. Strano non trovare grosse prese d’aria come succederebbe su una supercar termica di potenza comunque inferiore: il tutto è reso possibile dalle diverse necessità di raffreddamento di batterie e motori elettrici.

C’è anche un richiamo al passato glorioso di Pininfarina, ovviamente portato stilisticamente ad adattarsi ai canoni estetici odierni: qualcuno potrebbe notare una vaga somiglianza con la Cisitalia 202 ma non al confronto diretto bensì alla sintesi tra forma e funzione, in questo caso fendere l’aria nel miglior modo possibile, che è sempre stato al centro della progettazione delle auto disegnate dal carrozziere torinese.

Non hanno ispirato le dimensioni della Pininfarina Battista ma ha influenzato lo stile la grande esperienza della Casa di Cambiano nella progettazione delle Ferrari, con le decine e decine di modelli disegnati nel corso degli anni, a partire dagli anni ‘50 fino alla F12 Berlinetta (2012).

Interni Pininfarina Battista

Gli interni della Pininfarina Battista rispondono a due esigenze. Concentrare le informazioni attorno al pilota, senza la benché minima distrazione, e rispondere all’esigenza della massima personalizzazione richiesta dal cliente. In questi anni di Pininfarina Battista se ne sono viste diverse, basti pensare all’esemplare mostrato in anteprima internazionale alla Monterey Car Week 2021 e denominata Black Exposed Signature Carbon. In carbonio fuori, dentro presenta sedili “Pilota” di colore azzurro con dettagli in pelle nera ecosostenibile e in Alcantara, altro simbolo del made in Italy.

Il volante è in carbonio e viene attorniato da tre schermi, dei quali i laterali sono perfettamente simmetrici e convogliano informazioni importanti ma non essenziali. Tutto ruota attorno al piccolo display con disposizione verticale appena dietro il piantone dello sterzo: qui vengono mostrate la velocità e la carica residua della batteria, due dati fondamentali, insieme all’energia recuperata ad ogni frenata che va a impattare positivamente sulla gestione energetica della vettura e sulla futura ricarica.

Sul display di sinistra, invece, vengono visualizzate ad esempio i vari settaggi delle modalità di guida così come le impostazioni della posizione di volante e sedile. A destra lo schermo del navigatore, dell’audio e delle piccole icone con cui si regola la climatizzazione, forse troppo piccole quando si viaggia ad alta velocità e le mani devono stare sul volante.

Motori Pininfarina Battista

I dati più impressionanti riguardano proprio i motori della Pininfarina Battista. Giustissimo usare il plurale, perché per arrivare a 1.900 CV un motore da solo non sarebbe mai stato. Da qui la decisione di installarne quattro, uno per ruota, tanto che già alla presentazione la Battista ha battuto per distacco qualsiasi automobile stradale prodotta in precedenza nei più di cento anni di storia del mezzo a quattro ruote. 1.900 CV che corrispondono a 2.300 Nm di coppia istantanea e a 1,86 secondi, meglio di una F1 turbo ibrida, sullo 0-100 km/h.

Il confronto è perso, ma di poco, sullo 0-300 km/h: la Battista impiega 12 secondi, per poi fermarsi a 350 km/h di velocità massima. La batteria da 120 km/h assicura sulla carta, a scapito di un’intensa pressione del pedale dell’acceleratore, fino a 500 km di autonomia. Le modalità di guida (Calma, Pura, Energica e Furiosa) possono influire in primis sulla cavalleria, dove Calma eroga “solo” 400 CV, e ovviamente sull’autonomia ove non sono richieste le massime prestazioni.

Il grande problema del peso, qui si superano le 2 tonnellate (ben distanti dal peso piuma di una F1 dell’era moderna, comunque alto rispetto ai pesi dell’era pre-ibrida) è aggravato dalla presenza di ben cinque radiatori deputati al raffreddamento dei singoli motori elettrici e della batteria, che si ricarica fino a 180 kW in corrente continua in quasi un’ora. Quattro motori indipendenti gestiti dalla centralina di controllo, con possibilità di dare prevalenza di coppia al posteriore, e un impianto frenante curato da Brembo con dischi da 390 mm all’anteriore e 380 mm al posteriore completano il quadro tecnico della Pininfarina Battista.

Motori Pininfarina Battista

Elettrico

• 1.417 kW, quattro motori elettrici, 1.900 CV, batteria 120 kWh, trazione integrale

Prezzi Pininfarina Battista

Il listino prezzi della Pininfarina Battista non è mai stato diffuso ufficialmente, trattandosi di un’auto fuori dal comune e per questo fuori dalle comuni tabelle dei prezzi consultabili dai clienti. Anzi, chi ha avuto la fortuna di rientrare nella ristretta cerchia dei clienti di questa hypercar così estrema sarà stato informato con dovizia di particolari sulla lunga quantità di optional installabili sulla vettura, non tanto su telecamere o ADAS come avviene per i comuni veicoli quanto sulla possibilità di personalizzare la massimo l’abitacolo e i suoi materiali.

Nel momento della presentazione al Salone di Ginevra si parlò anche di una rete di distribuzione dedicata in almeno 40 città sparse nel mondo. La realtà parla di un valore della vettura che parte da non meno di 1,98 milioni di euro, poi ci sono tutte le varie serie limitate in pochissimi esemplari e il cui valore è destinato a schizzare verso l’alto e a mantenersi nel tempo. Numeri da capogiro, come quelli che si leggono alla voce “prestazioni” della sua scheda tecnica. Sull’ufficialità del prezzo poco sotto i 2 milioni di euro fu la stessa Pininfarina a renderlo pubblico in occasione della realizzazione del primo esemplare nell’estate 2022.

Il costo, ovviamente, non è dato solo da ciò che la Battista dimostra di saper fare su strada. Servono fino a 1.250 ore per costruire un esemplare, e calcolati i 150 esemplari destinati alla vendita si fa presto a capire lo sforzo necessario. 10 specialisti altamente qualificati sono impegnati a rendere letteralmente unico ogni esemplare che esce dalla fabbrica di Cambiano, con ulteriore tempo prezioso impiegato per la personalizzazione ad hoc degli esemplari few-off, come le Anniversario.

Pininfarina Battista: concorrenti

Pininfarina Battista ha ben poche concorrenti oggi in commercio. Una è la Rimac Nevera, alla quale abbiamo dedicato attenzione sulle nostre pagine, che le somiglia per potenza e prestazioni e con la quale condivide parte del progetto, ma non tutto. La hypercar croata è senza dubbio la rivale n.1 della Pininfarina Battista, considerando che Bugatti, anche con la nuova Tourbillon, ha preferito calcare la strada dell’ibrido plug-in tanto da raggiungere i 1.800 CV, “solo” 100 CV in meno della potenza combinata espressa dai 4 motori elettrici della Battista. Condivide parte del DNA italiano con la Battista la Aspark Owl, in italiano gufo.

Ha già battuto due record (velocità media sul quarto di miglio e sull’ottavo di miglio) e la sua messa a punto è stata curata dalla MAT (Manifattura Automobili Torino) già autrice della New Stratos qualche anno fa. Sembrava avviata a una gloriosa carriera la Estrema Fulminea che, a oggi, non si è ancora vista circolare su strada. Se guardiamo al resto del mondo non mancano esempi di hypercar elettriche: la Vega EVX arriva dall’India ma si ferma a 800 CV.

Pininfarina Battista: conclusioni

La nuova Pininfarina Battista è un qualcosa, forse più di un’automobile, che ha aiutato a ridefinire gli standard di cosa possa essere in grado di fare un veicolo con le sue quattro ruote e uno o più motori. Qui già la cavalleria parla da sola, con 1.900 CV, ma sono i dati relativi all’accelerazione, quasi migliore di una F1, che fanno scalpore.

Certo, c’è quel peso di poco superiore alle 2 tonnellate nonostante la monoscocca in fibra di carbonio che grida allo scandalo, ma forse è meglio così pensando alla non guidabilità che avrebbe avuto un’auto così potente se il suo peso fosse stato inferiore. Esclusiva, cara e ampiamente personalizzabile: dove agiscono le serie limitate ci saranno sempre clienti pronti a staccare velocemente ricchi assegni pur di dire, io posso permettermela. La sua genesi non è stata facile, anzi, complice la pandemia, ma ora già si parla di una versione barchetta (B95) e le tante serie limitate (Florida, Anniversario, Nino Farina) non hanno fatto altro che accrescere ancora di più il suo valore.

Non si sa che futuro avranno le hypercar elettriche, ma resta il fatto che la Battista rimane e rimarrà per sempre un esempio estremo di cosa possa fare e di come possa evolversi un’automobile sfruttando tutte le tecnologie oggi a disposizione.