Passa al contenuto principale
Causa lavori di manutenzione attualmente la disponibilità di AutoScout24 è limitata. Questo riguarda in particolare funzioni quali i canali di contatto con i venditori, l’accesso o le modifiche ai veicoli in vendita.
alfa-romeo-166-front

Alfa Romeo Berlina

1 / 4
alfa-romeo-166-front
GiuliaSuperSport(6)
alfa-romeo-155-side
Alfa Romeo-Giulia-Stelvio-Q-100°anniversary-2023 (22)

Alfa Romeo Berlina: storia, modelli, versioni e motori

Nella storia della mitica Casa automobilistica italiana Alfa Romeo, la berlina è una tipologia di vetture proposte fin dai primi successi del Biscione, con decine di modelli diventati iconici nella storia dell’azienda milanese. Dopo le prime automobili prodotte dall’azienda di Nicola Romeo tra gli anni ’10 e ’20, dotate di carrozzeria Torpedo o, per le varianti chiuse, Limousine, la prima berlina propriamente detta della storia Alfa Romeo prodotta in grandi numeri è stata la 6C 2300 Turismo, lanciata nel 1934 e dotata di una carrozzeria con tetto metallico, quattro porte e fino a 7 posti, spinta da un motore a sei cilindri in linea bialbero da 2.3 litri e 68 CV. Dopo le evoluzioni della 6C, dalla 2300 alla 2500 passando per le bellissime Berlinetta, e le ultime Berlina del secondo Dopoguerra, Alfa Romeo abbandonò progressivamente la produzione semi-artigianale, lanciando nel 1960 la sua prima automobile prodotta in serie su una catena di montaggio, la berlina 1900. Leggi di più

Prodotta fino al 1959, la 1900 fu un’automobile importantissima per la storia Alfa Romeo, in quanto permise alla Casa del Portello di ampliare il suo bacino d’utenza, lanciando modelli che affiancassero le sportive che vincevano in Formula 1 e sui circuiti del mondo e che permettessero anche a clienti “normali” di mettersi in garage un’auto con il piacere di guida e la raffinatezza tipiche del Biscione. Dopo la 1900, nel 1955 l’Alfa Romeo lanciò la Giulietta, la prima berlina di dimensioni medio-piccole.

Nata per rivaleggiare con le FIAT 1400 e Lancia Appia, la Giulietta conquistò il cuore degli italiani con le sue linee incredibilmente proporzionate, la meccanica raffinata e la guidabilità da vera Alfa Romeo pur con una cilindrata di soli 1.3 litri. Dal successo clamoroso della Giulietta, prodotta in ben 131.806 esemplari con tutte le carrozzerie fino al 1966, la tradizione delle berline del Biscione è proseguita fino ad oggi, con l’attuale Giulia che, come la Giulietta del 1955, punta tutto su uno stile pulito ed elegante e sul piacere di guida.

Scopriamo allora modelli, motori e versioni delle Alfa Romeo berlina.

Segni particolari delle Alfa Romeo Berlina

  • L’Alfa Romeo 75 è considerata da molti “alfisti” l’ultima vera berlina del Biscione: è stata infatti l’ultima prima della Giulia del 2016 ad avere la trazione posteriore e motori interamente sviluppati da Alfa Romeo.
  • L’ammiraglia 164, invece, è stata la prima Alfa sviluppata sotto l’egida FIAT, e ottenne un enorme successo anche negli Stati Uniti.
  • La nuova Giulia del 2016, l’Alfa Romeo della rinascita, ha una meccanica molto raffinata: oltre alla trazione posteriore, infatti, tutte le Giulia hanno l’albero di trasmissione in fibra di carbonio.

Modelli Alfa Romeo Berlina

Come anticipato in apertura, la storia dei modelli di berlina Alfa Romeo ha avuto un enorme cambio di passo già con la 1900 del 1950, prima Alfa prodotta in serie, per poi consacrarsi in tutta Europa con la Giulietta del 1955. Il suo successo e l’amore che gli automobilisti del Bel Paese avevano verso di lei le valsero il soprannome di “Fidanzata d’Italia”.

Sia le splendide varianti Sprint, coupé e Spider, che la bellissima Berlina avevano catturato gli automobilisti italiani: non si era infatti mai vista un’auto che unisse uno stile così elegante e riuscito, una motore così potente ma anche incredibilmente parco nei consumi e un prezzo abbordabile, che la rendeva solo poco più costosa delle rivali più “normali”, le FIAT 1400 e le successiva 1200 Granluce, 1300 e 1500 e la Lancia Appia e Fulvia, ben più tranquille e meno sportive. Dopo di lei, arrivò un altro pezzo da novanta della storia Alfa Romeo, la prima Giulia del 1962, e la storia del Biscione “a tre volumi” è proseguita fino all’attuale Giulia. Questi sono i modelli di berlina Alfa Romeo prodotti dal 1955, anno di lancio della mitica Alfa Romeo Giulietta:

  • Alfa Romeo Giulietta
  • Alfa Romeo Dauphine
  • Alfa Romeo 2600
  • Alfa Romeo Giulia
  • Alfa Romeo 1750/2000 Berlina
  • Alfa Romeo Alfetta
  • Alfa Romeo Giulietta (1977)
  • Alfa Romeo Alfa 6
  • Alfa Romeo 90
  • Alfa Romeo 75
  • Alfa Romeo 164
  • Alfa Romeo 155
  • Alfa Romeo 156
  • Alfa Romeo 166
  • Alfa Romeo 159
  • Alfa Romeo Giulia (952)

Prima della mitica Giulia, però, Alfa Romeo produsse per il mercato italiano le Dauphine ed Ondine, due berline progettate da Renault e assemblate su licenza in Italia da Alfa Romeo a fianco della mitica Giulietta. La Dauphine, prodotta tra il 1959 al 1964, venne affiancata dalla più grande Ondine e dalla mitica Renault 4 nel 1962, con una produzione di Ondine e Dauphine “italiane” che arrivò a ben 73.841 esemplari. Sempre nel 1962, però, Alfa Romeo affiancò alla Giulietta la sua erede, la mitica Giulia.

Prima automobile ad essere disegnata con l’aerodinamica in mente, la “berlina disegnata dal vento” affinò le doti della Giulietta, introducendo uno stile più squadrato e sportivo, un interno ancor più caratterizzato, con l’introduzione della leva del cambio a cloche al pavimento, e di una meccanica ancor più raffinata, che portava le prestazioni della berlina 1600 Ti a rivaleggiare con le sportive a due posti degli altri marchi. Prodotta fino al 1977, la Giulia è ancora oggi la quinta Alfa Romeo più venduta di sempre, con ben 572.000 esemplari dotati di carrozzeria a cinque porte.

Dopo di lei, Alfa Romeo “perse” un po’ la bussola, lanciando la Giulietta Tipo 116, una berlina dallo stile ben meno ispirato dell’omonima degli anni ’50 e, sebbene rappresentò un successo con le sue 380.000 unità prodotte fino al 1985, non fece breccia nel cuore degli alfisti.

Lo stesso non si può dire delle Alfa più grandi: dopo la 2600, ultima Alfa Romeo con motore a sei cilindri in linea, e alle 1750 e 2000 Berlina, versioni con motore maggiorato della Giulia, nel 1972 il Biscione lanciò l’Alfetta, berlina di classe medio-Alta con soluzioni tecniche raffinatissime. Prodotta fino al 1984 in quasi 476.000 unità, l’Alfetta univa uno stile molto sportivo e ispirato di Giuseppe Scarnati (edulcorato dopo il restyling del 1977) ad una meccanica che faceva impallidire le sportive, con retrotreno con ponte De Dion, trasmissione Transaxle, freni entrobordo e le prime motorizzazioni Turbodiesel di successo.

Negli anni ’80, le grandi ammiraglie come l’Alfa 6, prima Alfa Romeo a montare il celeberrimo V6 realizzato dall’Ingegner Giuseppe Busso, papà anche del Bialbero Alfa, e la successiva Alfa 90 arrancarono, e la Giulietta sentiva il peso degli anni. Nel 1985, allora, un’Alfa Romeo che solo un anno dopo sarebbe stata venduta dall’IRI alla FIAT lanciò la 75, berlina che passerà alla storia come l’ultima, vera Alfa. Dotata di una meccanica derivata da quella dell’Alfetta, con transaxle, ponte De Dion, freni entrobordo e l’adozione del mitico V6 Busso, nonostante delle linee un po’ goffe la 75 si fece amare per la sua guidabilità da vera Alfa, segnando uno dei punti più alti, a livello di dinamica di guida, della fine del Novecento del Biscione.

Dopo di lei, se la piccola due volumi e mezzo 33, erede dell’Alfasud, continuava a macinare vendute diventando l’Alfa Romeo più venduta di sempre con quasi 1 milione di esemplari prodotti, l’erede della 75, la 155, non convinse il pubblico. Lanciata nel 1992, utilizzava una versione modificata del pianale Tipo 2, condiviso con la Lancia Dedra e la FIAT Tempra, a trazione anteriore.

Nonostante delle doti dinamiche di rilievo, la 155 ebbe vita breve, non conquistando il cuore degli alfisti. Diverso il discorso per l’eccellente 164, la prima Alfa Romeo prodotta sotto l’egida FIAT. Nonostante avesse la trazione anteriore e il pianale fosse lo stesso utilizzato da FIAT Croma, Lancia Thema e Saab 9000 (seppur pesantemente modificato), la berlina di rappresentanza disegnata da Pininfarina ottenne un enorme successo di pubblico e critica, con quasi 270.000 esemplari prodotti e la capacità di ottenere consensi anche negli Stati Uniti.

Tra le “piccole”, Alfa Romeo tornò a macinare con la 156 del 1997, una delle berline degli anni ’90 e ’00 più riuscite. Dotata di uno stile elegante e pulito ad opera di Walter de Silva e di una guidabilità eccezionale per un’auto a trazione anteriore, la piccola 156 riuscì a convincere il pubblico di tutta Europa. Eletta Auto dell’Anno 1998, la 156 è considerata ancora oggi una delle auto a trazione anteriore più belle da guidare sul mercato e, con i suoi 673.000 esemplari prodotti fino al 2007, è anche una delle Alfa Romeo più vendute di sempre.

Decisamente meno apprezzata fu invece la sorella maggiore 166. Dotata di uno stile pulito e forse fin troppo discreto, nonostante una guidabilità più che buona, motori molto validi come i V6 Busso e i potenti 2.4 cinque cilindri turbodiesel con tecnologia common rail JTD, la 166 totalizzò meno di 100.000 unità prodotte tra il 1998 e il 2007, risultando l’ultima ammiraglia della Casa.

Il suo posto è stato preso spiritualmente dalla 159, sostituta diretta della 156 e dotata di uno stile firmato Giugiaro che la rende ancora modernissima a quasi 20 anni dal lancio. Prodotta in quasi 250.000 esemplari in circa 6 anni, la 159 fu realizzata su una piattaforma realizzata in collaborazione con GM, la Epsilon, che non ebbe altri utilizzi commerciali e che peccava in un peso troppo elevato. Nonostante le linee affascinanti e una meccanica raffinata, la 159 non riuscì a bissare il successo della 156, lasciando nel 2011 orfana di berline l’Alfa Romeo.

Alfa Romeo-Giulia-2023-1600-1d

Il ritorno dei modelli di berlina Alfa Romeo è arrivato nel 2016, con il lancio dell’attesissima Giulia. Nota anche con il nome di progetto 952, la Giulia può finalmente contare su una meccanica da vera Alfa Romeo, con motore anteriore longitudinale e trazione posteriore. Questo si vede anche nello stile, davvero sportivo: il frontale è aggressivo e allo stesso tempo elegante, con tratti iconici come il Trilobo Alfa Romeo al centro e la targa spostata sotto il faro sinistro. I fari, dopo il restyling del 2023, guadagnano la tecnologia Full LED e una firma luminosa che richiama i tre fari della 159, mentre la fiancata è pulita e sportiva, con il lungo cofano e l’abitacolo arretrato che ne caratterizzano la silhouette. Elegante e discreto il posteriore, mentre all’interno l’impostazione è da sportiva.

La posizione di guida è bassa e distesa, con il grande volante con tasto d’accensione integrato e le enormi palette del cambio in alluminio che la caratterizzano. Dal 2023 è di serie il quadro strumenti digitale “Cannocchiale” da 12,3 pollici, mentre al centro il sistema di infotainment ha un display da 8,8 pollici con Apple CarPlay e Android Auto. Non dei più moderni, si sposa bene con l’essenzialità dell’abitacolo, pratico e comodo ma non ultra-moderno come altre rivali. La qualità è decisamente buona, così come lo spazio anteriore. Il bagagliaio, invece, ha una capacità di 480 litri.

Motori Alfa Romeo Berlina

Abbiamo già accennato alcuni motori delle Alfa Romeo berlina più iconiche del passato. Dal primo Bialbero Alfa della 1900 al leggendario 1300 della Giulietta, con monoblocco e testata in lega d’alluminio e 50 CV al lancio, diventati già 74 CV per la sportiva Ti, il Bialbero Alfa diventò sinonimo di tutte le berline Alfa fino al 1998, quando l’ultimo 2.0 Twin Spark con doppia accensione di produzione Alfa Romeo venne montato sulla 164, per poi essere sostituiti dagli altrettanto vivaci Twin Spark della famiglia FIAT Pratola Serra.

Un altro motore iconico della storia Alfa è il V6 Busso: sviluppato, come il Bialbero, dall’ingegnere torinese Giuseppe Busso, questo sei cilindri a V di 60 gradi diventò uno dei propulsori più amati della storia dell’automobilismo, prodotto in diverse versioni dal 1979 al 2005, venendo commercializzato fino all’addio alla GT 3.2 V6 24v, ultima automobile a montare il V6 Busso, nel giugno del 2007.

Tra i motori iconici delle berline Alfa Romeo non possiamo poi dimenticare l’innovativo 1.8 Turbo, realizzati sulla base del Bialbero Alfa e montato sulla mitica 75 1.8 Turbo e sull’ormai rarissima Turbo Evoluzione, mentre spesso si dimentica quanto le berline Alfa Romeo siano legate ai motori Diesel.

Già la prima Giulia, infatti, montò per prima un motore Diesel nel 1976: all’epoca non più chiamata Giulia, la “Nuova Super” adottò un motore quattro cilindri Diesel 1.8 aspirato da 55 CV; lo stesso dei furgoni Alfa F12. Dopo questo primo insuccesso, con 6.500 unità vendute, Alfa continuò a sviluppare i motori Turbodiesel, ottenendo con l’Alfetta Turbodiesel dotata di motori della VM Motori di Cento un discreto successo. Dopo le apprezzate 164 e 166 Turbodiesel, la svolta arrivò nel 1997 con la 156: questa fu infatti la prima automobile di serie dotata di un motore Diesel common rail, il 1.9 JTD. Sia il quattro cilindri che il più grande cinque cilindri 2.4 JTD ottennero un successo clamoroso, segnando un punto di svolta nella storia dei motori a gasolio.

youngtimers-2020-1-alfa-romeo

Tornando invece ad oggi, la meccanica e i motori della berlina Alfa Romeo Giulia rispecchiano l’anima sportiva della Casa del Biscione, soprattutto a livello telaistico. L’Alfa Romeo Giulia è infatti stata la prima automobile ad adottare la celeberrima Piattaforma Giorgio, un pianale realizzato da una manciata di tecnici a Modena in un reparto ricerca e sviluppo “segreto”. Questa piattaforma venne disegnata da un foglio bianco per ottenere una sola cosa: il piacere di guida. Troviamo quindi un layout a motore anteriore longitudinale e trazione prevalentemente posteriore, con albero di trasmissione in fibra di carbonio e sospensioni davvero raffinate.

All’anteriore troviamo uno schema a doppio quadrilatero con asse di sterzo virtuale, mentre al posteriore un Multilink a cinque leve. La gamma motori, invece, è formata da tre propulsori, due a benzina e un Diesel. La motorizzazione Diesel è il 2.2 Multijet, un quattro cilindri proposto, dal 2023, in due livelli di potenza: la versione “base” ha 160 CV e 450 Nm con trazione posteriore, mentre la top di gamma Q4 ha 210 CV, 470 Nm e trazione integrale Q4 a prevalenza posteriore.

Il motore a benzina “normale”, invece, è il 2.0 Turbo, un quattro cilindri sovralimentato della famiglia GME oggi proposto con 280 CV, 400 Nm e trazione integrale Q4. Tutti i motori sono disponibili esclusivamente con il cambio automatico ZF a 8 rapporti, mentre nei primi anni di produzione è stato proposto anche un manuale a 6 marce.

Al top della gamma della Giulia troviamo l’eccezionale versione Quadrifoglio: sotto il cofano batte un 2.9 V6 biturbo sviluppato da Ferrari, che dal 2023 ha 520 CV e 600 Nm di coppia, scaricati a terra sulle sole ruote posteriori dal cambio automatico ZF a 8 marce con convertitore di coppia. Questa versione iper-vitaminizzata è una delle sportive più godibili sul mercato, nonché una delle berline a quattro porte più veloci: la Giulia Quadrifoglio scatta da 0 a 100 km/h in 3,9 secondi e raggiunge i 308 km/h. Questi sono, nel dettaglio, i motori della berlina Alfa Romeo Giulia:

Versione Motore Potenza Trazione Cambio
2.0 Turbo Q4 2.0 quattro cilindri turbobenzina 280 CV Integrale Automatico a 8 marce
2.9 V6 Quadrifoglio 2.9 V6 biturbobenzina 520 CV Posteriore Automatico a 8 marce
2.2 Turbo Diesel 2.2 quattro cilindri turbodiesel 160 CV Posteriore Automatico a 8 marce
2.2 Turbo Diesel Q4 2.2 quattro cilindri Turbodiesel 210 CV Integrale Automatico a 8 marce

Versioni Alfa Romeo Berlina

Concludendo con le versioni delle Alfa Romeo berlina, spulciando tra le decine di vetture del Biscione prodotte troviamo tantissime varianti sportive e speciali delle tre volumi della Casa milanese. Già la Giulietta, ad esempio, veniva prodotta sia in versione “normale”, con il 1.3 Bialbero da 50 CV (diventati 63 nel 1961) che in versione T.I., Turismo Internazionale. Questa variante vitaminizzata utilizzava lo stesso 1.3 portato a 65 CV fino al 1961 e poi a ben 74 CV tra il 1961 e il 1965.

La sua sostituta, la Giulia, venne lanciata nella sua versione più sportiva, la TI, questa volta con motore 1.6 da 92 CV e frontale con quattro fari tondi. Dopo la TI, poi, arrivò la Ti Super, una versione con prese d’aria al posto dei fari di profondità pensata per la partecipazione alle gare. Le Ti Super furono le prime ad adottare il cambio a cloche al pavimento, adottato poi da tutta la produzione, e nel 1969 il 1.6 arrivò a ben 102 CV, per una velocità massima di quasi 180 km/h.

La raffinata Alfetta, invece, non venne proposta in versione “Turismo Internazionale”, ma adottò lo stesso 2.0 Bialbero visto sulle 1750 e 2000 Berlina derivate dalla Giulia, con potenza di 122 CV, diventati 130 nel 1978.

Nel 1982, poi, debuttò la Quadrifoglio Oro, una versione più ricca della Alfetta 2.0, con velocità massima di 185 km/h. Tra le versioni delle Alfa Romeo Berlina non possiamo certamente dimenticare le Giulietta del 1977, che sebbene non sia affatto amata dagli Alfisti ebbe varianti davvero iconiche. Già nel 1980 la piccola Giulietta adottò il 2.0 della Alfetta da 130 CV, montato sulla Giulietta 2.0 Super.

Nel 1982, poi, tornò la denominazione Ti con la 2.0, mentre nel 1983 arrivò la rarissima 2.0 Turbo Autodelta, nota oggi agli appassionati come “Turbodelta”. Realizzata dall’Autodelta, il reparto sportivo del Biscione, come indica il nome al 2.0 bialbero l’Autodelta aggiunse un turbocompressore, arrivando a 170 CV e venendo prodotta in sole 361 unità.

alfa-romeo-75-back

Parlando della 75, invece, non possiamo dimenticare le “America”, dotate di carrozzeria con grandi paracolpi derivate dalle 75 vendute negli Stati Uniti, o le 1.8 Turbo, così come le 2.0 Twin Spark, che portarono al debutto l’omonima tecnologia di doppia candela per ogni cilindro. Tra le più rare, invece, troviamo la 3.0 V6 Quadrifoglio Verde, con motore 3.0 V6 Busso da 192 CV, o la rarissima Turbo Evoluzione, esemplare con vistosissime personalizzazioni estetiche realizzate per omologare la variante da corsa della 75 Gruppo A.

Tra le versioni delle Alfa Romeo Berlina più particolari, poi, non possiamo dimenticare le derivate dalla 155, che sebbene non sia molto amata fu particolarmente interessante nelle sue versioni più sportive. Nella gamma “normale” della 155, ad esempio, trovava spazio la 155 Silverstone (nota come Formula in tutti gli altri Paesi all’infuori di Italia e Inghilterra): si trattava di una versione specifica con paraurti sportivi e un 1.8 più potente da 130 CV, nata per permettere alla Casa del Biscione di omologare la 155 per il campionato turismo inglese BTCC.

Iconica, invece, è la mai nata 155 GTA Stradale, realizzata da Abarth per portare su strada la 155 GTA, così vincente nel Campionato Turismo Italiano. Purtroppo, la 155 GTA (dotata di meccanica derivata dalla Delta Evoluzione) non arrivò mai sul mercato, venendo realizzata in due esemplari.

Iconica, invece, è la 156 GTA, dotata del 3.2 V6 Busso da 250 CV e da una personalizzazione estetica sportiva ma discreta, mentre per l’attuale Giulia Alfa Romeo ha preparato diverse versioni speciali. Dalle “tranquille” Estrema, Competizione, Tributo Italiano e Super Sport, le più iconiche Giulia a tiratura limitata sono la Quadrifoglio NRing Edition, dedicata al tracciato del Nurburgring, la Racing Edition, con livrea ispirata all’Alfa Romeo di Formula 1 per celebrare il ritorno di Alfa in F1 del 2019, la 100° Anniversario, nata nel 2023 per celebrare i 100 anni del Quadrifoglio Verde, e le splendide GTA e GTAm, versioni iper-vitaminizzate della Quadrifoglio, con la GTAm dotata di due posti secchi, roll-bar e cinture a cinque punti con aerodinamica curata dalla Sauber Engineering.