Passa al contenuto principale
Causa lavori di manutenzione attualmente la disponibilità di AutoScout24 è limitata. Questo riguarda in particolare funzioni quali i canali di contatto con i venditori, l’accesso o le modifiche ai veicoli in vendita.
BYD Seal U 1.jpg

SUV cinesi

1 / 3
BYD Seal U 1.jpg
chery-omoda-5-front
mg zs hev 607

SUV cinesi: storia, modelli, versioni e motori

L’industria automobilistica cinese sta avanzando rapidamente, puntando su diverse alimentazioni e fasce di prezzo. Sebbene poi in patria siano ancora le berline a tre volumi a guadagnare le proprie preferenze, per il mercato europeo sono i SUV cinesi a portare avanti l’offensiva del Dragone all’automobile occidentale. Se pensate che l’auto cinese sia arrivata da poco in Italia, però, vi sbagliate. Nel nostro Paese, infatti, le auto cinesi sono arrivate già nei primi anni ’00, trovando un terreno discretamente fertile per conoscere gusti e abitudini degli automobilisti europei. Nello specifico, inoltre, la prima automobile di produzione cinese venduta in Italia ufficialmente è stata proprio un SUV, la Great Wall Hover. Leggi di più

Lanciata nel 2006 e prodotta da uno dei colossi del Dragone, l’economica Hover è stato il primo SUV cinese ad arrivare sul mercato italiano, seguita un anno dopo dalla Shuanghuan CEO, passata agli onori delle cronache per la sua somiglianza fin troppo spiccata alla BMW X5 di prima generazione, fattore che ne provocò il bando in Germania. Nel 2008, poi, ha debuttato sul mercato la DR 5, il primo modello commercializzato dall’allora neonata Casa italiana DR Automobiles. La stessa DR non ha mai fatto mistero, però, che la sua 5 altro non era che una Chery Tiggo rimarchiata, prodotta in Cina dal colosso Chery e poi modificata nel frontale e in alcuni dettagli in Italia.

Proprio per questo, i SUV cinesi e, in generale, le automobili cinesi presenti in Italia si differenziano in due categorie principali. Da un lato abbiamo delle aziende italiane come la già citata Dr, le “controllate” Evo e Sportequipe e anche le indipendenti Cirelli e Giotti Victoria, che importano automobili di produzione cinese in Italia, le modificano leggermente dal modello originale e le commercializzano in Italia con il proprio marchio. Dall’altra, invece, abbiamo le Case cinesi vere e proprie come BYD, Omoda o MG (quest’ultimo marchio inglese ma posseduto al 100% dal Gruppo SAIC), che vengono importate direttamente dalle Case in Europa con passaporto cinese a tutti gli effetti.

Quali sono quindi i migliori SUV cinesi sul mercato? Scopriamo quali sono i SUV cinesi più interessanti, i motori e le versioni con cui sono proposti in Italia.

Segni particolari di SUV cinesi

  • I SUV cinesi presenti oggi a listino in Italia sono inseriti in diversi segmenti, da B-SUV con prezzi molto competitivi a modelli più grandi e tecnologici, sempre caratterizzati da prezzi inferiori ai rivali occidentali.
  • Se i SUV cinesi si stanno affermando negli ultimi anni in Europa, in Italia già nei primi anni ’00 erano arrivati i primi Sport Utility dal Paese del Dragone, come il discusso Shuanghuan CEO del 2007 e il più piccolo Great Wall Hover lanciato nel 2006, diventato ufficialmente la prima auto cinesi venduta ufficialmente in Italia.
  • Quasi completamente assente il Diesel, i motori dei SUV cinesi si dividono principalmente in due tipologie di alimentazioni, motori termici a benzina o bifuel benzina-GPL e modelli elettrici.
  • Per anni una scelta “di nicchia”, i SUV cinesi si stanno facendo apprezzare oltre al mero listino vantaggioso, con la MG ZS stabilmente presente nella top 10 dei B-SUV più venduti in Italia e in Europa.

Modelli SUV cinesi

Come detto in apertura, quindi, il mercato italiano è stato uno dei più floridi per le automobili prodotte nella Repubblica Popolare. Nonostante una certa diffidenza iniziale per alcuni brand dal nome impronunciabile per molti italiani e per vetture non all’altezza, almeno all’inizio della loro avventura, ai gusti sofisticati degli automobilisti europei, i SUV cinesi e, in generale, le vetture prodotte a Oriente si sono fatte largo anche in Italia, con oggi una presenza piuttosto variegata di marchi e, soprattutto, modelli di business molto diversi tra loro.

A scontrarsi, almeno figurativamente, oggi troviamo le Case italiane che importano modelli e li fanno loro con marchi e linee più inclini al nostro gusto come Cirelli e soprattutto DR, capostipite e principale rappresentante di questa tipologia di presenza sul mercato, e dall’altro lato del ring le Case cinesi tout-court, che arrivano in Europa con una presenza massiccia a livello aziendale, commerciale e di presenza sul territorio. Nonostante il Gruppo Great Wall abbia abbandonato, almeno per il momento, il “grande salto” verso l’Europa, ci sono il Gruppo BYD, SAIC con MG e Chery con Omoda e Jaecoo e anche altri in arrivo come Forthing e Dongfeng che vogliono conquistare una fetta di mercato sempre più importante. Prima di andare oltre, questi sono alcuni tra i migliori modelli di SUV cinesi:

  • BYD Seal U
  • DR 6.0
  • Lynk & Co 01
  • MG ZS
  • Omoda 5

Da questa piccola lista possiamo vedere come i SUV cinesi arrivati oggi sul mercato italiano non siano tutti elettrici come ci si potrebbe aspettare, anzi. Sebbene il mercato cinese sia caratterizzato da una delle quote di mercato di auto elettriche sul totale più alte del mondo, visti i costi più alti di importazione verso l’Europa e l’innalzamento vertiginoso dei prezzi delle auto nuove comunitarie i brand cinesi si sono accorti dello svuotamento della fascia medio-bassa, fatta da crossover e SUV a benzina sotto i 30.000 euro. Non è un caso che gran parte di questi modelli riempia questa fascia, a partire dalla MG ZS, per distacco l’auto cinese più venduta in Italia.

Lunga 4,32 metri, la ZS è un B-SUV piuttosto spazioso, con un grande bagagliaio da 448 litri e uno stile semplice ma riuscito. Complice un frontale aggressivo (ispirato ad alcuni modelli Mazda), a delle linee più dinamiche di quanto ci si potesse aspettare e un abitacolo moderno e con materiali curati e ben assemblato, la MG ZS è riuscita a riportare il nobile marchio inglese sulle mappe degli automobilisti di tutta Europa. In attesa della nuova generazione, rinnovata anche nel powertrain ibrido, l’attuale ZS è un’auto onesta e piuttosto spaziosa, che ha solo nell’infotainment un po’ cervellotico e nella mancanza di quella raffinatezza e dei dettagli delle auto europee uno dei suoi limiti. C’è anche elettrica, differente solo per la mascherina carenata con la presa di ricarica integrata al suo interno.

Come MG, branca “europea” del marchio SAIC, anche la cinese BYD ha puntato tanto sul mercato europeo. La giovane Casa cinese, nata nel 2003, è diventata in neanche 20 anni uno dei colossi dell’auto a livello mondiale. Il suo segreto? La tecnologia proprietaria di livello assoluto nella mobilità elettrica: dai motori agli inverter fino alle efficienti batterie LFP con brevetto BYD di costruzione “Blade”, BYD è un vero colosso nel mondo dell’auto elettrica. Nel 2024, però, ha introdotto sul mercato l’ultimo dei suoi modelli di SUV cinesi, la Seal U.

Derivata nello stile dalla berlina Seal, dalla quale riprende il frontale molto filante e personale e il disegno dei fari posteriori, la Seal U è la prima BYD commercializzata in Italia proposta anche con motore ibrido. Se a livello estetico questo SUV da ben 4,80 metri ha linee piuttosto personali, con una fiancata molto lineare e pulita, all’interno la Seal U convince con una qualità costruttiva molto buona, uno stile meno estremo delle altre BYD e l’immancabile schermo rotante al centro della plancia, dall’effetto wow assicurato. Grande il bagagliaio per la elettrica (552 litri), meno quello della ibrida DM-i (425 litri).

Arrivata anch’essa sul mercato italiano nel 2024, la Omoda 5 è la prima automobile del colosso Chery ad arrivare ufficialmente in Italia senza “passare” dal marchio molisano DR. Lunga 4,37 metri, ha uno stile molto filante e sportivo, con una mascherina molto grande che domina l’intero frontale, una soluzione con fari a LED su due livelli, un lunotto molto inclinato con stile da SUV coupé. All’esterno ispirato si contrappone un abitacolo non troppo spazioso, con un baule nella media (360 litri), ma moderno e piuttosto tecnologico. A spiccare nella plancia dal disegno piuttosto pulito sono i due schermi per quadro strumenti digitale e infotainment, con Apple CarPlay e Android Auto di serie.

Non possiamo poi dimenticare la prima automobile prodotta in Cina ad ottenere ottimi numeri di vendita, la Lynk & Co 01. Lanciata nel 2021, la 01 è prodotta dalla Casa sino-svedese Lynk & Co, parte del Gruppo Geely e legata a Volvo, con la quale condivide la meccanica ma non lo stile, molto personale. Caratterizzata da fari anteriori e posteriori a LED molto personali, proporzioni originali e diversi dettagli in blu, questo C-SUV da 4,54 m punta tanto sulle tinte del blu sia all’esterno, con dettagli nei cerchi molto vistosi, che negli interni, dove la qualità è molto buona a livello di materiali e assemblaggi. Lo spazio è buono e la tecnologia è di ottimo livello, con un sistema infotainment proprietario e una dotazione ricchissima, mentre il bagagliaio non è enorme (397 litri).

LYNK & CO 01

Non potevamo concludere il nostro viaggio tra i modelli di SUV cinesi senza citare una DR. Le vetture di Massimo Di Risio sono riuscite a convincere il pubblico italiano con prezzi concorrenziali e linee sempre più accattivanti, arrivando nel 2022 a proporre un C-SUV dallo stile decisamente al passo coi tempi, la DR 6.0. Realizzata sulla base della Chery Tiggo 7 Pro Max, da quest’ultima di differenzia per un frontale dedicato e per i loghi DR. Per il resto, le linee sono le stesse, filanti e piuttosto pulite, dell’identico modello Chery, con il quale condivide anche le dimensioni di 4,50 metri e l’interno molto tecnologico, con doppio schermo da 13 pollici ciascuno per quadro strumenti e infotainment, display per il clima e una ottima dotazione di spazio per i passeggeri. Anche in questo caso, il bagagliaio è solo discreto (380 litri).

Motori SUV cinesi

Come abbiamo visto, i modelli di Sport Utility della Repubblica Popolare hanno dimensioni e posizionamenti in linea con i rivali europei, mentre a livello meccanico c’è qualche differenza. Come detto, infatti, troviamo gran parte dei modelli termici o ibridi, con le sole BYD ed MG offerte anche in versione elettrica. Analizzando poi i motori dei SUV cinesi, ci rendiamo conto come ci sia una sorta di prassi per i powertrain utilizzati, con propulsori quattro cilindri con cilindrata compresa tra i 1.5 e 1.6 litri, e cambi manuali o, meglio automatici proposti per tutte le vetture.

Il modello più “europeo” è sicuramente la Lynk & Co 01, che utilizza piattaforma e motori di origine Volvo. Sotto la scocca, infatti, si nasconde la piattaforma modulare CMA, condivisa con la “nostra” Volvo XC40. Con quest’ultima condivide anche il powertrain ibrido Plug-In, l’unico offerto in Italia: sotto il cofano troviamo quindi il 1.5 tre cilindri turbo Volvo Drive-E con 180 CV, affiancato da un motore elettrico da 81 CV per una potenza complessiva di 261 CV, trazione anteriore e cambio automatico doppia frizione a 7 marce. La batteria da 9 kWh, invece, permette alla 01 di percorrere fino a 69 km a zero emissioni nel ciclo WLTP.

Molto particolare, invece, la BYD Seal U. Realizzata sulla piattaforma modulare e-Plaftorm 3.0, comune a tutti i modelli della Casa cinese, la Seal U è proposta in due varianti elettriche, entrambe dotate di motore anteriore da 218 CV e della batteria LFP con tecnologia Blade, con le celle realizzate con forma rettangolare molto sottile, affiancate per lunghezza lungo tutta l’estensione della batteria. La versione d’accesso Comfort ha un pacco batterie da 71,8 kWh, che consente un’autonomia da 420 km nel ciclo WLTP, mentre la più autonoma Design riesce ad ottenere 500 km di autonomia WLTP da una batteria da 87 kWh.

Per la prima volta su una BYD europea arriva poi il sistema Plug-In Hybrid DM-i (sigla che sta per Dual Mode intelligent), capace di funzionare sia in serie che in parallelo, con il motore termico che può quindi caricare la batteria o spingere l’auto. Per l’Italia sono due i powertrain DM-i, la 1.5 DM-i e la più potente 1.5 T DM-i. La 1.5 DM-i con motore 1.5 aspirato da 98 CV e motore elettrico da 194 CV, per una potenza combinata di 214 CV e una batteria da 18,3 kWh, che garantisce un’autonomia nel ciclo WLTP di 80 km. La 1.5 T DM-i ha sempre un 1.5 benzina, ma turbo da 128 CV, e la presenza di due motori elettrici, uno da 150 kW all’anteriore e uno da 120 kW al posteriore, per una potenza complessiva di 319 CV, mentre la batteria da 18,3 kWh porta l’autonomia a 70 km.

Decisamente più tradizionale, invece, la gamma motori del SUV cinese arrivato per ultimo sul mercato, la Omoda 5. Realizzata su una piattaforma condivisa con la Chery Tiggo 7 Pro Max (ovvero con la DR 6.0), la Omoda 5 è spinta da un motore 1.6 quattro cilindri turbo a iniezione diretta: inizialmente importata con 197 CV, con l’arrivo sul mercato il 1.6 è stato portato a 147 CV, mantenendo il cambio automatico doppia frizione a 7 marce come una trasmissione disponibile e la trazione anteriore.

Interessante la possibilità concessa dalla MG ZS, che offre due motorizzazioni termiche tranquille e due configurazioni 100% elettriche. La proposta termica è formata da due motori a benzina, uno aspirato e uno turbocompresso ed entrambi di derivazione General Motors. Il motore d’accesso è il 1.5 VTi, un quattro cilindri aspirato da 106 CV, disponibile con il solo cambio manuale a 5 marce, al quale si affianca il 1.0 T-GDI, un tre cilindri turbo a iniezione diretta da 111 CV, proposto con cambio manuale a 6 marce o automatico, sempre a sei rapporti. Le versioni elettriche, invece, hanno un motore elettrico dalla potenza di picco variabile a seconda della batteria: la versione d’accesso ha 177 CV e una batteria da 50,3 kWh, che basta per percorrere nel ciclo WLTP fino a 320 km, mentre la più autonoma ha una batteria da 70 kWh, 156 CV di picco e un’autonomia WLTP di 440 km.

A concludere questo viaggio tra i motori dei SUV cinesi ci pensa la DR 6.0, la più raffinata delle automobili proposte dalla Casa sino-molisana. La versione d’accesso è dotata del 1.5 Turbo, un quattro cilindri sovralimentato della famiglia ACTECO, sviluppata in collaborazione con l’austriaca AVL, capace di 155 CV e disponibile con cambio manuale a 6 marce o con un cambio automatico CVT a variazione continua. Più raffinata la 1.6 T-GDI, dotata di un motore quattro cilindri a iniezione diretta identico a quello della Omoda 5, ma in questo caso con 186 CV di potenza e sempre cambio automatico doppia frizione a 7 rapporti. Al top troviamo la prima ibrida Plug-In del marchio DR, la 1.5 PHEV: sotto il cofano coabitano il 1.5 Turbo da 155 CV e un motore elettrico, per una potenza di 317 CV e un’autonomia nel ciclo WLTP di 99 km. Questi sono, quindi, i motori dei SUV cinesi:

Motori SUV cinesi

Motori BYD Seal U

Benzina Plug-In Hybrid

  • 1.5 DM-i, 1.5 quattro cilindri aspirato + mot. el., 218 CV, cambio aut. e-CVT, traz. anteriore
  • 1.5 T DM-i AWD, 1.5 quattro cilindri turbo + mot. el., 324 CV, cambio aut. e-CVT, traz. integrale

Elettrica

  • Comfort, motore elettrico anteriore, 218 CV, batteria da 71,8 kWh, autonomia WLTP 420 km, trazione anteriore
  • Design, motore elettrico anteriore, 218 CV, batteria da 87 kWh, autonomia WLTP 500 km, trazione anteriore

Motori DR 6.0

Benzina

  • 1.5 Turbo, 1.5 quattro cilindri turbo, 155 CV, cambio manuale a 6 marce o automatico CVT, trazione anteriore
  • 1.6 T-GDI DCT, 1.6 quattro cilindri turbo, 186 CV, cambio automatico doppia friz. a 7 m., trazione anteriore

Benzina/GPL

  • 1.5 Turbo, 1.5 quattro cilindri turbo, 155 CV, cambio manuale a 6 marce o automatico CVT, trazione anteriore
  • 1.6 T-GDI DCT, 1.6 quattro cilindri turbo, 186 CV, cambio automatico doppia friz. a 7 m., trazione anteriore

Benzina Plug-In Hybrid

  • 1.5 PHEV DCT, 1.5 quattro cilindri turbo + mot. el., 317 CV, cambio aut. doppia friz. a 7 m., traz. anteriore

Motori Lynk&Co 01

Benzina Plug-In Hybrid

  • 1.5 PHEV, 1.5 tre cilindri turbo + mot. el., 261 CV, cambio aut. doppia friz. a 7 m., traz. anteriore

Motori MG ZS

Benzina

  • 1.5 VTi, 1.5 quattro cilindri aspirato, 106 CV, cambio manuale a 5 marce, trazione anteriore
  • 1.0 T-GDI, 1.0 tre cilindri turbo, 111 CV, cambio manuale a 6 m. o aut. a 6 m., traz. anteriore

Elettrico

  • 50,3 kWh, motore elettrico anteriore, 177 CV, batteria da 50,3 kWh, autonomia WLTP 320 km, traz. anteriore
  • 70 kWh, motore elettrico anteriore, 156 CV, batteria da 70 kWh, autonomia WLTP 440 km, traz. anteriore

Motori Omoda 5

Benzina

  • 1.6 TGDI DCT, 1.6 quattro cilindri turbo, 147 CV, cambio aut. doppia friz. a 7 m., traz. anteriore

Versioni e prezzi SUV cinesi

Concludiamo, quindi, con le versioni dei SUV cinesi e i prezzi degli Sport Utility della Repubblica Popolare, che proprio sul listino voglio fare leva per conquistare consensi in Europa. Per quanto riguarda, invece, le scelte delle Case per gli allestimenti, quasi tutti i brand hanno adottato l’ormai classica ricetta comune ai vicini giapponesi, con pochi allestimenti, dotazione di serie molto completa e pochi optional a pagamento.

Partendo, ad esempio, dalla DR 6.0, le versioni del SUV cinese hanno tutte lo stesso allestimento, molto ricco: di serie troviamo cerchi in lega, doppio schermo da 13 pollici per quadro strumenti digitale e infotainment, Cruise Control, fari full LED, tetto elettrico, sensori di parcheggio con telecamere a 360 gradi e vernice metallizzata. Solo la Plug-In ha una dotazione un po’ più ricca, con interni in pelle, vetri scuri e cerchi specifici, mentre le versioni con cambio doppia frizione posso contare anche sul Cruise Control Adattivo.

dr-motor-dr-6-0-front

Il prezzo della DR 6.0, invece, è concorrenziale per la versione 1.5 Turbo, che con cambio manuale parte da meno di 26.000 euro, con 2.000 euro di sovrapprezzo per il cambio CVT. Il 1.6 turbo da 186 CV aumenta il prezzo a 32.000 euro, mentre la Plug-In Hybrid arriva a 39.000 euro. Unico allestimento e unica versione per la Lynk & Co 01, che è proposta fin dal lancio in un’unica versione, che offre di serie guida autonoma di Livello 2, interni in pelle e tessuto, cerchi in lega da 19 pollici, clima bizona, infotainment e quadro strumenti digitale, sensori di parcheggio anteriori e posteriori e vernice metallizzata, con la scelta possibile tra il nero e il blu. Anche a livello di prezzi il SUV cinese ha un prezzo fissato a 44.500 euro. L’unico optional? Il gancio traino.

Due, invece, le versioni del SUV cinese di Omoda: l’Omoda 5 è infatti proposta in due versioni, Comfort e Premium: la Comfort, offerta a 28.000 euro, offre di serie già guida autonoma di Livello 2, clima automatico, infotainment da 12,3 pollici con Apple CarPlay e Android Auto e quadro strumenti digitale con la stessa dimensione, fari full LED, sensori di parcheggio anteriori e posteriori con retrocamera e sedili riscaldati e ventilati. La Premium aggiunge clima bizona, tetto apribile, volante riscaldabile, portellone elettrico e telecamere a 360 gradi, per un prezzo che sale a 29.000 euro.

Due gli allestimenti anche per la MG ZS, offerta sia in versione elettrica che termica in versione Comfort e Luxury. La Comfort ha quadro strumenti analogico, infotainment centrale con Apple CarPlay e Android Auto, sensori di parcheggio posteriori, cerchi in lega, climatizzatore integrato nell’infotainment, Cruise Control e, sulle EV, frenata automatica, Cruise Adattivo, sedili riscaldabili e mantenitore di corsia. La Luxury, invece, aggiunge fendinebbia, navigatore proprietario, tetto apribile (non per la 1.0 con cambio automatico) e telecamere a 360 gradi. I prezzi del SUV cinese di casa MG partono dai 17.500 euro della 1.5 VTi in allestimento Comfort, con la 1.0 T-GDI Luxury con cambio automatico che arriva a 22.500 euro. Le elettriche? La Comfort con batteria da 50,3 kWh parte da 35.000 euro, mentre la Luxury con batteria maggiorata arriva a 41.000 euro.

Concludiamo, infine, con la BYD Seal U, che ha una dotazione molto ricca in tutte le versioni. Dalla versione d’attacco Boost, proposta a 40.000 euro in versione 1.5 DM-i, alla più costosa Design, proposta a 46.000 euro in variante elettrica con batteria da 87 kWh e da 48.000 euro per la 1.5 T DM-i Plug-In Hybrid, sono di serie guida autonoma di Livello 2, schermo rotante dell’infotainment, fari full LED, sedili anteriori e posteriori riscaldabili e ventilati, sensori di parcheggio anteriori e posteriori con telecamere a 360 gradi, tetto apribile panoramico e vernice metallizzata. Tutte le versioni del SUV cinese possono poi contare sulla ricarica rapida per le EV (140 kW per la Design, 115 kW per la Comfort) e più veloce delle solite PHEV per le DM-i (fino a 18 kW alle colonnine in AC).