Pro
- Unica ed irripetibile
- Esperienza di guida da veri appassionati
Contro
- Esemplari limitatissimi
- Prezzo ormai irraggiungibile
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Nel 1992, la Modena Design diventa Pagani, e Horacio ha già in mente la sua prima vettura: una Supercar dura e pura, dotata di un motore centrale potentissimo, cambio rigorosamente manuale e un’estetica unica. Quella vettura, già disegnata da Pagani nel 1988, si chiamava originariamente Fangio F1, che diventa poi ufficialmente poi la Pagani Zonda, la prima vettura della Casa modenese. Dalla piccola fabbrica locata a San Cesario sul Panaro, vicino Modena, Horacio Pagani ha dato vita al suo sogno, e ha regalato al mondo una delle automobili più emozionanti, uniche e irripetibili della storia, la Pagani Zonda.
Scopriamo allora dimensioni, interni, motori, prezzi e concorrenti di Pagani Zonda.
Dimensioni Pagani Zonda
Le dimensioni della Pagani Zonda sono:
- lunghezza 4,40 metri
- larghezza 2,06 metri
- altezza 1,15 metri
- passo 2,73 metri
Fin dal primo sguardo, Pagani Zonda incarna perfettamente l’anima e l’indole del suo creatore, Horacio Pagani. Da sempre, infatti, Horacio considera le proprie vetture come delle vere e proprie opere d’arte, da curare in ogni minimo, minuscolo dettaglio. Da un paraurti fino ai più piccoli bulloni, ogni componente di una Pagani dev’essere esteticamente appagante e perfetto da ogni punto di vista. E questa mania di perfezione arriva con forza nello stile, che è assolutamente unico e mai visto prima. Da ogni angolazione, Pagani Zonda è una vettura teatrale, unica, personale, che in oltre 20 anni di produzione non ha mai cambiato il suo aspetto.
Il frontale è cortissimo e appuntito, proprio come quello di una vettura da Formula 1 a cui Horacio Pagani si è ispirato, e sfoggia anche una sezione triangolare al centro che ricorda il musetto di una monoposto. I passaruota gonfissimi ospitano sulla loro superficie due piccoli fari per lato, che regalano a Zonda uno sguardo cattivo ma anche personale e simpatico. Sulla sommità dei passaruota anteriori troviamo gli specchietti retrovisori, realizzati in fibra di carbonio e dal look unico, una opera d’arte in miniatura. Il parabrezza avvolgente fa poi notare quanto sia stretto l’abitacolo rispetto alla larghezza totale dell’auto, a ricordare ancora di più le vetture da corsa.
L’abitacolo è poi davvero compatto anche in lunghezza, perché dietro lo spazio è dedicato all’enorme V12 di origine Mercedes che regala a Zonda una colonna sonora unica. La coda è forse la parte più iconica di Zonda: dietro l’abitacolo la Pagani prosegue per diversi centimetri, proprio per fare spazio al V12 e allontanare verso gli angoli della vettura le ruote. Dietro troviamo un pannello in pura fibra di carbonio, con una enorme griglia di raffreddamento centrale interrotta solo dagli iconici quattro scarichi posti proprio al centro del posteriore, in alto. In questo modo, il flusso degli scarichi è ottimale, e al di sotto si lascia spazio per il diffusore posteriore, davvero enorme.
Concludendo con le dimensioni di Pagani Zonda, una curiosità che in pochi conoscono è che i fari posteriori sono gli stessi utilizzati su tantissimi modelli di autobus tra gli anni ’80, ’90 e ’00, mentre il vano di carico è praticamente inesistente: meglio comprare ciò che ci serve una volta arrivati a destinazione.
Interni Pagani Zonda
Gli interni di Pagani Zonda sono quasi più speciali e unici degli esterni, ed è tutto dire. La filosofia di perfezione e maniacalità di Horacio Pagani è evidentissima all’interno, dove ogni pannello è realizzato con cura certosina, rivestito o assemblato a mano e dotato di uno stile a dir poco unico. La plancia di Pagani Zonda rappresenta i concetti di retrofuturismo tipici degli anni ’70, rendendola sempre attuale e impossibile da collocare temporalmente in quanto ogni parte sembra uscita dal futuro ma in qualche modo ispirata al passato. Tutte le Zonda sono prive di Airbag, una soluzione possibile per i pochissimi esemplari prodotti all’anno, e quindi sfoggiano un volante in alluminio, pelle e legno davvero particolare e unico. Anche la leva del cambio, manuale su quasi tutti gli esemplari, ha uno stile particolarissimo, ed è dotata del pulsante per accendere il motore in cima alla leva.
Ogni pannello che la compone è bello da vedere e da toccare, rivestito in morbida pelle, in fibra di carbonio o in alluminio o titanio spazzolati a mano. Guardando più a fondo, però, tra i bellissimi comandi a bilanciere realizzati a mano, come anche la levetta per regolare gli specchietti, troviamo alcune componenti elettroniche derivate dalla grande serie. Il climatizzatore, ad esempio, arriva dritto dritto da una Rover 25, mentre la radio è una Becker vista su tantissimi modelli Ferrari, Porsche o Maserati.
Entrambe però hanno subito una trasformazione estetica, con un frontalino in alluminio spazzolato e rotelle ricavate dal pieno. A stupire di più è però la provenienza del quadro strumenti, derivato direttamente dalla Lancia Y prima serie del 1995. Lo strumento è esattamente quello, con lo stesso layout, le stesse spie e le stesse dimensioni: Pagani, però, ha modificato il fondo degli strumenti, le lancette e ha leggermente aumentato il fondoscala, passato da 180 km/h a… 390 km/h. Concludendo con gli interni di Pagani Zonda, la sportiva modenese è ovviamente una due posti secchi, ma nonostante l’altezza di 1,15 metri anche i più alti sono comodi, una soluzione non scontata su una Supercar così pura.
Motori Pagani Zonda
Arriviamo così alla gamma motori di Pagani Zonda, che è sempre arrivata dalla Germania, e più precisamente dalla produzione di Mercedes-Benz. La Casa di Stoccarda è stata fondamentale per Pagani, che è riuscito ad instaurare un rapporto di collaborazione grazie all’intercessione di Juan Manuel Fangio, che con la Casa tedesca ha corso e vinto il Mondiale di Formula 1 nel 1954 e nel 1955, e nel corso dei 20 anni di produzione ha fornito diversi motori alla Casa modenese. Molto diversi tra loro, tutti i propulsori avevano solo due cose in comune: erano tutti dei V12, e tutti rigorosamente aspirati.
La prima Pagani Zonda che doveva chiamarsi Fangio F1 ma cambiò il suo nome in Zonda per rispetto verso l’amico Fangio, morto nel 1995, fu la C12 del 1999. Primissima vettura mai prodotta dalla Casa di San Cesario sul Panaro, sotto il cofano trovava posto il 6.0 V12 Mercedes derivato direttamente da SL e Classe S 600. Si trattava quindi di un motore piuttosto pacioso e fluido, dotato “solo” di 400 CV, aumentati a 450 CV pochi mesi dopo il lancio, che spingeva molto bene grazie al peso contenutissimo a soli 1.200 kg della Supercar italo-argentina. Pagani, però, non era soddisfatto di questo 6.0, e chiese a Mercedes un motore più potente. La Casa di Stoccarda, così, rese partecipe anche AMG, che infatti per la successiva Zonda C12S realizzò un nuovo V12, questa volta da 7 litri, capace di ben 550 CV. Finalmente, la Zonda cominciò ad avere più cavalli e prestazioni ancora più esagerate, che aumentarono ancora nel 2002 con la Zonda S.
Salutato il nome C12, la nuova Zonda accolse sotto il cofano un nuovo V12, questa volta 7.3 di cilindrata, capace di 555 CV e 750 Nm di coppia, il tutto erogato sulle sole ruote posteriori attraverso un cambio manuale a 6 marce di vecchia concezione. Pagani ha poi continuato a sviluppare la sua Zonda, introducendo sul mercato la mitica Pagani Zonda F: dedicata a Fangio, la Zonda F portò la potenza a 602 CV, che diventano poi 650 nella versione Clubsport, un pacchetto a richiesta che aggiunge un airbox e uno scarico da Formula 1, freni carboceramici e un assetto ancora più estremo. La gamma Zonda si chiuse poi con la Cinque, disponibile con cambio manuale robotizzato a 6 marce e con potenza complessiva di 678 CV, dopo la quale è poi arrivata la Tricolore, identica per meccanica, e successivamente la nuova Huayra. Pagani, però, ha continuato a produrre la Zonda in piccolissimi numeri, nella cosiddetta “serie 760”: si tratta di esemplari unici fatti su richiesta, dove il 7.3 aspirato raggiunge i 760 CV e una cattiveria inaudita.
Una di queste, la 760 LH, è stata costruita per il sette volte Campione del Mondo di Formula 1 Lewis Hamilton, l’unica con cambio manuale a 6 marce. Infine, la gamma motori di Pagani Zonda si conclude con la Barchetta, ultima Zonda prodotta nel 2017, capace di 800 CV, cambio manuale a 6 marce e realizzata in tre esemplari, di cui uno personale di Horacio. Con lei, a 5 anni dal debutto di Huayra, si chiude il capitolo Zonda, a 18 anni dal debutto della prima C12.
Motori Pagani Zonda
Benzina
- C12, 6.0 V12 aspirato Mercedes, 400/450 CV, cambio manuale a 5 marce, trazione posteriore
- C12-S, 7.0 V12 aspirato Mercedes-AMG, 550 CV, cambio manuale a 6 marce, trazione posteriore
- Zonda S, 7.3 V12 aspirato Mercedes-AMG, 555 CV, cambio manuale a 6 marce, trazione posteriore
- Zonda F, 7.3 V12 aspirato Mercedes-AMG, 602 CV, cambio manuale a 6 marce, trazione posteriore
- Zonda Cinque, 7.3 V12 aspirato Mercedes-AMG, 678 CV, cambio robotizzato a 6 marce, traz. post.
- Zonda 760, 7.3 V8 aspirato Mercedes-AMG, 760 CV, cambio manuale o robotizzato a 6 m., traz. post.
- Zonda Barchetta, 7.3 V8 aspirato Mercedes-AMG, 800 CV, cambio manuale a 6 marce, traz. post.
Prezzi Pagani Zonda
Il listino prezzi di Pagani Zonda dei primi anni di produzione, letto oggi, fa sorridere vedendo il valore che ha raggiunto oggi la sportiva modenese. La prima Pagani Zonda C12 era, infatti, offerta a 340.860 euro, 658.000.000 di lire. A questo prezzo, si portava a casa il 6.0 V12 da 400 CV con cambio manuale, il clima automatico, la radio e un’esperienza di guida incredibile. Il prezzo della C12S con motore 7.3, invece, sfiorava i 500.000 euro, superati di gran lunga dalla Zonda S, offerta a 575.000 euro, e dalla mitica F, offerta allo stesso prezzo, 575.000 euro.
I prezzi di Pagani Zonda erano quindi altissimi, commisurati alla cura maniacale della vettura ma estremamente salati. Vedendo oggi le quotazioni e le vendite all’asta in tutto il mondo, sembrano invece un vero affare. Trovare una Zonda sotto il milione di euro, oggi, è impossibile se non acquistando un esemplare incidentato. Pagani ha prodotto solo 140 esemplari in totale della sua sportiva, e trovarne una in vendita è cosa rara. Nel 2019, una Pagani Zonda Aether, realizzata su richiesta in esemplare unico dagli uomini di San Cesario sul Panaro, è stata venduta a 6,05 milioni di dollari, mentre l’esclusiva Zonda Barchetta è stata venduta a ben 20.000.000 di dollari. Vi state mangiando le mani per non averla acquistata nel 1999, vero?
Pagani Zonda: concorrenti e conclusioni
Unica, inimitabile e mai più replicabile. Pagani Zonda è una vettura incredibile, unica e irripetibile come solo le opere d’arte sanno essere. Nata come il sogno di un argentino, immigrato in Italia per coronare la sua vita, Pagani Zonda è diventata in pochissimo tempo prima una Supercar da tenere d’occhio, poi una delle più desiderate, e oggi è insieme un’opera d’arte, un capolavoro di stile, meccanica e tecnica che difficilmente troverà ripetizione nella storia. Nonostante la condivisione di diverse componenti con automobili ben più modeste, l’assenza di un vero e proprio bagagliaio e di qualsivoglia sistema di sicurezza e un prezzo ormai irraggiungibile, Pagani Zonda rimane per molti un oggetto del desiderio, un sogno irrealizzabile ma vivido grazie ad una guidabilità a dir poco incredibile.
L’unione tra un telaio leggerissimo in alluminio, titanio e fibra di carbonio, un motore V12 Mercedes potentissimo e pieno di coppia, un’esperienza di guida non filtrata da servosterzo, ABS, cambio automatico e un sound da paura rendono Pagani Zonda una delle automobili più pure e uniche da guidare della storia dell’automobile. Portarla al limite, però, è roba da veri manici, come hanno dimostrato le diverse Zonda incidentate nel corso degli anni. Nonostante tutto, però, le Zonda sono automobili che sanno essere amichevoli a passeggio, comode, estremamente affidabili e capaci di divertire come poche anche quando non si esagera.
Ormai, parlare di concorrenti di Pagani Zonda è anacronistico in quanto è davvero una vettura unica. Negli anni, però, ci sono state vetture ugualmente pazze ed estreme, come le varie Koenigsegg CCR e Agera, le Ferrari più estreme come 599 GTO o F12 TdF, le americane Hennessey Venom o la Lamborghini Aventador, o ancora le Hypercar Ferrari LaFerrari, McLaren P1 e Porsche 918 Hybrid. Le concorrenti di Pagani Zonda, però, possono essere solo due: la successiva Pagani Huayra, e la nuova e attesissima Gordon Murray Automotive T50, l’unica che incarna l’unione tra un motore V12 aspirato, il cambio manuale e la leggerezza assoluta.