Pro
- Estetica retrò unica e inconfondibile
- Guidabilità eccezionale
Contro
- Praticità limitata dall’assenza di tetto e parabrezza
- Tanti comandi fisici nella console centrale
Ferrari Monza in sintesi
Qui trovi una panoramica generale dell’auto Ferrari Monza inclusi i dati relativi alle caratteristiche principali, alla motorizzazione, all’equipaggiamento e altre informazioni utili relative al modello dell’auto. Leggi di più
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Sotto il cofano delle due Monza alloggiava un particolare quattro cilindri in linea bialbero, da 3 litri e 260 CV per la Monza 750 e 3.4 litri e 280 CV per la Monza 860. Queste due vetture segnarono il debutto vincente di Ferrari nel Campionato del Mondo Sport Prototipi, iniziando una storia di successo nelle gare di durata per il Cavallino. Oggi, oltre 65 anni dopo le due Monza, Ferrari ha svelato le eredi delle Ferrari Monza originali, la monoposto Monza SP1 e la biposto SP2. Le Ferrari Monza sono auto del tutto nuove per la casa di Maranello, perché inaugurano l’inedita linea Icona: è composta da modelli a tiratura limitata ispirati a celebri Rosse del passato, basati tecnicamente su Ferrari del presente.
Scopriamo allora dimensioni, interni, motori, prezzi e concorrenti di Ferrari Monza.
Dimensioni Ferrari Monza
Le dimensioni della Ferrari Monza sono:
- lunghezza 4,66 metri
- larghezza 2,00 metri
- altezza 1,16 metri
- passo 2,72 metri
L’ispirazione, come anticipato, è arrivata dalle Monza 750 e 860 degli Anni 50, che hanno permesso alla Ferrari di riportare in auge la carrozzeria di tipo barchetta, molto in voga negli Anni 50 e 60, quando le auto di questo tipo partecipavano alle gare. Disegnate dal centro stile Ferrari, diretto da Flavio Manzoni, le Monza SP1 e SP2 sono ancora più estreme stilisticamente delle “antenate”, perché non hanno alcun tipo di protezione per il volto di guidatore e passeggero: a bordo, dunque, si devono indossare occhialoni da pilota o il casco. Se da un lato l’assenza di parabrezza rende le Ferrari Monza meno pratiche, dall’altro ha il vantaggio di far apparire più pulita la carrozzeria, un plus non da poco per auto che fanno dell’essenzialità il proprio punto di forza. Il risultato sono forme scultoree, da guardare e riguardare. Da fuori, le Monza hanno superfici levigate, a partire col cofano discendente verso la mascherina, delimitato dai possenti passaruota che integrano i fari.
Qui Manzoni e il suo team hanno deciso di non seguire l’esempio delle Monza 750 e 860: le luci non sono più rotonde, ma tese e allungate verso il basso. Il design minimale è anche per le fiancate, dove il Centro Stile della Ferrari ha saputo celare perfettamente le piccole portiere: si aprono verso l’alto e agevolano l’accesso a bordo.
Una soluzione decisamente più comoda rispetto a quella delle Monza originali, semplicemente prive di portiere: per salire a bordo bisognava scavalcare la carrozzeria. La pulizia delle linee è “spezzata” soltanto dalla cresta dietro il sedile, vero elemento che distingue da fuori Ferrari Monza SP1 dalla SP2. Sulla SP1, infatti, il rollbar è uno solo, mentre sulla SP2 è, ovviamente, doppio. che svolge un ruolo di sicurezza in caso di ribaltamento dell’auto. La parte posteriore, pulitissima e levigata, è impreziosita dal sottilissimo faro a led, pressoché mimetizzato quando spento. Al di sotto ci sono i quattro scarichi e l’enorme diffusore, indispensabile per incollare le Monza all’asfalto in assenza di un “volgare” alettone convenzionale.
Lo studio dei flussi dell’aria è stato centrale nel progetto della Monza e ha permesso non soltanto di migliorare la guidabilità, ma anche di offrire più comfort al conducente e al passeggero: davanti ai sedili si trova infatti il Virtual Wind Shield, brevettato dalla casa di Maranello, composto da due paratie che deviano verso l’alto il flusso dell’aria e creano una sorta di bolla, che isola guidatore e passeggero dall’aria. Concludendo con le dimensioni di Ferrari Monza, meglio viaggiare leggeri: non c’è infatti un vero e proprio bagagliaio.
Interni Ferrari Monza
Più che di interni di Ferrari Monza, bisognerebbe parlare di cockpit: si tratta infatti di un vero e proprio pozzetto, che fa sentire chi lo occupa parte dell’auto. Nella Monza SP2, la zona del passeggero è estremamente essenziale. Non c’è la maniglia nella portiera, sostituita da un laccio in pelle, utile per ridurre il peso dove possibile, e manca pure il cassettino, sostituito da un elegantissimo borsello rimovibile in pelle tenuto in posizione da due lacci, anch’essi in pelle. La zona del guidatore è relativamente più ricca, e condivisa con la Monza SP1, grazie alla console disposta sotto il pilone centrale della carrozzeria che divide i passeggeri. Questa piccola console è leggermente orientata verso il pilota, come da tradizione per le auto sportive, e ospita i comandi per i servizi di bordo, compresi quelli del clima, presente nonostante siamo su una barchetta priva di qualsivoglia tipo di tetto.Non mancano poi i comandi per il cruise control, per il sistema di infotainment e per le telecamere di retromarcia, nonché per il sistema che solleva l’asse anteriore per evitare il contatto con dossi dissuasori o rampe e il selettore del cambio.
Come in tutte le berlinette Ferrari di ultima generazione, infatti, gli interni di Ferrari Monza sono privi di un classico schermo dell’infotainment: tutto è alloggiato nel quadro strumenti, dotato di due schermi digitali ai lati del bellissimo ed immancabile contagiri analogico con linea rossa a 9.000 giri. Davanti a lui troviamo il volante, che dal debutto della 458 Italia nel 2009 è molto più di uno strumento per governare le ruote. Rivestito in pelle e fibra di carbonio, integra il tasto per l’accensione del motore, per le frecce, per i fari, per controllare la risposta degli ammortizzatori e anche per il mitico Manettino, il selettore delle modalità di guida: da quello per tutti i giorni, che attraverso l’elettronica rende sorniona la Ferrari Monza, a quello per la pista, riservato ai guidatori esperti. Dietro il volante, ancorate al piantone dello sterzo, ci sono le grandi palette per cambiare marcia manualmente. Concludendo con gli interni di Ferrari Monza, i materiali sono ottimi, tra fibra di carbonio e pelle a profusione, mentre i sedili regolabili offrono il giusto supporto e la giusta quantità di spazio, soprattutto per la testa visto che… non c’è il tetto. A voler proprio trovare un difetto, i tanti tasti nel volante hanno bisogno di apprendistato prima di essere “maneggiati” senza distrazioni.
Motori Ferrari Monza
Se l’estetica è ispirata alle Monza di un tempo, sono i motori di Ferrari Monza a segnare la maggiore differenza tra le vetture. Le antenate 750 e 860 Monza erano infatti spinte da un inusuale per Ferrari 4 cilindri in linea aspirato. Se ad oggi può sembrare molto strano il pensiero di una Ferrari con soli quattro cilindri, dal 1952 sia la Formula 1 e soprattutto la diffusissima Formula 2, dove Ferrari era mattatrice, sfruttavano motori a quattro cilindri. Proprio dall’esperienza sulle monoposto derivano i motori delle due Monza originali. Sviluppati dall’Ingegner Aurelio Lampredi, che più tardi realizzò anche il mitico Bialbero FIAT che prese il suo nome, questi quattro cilindri dovevano sostituire gli assetati V12 progettati da Gioacchino Colombo, e offrivano tanta potenza e tantissima coppia in basso grazie alla grande cilindrata. La 750 Monza sfoggiava un 3.0 da 260 CV, mentre la 860 Monza un 3.4 da 280 CV. Come ben sappiamo, però, Ferrari non sostituì mai il suo V12, tornando a sfruttarlo anche per le gare di durata. Oggi, il motore V12 aspirato è uno dei simboli di Ferrari, ed infatti è tornato anche sull’attuale Ferrari Monza.
Come un particolare scherzo del destino, infatti, sotto il cofano dell’odierna Ferrari Monza troviamo l’ultima evoluzione del mitico V12 Ferrari. Denominato F140 GC, è un 6.5 litri derivato da quello della Ferrari 812 Superfast. Se però sulla berlinetta con motore V12 anteriore eroga 800 CV e 718 Nm, i motori di Ferrari Monza SP1 ed SP2, identici in ogni dettaglio, arrivano a 810 CV e 719 Nm, con linea rossa posta a 9.000 giri/minuto. Il 6.5 V12 è disposto in posizione anteriore-centrale, mentre il cambio robotizzato si trova al retrotreno. Questo schema transaxle con motore anteriore-centrale è indispensabile per bilanciare al meglio i pesi sul telaio, anch’esso derivato dalla 812 Superfast ma irrigidito ed alleggerito. Grazie poi alla carrozzeria completamente in fibra di carbonio e all’assenza del tetto, le Ferrari Monza sono piuttosto leggere: la monoposto SP1 ferma la bilancia a 1.500 kg esatti, mentre la biposto SP2 arriva a 1.520 kg. Le prestazioni, infine, sono di livello assoluto: 2,9 secondi per lo 0-100 km/h, 7,9 secondi per lo 0-200 e oltre 300 km/h di velocità massima.
Motori Ferrari Monza
Benzina
- 6.5 V12, 6.5 V12 aspirato, 810 CV, cambio automatico doppia frizione a 7 marce, trazione posteriore
Prezzi Ferrari Monza
I prezzi di Ferrari Monza SP1 ed SP2 non sono stati resi noti al pubblico dalla Casa di Maranello. Sicuramente, però, le prime due creazioni della serie Icona, sarà stato stellare: secondo i ben informati, infatti, Ferrari ha richiesto una base di partenza di 1,6 milioni di euro per le sue sportive retrò. Usiamo il passato perché Ferrari ha venduto tutti e 499 gli esemplari prodotti in tiratura limitata ancor prima di essere prodotti. In più, come da tradizione per le vetture più esclusive del Cavallino, le Ferrari Monza sono state vendute esclusivamente a clienti selezionati dalla stessa Ferrari tramite criteri molto rigidi e stringenti.
I prezzi di Ferrari Monza SP1 ed SP2, però, non si fermano “solo” a 1,6 milioni di euro. La cifra da pagare, come spesso accade per le Rosse, è destinata però a lievitare sensibilmente, perché il cliente difficilmente resiste davanti alla possibilità di personalizzare la sua vettura e dall’acquistare accessori di lusso. Nel caso delle particolarissime berlinette Monza, poi, gli optional a pagamento sono ancora più esclusivi del solito. Nel catalogo Ferrari sono infatti comparsi la tonneau cover, ovvero la copertura morbida per evitare l’entrata della pioggia in abitacolo, griffata Loro Piana, il casco in stile Anni 50 (costruito in fibra di carbonio) dello specialista Berluti e le scarpe da guida in pelle Venezia, la cui suola in fibra di carbonio è dello stesso tipo di quella utilizzata per la carrozzeria. Tra i fortunati clienti di Monza SP è stato beccato anche il campione svedese Zlatan Ibrahimovic, beccato tra le strade di Stoccolma alla guida di una SP2 nera con interni rossi.
Ferrari Monza: concorrenti e conclusioni
La Ferrari Monza è una vera e propria scultura su ruote, in grado di mescolare modernità e tradizione: evidente il richiamo alle barchette degli Anni 50 e alle Monza, ma il Centro Stile ha saputo modernizzare la carrozzeria nei pochi punti in cui era dovuto farlo, come i fari Full LED e la presenza di piccole portiere per facilitarne l’ingresso a bordo. La meccanica è poi sopraffina, per nulla retrò: sotto il lunghissimo cofano della Monza SP troviamo il 6.5 V12 aspirato della 812 Superfast, capace di 810 CV e di prestazioni da urlo. Certo, mancano un bagagliaio, dei vani portaoggetti, l’abitacolo è piuttosto stretto, ci sono tanti tasti fisici nella console sotto il pilone che divide i passeggeri e, in caso di pioggia, va ponderata molto bene la scelta della vettura. In più, sebbene il sistema Virtual Wind Shield funzioni bene, degli occhiali da sole o da pilota o ancora meglio un casco è indispensabile per proteggere al meglio i propri occhi. A parte questi limiti pratici, però, Ferrari Monza è una vettura incredibile sia in versione monoposto che biposto. La serie Icona è destinata a farci innamorare ad ogni nuova uscita, come dimostrato dalla nuova SP3 Daytona.
Parlare di concorrenti per Ferrari Monza potrebbe sembrare impossibile. In realtà, invece, altre due Case hanno lanciato delle sportive di tipo Barchetta, prive di tetto, parabrezza e qualsivoglia tipo di protezione: Aston Martin e McLaren. La prima tra le concorrenti di Ferrari Monza è infatti la Aston Martin V12 Speedster: basata sul telaio della piccola Vantage, la V12 Speedster omaggia la barchetta Aston Martin DBR1 che vinse la 24 Ore di Le Mans nel 1959, è prodotta in soli 88 esemplari e sotto il cofano ha il 5.2 V12 biturbo da 700 CV e 753 Nm della Aston Martin DBS Superleggera. La seconda tra le concorrenti di Ferrari Monza è la McLaren Elva. Realizzata sulla base delle Hypercar Speedtail e Senna, ha un 4.0 V8 biturbo in posizione centrale-posteriore da ben 815 CV e 800 Nm di coppia, ed è ispirata ai primi passi della McLaren. Le prime vetture da corsa sviluppate da Bruce McLaren, il fondatore neozelandese della Casa, furono delle barchette e prodotte tra il 1964 e 1967. Sebbene il progetto fosse interamente McLaren, la produzione di queste vetture fu affidata alla Casa britannica Elva, oggi scomparsa e omaggiata da questa incredibile Hypercar.