Jaguar E-Type

4.2 MK1 Spider (1965)

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Modello
Jaguar E-TYPE 4.2 MK1 Spider (1965)
Colore
Carrozzeria colore Silver Blu, interni in pelle nera e moquette nera.
Caratteristiche
Motore anteriore longitudinale 6 cilindri, cilindrata 4235 cm3 12 valvole, con 3 carburatori SU Potenza massima 265 cv (1955kw) a 5000 g/min. Coppia massima 385 Nm a 4000g/min. Trazione posteriore supportata da differenziale autobloccante. Cambio manuale a 4 marce Velocità massima di 240 km/h con un accelerazione da 0 a 100km/h in soli 7,5 s. Pneumatici anteriori e posteriori 185/80/15. Freni anteriori con dischi da 279 mm , freni posteriori con dischi da 254 mm.
Anno
1965
Condizioni
È il 13 marzo 1961 e a Browns Lane regna un clima di grande tensione, perche il gioiello da presentare al Salone dell’auto di Ginevra si chiama Jaguar E Type. Fiumi di inchiostro per descrivere sui giornali di tutto il mondo ogni sfumatura e ogni innovazione presenti sull’ultima nata di casa Jaguar, disegnata dal vento della Sarthe in egual misura che dalla matita di Malcolm Sayer. Oggi siamo fieri di presentare l’iconica, intramontabile ed ineguagliabile pezzo di storia la Jaguar E Type 4.2 Spider MK1 anno 1965. Le condizioni sono strepitose, da concorso. Nello specifico parliamo di un unico proprietario dal 1968. Reperita per conto di quest’ultimo in Colorado da Veniero Molari, consulente di fiducia per le auto storiche del Conte Vittorio Zanon di Valgiurata. Unico proprietario anche in America, Il precedente proprietario della Jaguar era un tecnico della NASA. Sdoganata nel 1988. All’ arrivo in Italia, rifatti completamente interni e capote e revisionata la meccanica. Ultimamente è stata fatta riverniciare completamente in quanto iniziava a denunciare i segni del trascorrere degli anni.
Jaguar E-Type series 1, 4.200, spider (Open Two Seaters), guida a sinistra, prodotta il 29/06/1965 e venduta il 12/07/1965 negli Stati Uniti (New York Jaguar Cars) dove è stata acquistata dal primo proprietario americano, nella colorazione Silver Blue interno Nero. Secondo il Jaguar Heritage presente, si evince la totale corrispondenza ed esattezza di tutti i numeri di telaio motore cambio e scocca. Si tratta di uno dei primi esemplari costruiti con il motore 4.2 che conserva la classica coda con i fanalini montati al di sopra dei paraurti. L’auto si presenta inoltre con certificazione ASI. Dal termine dei lavori l’auto ha percorso pochi chilometri.Questo esemplare è il primo a montare sedili più confortevoli (rispetto ai primi sedili a guscio) che consentivano ai guidatori di trovare una migliore posizione di guida: la prima serie della E-Type, cosiddetta flat floor, mal si adatta infatti alle persone alte. La prima serie con motore 4.2 costituisce, tra le E-Type, la versione “migliore” grazie all’estetica pura ed elegante della prima serie, con notevoli migliorie nella meccanica. Il motore di seconda generazione, ovvero il 6 cilindri in linea 4.200 con 265 cavalli, permette di guadagnare coppia ed elasticità nell’uso quotidiano, sia in città che nei lunghi viaggi autostradali: tra le migliorie introdotte vi era anche il cambio Jaguar a 4 rapporti tutti sincronizzati con cambio “Moss” più duro e antiquato per un’auto del genere; l’impianto frenante è sempre costituito dai quattro freni a disco Dunlop, affiancati nel retrotreno al differenziale autobloccante. La versione aperta dell’auto più bella del mondo secondo Enzo Ferrari, la OTS, con la sua pulizia nelle forme conserva l’eleganza tipica della E-Type che si ritrova anche nella coupé: tuttavia la spider è più fruibile e piacevole, soprattutto nella stagione estiva dove gran parte del calore prodotto dal vano motore fuoriesce all’esterno e non nell’abitacolo. Dopo che la Jaguar ha dichiarato che cambierà rotta verso un cambio radicale post termico, questo esemplare dopo il successo e l’importanza acquisita fino ad oggi , continuerà ad avere una salita vertiginosa per quanto riguarda il suo valore economico e storico.
Curiosità
I primi esemplari, realizzati tra il 1961 ed il 1962, furono definiti flat floor perché avevano il pianale piatto in corrispondenza dei piedi, limitando lo spazio a disposizione. Successivamente il fondo fu modificato per aumentare l’abitabilità.