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Honda cabrio

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Honda Cabrio: storia, modelli, versioni e motori

Nonostante oggi sia uno dei brand automobilistici e motociclistici più famosi al mondo, rispetto ad altri grandi brand giapponesi Honda è uno dei più giovani. Fondata nel 1948 da Soichiro Honda a Tokyo, dopo l’iniziale produzione di motociclette Honda iniziò a produrre automobili negli anni ’60. Dopo il primo veicolo a quattro ruote, l’Honda T350, lanciato nel 1963, nello stesso anno arrivò la prima auto Honda, una cabrio. Si chiamava Honda S500, e aveva un piccolo motore da 531 cm3 derivato dalla produzione motociclistica della Casa giapponese, capace di 44 CV a oltre 8.000 giri. Dopo quella piccola spider due posti secchi, Honda cominciò a prendere la mano con il mondo delle automobili, lanciando nel 1972 quella che è ancora oggi la sua auto più iconica, la Civic. Leggi di più

Il legame del marchio Honda alle cabrio è quindi molto stretto, tanto che proprio una scoperta fu la prima, vera, automobile prodotta dalla Casa. Dopo l’inaugurale S500, poi, arrivò nel 1964 la Honda S600, seguita nel 1966 dalla leggendaria Honda S800, prodotta fino al 1970 e in grado di cambiare l’immagine della Casa giapponese in patria e nel mondo. La S800 è infatti stata una delle prime automobili della Casa ad essere portata fuori dal Giappone: dotata di un piccolo ma potentissimo quattro cilindri da 0,8 litri che, grazie ad una linea rossa posta a quasi 10.000 giri, poteva erogare 70 CV, la S800 fece capire a tutti che Honda faceva sul serio.

Dopo di lei, dal 1970 in avanti Honda produsse pochissime cabriolet, quasi tutte dedicate al mercato giapponese come la leggendaria kei car Beat degli anni ’90 e la sua erede spirituale, la S660. In Europa e in tutto il mondo, però, Honda cabrio fa rima con due auto: la particolare CR-X Del Sol e la mitica S2000.

Scopriamo allora modelli, motori e versioni delle cabrio Honda.

Segni particolari delle cabrio Honda

  • Sebbene siano stati diversi i modelli scoperti di Honda, in Europa la cabrio più nota è senza dubbio la mitica S2000, prodotta dal 1999 al 2009
  • Elegante e pulita, la S2000 è stata prodotta per 10 anni per celebrare il cinquantesimo anniversario dalla fondazione della Honda
  • Dotata del leggendario 2.0 VTEC K20C, la S2000 è stata per anni l’automobile con motore aspirato con la più alta potenza specifica, ben 120 CV/litro. A soffiarle il record è stata, nel 2011, la Ferrari 458 Italia
  • Versione sportiva della Civic, la CR-X Del Sol è dotata di un inusuale meccanismo di apertura del tetto rigido: l’intero pannello posteriore si alza di decine di centimetri per fare posto al tetto

Modelli Honda Cabrio

Come anticipato nell’apertura, in Italia e in Europa i modelli di Honda cabrio sono stati ben pochi, concentrati principalmente nell’ormai mitica S2000, sportiva moderna prodotta tra il 1999 e il 2009 in oltre 110.000 esemplari. Nella storia di Honda, però, non c’è solo la S2000. Come abbiamo detto in apertura, la prima automobile Honda di grande serie è stata proprio una scoperta a due posti, la S500 del 1963. Dopo di lei, Honda ha prodotto diversi aggiornamenti del progetto fino al 1970, quando ha interrotto la produzione di queste vetture.

Il ritorno di Honda alla produzione di una cabrio sportiva si è arrestata fino al 1991, quando la Casa nipponica lanciò la folle kei car Beat, una piccola due posti da 3,3 metri di lunghezza e 64 CV di potenza. Dopo di lei, nel 1992 arrivò la CR-X Del Sol, una variante sportiva con un tetto apribile molto particolare della Civic. Dopo la S2000, infine, è arrivata un’altra sportiva, ancora oggi in produzione, la kei car S660, che unisce l’eredità della Beat a quella della S2000. Questi sono, quindi, tutti i modelli di Honda cabrio prodotti dalla Casa nipponica:

  • Honda S500
  • Honda S600
  • Honda S800
  • Honda Beat
  • Honda CR-X Del Sol
  • Honda S2000
  • Honda S660

Dopo le inaugurali “S”, sigla che sta per Sports nel linguaggio Honda, ovvero le S500, S600 ed S800, Honda rimase “priva” di una scoperta per diversi anni, escludendo la supercar NSX che, come moda degli anni ’80 e ’90, era disponibile anche in versione coupé con tetto asportabile targa, che compare nella nostra lista ma non è da considerarsi una vera e propria Honda cabrio. La prima vettura della Casa di Tokyo ad adottare di nuovo un tetto retrattile in tela è la Honda Beat del 1991, una folle kei car sportiva nata nel periodo d’oro di queste piccole vetture. Per chi non lo sapesse, le kei car sono delle piccole auto prodotte per il mercato giapponese, che devono stare sotto rigide regole di dimensioni (non possono essere più lunghe di 3,4 metri) e motorizzazioni (la cilindrata massima è dal 19xx di 660 cm3, e la potenza massima di 64 CV) per non congestionare le trafficatissime strade nipponiche.

Nonostante queste restrizioni, Honda ricevette un disegno di Pininfarina e realizzò la Beat, una due posti con motore centrale e trazione posteriore. Dotata di uno stile davvero particolare e di una sorprendente abitabilità di un abitacolo che appare come quello di una NSX in miniatura, la Beat è stata prodotta fino al 1996 e oggi è una delle kei car più ricercate sul mercato. Un anno dopo, Honda lanciò un’altra scoperta, sempre molto particolare, questa volta dedicata a tutto il mondo: la CR-X Del Sol. Erede delle CR-X, le coupé sportive su base Civic, la Del Sol arriva sul mercato con la generazione EG della Civic, una delle più apprezzate dagli appassionati.

Dotata di linee molto morbide e tondeggianti in pieno stile anni ’90 e di interni classici per Honda, razionali e molto semplici ma completi di tutto quello che serve, questa due posti secchi ha un vero “coup de théatre”, il meccanismo del tetto. Interamente automatizzato, la porzione di lamiera sopra i due passeggeri si nasconde alla vista con un movimento davvero strano: l’intero pannello posteriore si alza di oltre 20 cm, sostenuto da due grandi sostegni centrali, e in un apposito vano posto all’interno del pannello semovente accoglie il tetto, andando poi a riposizionarsi terminata l’operazione. Come vedremo tra poco, la Del Sol non è memorabile solo per questo, ma è sicuramente una delle sue peculiarità più assurde.

Prodotta fino al 1998, al suo posto Honda, per celebrare i suoi 50 anni, ha deciso di “regalarsi” una sportiva diventata iconica, la S2000. Dopo il successo di un prototipo di sportiva nel 1995, nel 1999 Honda lanciò la S2000, sportiva realizzata da un foglio bianco: è una roadster a due posti secchi, con motore anteriore longitudinale e trazione posteriore. Dotata di uno stile pulito, elegante e molto semplice, che la rende ancora bella da guardare a oltre 25 anni dal lancio, la S2000 è minimale anche all’interno, con un abitacolo che avvolge il guidatore. I comandi di radio e clima, ad esempio, sono posizionati intorno al volante, così come il tasto rosso per l’accensione, una rarità in quel periodo. Iconico anche il quadro strumenti digitale, così come i fari posteriori trasparenti, il doppio scarico sdoppiato e il lunghissimo cofano, reso necessario dalla meccanica.

Dopo l’addio alla S2000, infine, Honda ha riproposto una “S” solo nel 2015, con l’arrivo sul mercato della S660. Si tratta di un’erede sia della S2000, dalla quale riprende la nomenclatura, che soprattutto della Beat, dalla quale “ruba” l’impostazione meccanica con motore centrale e trazione posteriore e il segmento d’appartenenza, quello delle Kei car. Dotata di dimensioni quasi identiche alla Beat di 25 anni prima, la S660 evolve lo stile della cugina, introducendo linee più tese, un. abitacolo più sportivo e moderno e riportando quella “follia” delle kei car anni ’90. Prodotta fino al 2022 e mai esportata ufficialmente fuori dal Giappone, ad oggi la S660 è l’ultima cabrio Honda prodotta dalla Casa nipponica.

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Motori Honda Cabrio

A livello meccanico e di motori, tutte le Honda cabrio meriterebbero un approfondimento a parte. Sebbene vorremmo analizzare al meglio ogni modello, per questioni di spazio ci concentreremo sulle quattro cabrio Honda più moderne: Beat, CR-X Del Sol, S2000 ed S660. Partiamo dalla più “vecchia”, la Honda Beat, dotata di una meccanica a dir poco inusuale per il mercato europeo. Dotata di un telaio interamente dedicato, la Beat ha un layout meccanico con motore centrale-posteriore e trazione posteriore, priva di roll-bar e con abitacolo a due posti secchi. Sotto il cofano, invece, troviamo un motore dalla cilindrata limitata dalle regole dedicate alle kei car giapponese a 660 cm3: nello specifico, è un tre cilindri aspirato, dotato della tecnologia MTREC “Multi Throttle Responsive Engine Control”.

Si tratta, sostanzialmente, un sistema che prevede la presenza di tre corpi farfallati singoli, uno per ogni cilindro. In puro stile Honda, poi, il 660 tre cilindri ha una linea rossa altissima, ed eroga i suoi 64 CV di potenza a ben 8.100 giri. Dotata di un cambio manuale a 5 marce, la Beat spinge i suoi 760 kg fino a 135 km/h, e ha dato vita al segmento delle kei car sportive, seguita poi dalla Suzuki Cappuccino e dalla Autozam AZ-1. L’eredità della Beat è stata presa solo nel 2015 dalla S660, introdotta a poco meno di 20 anni dall’ultima Beat prodotta. Con la Beat condivide il layout a motore centrale e trazione posteriore, ha un peso leggermente superiore alla progenitrice (830 kg) e un motore decisamente più moderno. Sotto il cofano trova posto infatti il S07A Turbo, un 0.66 litri tre cilindri turbocompresso, con 64 CV e 104 Nm di coppia.

Come sulla Beat, non manca il cambio manuale a 6 marce, mentre a richiesta è disponibile anche un cambio automatico CVT con sette marce simulate. Prodotta fino al 2022, purtroppo come la Beat non è mai stata proposta fuori dal mercato nipponico in veste ufficiale, se non per qualche esemplare importato dal Sol Levante. Non è stato questo il caso della CR-X Del Sol, prodotta tra il 1992 e il 1998 in tutti i principali mercati in cui Honda è presente. Realizzata sulla piattaforma della Civic di quinta generazione, la EG, a livello meccanico condivide con la Civic anche le sospensioni, indipendenti sia davanti che dietro.

Dotata di una maggiore rigidità strutturale rispetto alla normale Civic nonostante il tetto apribile, la CR-X Del Sol è stata proposta in Europa con due motori, la 1.6 ESi e la 1.6 VTi. Il primo è il quattro cilindri aspirato D16 monoalbero da 125 CV, disponibile in Italia con cambio manuale a 5 marce, mentre la versione VTi è dotata del mitico 1.6 B16, un quattro cilindri bialbero con il leggendario sistema VTEC di alzata variabile delle valvole, che porta la potenza del quattro cilindri aspirato a 160 CV, con linea rossa posta oltre quota 8.000 giri.

Arriviamo così alla sportiva più memorabile degli ultimi 25 anni della Casa nipponica, la S2000. Completamente diversa da tutte le altre Honda del periodo, la S2000 è realizzata su una piattaforma dedicata con telaio a X chiamato “high X-bone frame”, con motore anteriore longitudinale e trazione posteriore. Il motore è posizionato il più indietro in possibile, dietro l’asse anteriore, risultando così in posizione anteriore-centrale. L’obiettivo è ottenere una distribuzione dei pesi pressoché perfetta, 49% all’anteriore e 51% al posteriore, che ben si sposa con le sospensioni, a doppio braccio oscillante sia davanti che dietro. La star dell’intera auto è però il motore: sotto il cofano trova posto il 2.0 VTEC K20C, un quattro cilindri bialbero aspirato, con fasatura variabile delle valvole, che permette all’auto di raggiungere la linea rossa a 9.150 giri.

Il risultato è un 2.0 aspirato da 240 CV, per una potenza specifica di ben 120 CV/litro, un record per le automobili aspirate. La coppia, invece, è limitata a “soli” 207 Nm a 7.500 giri, mentre il cambio manuale a sei rapporti è accoppiato ad un differenziale autobloccante Torsen. Le prestazioni, grazie ad un peso a vuoto di 1.245 kg, sono da sportiva vera: 0-100 km/h in 6,2 secondi e 241 km/h di velocità massima. Questi sono, nel dettaglio, tutti i motori delle Honda cabrio dell’era moderna:

Motori Honda Cabrio

Honda Beat

  • Beat MTREC, 0.6 tre cilindri aspirato benzina, 64 CV, cambio manuale a 5 marce, trazione posteriore

Honda CR-X Del Sol

  • 1.6 Esi, 1.6 quattro cilindri aspirato, 125 CV, cambio manuale a 5 marce, trazione anteriore
  • 1.6 VTi, 1.6 quattro cilindri aspirato, 160 CV, cambio manuale a 5 marce, trazione anteriore

Honda S2000

  • 2.0 VTEC, 2.0 quattro cilindri benzina aspirato, 240 CV, cambio manuale a 6 marce, trazione posteriore

Honda S660

  • S660, motore 0.66 tre cilindri turbobenzina, 64 CV, cambio manuale a 6 marce o automatico CVT, trazione posteriore

Versioni Honda Cabrio

Arriviamo così ad esaminare le versioni delle cabrio Honda, che in Europa sono sempre state piuttosto “scarne” di possibilità. In Giappone, infatti, i clienti potevano optare per diverse opzioni d’acquisto sia per la Beat che per la S660. La prima, ad esempio, è stata proposta in quattro allestimenti principali. Già la versione base è dotata di serie di vetri elettrici, aria condizionata, radio e degli iconici sedili con tessuto zebrato. Tra il 1992 e il 1993 sono arrivate sul mercato le Version F, Version C e Version Z, caratterizzate da verniciature e cerchi specifici. La Version F, per esempio, è verniciata esclusivamente in verde ed è dotata di cerchi in lega, la C in Blu e cerchi in lega bianchi e la Z con tinta argento o verde, alettone posteriore, scarico differente e parafanghi in stile rallistico.

Più semplice la CR-X Del Sol, proposta in Italia in versione ESi, più semplice e meno accessoriata, e nella più ricca VTi, mentre la S660 è stata proposta in diversi allestimenti, come la versione α, la Modulo o la Modul X, la versione più ricca e accessoriata. Parlando di versioni delle cabrio Honda, non possiamo dimenticare la S2000, della quale gli appassionati del modello conoscono vita, morte e miracoli. La AP1, la S2000 importata ufficialmente in Europa, è dotata del motore 2.0 VTEC e, nei primi anni di vita, ha una dotazione che comprende lunotto posteriore in plastica, l’assenza del controllo di trazione e alcune modifiche estetiche molto sottili. Nel 2004, cambiano i sedili, i paraurti anteriori e posteriori e i cerchi in lega, che passano dai 16 ai 17 pollici. Nel 2006, la S2000 introduce il controllo di stabilità e di trazione, l’acceleratore elettronico e altre piccole novità, rimanendo invariata fino al 2009, anno di cessazione della produzione. Se in Italia c’è stata una sola versione della S2000, in giro per il mondo abbiamo visto diverse novità nel corso della carriera, a partire dall’utilizzo di un motore da 2.2 litri, l’F22C, sui mercati americani e statunitensi.

Oltre a questo, la S2000 è stata proposta in diverse versioni speciali, come la Club Racer, pensata per i track-day e l’uso in pista: dotata di pneumatici più larghi, ammortizzatori e barre antirollio più rigide, paraurti anteriore più aggressivo e alettone posteriore fisso, la Club Racer è priva della capote in tela, sostituita da un solo hard top rigido removibile. All’interno, via pelle, radio e aria condizionata (disponibile come optional), per fare spazio a tessuti più leggeri e un allestimento minimale. Per il solo mercato giapponese è arrivata anche la Type S, variante meno estrema della Club Racer, mentre nel 2007 per il mercato europeo vennero prodotti 50 esemplari speciali in allestimento RJ.

Dedicata ai piloti della Honda in Formula 1 Rubens Barrichello e Jenson Button (la sigla unisce le iniziali dei loro nomi), è verniciata in bianco perlato, il Championship White che da sempre accompagna le Honda Type R più sportive e la presenza di Honda in Formula 1. Infine, all’addio della S2000 è arrivata la Ultimate Edition, un allestimento speciale che commemora la fine della produzione della S2000, verniciata esclusivamente nell’iconico Championship White.