Pro
- Bella da guidare come ogni MINI
- Rara e importante per la storia del modello
Contro
- Sicurezza e dotazioni spartane
- Oggi sono molto costose
Austin Mini in sintesi
Qui trovi una panoramica generale dell’auto Austin Mini inclusi i dati relativi alle caratteristiche principali, alla motorizzazione, all’equipaggiamento e altre informazioni utili relative al modello dell’auto. Leggi di più
Offerte attuali per Austin Mini
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Austin Mini 1.0 Mayfair auto
€ 4.800,-ND- 70.000 km
- 01/1989
- 32 kW (44 CV)
- Usato
- - (Proprietari)
- Manuale
- Benzina
- - (l/100 km)
- - (g/km)
Privato, IT-61012 gradara -
Austin Mini Mini+1.0+Mayfair+my83
€ 6.900,-ND- 1.000 km
- 03/1983
- 32 kW (44 CV)
- Usato
- - (Proprietari)
- Manuale
- Benzina
- - (l/100 km)
- - (g/km)
Privato, IT-00065 fiano romano -
Austin Mini mayfaire
€ 6.500,-ND- 54.900 km
- 04/1988
- 33 kW (45 CV)
- Usato
- 1 proprietario
- Manuale
- Benzina
- - (l/100 km)
- - (g/km)
Privato, IT-00165 Roma -
Austin Mini CABRIO 1.3 AUTO D'EPOCA
€ 11.600,-Prezzo finale offerto al pubblico, comprensivo di IVA, non vincolato all’acquisto di un finanziamento, a permuta o rottamazione. Passaggio di proprietà e IPT esclusi. ND- 82.153 km
- 12/1982
- 52 kW (71 CV)
- Usato
- - (Proprietari)
- Manuale
- Benzina
- - (l/100 km)
- - (g/km)
Rivenditore, IT-36030 Zugliano - Vicenza - VI -
Austin Mini austin rover mini 25
€ 7.500,-ND- 90.000 km
- 11/1984
- 32 kW (44 CV)
- Usato
- 1 proprietario
- Manuale
- Benzina
- - (l/100 km)
- - (g/km)
Privato, IT-00055 Ladispoli -
Austin Mini 1.0 Mayfair my84. Allestimento 25” anniversario
€ 8.000,-ND- 86.000 km
- 11/1984
- 32 kW (44 CV)
- Usato
- - (Proprietari)
- Manuale
- Benzina
- - (l/100 km)
- - (g/km)
Privato, IT-62018 Potenza Picena -
Austin Mini Mini 1.0 Mayfair my85
€ 7.900,-ND- 142.000 km
- 11/1989
- 32 kW (44 CV)
- Usato
- - (Proprietari)
- Manuale
- Benzina
- - (l/100 km)
- - (g/km)
Privato, IT-20044 Arese -
Austin Mini 1.0 Mayfair my84 CABRIO L&H
€ 13.000,-Prezzo finale offerto al pubblico, comprensivo di IVA, non vincolato all’acquisto di un finanziamento, a permuta o rottamazione. Passaggio di proprietà e IPT esclusi. ND- 40.000 km
- 02/1987
- 32 kW (44 CV)
- Usato
- - (Proprietari)
- Manuale
- Benzina
- - (l/100 km)
- - (g/km)
Rivenditore, IT-18019 Vallecrosia
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Modelli alternativi
Le due vetture, in realtà, sono esattamente identiche: prodotte nella stessa fabbrica, con gli stessi motori e con le stesse caratteristiche estetiche, tecniche e qualitative. Le differenze erano nel prezzo, leggermente inferiore per la Morris, e per l’estetica, meno ricercata nella Morris che nella Austin. E fu proprio la Austin MINI la base per le MINI Cooper, le mitiche versioni sportive della vetturetta inglese, che negli anni ’60 vinse tre volte il Rally di Montecarlo nel 1964, 1965 e 1967. La MINI fu prodotta con i marchi Austin e Morris fino al 1969, quando la BMC decise di creare un brand esclusivamente per la sua piccola automobile, MINI appunto. La Austin MINI è stata prodotta per 10 anni, tra il 1959 e il 1969, toccando le prime due serie della vettura, la Mk1 e la Mk2, e lasciando il passo alle successive evoluzioni. Ma com’è quindi una Austin MINI?
Scopriamo dimensioni, interni, motori, prezzi e concorrenti della Austin MINI.
Dimensioni Austin Mini
Le dimensioni della Austin Mini sono:
- lunghezza 3,05 metri
- larghezza 1,41 metri
- altezza 1,35 metri
- passo 2,04 metri
A livello estetico, la prima MINI di Issigonis è, per molti, la più pulita e pura. Le differenze con le successive MINI sono visibili in ogni direzione, a partire dal frontale. Qui troviamo il classico “muso” MINI, con fari tondi e indicatori di direzione circolari più in basso, ma la calandra non è trapezoidale, bensì ovale, formando un profilo a semicerchio che rende più anni ’50 la piccola utilitaria. Anche i passaruota anteriori sono alla stessa altezza del cofano e non più rialzati, apparendo così più dolce e simpatica di quanto già non sia. Lateralmente, invece, il profilo è quello, inconfondibile, di una MINI, con cofano lungo, tetto alto, grandi finestrini e nessun terzo volume.
A differenziarla dalle successive MINI sono però le cerniere esterne a vista per le portiere, una soluzione semplice e molto economica. Fanno poi impressione, viste con gli occhi di oggi, le minuscole ruote da 10 pollici, sufficienti però per una vettura da neanche 620 kg di peso. In coda, invece, le prime MINI sfoggiano dei fari, sempre verticali e ai lati del portellone ad apertura verso il basso, ma più piccole ed eleganti. Con la seconda serie è proprio questa la grande differenza, l’arrivo dei fari squadrati posteriori, un dettaglio che non abbandonerà più MINI fino al 2000. Rispetto alla versione Morris, la Austin MINI ha più cromature, una calandra dalla forma e dalla finitura differente e, in generale, uno stile più elegante e raffinato. Concludendo con le dimensioni di Austin MINI, la piccola inglesina offre un bagagliaio di soli 120 litri, pochi in generale ma sorprendenti per una vettura da soli 3,05 metri di lunghezza con 4 posti comodi.
Interni Austin Mini
Gli interni di Austin MINI sono infatti molto comodi e spaziosi, più anche delle successive iterazioni della MINI di Issigonis. Rispetto alle ultime MINI prodotte negli anni ’90, infatti, i sedili sono più sottili e meno profilati, offrendo meno supporto e comodità ma più spazio per i quattro passeggeri. Con un po’ di buona volontà per salire, infatti, lo spazio per quattro è effettivamente buono, anche se adulti. La plancia, però, è decisamente minimale, anzi spartana. L’obiettivo primario di MINI infatti non era quello di diventare l’icona di stile ed elegante sportività che è oggi, ma bensì quello di una piccola vettura utilitaria economica, spaziosa e parca nei consumi.
Gli interni di Austin MINI sono infatti caratterizzati dall’assenza di una vera e propria plancia, sostituita da un pannello verticale che formava un enorme portaoggetti per tutta la larghezza dell’auto. L’unico strumento era un tachimetro proprio al centro della plancia, una soluzione per risparmiare il più possibile nelle trasformazioni tra guida a sinistra e guida a destra, poi diventato un segno distintivo di tutte le MINI. Questo strumento si è poi evoluto diventando una piccola plancetta centrale, offrendo anche la temperatura dell’acqua e la quantità di benzina. La leva del cambio è poi inizialmente lunga, posizionata molto avanti, mentre già dai primi anni ’60 è spostata più vicina al conducente, più comoda e facile da usare. La posizione di guida, infine, è sempre quella, con volante molto inclinato, pedali piccolissimi e sedile sorprendentemente rialzato, una sfida per i piloti più alti.
Motori Austin Mini
A livello meccanico e di motori invece Austin MINI ha portato al debutto la geniale meccanica MINI che ha fatto scuola e ha rivoluzionato il mondo delle piccole utlitarie. Se infatti la precedente Morris Minor aveva motore anteriore e trazione posteriore, e le rivali Volkswagen e FIAT avevano il motore posteriore o, come la Citroen 2CV, una meccanica a dir poco unica, MINI rilanciò con un miracolo di sfruttamento degli spazi. Il motore è anteriore ma trasversale, occupando così poco spazio in lunghezza ma più spazio in larghezza, e il cambio è posizionato sotto il motore, con cui condivide lo stesso olio. In più, le sospensioni sono a ruote indipendenti sia davanti che dietro, ma al posto di convenzionali molle utilizzano dei coni di gomma, economici e in grado di dare all’auto quel leggendario go-kart feeling, ma molto, molto rigide.
A livello di motori, Austin MINI ha sempre avuto un solo motore, proprio sviluppato da Austin. È l’Austin A-Series, un quattro cilindri in linea ad aste e bilancieri molto semplice e affidabile, che cambierà molto nel corso degli anni. È stato infatti lanciato inizialmente con cilindrata di 850 cm3 e 34 CV, affiancato presto da un più prestante motore 1.000 da 38 CV. Questi sono stati i due motori “normali” di Austin MINI, affiancati poi dalla particolare MINI Matic del 1968 dotata di cambio automatico a 4 marce, e dalle versioni Cooper. La scuderia inglese preparò la piccola MINI in diverse versioni, partendo inizialmente da una versione con cilindrata invariata a 998 cm3 e 55 CV. Arrivò poi la 970, con potenza di 65 CV, e la prima S, la 1070 da 70 CV. La svolta arrivò con la MINI Cooper S 1275: la versione 1.3 dell’Austin Serie A fu così valida con i suoi 76 CV che venne poi riutilizzata da Austin per motorizzare, in versione più tranquilla, le MINI già dagli anni ’70, diventando ben presto la cilindrata prediletta nonché l’ultima utilizzata fino al 2000.
Motori Austin Mini
Benzina
- 850, 0.85 quattro cilindri aspirato, 34 CV, cambio manuale a 4 marce, trazione anteriore
- 998, 1.0 quattro cilindri aspirato, 38 CV, cambio manuale a 4 marce, trazione anteriore
- MINI Matic, 1.0 quattro cilindri aspirato, 38 CV, cambio automatico a 4 marce, trazione anteriore
- Cooper 998, 1.0 quattro cilindri aspirato, 55 CV, cambio manuale a 4 marce, trazione anteriore
- Cooper 970, 1.0 quattro cilindri aspirato, 65 CV, cambio manuale a 4 marce, trazione anteriore
- Cooper S 1070, 1.1 quattro cilindri aspirato, 70 CV, cambio manuale a 4 marce, trazione anteriore
- Cooper S 1275, 1.3 quattro cilindri aspirato, 76 CV, cambio manuale a 4 marce, trazione anteriore
Prezzi Austin Mini
A livello di prezzi, Austin MINI aveva un prezzo, almeno in Italia, già piuttosto alto rispetto alle dirette rivali. A causa della cilindrata “alta” per il nostro Paese e la concorrenza dei prodotti nazionali, MINI ebbe vita complessa all’inizio. In più, i vertici della British Motor Company pensavano che il nome MINI non avrebbe avuto successo fuori dall’Inghilterra, e chiamarono le nuove vetture Austin Seven 850 e Morris 850, senza fare riferimento al nome MINI. Nel 1960, il prezzo di una Austin MINI in Italia era di 995.000 lire, identico a quello della Morris 850.
Per fare una semplice comparazione, una FIAT 500, ben più spartana e lenta, costava 395.000 lire, una simile 600 ne costava 625.000 e una berlina media come la 1100 costava 20.000 lire meno, fermandosi a 975.000. Va però detto che il Maggiolino, venduto come Volkswagen De Luxe, era più costoso della MINI con 1.085.000 lire, mentre la 2 CV era più economica con le sue 795.000 lire. E oggi, invece, quali sono i prezzi di Austin MINI in Italia? Per vedere un vero successo delle MINI bisogna arrivare al 1965 con la produzione Innocenti o agli anni ’80, quando le piccole inglesi erano ormai economiche e stilose. Prima di allora, vedere una MINI su strada era vista rara, e le poche rimaste sono davvero costose. Per portarsi a casa una Austin MINI prodotta tra il 1959 e il 1969 servono almeno 20.000 euro, e per una 850 De Luxe prima serie si può partire da 30.000 euro, per poi arrivare anche a 50/60.000 euro per delle vere Cooper S.
Austin Mini: concorrenti e conclusioni
Oggi portarsi a casa una vera Austin MINI non è cosa facile. Gli esemplari rimasti sono pochi, i prezzi sono alti e rispetto alle già poco adatte al mondo moderno MINI degli anni ’80 e ’90 hanno enormi limiti a livello di sicurezza e dotazioni. Rispetto alle concorrenti però Austin MINI è sempre stata molto scattante, vivace e piacevole da guidare, e questo la rende ancora utilizzabile e godibile nel traffico moderno. Dove con una 500 si deve scendere a compromessi, con una MINI si svicola in maniera vivace nel traffico. Lo stile della prima generazione poi, così pulito ed elegante, è considerato da molti il più puro ed elegante, e l’importanza storica di questa vettura rende le Austin MINI degli oggetti del desiderio davvero unici.
Certo, sono poco sicure, la posizione di guida è sempre molto compromessa, gli interni sono estremamente spartani e mancano persino i finestrini discendenti, sostituiti da più semplici finestrini ad apertura laterale. Il fascino di una MINI, a oltre 60 anni dal lancio, è ancora immutato, e le prime Austin MINI sono le portatrici più sane di questo carisma. Concludiamo infine, come di consueto, con le concorrenti di Austin MINI, a partire dalla connazionale Hillman Imp passando per le straniere FIAT 500 e 600, Autobianchi A112, Citroen 2CV, Volkswagen Maggiolino, NSU Prinz, BMW 700 e Renault Dauphine.