- Home
- Auto
- Lamborghini
- Lamborghini Miura
Pro
- Estetica unica
- Prestazioni da sportiva moderna
Contro
- Posizione di guida
- Prezzo milionario
Ti interessa la Lamborghini Miura
Tutti gli articoli
Prova: Lamborghini Murcielago LP640 – Nessuna compassione
Lamborghini Urus Performante, hypersuv del Toro
Lamborghini Huracán Tecnica, la cattiva raffinata
Prova auto usate: Land Rover Range Rover – Land Rover Range Rover
Prova: Honda DN-01 (2008) – La custom più moderna
Prova auto usate: Citroën C3 – Citroën C3
Modelli alternativi
Prima vettura esclusivamente stradale dotata di motore posteriore-centrale, prima vettura di serie dotata dello stile a cuneo che ha poi reso mitico il designer torinese Marcello Gandini di Bertone, prima Lamborghini a meritarsi le prime pagine dei giornali, amata dalla stampa ma anche dalle celebrità di mezzo mondo. Se Lamborghini è diventata ciò che conosciamo oggi, gran parte del merito è di questa incredibile vettura, che ha cambiato le sorti della Casa di Sant’Agata Bolognese.
Scopriamo allora dimensioni, interni, motori, prezzi e concorrenti di Lamborghini Miura.
Dimensioni Lamborghini Miura
Le dimensioni della Lamborghini Miura sono:
- lunghezza 4,36 metri
- larghezza 1,76 metri
- altezza 1,05 metri
- passo 2,50 metri
A dettare le dimensioni e lo stile di Lamborghini Miura è la meccanica, di rottura e rivoluzionaria per un’automobile stradale. A lavorare sul progetto della nuova sportiva della Casa del Toro furono due giovani ingegneri, Gian Paolo Dallara, ora affermatissimo costruttore di vetture da corsa, e Paolo Stanzani, fresco laureato come Dallara e vogliosi di dimostrare al mondo e allo stesso Lamborghini il loro valore. Per farlo, però, hanno sfidato il grande capo della Casa. Era, infatti, nota l’avversione di Lamborghini per le corse: sotto la sua guida nessuna Lamborghini ha mai partecipato a dei Campionati.
Nonostante ciò, però, Stanzani e Dallara realizzarono un telaio dotato di motore e sospensioni della precedente 400 GT con motore anteriore, e idearono un telaio in lamiera scatolata per dimostrare la bontà di una soluzione stradale con motore posteriore-centrale longitudinale, ispirata a quella di vetture da competizione come la Ford GT40 e la Ferrari 250 LM. Nonostante lo scetticismo di Lamborghini, la soluzione entusiasmò addetti ai lavori e potenziali clienti, convincendo lo stesso a continuare il progetto, non prima di sentenziare: “sarà un’ottima pubblicità, ma non ne venderemo più di 50”. In realtà, invece, Lamborghini vendette quasi 800 Miura, un numero eccezionale per una vettura realizzata ancora a mano.
Uno dei meriti del successo di Miura, però, fu la sua linea. Il progetto estetico fu del grande designer Marcello Gandini, anch’egli all’epoca giovane emergente del panorama mondiale. Stimolato dalla sfida di una vettura con motore centrale, Gandini realizzò la sua prima vettura a cuneo: bassa, bassissima davanti, con un parabrezza poco inclinato, una coda molto morbida e tronca e un profilo che ricorda un classico cuneo. Il frontale bassissimo era dotato di fari molto incassati e a sollevamento elettrico, che si alzavano parecchio per illuminare meglio la strada. Per migliorare il raffreddamento, la Miura sfoggiava due griglie per il radiatore anteriore, indispensabile per raffreddare il V12 aspirato presente dietro l’abitacolo.
Quest’ultimo, dotato di un parabrezza avvolgente, grazie al cofano anteriore bassissimo, garantiva una perfetta visibilità: per lo stesso motivo, inoltre, Miura potè essere realizzata con un’altezza ridottissima di soli 1,05 metri, infinitamente più bassa delle altre Supercar, che dovevano avere un abitacolo abbastanza alto per garantire una visibilità ottimale oltre al grande motore che si trovava davanti. In coda, poi, spicca la mitica persiana fissa in plastica, che garantiva un perfetto raffreddamento del V12 centrale, così come la fluente e filante coda tronca. Uno dei dettagli più amati di Miura sono poi le griglie per il raffreddamento incluse all’interno delle portiere, un dettaglio eccezionale ancora oggi. Potremmo stare ore ad ammirare l’opera di Marcello Gandini, ma una cosa è certa: gli esterni di Lamborghini Miura sono un capolavoro, in grado di far invecchiare di 20 anni tutte le Supercar rivali.
Concludendo con le dimensioni di Lamborghini Miura, lo spazio per i bagagli è a dir poco risicato: al contrario di quanto ci si può aspettare, infatti, Lamborghini Miura non ha il vano bagagli sotto il cofango anteriore, ma invece posizionato dietro il motore, e capace di circa 140 litri.
Interni Lamborghini Miura
Gli interni di Lamborghini Miura sono disegnati con cura e assemblati a mano, pensati per offrire lusso e comfort anche su una vettura capace di superare i 280 km/h. A colpire è il disegno della plancia, bassissimo: anche il contagiri e il tachimetro, alloggiati in due strumenti circolari dietro al volante, sono posizionati estremamente in basso. Il motivo è semplice: offrire il massimo della visibilità nonostante il cofano estremamente basso e il tetto alto solo 1,05 metri. Questi compromessi per garantire il baricentro più basso possibile si fanno notare anche nella posizione di guida, davvero assurda. Il volante è posizionato, infatti, molto avanti, mentre i pedali sono lontanissimi: questo costringe a guidare quasi da sdraiati, in una posizione poco ergonomica. In più, i più alti sono praticamente certi di toccare il soffitto con la testa.
Gli interni di Lamborghini Miura non sono quindi più comodi del mondo, ma sono ricchi di materiali pregiati, con la plancia interamente rivestita in pelle, e piuttosto completi per l’epoca. Non manca poi un cassetto portaoggetti davanti al passeggero un altro tra i sedili, una consolle centrale dotata di diversi strumenti utilissimi come la pressione dell’olio, il voltmetro, la temperatura dell’acqua, il serbatoio e così via, mentre dalla Miura S del 1968 sono arrivati anche i vetri elettrici, oltre che importanti miglioramenti a livello qualitativo.
Motori Lamborghini Miura
La gamma motori di Lamborghini Miura fa rima con una semplice sigla: V12. Sotto il cofano a persiana della splendida coupé bolognese ha sempre e solo battuto il mitico 12 cilindri a V di 60° progettato per Lamborghini dal mitico ingegnere livornese Giotto Bizzarrini. Montato in una insolita posizione centrale-trasversale dietro l’abitacolo, il 12 cilindri è, sulla prima Miura P400, lo stesso visto sulla precedente Lamborghini GT400 disegnata da Touring e montato in posizione anteriore longitudinale. Parliamo quindi di un motore di 3,9 litri con quattro carburatori a triplo corpo Weber da 40, capace di sviluppare 350 CV a 7.000 giri e una coppia di 407 Nm a 5.500 giri. Il cambio era un manuale a 5 marce caratterizzato dall’insolita posizione, integrata nel basamento del motore, mentre il peso era davvero ridotto all’osso: 1.180 kg in ordine di marcia. Le prestazioni della prima Miura P400 erano già eccezionali: 0-100 km/h in circa 6,3 secondi, e velocità massima di 276 km/h.
Ci furono poi diversi motori per Lamborghini Miura o, meglio, Lamborghini affinò nei 7 anni di produzione il suo V12 per migliorare le prestazioni della sua sportiva di punta. Nel 1968 arrivò così la P400S, la prima evoluzione di Miura. Con la SV, i freni diventano autoventilanti sia davanti che dietro, e il 3.9 guadagna un miglior sistema di carburazione e alimentazione. Questo porta la potenza a 370 CV, e lo 0-100 km/h scende sotto il muro dei 6 secondi (5,5 per la precisione), e arriva a 282 km/h di velocità massima. Nel 1971 arrivò poi la versione definitiva di Miura, la SV, o SuperVeloce. Questa sigla, ancora oggi utilizzata sulle Lamborghini più potenti, si differenziava dalle “normali” Miura per un posteriore allargato e capace di accogliere pneumatici più larghi e aggressivi.
Il tutto aiutava a scaricare meglio a terra i ben 385 CV del rinnovato V12, che permetteva di sfiorare i 300 km/h di velocità massima in un periodo in cui delle tre vetture più vendute in Italia ben due non riuscivano a superare i 105 km/h. Infine, Lamborghini sviluppò alcuni esemplari speciali della Miura, la Jota ispirata alle competizioni e la SVJ, delle SV con le specifiche Jota. Queste specifiche comprendevano sospensioni Koni da competizione, freni a disco maggiorati, motore con quattro carburatori Weber da 46 e potenza salita a 440 CV e la velocità massima a oltre 300 km/h.
Motori Lamborghini Miura
Benzina
- P400, 3.9 V12 aspirato, 350 CV, cambio manuale a 5 marce, trazione posteriore
- P400S, 3.9 V12 aspirato, 370 CV, cambio manuale a 5 marce, trazione posteriore
- P400SV, 3.9 V12 aspirato, 385 CV, cambio manuale a 5 marce, trazione posteriore
- Jota/SVJ, 3.9 V12 aspirato, 420 CV, cambio manuale a 5 marce, trazione posteriore
Prezzi Lamborghini Miura
Al momento del lancio, il listino prezzi di Lamborghini Miura segnava un prezzo di partenza di circa 7.700.000 di lire, che al cambio attuale equivalgono a circa 150.000 euro. La versione più venduta della sportiva bolognese è la Miura S, venduta in circa 338 esemplari su 763 Miura prodotte in totale tra il 1966 e il 1974, quando fu sostituita dalla nuova Supercar del Toro, la Countach.
Lamborghini Miura, però, non è mai stata venduta a quel prezzo. Fin dagli anni in cui era nuova, infatti, era estremamente ricercata e amata dagli appassionati di tutto il mondo, disposti a spendere cifre molto più alte per potersi portare a casa una Lamborghini Miura. Questo fenomeno non solo non è scemato con il passare degli anni, ma anzi è cresciuto in maniera esponenziale. La Miura è infatti considerata la mamma di tutte le Lamborghini.
È stata ad esempio la prima a portare un nome ispirato alla tauromachia, ispirato dal segno zodiacale di Ferruccio, il Toro: nello specifico, Miura è dedicato all’allevatore di tori di combattimento Don Edoardo Miura Fernandez. È anche la prima Lamborghini a motore centrale, la prima disegnata da Marcello Gandini, la prima capace di far conoscere il brand in tutto il mondo e di colpire dove fa più male le leggendarie e longeve rivali come Ferrari, Aston Martin o Maserati. Per questo, i prezzi di Lamborghini Miura sono altissimi anche oggi: trovare una Miura a meno di 1 milione di euro è un’impresa ormai impossibile, con le poche Miura in perfette condizioni vendute ad aste milionarie e scambiate dai più rinomati collezionisti mondiali.
Negli ultimi 10 anni, inoltre, Miura ha visto più che duplicarsi la sua quotazione, passando dai 300.000 euro richiesti per una “normale” P400S ad almeno un milione di euro per una Miura in buone condizioni. Al momento, ci sono tre Miura in vendita in Europa su AutoScout24, due P400 ed una P400S inserzionate rispettivamente a 1.450.000, 1.950.000 e 3.000.000 di euro.
Lamborghini Miura: concorrenti e conclusioni
Sfortunatamente, quindi, ormai è troppo tardi poter anche solo pensare di potersi mettere in garage una splendida Lamborghini Miura. Da sempre considerata la capostipite di tutte le Lamborghini moderne per come abbiamo imparato a conoscerle e ad amarle, Miura è stata la prima Supercar: questo termine, infatti, non coinvolge solamente le prestazioni, che sono invero di livello assoluto, ma anche e soprattutto lo stile e l’apparenza. Lamborghini Miura lascia di stucco al primo sguardo chiunque, anche chi di auto non è affatto interessato. Anche a oltre 55 anni dal lancio, Miura è in grado di far girare le teste, di far impazzire gli appassionati e di ricordare un tempo in cui l’automobile era principalmente passione.
Bellissima, potentissima e velocissima, Miura non era esente da difetti: la posizione di guida è semplicemente folle, scomodissima e complicatissima, ma soprattutto il suo più grande limite è l’estrema difficoltà di guida se spinta un po’. Il motore centrale-posteriore, la scarsa ripartizione dei pesi verso il frontale e un’imprevedibilità di fondo data anche dal vigoroso e quasi ingestibile V12 Bizzarini la rendevano e la rendono ancora oggi un’auto per veri manici, che necessita di tante capacità e tecniche per essere guidata come si deve. Se però avrete mai la fortuna di guidarla, vi assicuriamo che sarà un’esperienza mitica, e che saprà ripagare i vostri sogni di bambini.
Le concorrenti di Lamborghini Miura sono le stesse che quasi 60 anni fa le facevano la guerra, divise in due distinte categorie: le sportive pre-Miura e quelle post-Miura. Quando la Lambo fece il suo debutto sul mercato, infatti, se la doveva vedere con classiche sportive a motore anteriore come la Maserati 5000 GT, la bellissima Ferrari 375 GTB/4 Daytona, Aston Martin DB5 e DB6 e Jaguar E-Type. Il suo arrivo con la meccanica a motore centrale ha però svegliato tutte le rivali dirette, che hanno cominciato ad offrire lo stesso sistema anche sulle loro vetture: Maserati ha così lanciato la Ghibli, Ferrari la sua prima V12 a motore centrale, la BB, arrivata però solo alla fine del 1973, de Tomaso ha lanciato la sua Pantera, la Iso ha lanciato la sua grifo e anche Bizzarrini, il progettista del V12 Lamborghini, ha poi lanciato la sua berlinetta a motore centrale, la Bizzarrini 5300 GT Strada.