Jeep Willys

A rispondere alla chiamata alle armi fu, tra le altre, la Willys Overland Motors, che partecipò proponendo la sua MA, un prototipo leggero, versatile e molto spartano dal quale nacque poi il modello finale, la Willys MB. Chiamata ufficialmente Utility Truck ¼ t 4x4, si trattava appunto di un veicolo leggero capace di essere trasportato con facilità via nave o via aria dagli Stati Uniti verso i campi di battaglia europei, e di essere versatile, funzionale e robusto. Il nome Jeep deriva dalla sigla che Willys diede al suo modello, GP, che stava per General Purpose, ovvero “usi generali”: dalla pronuncia “all’americana” jeep, nacque il mito che oggi tutti noi conosciamo.

Scopriamo allora dimensioni, interni, motori, prezzi e concorrenti di Jeep Willys MB.

Dimensioni Jeep Willys

Le dimensioni della Jeep Willys sono:

• lunghezza 3,28 metri
• larghezza 1,57 metri
• altezza 1,83 metri
• passo 2,03 metri

Da fuori, Jeep Willys è esattamente come ce lo si aspetta: spartanissimo, con una carrozzeria ridotta all’osso e pochissimi fronzoli. La carrozzeria di Jeep Willys MB è in effetti formata da una scocca, un cofano squadrato che nasconde la meccanica, quattro striminziti passaruota e… basta. Il parabrezza è formato da due vetri tenuti su da un telaietto ed è anche ribaltabile in avanti, le portiere non sono neppure presenti e l’intero abitacolo è coperto solo dagli elementi da una esile struttura tubolare. Questa soluzione è stata scelta per evitare che il veicolo pesasse troppo, compromettendone l’efficacia fuoristrada ma anche la facilità di trasporto e di “spinta” in caso di guasti.

L’unico guizzo estetico è però diventato iconico, ovvero il frontale. La mascherina anteriore è realizzata in lamiera stampata (diventata poi acciaio successivamente), con due fari circolari incastonati al suo interno e le iconiche sette feritoie per il radiatore, diventate il simbolo di tutte le Jeep. Per il resto, Jeep Willys era davvero ridotta all’osso, per il vecchio e saggio detto “quello che non c’è non può rompersi”. Durante le fasi più concitate della Seconda Guerra Mondiale, poi, ci fu l’idea da parte dell’Esercito di realizzare la carrozzeria in compensato, per lasciare “libero” l’acciaio per l’industria pesante, ma purtroppo o per fortuna quest’idea non prese mai piede: chissà come sarebbe andata la storia. Concludendo con le dimensioni di Jeep Willys, il fuoristrada americano era capace di trasportare senza problemi 250 kg su ogni superficie (da qui il nome ¼ t, ¼ di tonnellata), mentre la vernice, ovviamente, è il classico verde militare opaco a finitura grezza.

Interni Jeep Willys

Se all’esterno troviamo tanto pragmatismo, gli interni di Jeep Willys sono forse i più spartani mai creati su un veicolo a quattro ruote. All’interno non c’è praticamente nulla, neanche delle portiere complete. Troviamo ovviamente un sistema che evita a persone o cose di scivolare fuori in marcia, ma non c’è una vera e propria portiera: ad evitare di “volare” fuori ci pensano due semplici fettucce in tessuto. Dotata di due sedili anteriori e di due panche laterali sopra i passaruota posteriori, gli interni di Jeep Willys sono volutamente spartani e privi di qualsivoglia fronzolo, in modo da concentrarsi esclusivamente sulla guida e sul proprio lavoro.

Tutto è verniciato in verde militare, persino le leve di cambio e di gestione del sistema di trazione integrale, e la plancia è in realtà la paratia divisoria con il vano motore dotata di alcuni comandi e indicatori. Nella parte centrale, a destra rispetto all’enorme volante, troviamo il tachimetro rigorosamente in miglia, la quantità di benzina, la temperatura dell’acqua, la pressione dell’olio e l’amperaggio della batteria. Ci sono poi diversi comandi per le luci, il motorino dei tergicristalli a vista nonché le leve per “rovesciare” il parabrezza, mentre davanti al passeggero troviamo un piccolo vano portaoggetti e delle targhette che indicano il funzionamento della vettura, del cambio e della leva per la trazione integrale.

Motori Jeep Willys

A livello di motori, Jeep Willys fu dotato di serie di un motore sviluppato ad hoc per questo modello, il Willys L134, meglio noto con il soprannome Go Devil. Si tratta di un motore quattro cilindri in linea estremamente semplice e basico, senza novità tecnologiche che avrebbero potuto minare l’affidabilità del veicolo, cruciale per il suo ruolo di ricognitore nella guerra. Si tratta infatti di un quattro cilindri a benzina, facilissima da trovare in quel periodo al contrario del Diesel, con cilindrata di 2,2 litri e dotato di testa ad L, ovvero con valvole laterali parallele ai cilindri.

Si tratta di una tecnologia molto antiquata, che limita le prestazioni ma regala una buona dose di coppia, fondamentale in fuoristrada, e una grande affidabilità. Capace di 60 CV ma ridotto a 54 CV per preservarne l’affidabilità sul campo di battaglia, e dotato di una generosa coppia di 123 Nm, il Go Devil si rivelò un motore molto affidabile e generoso, accoppiato ad un robustissimo cambio manuale a tre marce con retromarcia, collegato ad una trasmissione con giunti a U e riduttore centrale. Su strada, Willys viaggiava con trazione posteriore e marce normali, mentre in fuoristrada tramite la leva di fianco al cambio si potevano inserire la trazione integrale con marce normali o l’integrale con marce ridotte, per il massimo della motricità. A seconda del carico e della superficie, la velocità massima del Willys Jeep era compresa tra 105 e 118 km/h. Durante e dopo la Guerra, vennero montati diversi motori a Willys Jeep per mantenere i mezzi in funzione, da classici motori a benzina a Diesel di derivazione commerciale.

Motori Jeep Willys

Benzina

· Willys L134 Go Devil, 2.2 quattro cilindri aspirato, 54 CV, c. manuale a 3 m.+ridotte, traz. integrale

Prezzi Jeep Willys

Non è ovviamente dato sapere un listino prezzi di Willys Jeep al tempo della guerra. Sappiamo però che l’Esercito Americano richiese circa 600.000 esemplari del piccolo fuoristrada americano alla Willys. La Casa, però, conscia di non essere in grado di sopperire da sola alla richiesta americana, concesse ad alcuni competitor tra cui il colosso Ford di costruire la sua Willys. Nacque così il mitico Ford GPW, poi migliorato dalla Casa di Dearborn nell’iconico Ford Mutt, il veicolo delle Forze Armate statunitensi dagli anni ’60 agli anni ’80. Nello specifico, vennero prodotti 634.569 esemplari di Jeep Willys: nello specifico, Willys produsse 350.349 esemplari, Ford 281.578 e i restanti 2.642 vennero prodotti dall’americana Bantam.

Ma oggi, quali sono i prezzi di Jeep Willys? Si tratta di un veicolo con un’importanza storica quasi inestimabile, segno tangibile dell’intervento americano nella Seconda Guerra Mondiale nonché una delle automobili storicamente più importanti mai prodotte. Grazie all’enorme numero di esemplari prodotti e il loro largo utilizzo in tutta Europa, nel corso dei decenni sono stati tanti i Willys MB o Ford GPW rimasti abbandonati dalle forze Alleate restaurati e riportati in funzione, tanto che, per sostituire gli amatissimi ma complessi da riparare Willys tantissime Case europee crearono la loro versione del Willys MB, come Land Rover, Toyota col suo Land Cruiser o FIAT con la sua Campagnola. A oltre 80 anni dall’arrivo dei Willys in Europa, però, la loro produzione fatta per durare gli anni della guerra o poco più hanno reso le prime Jeep molto difficili da trovare. Per questo, e per la loro importanza storica, ad oggi sono davvero costose. Escludendo i successivi Willys/Ford M38, le repliche e i modelli convertiti con motori Diesel, per un vero Willys MB servono almeno 18.000 euro, con gli esemplari più in ordine che partono da 24.000 euro

Jeep Willys: concorrenti e conclusioni

Se dovessimo dare il premio come “miglior auto mai prodotta” in base alla sua importanza storica, non ci sarebbero dubbi a dare lo scettro proprio alla Jeep Willys. Che si trattasse effettivamente della Willys MB o della Ford GPW prodotta su licenza, il fuoristrada americano fu fondamentale per la vittoria degli Alleati nella Seconda Guerra Mondiale contro le forze dell’Asse. Grazie alla sua efficacia fuoristrada, alla sua ottima affidabilità e alla facilità di riparazione anche con i mezzi più semplici, rispetto ai nemici concorrenti Jeep Willys è stato più efficace fuoristrada, più affidabile, più robusto e più longevo, tanto da arrivare in diversi esemplari intatto fino ai giorni nostri. Equipaggiato con accessori rivoluzionari all’epoca come il telefono,, una cassetta degli attrezzi e del pronto soccorso nascosta, due enormi pale fissate ai lati della carrozzeria per liberare l’auto in caso di impantanamento nonché del mitico snorkel, una presa d’aria molto rialzata con la quale Jeep Willys era in grado di superare guadi di 185 cm e di guidare completamente sommerso, Jeep Willys fu uno strumento imprescindibile per la vittoria Alleata della Guerra.

Certo, pesavano rispetto ai rivali l’assenza di una carrozzeria e di un sistema di artiglieria integrato (solo pochi esemplari furono dotati “ufficialmente” di mitragliatrici pesanti Browning M2 da 12.7 mm). Per entrambe le problematiche, tantissimi plotoni effettuarono modifiche sul campo, creando hardtop molto spessi o prendendo mitragliatrici e lanciarazzi aeronautici ripresi da velivoli caduti. In grado di uscire da tutte le situazioni, di guidare completamente sommerso in modo da sbarcare quasi inosservato sulle coste nemiche, robusto e funzionale come pochi, Jeep Willys è una vera icona del mondo occidentale, senza il quale forse le cose sarebbero andate in modo completamente diverso. La superiorità rispetto ai concorrenti di Jeep Willys fu schiacciante: né il mitico Volkswagen Kubelwagen, realizzato su base Maggiolino, né tantomeno la FIAT 508 M Militare o le motociclette BMW R75 e Moto Guzzi 500 Alce riuscirono a rispondere all’offensiva americana.