- Home
- Auto
- Great Wall
- Great Wall Hover 5
Great Wall Hover 5: il SUV dalla Cina
La Great Wall Hover 5 è stata commercializzata in Italia dal 2010 fino al 2012. Si trattava della evolu-zione del modello Hover che il costruttore cinese aveva fatto debuttare nel 2006 e che ha il primato di essere stata la prima vettura cinese ad essere venduta ufficialmente in Italia. Great Wall Motors, per la Hover si era basata sulla Opel Frontera, di cui aveva acquisito il progetto. L'auto puntava a con-quistare clienti offrendo tanto spazio ad un costo contenuto.
Great Wall Hover 5: com'è fatta, pro e contro
Le Hover 5 aveva la misure tipiche di un SUV di segmento D: era lunga 4,620 metri, larga 1,8 e alta 1,71. Realizzata su un telaio a longheroni della Opel Frontera, nelle linee esterne, disegnate da desi-gner cinesi, richiamava la Isuzu Axiom, basata sullo stesso telaio, che era già uscita di produzione. La parentela col modello Isuzu emergeva soprattutto al posteriore mentre il frontale, piuttosto arroton-dato e accattivante, denotava una maggiore creatività da parte dei designer di Great Wall. Meccani-camente la vettura montava un 4 cilindri a benzina di origine Mitsubishi (prodotto su licenza).
La cilindrata era 2,4 litri con distribuzione a 4 valvole per cilindro. Si trattava del motore che montava anche la Galant, depotenziato fino a raggiungere una potenza di 126 CV. Questo quattro cilindri della Hover 5, per il mercato italiano, era disponibile oltre che a benzina anche a metano oppure Gpl. L'au-to aveva trazione integrale permanente o, in alternativa, si proponeva con la trazione sulle sole ruote posteriori. Due anche le trasmissioni a listino. Di Serie la Hover 5 montava un cambio manuale a 5 marce con tanto di ridotte ma sulla versione al top dell'offerta era disponibile di serie un automatico a 5 rapporti. A livello di prestazioni, la Great Wall Hover 5 scattava da 0 a 100 con partenza da ferma in circa 15 secondi e raggiungeva una velocità massima di 165 km/h. Visto il powertrain datato, l'auto aveva consumi abbastanza elevati, tanto che in Italia le versioni a gas accolsero un certo successo.
Esternamente la Hover 5 presentava le linee tipiche di un moderno SUV, ma la base meccanica era quella di un fuoristrada classico. Questo influiva sul comportamento stradale che non era sicuramente sportivo, lo sterzo si contraddistingueva per una precisione scarsa e richiedeva correzioni, come av-viene in tutti i fuoristrada di impostazione classica. Non erano previsti sistemi come l’Esp e dunque anche le manovre d’emergenza non erano semplici. Anche la frenata non era esaltante, come la ma-novrabilità del cambio. La vettura, complice l’origine fuoristradistica, si muoveva con una certa facilità sullo sterrato grazie anche alla trazione integrale e alla possibilità di usare le marce ridotte nei passag-gi più complicati. Internamente la vettura mostrava una certa opulenza, anche se le finiture non erano poi molto curate. I sedili erano ampi e abbastanza comodi e gli occupanti potevano apprezzare la pre-senza di un ampio display per la gestione dell’impianto audio. Vettura sui generis sul panorama auto-mobilistico italiano si poneva come alternativa a Suv e crossover medie più blasonate. Su tutte: Nissan Qashqai, che all'epoca era regina indiscussa della categoria.
Great Wall Hover 5: allestimenti, motori, prezzi
La Hover 5 era disponibile soltanto con una motorizzazione, ma si potevano scegliere i vari tipi di ali-mentazione. Gli allestimenti previsti erano 3: Luxury, Super Luxury e Super Luxury Sport. Il cambio automatico era disponibile solamente sulle versioni più ricche. I prezzi ai tempi della commercializza-zione variavano dai 18.000 ai 24.000 euro. Attualmente la vettura sul mercato dell’usato può essere trovata a cifre variabili da 3.200 € circa fino quasi a 9.000 € per esemplari con pochi chilometri e alle-stimenti completi.
Great Wall Hover 5: conclusioni
La Great Wall Hover 5 era una vettura che puntava molto su un’estetica accattivante e su un prezzo d’attacco allettante che saliva sulle versioni più ricche, senza comunque raggiungere livelli elevatissi-mi. Il comportamento su strada era condizionato dalla base meccanica della vettura mutuata da un classico fuoristrada e dunque non era al passo con quello garantito dagli altri SUV presenti sul merca-to. Gli interni erano piuttosto ricchi anche se le finiture potevano destare qualche perplessità. Ampio lo spazio a disposizione sia per i passeggeri che per i bagagli, anche nelle versioni con bombole del GPL o del metano.