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Mini Cabrio

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MINI Cabrio: storia, modelli, versioni e motori

Nata per necessità e prodotta per essere “semplicemente” una piccola auto per motorizzare il Regno Unito, la Mini del 1959 è diventata una vera e propria icona dell’automobilismo mondiale, una delle pietre miliari di questo mondo. Prodotta nella sua forma originale nel 1959 e rinata sotto l’egida BMW nel 2001, oltre alla classica carrozzeria a tre porte le Mini Cabrio sono ancora tra versioni più amate e ricercate, sia per quanto riguarda i modelli moderni by BMW che considerando le varianti “apribili” della Mini del 1959. Disegnata da Alec Issigonis per poter accogliere comodamente quattro persone in soli 3,05 metri e caratterizzata da soluzioni tecniche all’avanguardia come la trazione anteriore e il motore trasversale, a dir poco inusuali all’epoca, già nel periodo originale la Mini è stata declinata in alcune versioni aperte. Leggi di più

Prodotta, nei suoi 41 anni di carriera, dai marchi Austin, Morris e Rover, sulla base della piccola Mini il team capitanato dall’anglo-greco Issigonis sviluppò un veicolo militare leggero, privo di una carrozzeria in lamiera e completamente apribile. Non molto apprezzata dall’esercito britannico, nel 1964 la Mini Moke, questo il suo nome, venne commercializzata sul mercato civile come piccola spiaggina, un’automobile pensata per il tempo libero e per le località marittime. Questa piccola vettura leggera e simpatica diventò subito un successo in questa nicchia di mercato, venendo prodotta in quasi 50.000 esemplari tra il 1964 e il 1993 e restando ancora molto popolare in diverse zone della Francia, della Spagna o del Portogallo.

Negli anni ’90, a cavallo tra l’egida Rover e l’arrivo di BMW, la Mini originale ha guadagnato due versioni molto sfiziose, la Cabriolet lanciata nel 1993, variante completamente scoperta della piccola inglesina, e le varianti con la porzione superiore del tetto in tela, come la Balmoral o la British Open Classic. Per una vera e propria Mini Cabrio di serie è stato però necessario aspettare il 2004, quando sulla base della prima MINI by BMW, la R50, è nata la Mini Convertible, nota come R52.

Conosciamo meglio modelli, motori e versioni delle Mini cabrio dell’era moderna.

Segni particolari di MINI Cabrio

  • La prima Mini Cabrio realizzata in maniera ufficiale della storia è stata prodotta tra il 1993 e il 1996 sulla base della storica Mini di Issigonis: costruita da Rover in poche migliaia di esemplari, la Cabriolet è ora una delle Mini più rare e ricercate.
  • Progettata per un utilizzo militare, la Mini Moke del 1964 è diventata una delle “spiaggine” più famose al mondo, prodotta fino al 1993 in quasi 50.000 esemplari e restando una delle auto da spiaggia più popolari e diffuse.
  • Arrivata tre anni dopo il rilancio del marchio MINI, la prima Mini Cabrio dell’era BMW, la R52, è stata prodotta tra il 2004 e il 2008, terminando la propria produzione oltre due anni dopo la versione chiusa e affiancando la seconda generazione, la R56.

Modelli MINI Cabrio

Come detto nell’introduzione, per diversi decenni non ci sono stati veri e propri modelli di Mini cabrio prodotti in grandi numeri. La mitica piccola vettura disegnata da Alec Issigonis, infatti, è nata come una vera e propria utilitaria economica e con poche pretese. Solo grazie al suo stile riuscito, all’inaspettata guidabilità (che la portò ad avere successo anche nelle competizioni, sia su pista che nei rally) e alla sua lunghissima carriera la Mini è diventata un oggetto di culto al pari di modelli come la FIAT 500 o la Citroen 2CV.

Basti pensare che tra gli anni ’70 e ’80 la Mini ebbe un crollo vertiginoso delle vendite, considerata “vecchia” e poco interessante per il mercato di allora. Solo le finanze sempre in rosso del colosso britannico dell’auto British Leyland e l’impossibilità di creare una sostituta degna fecero andare avanti le vendite, arrivando alla fine degli anni ’80 con un inaspettato ritorno in auge.

Negli anni ’90, infatti, la piccola MINI visse una seconda giovinezza, grazie al suo prezzo contenuto e al suo appartenere ad un’altra epoca. Per questo, proprio negli anni ’90 Rover decise di spingere su questo “fenomeno Mini”, creando nuovi modelli più sfiziosi come le rinate Cooper, la meravigliosa Cooper Sports Pack e due varianti aperte. La prima, la Cabriolet, è stata prodotta per tre anni in pochissimi esemplari, tra il 1993 e il 1996, mentre le varianti Balmoral, British Open Classic e altre versioni con tetto in tela apribile e montanti fissi ottennero un insperato successo di vendite.

La carriera commerciale della Mini di Issigonis terminò il 4 ottobre 2000, dopo oltre 41 anni e quasi 5,4 milioni di esemplari venduti, venendo sostituita un anno dopo dalla nuova Mini del terzo millennio, la R50. Sviluppata da Rover insieme a BMW, proprietaria dal 1994 del Gruppo Rover, nel 2000 BMW vendette tutto il Gruppo Rover mantenendo solo il nome Mini, rendendolo un marchio a sé stante e facendo rinascere la piccola tre porte con una formula completamente nuova.

Per vedere il primo dei modelli di Mini Cabrio moderna è stato necessario aspettare tre anni dopo il lancio della prima Mini by BMW, la R50. Con il restyling di metà 2004, infatti, debuttò sul mercato il secondo modello della storia del marchio Mini, la Convertible. Nota con il codice di progetto R52, la Cabrio riprende le dimensioni, la piattaforma e il frontale della Mini R50, condividendone quindi le linee retrò-moderne, dai grandi fari tondi ai passaruota bombati fino alla mascherina esagonale con gli elementi cromati trasversali, mentre all’interno anche la R52 ha un abitacolo molto personale, dominato dal grande tachimetro circolare al centro della plancia. Le differenze con la variante a tre porte è, ovviamente, nel tetto, in tela e che, da chiuso, riprende il disegno squadrato della versione a tetto rigido.

Quando è aperta, poi, la capote si “appoggia” sopra la linea di cintura posteriore, senza avere un proprio alloggiamento, e in coda spiccano i bei rollbar cromati che proteggono gli occupanti. Molto particolari anche le cerniere del portellone posteriore posizionate in basso, visto che quest’ultimo si apre come la ribaltina di un pick-up per rivelare un vano di carico molto piccolo, di soli 165 litri. La Mini Cabrio di prima generazione è stata prodotta fino alla fine del 2008, superando di due anni la produzione della prima generazione della Hatch, la R50. Solo all’inizio del 2009 arrivò in concessionaria la seconda serie dei modelli di Mini cabrio, la R57.

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Realizzata sulla base della Mini 3 porte R56, lanciata come detto nel 2006, anche in questo caso MINI ha aspettato un piccolo restyling per lanciare la variante cabriolet. Come la R56 su cui si basa, lo stile è ancora indiscutibilmente Mini, con la Casa di Oxford che ha scelto di utilizzare la stessa piattaforma e affinare i limiti della prima generazione. All’esterno, quindi, i fari anteriori tondi e il disegno retrò sono stati modernizzati e resi un po’ più aggressivi, mentre in coda rimane al suo posto la capote, ancora esposta, i fari verticali ispirati alla Mini di Issigonis e i dettagli già diventati iconici come la presa d’aria sul cofano (dalla seconda serie, però, è solo una estetica e non ha funzioni di raffreddamento) o il doppio scarico centrale delle versioni Cooper S e JCW. La R57 è però più curata nella qualità costruttiva all’interno, con un abitacolo che mantiene gli stessi stilemi ormai tipici MINI come le superfici ovali e il tachimetro circolare al centro. Anche il bagagliaio resta dotato di ribaltina, anche se ora le cerniere non sono più a vista.

Nel 2012, nel tentativo di “rivoluzionare” il marchio, MINI lanciò dei modelli inediti, dalla sportiva Coupé alla sua controparte scoperta, la Roadster. Caratterizzata dalla sigla di progetto R59, la Roadster ha sostanzialmente il frontale e gli interni di una normale MINI R56, al quale però si aggiunge un abitacolo a due posti secchi e, per la Roadster, una piccola capote in tela e un accenno di terzo volume. Caratterizzata da un telaio molto rigido, un assetto ancora più sportivo e da uno stile decisamente personale, la Roadster non ebbe il successo sperato, rimanendo in produzione per tre anni fino al 2015.

Mini Cooper SE Cabrio (2023) statisch, vooraanzicht

Prodotta fino al 2015, un anno dopo l’arrivo della nuova MINI F56, nello stesso anno è arrivata il terzo dei modelli di Mini Cabrio, la F57. Realizzata sulla nuova piattaforma UKL condivisa con diversi modelli a marchio BMW, rispetto alle precedenti ha dimensioni più generose (è lunga 3,82 metri) e uno stile anch’esso cresciuto. Gli stilemi sono ancora lì, dai fari anteriori e posteriori al parabrezza verticale fino alla capote “squadrata” che si appoggia sul montante posteriore, ma l’impressione è di un’auto più grande, più matura e meno sbarazzina.

L’impressione è confermata salendo a bordo, dove la qualità è cresciuta molto, avvicinandosi ormai a quella dei modelli BMW. Con questi ultimi condivide anche il sistema di infotainment iDrive, integrato al centro della plancia in un alloggiamento circolare. Il tachimetro, infatti, si sposta dove fino alla R57 c’era il contagiri, dietro al volante, per un’auto sempre originale e particolare nei dettagli (divertente il bilanciere per accendere l’auto posto sopra la leva del cambio), ma definitivamente più matura.

Motori MINI Cabrio

Conosciamo meglio la meccanica e i motori delle Mini Cabrio, concentrandoci sui modelli “moderni” già prodotti sotto il marchio indipendente Mini. Partiamo, ovviamente, con la prima generazione della piccola inglesina by BMW. Lanciata nel 2001 in versione tre porte, nota come R50, la variante a tetto aperto, la R52, è arrivata nel 2004 in corrispondenza di un restyling di metà carriera, che ha portato novità estetiche ma anche tecniche. A livello meccanico, la prima Mini moderna è stata realizzata in collaborazione tra Rover e BMW, con la prima che ha sviluppato gran parte della vettura in Inghilterra.

Realizzata su un pianale dedicato, la prima Mini anglo-tedesca è stata la seconda vettura sviluppata (anche) da BMW dotata di trazione anteriore, seconda solo alla Rover 75. Da buona parente delle auto della Casa bavarese, la Mini R50 non lesina sulla raffinatezza tecnica, adottando uno schema sospensivo con un classico McPherson all’anteriore e dietro il sistema Z-Axle a ruote indipendenti derivato direttamente dalla BMW Serie 3 E46 lanciata tre anni prima. A livello telaistico, la Cabrio è dotata di rinforzi al telaio per migliorare la guidabilità nonostante il tetto in tela, aumentando il peso di circa 100 kg a parità di motorizzazione, mantenendo le dimensioni compatte (è lunga 3,63 metri).

A proposito dei motori, la Mini Cabrio R52 ha adottato solamente motori a benzina, con il 1.4 turbodiesel di origine Toyota della One D non proposto sulla versione scoperta. Il motore montato su tutte le R52 è quindi il 1.6 quattro cilindri Tritec, sviluppato in collaborazione da Rover e Chrysler e prodotto in Brasile, disponibile in quattro livelli di potenza. Dotato di distribuzione a catena con singolo albero a camme e sedici valvole, il 1.6 Tritec è proposto in versione aspirata, capace di 90 CV sulla One e 116 CV sulla Cooper, o sovralimentata da un compressore volumetrico Eaton M45, che spinge la Cooper S (dove eroga 170 CV e 220 Nm di coppia, in quanto la Cabrio è realizzata sulla versione post-restyling della R50) e la più potente Cooper S John Cooper Works da 211 CV. Il cambio è un manuale a cinque marce per le One e Cooper, con quest’ultima disponibile anche con un automatico CVT a variazione continua di produzione ZF. La Cooper S e la Cooper S JCW hanno invece di serie un cambio manuale a 6 marce, con la Cooper S disponibile anche con un cambio automatico convenzionale a 6 marce con convertitore di coppia e paddle al volante.

Per la seconda generazione, la R56, la Casa di Oxford ha scelto di mantenere la piattaforma della precedente R50, migliorando la rigidità strutturale, la sicurezza e introducendo nuovi motori più moderni ed efficienti e crescendo leggermente nelle dimensioni (è ora lunga 3,70 metri). Dotata, quindi, del medesimo schema sospensivo (McPherson all’anteriore, Z-Axle dietro), sotto il cofano della cabrio R57 troviamo tutti i motori benzina e Diesel introdotti, come la versione precedente, dopo il restyling del 2009. Per quanto riguarda i benzina, quindi, la One è già dotata del 1.6 quattro cilindri aspirato della famiglia Prince, sviluppata da BMW insieme al Gruppo PSA, capace di 98 CV e con cambio manuale a 6 marce o automatico con convertitore di coppia, sempre con sei marce. Per chi cerca qualche cavallo in più, la Cooper ha ancora il 1.6 aspirato, portato però a 122 CV.

Decisamente più vivaci le Cooper S e John Cooper Works, dove il 1.6 guadagna un turbocompressore. Entrambe le versioni sportive della Cabrio hanno sotto il cofano il più affidabile 1.6 N18, rivisto e corretto da BMW, capace di 184 CV sulla Cooper S e di 211 CV sulla John Cooper Works. Ci sono, poi, anche due Diesel: la Cooper D è spinta da un 1.6 turbodiesel quattro cilindri di origine PSA da 111 CV, mentre la Cooper SD è dotata del noto 2.0 quattro cilindri BMW N47, in versione da 143 CV. Per quanto riguarda, invece, i motori della MINI Cabrio più sportiva, la Roadster, questa è dotata di tre versioni a benzina, la Cooper da 122 CV, la Cooper S da 184 CV e la JCW da 211 CV, e un Diesel, la Cooper SD da 143 CV. Rispetto alla Cabrio, la Roadster è decisamente più rigida, grazie allo stesso telaio della Coupé, con la quale condivide il peso di soli 1.260 kg (120 kg meno della Cabrio).

Con il passaggio alla terza generazione, la F56, in questo caso non è stato necessario aspettare il restyling per vedere la versione aperta. La Cabrio, nota con il codice di progetto F57, è infatti arrivata un anno dopo la variante chiusa, nel 2015, adottando la stessa meccanica. Siamo quindi di fronte ad un’automobile più grande di oltre 10 centimetri (è arrivata a 3,82 metri), e realizzata sulla nuova piattaforma UKL, progettata da BMW e usata su diversi modelli a trazione anteriore della Casa bavarese come, ad esempio, la nuova BMW Serie 1 F40 del 2019. A livello meccanico, invece, in quasi dieci anni di carriera ha adottato sempre i motori modulari di nuova generazione del Gruppo a tre e quattro cilindri, sia benzina che Diesel.

Al lancio, la versione One era dotata della versione più piccola dei motori di nuova generazione BMW, il 1.2 tre cilindri turbo della famiglia B38, capace di 102 CV e disponibile solo con cambio manuale a 6 marce. Nel 2018, il 1.2 ha lasciato il posto al più diffuso 1.5 tre cilindri turbo, sempre della famiglia B38, ma depotenziato a 102 CV. Lo stesso 1.5 è infatti presente sulla Cooper, dove arriva a 136 CV. Per chi cerca più vivacità, è disponibile la Cooper S, che adotta il versatile 2.0 quattro cilindri turbo B48, fino al 2020 dotato di 192 CV e poi, nel 2020, “ridotto” a 178 CV. Al top, invece, anche per la Cabrio troviamo la John Cooper Works, dove il 2.0 arriva a 231 CV. Due, infine, i motori Diesel proposti per la Mini Convertible: la Cooper D è dotata del 1.5 tre cilindri da 116 CV della famiglia B37, mentre la potente SD ha il 2.0 quattro cilindri B47, lo stesso visto su molti modelli di casa BMW, in questo caso con 170 CV.

I motori Diesel, però, hanno abbandonato la gamma all’inizio del 2020, mentre nel 2023 è arrivata una serie limitata a 999 esemplari della inedita MINI Cooper SE 100% elettrica con tetto apribile. Questa variante, identica in tutto e per tutto alla MINI Cooper SE con tetto rigido, eredita la parte elettrica dalla BMW i3 S: il motore è quindi lo stesso, ma montato all’anteriore, da 184 CV, con batteria da 32,6 kWh lordi (28,9 netti), che offre un’accelerazione 0-100 km/h coperta in 8,2 secondi e un’autonomia, nel ciclo WLTP, di 201 km. Questi sono, quindi, i motori delle MINI Cabrio:

Motori MINI Cabrio

Motori MINI Cabrio R52

Benzina

  • One, 1.6 quattro cilindri aspirato, 90 CV, cambio manuale a 5 marce, trazione anteriore
  • Cooper, 1.6 quattro cilindri aspirato, 116 CV, cambio manuale a 5 marce o aut. CVT, trazione anteriore
  • Cooper S, 1.6 quattro cilindri sovralimentato con compressore volumetrico, 170 CV, cambio manuale a 6 marce o aut. a 6 m., traz. anteriore
  • Cooper S John Cooper Works, 1.6 quattro cilindri con compressore volumetrico, 211 CV, cambio manuale a 6 marce., traz. anteriore

Motori MINI Cabrio R57

Benzina

  • One, 1.6 quattro cilindri aspirato, 98 CV, cambio manuale a 6 marce o aut. a 6 marce, traz. anteriore
  • Cooper, 1.6 quattro cilindri aspirato, 122 CV, cambio manuale a 6 marce o aut. a 6 marce, traz. anteriore
  • Cooper S, 1.6 quattro cilindri turbo, 184 CV, cambio manuale a 6 marce o aut. a 6 marce, traz. anteriore
  • John Cooper Works, 1.6 quattro cilindri turbo, 211 CV, cambio manuale a 6 marce o aut. a 6 marce, traz. anteriore

Diesel

  • Cooper D, 1.6 quattro cilindri turbodiesel, 111 CV, cambio manuale a 6 marce o aut. a 6 marce, traz. anteriore
  • Cooper SD, 1.6 quattro cilindri turbodiesel, 143 CV, cambio manuale a 6 marce o aut. a 6 marce, traz. anteriore

Motori MINI Roadster R59

Benzina

  • Cooper, 1.6 quattro cilindri aspirato, 122 CV, cambio manuale a 6 marce o aut. a 6 marce, traz. anteriore
  • Cooper S, 1.6 quattro cilindri turbo, 184 CV, cambio manuale a 6 marce o aut. a 6 marce, traz. anteriore
  • John Cooper Works, 1.6 quattro cilindri turbo, 211 CV, cambio manuale a 6 marce o aut. a 6 marce, traz. anteriore

Diesel

  • Cooper SD, 1.6 quattro cilindri turbodiesel, 143 CV, cambio manuale a 6 marce o aut. a 6 marce, traz. anteriore

Motori MINI Cabrio F57

Benzina

  • One 1.2, 1.2 tre cilindri turbo, 102 CV, cambio manuale a 6 marce, trazione anteriore
  • One 1.5, 1.5 tre cilindri turbo, 102 CV, cambio manuale a 6 marce, trazione anteriore
  • Cooper, 1.5 tre cilindri turbo, 136 CV, cambio man. a 6 m., aut. a 6 m. o aut. doppia friz. a 7 m., traz. anteriore
  • Cooper S, 2.0 quattro cilindri turbo, 192 CV, cambio man. a 6 m., aut. a 6 m. o aut. doppia friz. a 7 m., traz. ant.
  • Cooper S, 2.0 quattro cilindri turbo, 178 CV, cambio manuale a 6 marce o aut. a 8 marce, traz. anteriore
  • John Cooper Works, 2.0 quattro cilindri turbo, 231 CV, cambio manuale a 6 marce o aut. a 6/8 marce, traz. anteriore

Diesel

  • Cooper D, 1.5 tre cilindri turbodiesel, 116 CV, cambio manuale a 6 marce, aut. a 6 m. o aut. doppia friz. a 7 m., traz. anteriore
  • Cooper SD, 2.0 quattro cilindri turbodiesel, 170 CV, cambio automatico a 6/8 marce, trazione anteriore

Elettrica

  • Cooper SE, motore elettrico anteriore, 184 CV, batteria da 32,6 kWh, autonomia WLTP 201 km, trazione anteriore

Versioni e prezzi MINI Cabrio

Arriviamo così a concludere con le versioni delle MINI Cabrio e i prezzi delle inglesine “scoperte”. Se siete alla ricerca di qualcosa di classico, tra le Mini di Issigonis le più abbordabili sono sicuramente le versioni con la porzione del tetto apribile in tela, come la British Open Classic. Queste varianti, che fino ai primi anni ’10 costavano poco più di 4.000 euro, oggi sono parecchio ricercate, e partono da circa 10.000 euro per esemplari già in buono stato. Le rarissime Mini Cabriolet, invece, sono rarissime da trovare in vendita, e offerte a prezzi davvero stellari, spesso superiori ai 40.000 euro. Per quanto riguarda, invece, le Mini Moke, la spiaggina si trova a prezzi intorno ai 15.000 euro per esemplari molto sfruttati, mentre versioni in ottime condizioni arrivano a 25.000 euro.

Parlando, invece, delle versioni della MINI Cabrio più moderne, la prima generazione, la R52, si trova a partire da circa 3.000 euro, con le versioni più interessanti rappresentate dalle R52 prodotte tra il 2006 e il 2008, molto collaudate e pressoché prive di noie meccaniche. Il prezzo per una R52 prodotte in questo periodo parte dai 4.500 euro per una One o una Cooper, e può arrivare ai 10.000 euro di una Cooper o Cooper S nello sfizioso allestimento Sidewalk, dedicato alla Cabrio.

Per una Cabrio su base R56, invece, si parte dai 4.500 euro di esemplari più chilometrati fino ad arrivare ai 18.000/20.000 euro di una John Cooper Works Cabriolet. La più sportiva Roadster, invece, è piuttosto rara, e ha prezzi abbastanza impegnativi: si parte dai 10.000 euro per le prime Roadster, fino ad arrivare ai 20.000 euro per le Cooper S o SD in perfette condizioni.

Concludendo, infine, con i prezzi della MINI Cabrio F57, si parte dai 12-13.000 euro per le Cooper D con motore 1.5 Diesel, mentre le varianti a benzina partono da circa 14.000 euro. Tra le varianti a benzina, ovviamente, la più costosa è la John Cooper Works, che per gli ultimi esemplari del 2024 può arrivare a costare oltre 40.000 euro. Fuori scala, invece, il prezzo della Cooper SE Cabriolet, offerta a oltre 70.000 euro.

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